sabato, marzo 31, 2007

Ancora Ancora


Stamattina black out dei cellulari: siamo rimasti completamente isolati senza i soliti sms amorosi. Niente di drammatico, anche se moEn (non lo ammetterà mai) è stato in agitazione per il lungo silenzio durato fino alle 13 o poco meno, quando finalmente la comunicazione è ripresa ed uno dietro l'altro sono arrivati messaggi rassicuranti. Deve essere stata troppa la tensione accumulata perchè, appena sono rincasato, notata e commentata scherzosamente la strana sfumatura azzurrognola dei suoi capelli, mi ha immediatamente zittito, iniziando una lunga ed appassionata apologia del nuovo parrucchiere. Non era evidentemente giornata di critiche. Il fatto è che En, colpevolmente sfortunato in fatto di coiffeur, si entusiasma troppo facilmente e poi occorre del tempo prima che le osservazioni mie, ma ancor più quelle di moDan che sono decisive, riescano a convincerlo di essersi affidato per l'ennesima volta alla persona sbagliata. Succede. Un mazzo di fiori virtuale a moEn per farmi perdonare l'intempestività del commento, sperando che lo strano colore (pare conseguenza di un semplice shampo) sfumi velocemente perchè ormai siamo prossimi alla partenza.
Essì, i novios sono già in ferie, ma devono aspettare me che lavorerò fino a martedì. Poi finalmente via! L'anno scorso Pasqua bagnata a Lucca, ma che importava?

"Stringimi la mano e poi partiamo…In fondo eri contentissimo quando guardando Lucca non ti importava della pioggia che cadeva…solo una candela era bellissima e il ricordo del ricordo che ci suggeriva che comunque tardi o prima ti dirò che ero contentissimo ma non te l'ho mai detto che chiedevo Dio ancora Ancora Ancora". (Tiziano Ferro citato da Grissino (moDan) in un recente sms sull'argomento)
Certo che se trovassimo caldo e sole nei prossimi giorni sarebbe il massimo, ma sappiamo rassegnarci serenamente a qualsiasi evento atmosferico ci toccherà : quello che conta è che staremo insieme.

venerdì, marzo 30, 2007

La Destra si scatena


Il Consiglio Regionale Lombardo ha approvato ieri l'adesione al family-day e una mozione contro la proposta di Legge sui Dico che impegna la Regione a cercare strumenti giuridici per permettere alle Amministrazioni comunali della Lombardia di rifiutare la registrazione delle coppie dello stesso sesso.

Immediata la reazione dei Comitati provinciali lombardi di Arcigay.

Intanto nove sindaci del milanese, ma le adesioni stanno aumentando, hanno scritto al governatore Formigoni di revocare la delega all´assessore regionale Piergianni Prosperini, che aveva pronunciato nei giorni scorsi frase ingiuriose sui gay. «Il limite della legalità non è opinabile - sostengono - ma in questo caso è stato certamente valicato». Si attende la replica di Formigoni in Consiglio Regionale. ( 28/03/2007 - La Repubblica )

Signori Vescovi italiani,


Abbiamo capito che siete contrari alle unioni omosessuali e ai DICO, lo state ripetendo in tutti i modi da anni. Inutile tentare di discutere con Voi, tanto non ascoltate che Voi stessi e avete già dimostrato di intendere le argomentazioni esclusivamente secondo la vostra convenienza (v.qui).


Neppure speriamo Vi rispondano i nostri rappresentanti in Parlamento verso i quali un minimo di attenzione, almeno per il potere che esprimono, riservate. Da loro abbiamo sentito solo blande e sommesse reazioni alla Fassino o alla Bindi. Voi sì che, lo riconosciamo, sapete urlare più forte, tanto che è impossibile non sentirVi.

Eppure c'è una domanda che vorremmo rivolgerVi, anche se non risponderete mai:

perchè, mentre tuonate ordini dall'alto, non ricordate contemporaneamente al popolo di Dio ciò che recita la teologia morale cattolica (che voi dovreste insegnare) e cioè che di fronte a qualsiasi scelta morale ognuno deve alla fine rendere conto solo ed esclusivamente alla propria coscienza, unica arbitro del comportamento etico?

Perchè sorvolate puntualmente sul fatto che occorre, dopo aver ascoltato la S.Scrittura e la Vostra parola, seguire esclusivamente ciò che la propria coscienza individuale (che risponde direttamente a Dio) detta ? Va seguita anche se educata erroneamente, sostiene il dottore angelico che stimate tanto!

Non è dottrina recente del Vaticano II che chiaramente mal tollerate, ma frutto della riflessione teologica medievale.


