venerdì, febbraio 16, 2007

UN PO' DI TEMPORALE


In questi giorni i momenti di riflessione e i momenti vuoti, mi hanno portato anche a pensare quello che sono: mi sono visto un ragazzo di 22 anni, gay, con un sacco di problemi che piano piano vengono fuori; sono probabilmente causati dalle circostanze, da quello che la vita ti offre.
Non sempre riesco ad accettarmi per quello che sono, spinto anche da un basso senso di autostima. Brutto sentirlo dire, soprattutto quando sono proprio io a pensarlo. Non importa quello che si vede all'esterno o come affronto i miei periodi, meno ancora mi importa quello che pensano le altre persone nei miei momenti di solitudine.
La prima domanda che mi sono fatto è se realmente accetto il mio essere omosessuale. Non riesco a capire cosa mi porta ad amare persone del mio stesso sesso, o di sentire attrazione fisica verso un corpo così uguale al mio. Questi momenti di smarrimento li vivo non sempre bene, specialmente quando sono conditi dagli avvenimenti che la tanta amata vita ti impone.
Fanno male dentro! Trovare una priorità o una sequenza logica di importanza per affrontare un punto alla volta non mi riesce quasi mai.
In questi momenti tante sono le preoccupazioni: ci sono le persone che ti stanno vicino, familiari o compagni a cui devi comunque motivare il nervosismo o qualche altro eccesso di sentimento.
Un altra domanda sorta e posta non manca certo di importanza: sono in grado di amare realmente nella maniera corretta? Dovrei trovare prima chiarezza in me stesso. Non mancano certo pensieri già fondati in passato. A volte li ritrovo statici, fermi li dove sono nati; alcuni si sono mossi ed evoluti. Ogni giorno mi conosco sempre più; conosco le persone che mi stanno vicino, il mondo in cui vivo. Non è detto che mi debba piacere per forza e cosa molto più dura da accettare e se alle altre persone, le più importanti, vanno bene così.
Queste sono solo un paio di domande ma bastano per creare scompiglio in me e nella mia intimità.
Se torno alla prima domanda che mi sono fatto, balzano alla testa altre sfumature, anche contraddittorie perchè è proprio questo che crea confusione. Mi va bene quello che ho? quello che vivo? Non potrei avere maggiori possibilità di vivere in libertà con chi voglio? La contraddizione che citavo prima stà nel fatto che chi ci vede dall'esterno, senza sapere e senza voler capire, crea una situazione di disagio. Qui nessuno può aiutare: mi sono reso conto che è una situazione comune alle persone che hanno intrapreso un cammino più o meno il nostro. Questo include anche la mia sfera privata.
Intanto che penso ascolto un po di musica... emotivamente fragile mi commuovo dietro alcune parole magari anche solo interpretate da me; colpiscono uguale l'ampia parte fragile di me.


Mi sono innamorato di te, non vedo perchè nasconderlo.
E sto cercando il modo migliore, mescolando parole per dirtelo.
E suono la mia musica
ma non mi viene niente che abbia una logica,
inevitabilmente.
E ho fatto tutto da me, anche perchè
dicevano:
"Dai retta, lascia stare, non è così speciale, mah si..."
Ma si sbagliavano perchè mi sai comprendere
e poi mi fai confondere.
E quando servono non trovo le parole giuste che mi aiutano.
E dico e faccio solo cose strane,
se appena cerco di descrivere, di raccontare
quello che mi attraversa
va veloce dal cuore alla testa.
E dà l'affanno e non s'arresta,
inevitabilmete trova una via e quando resta non si ferma a non da sosta.
Vuole una risposta perchè...
...perchè mi sono innamorato di te e adesso cos'è che capita?
Lo so che cambia tutto e già al fatto di pensarci, però, un mi agita.
E torno alla mia musica, ma riesco a fare solo quella melodica.
Poi m'interrompo sempre, inevitabilmente... sbaglio.
E dico e faccio solo cose strane,
se appena cerco di descrivere, di raccontare quello che mi attraversa e va,
va veloce dal cuore alla testa.
E dà l'affanno e non si arresta mai,
entra in ogni canzone che faccio.
E anche questa, ti giuro non l'ho fatto apposta,
mi rendo conto che è per te.
Mi vai dal cuore alla testa.



Questo porta in me un attimo di respiro adesso, per chi legge possono solo essere parole.
In ogni caso colpiscono dentro per chi reputa che l'invasione sia la cosa più giusta o corretta.

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