Il Vostro silenzio è colpevole, perchè nel caso della NOTA pastorale sulla famiglia e contro i DICO, sembrerebbe che i politici cattolici davvero siano vincolati nel loro voto a quello che è solo un Vostro parere, autorevole certo, ma solo un parere. Persino il vescovo di Roma, il papa, non gode del dogma dell'infallibilità quando tratta argomenti diversi dalla fede, quando cioè si avventura nel campo morale o sociale o politico.Anche la Sua, in queste questioni, è solo una opinione. Preziosa, ma nulla di più.


Non potete quindi approfittare dell'ignoranza dei nostri politici , che già brillano poco di loro, per imporre il Vostro personalissimo punto di vista all'intero Paese. Non è corretto. Sembrate quegli adulti che, incapaci di fornire delle ragioni (perchè non ci sono) al bambino che vorrebbe capire, impongono, solo con la forza dell' autorità e approfittando dell'inesperienza dell'interlocutore, una posizione che un pari saprebbe facilmente confutare. Non vorremmo ricordarlo, ma questa è anche la strategia dei pederasti quando vogliono circuire la giovane vittima...

I nostri politici dicano o non dicano quello che vogliono, noi con don Lorenzo Milani, che la vostra cattiveria ed il vostro disprezzo hanno confinato a Barbiana fino alla morte perchè ha osato disobbedire ai Vostri ordini ingiusti, Vi rispondiamo quello che ogni uomo vero, poi magari (ma solo dopo) anche cristiano, crede in assoluta retta coscienza:
l'obbedienza non è più una virtù!

giovedì, marzo 29, 2007

CELLULARI ASSASSINI?



Una nuova ricerca ha suggerito l'insorgere di alcuni tipi di tumori, nel lato della testa dove viene appoggiato l'apparecchio, chiamati gliomi.
Gli scienziati hanno spiegato che questi gliomi non hanno uno sviluppo immediato all'interno del nostro cervello, solo dopo anni di utilizzo aumenta la percentuale di rischio.
Si sono accorti di questa malattia, dalle cause spesso discusse, facendo controlli su 1521 persone affette da gliomi e su 3301 persone sane, tutti utilizzatori di cellulari. Il risultato venuto alla luce dopo svariati test sembra dare precise indicazioni sullo sviluppo del suddetto tumore:
l'affezione da glioma aumenta del 40% nei soggetti che utilizzano il cellulare da più di 10 anni.
Tutta la ricerca verrà pubblicata quest'anno nell’ "International Journal of Cancer".
Noi cosa possiamo dire? Abbiamo un altro nemico in tasca?
Viviamo ormai nel terrore, tutto ciò che ci circonda è dannoso o addiritturea ci uccide. Con questa scoperta rischiamo anche di preoccuparci ad ogni risposta a qualche chiamata. Con tutte le ore che ci staimo attaccati poi... nella nostra vita di troppia il cellulare è cosa indispensabile! Moen praticamente è attaccato tutto il giorno per lavoro, e lui come me, viaggiamo addirittura con due telefoni in tasca. Ogni giorno non so quante volte mi squillerà il telefono, magari per brevi telefonate, ma all' orecchio io l'appoggio sempre. Forse si salverà solo Moser che per via del suo lavoro è costretto a non usare quest' accessorio.
Si esagera certo, tra dieci minuti finito di leggere il blog tutti voi vi dimenticherete di quello che avete appena letto anche perchè coincide, circa ,con il lasso di tempo che separa uno squillo di telefonino e l'altro.
Sarà per menefreghismo o forse per qualche altro motivo ma non ci cureremo mai di questo problema perchè il cellulare è diventato parte fondamentale della nostra società.
Detto questo tornerò a fumare in macchina in pieno centro milano con i finestrini abbassati mentr parlo serenamente al telefono, tutto questo condito da una magnifica degustazione di buonissimi biscottini al burro.
Dan

mercoledì, marzo 28, 2007

Malinconia


Stasera resterò solo fino a tardi, i novios altrove. Mi riempio di malinconia anche se è una lontananza temporanea, programmata.
Sai, Gri, spesso vedi moEn e me scambiarci frecciate dure, acide (termine gayo, eheh), non ci facciamo scappare il più piccolo errore. Eppure sono 21 anni che nel bene e nel male, condividiamo un’unica vita. Ci sono stati errori, cadute, lo sai, ma anche recuperi e traguardi impensabili. La diversità non ha mai impedito che ci amassimo e crescessimo insieme per così tanto tempo. Una volta ci bastava un localino, proprio sul confine svizzero, per amarci. Lì trascorrevamo tutto il tempo libero noi due soli. Anche un ultimo dell’anno,ricordo, il primo della nostra storia. Era solo un buchetto, ma lì , con noi, entrava tutto il mondo, con la nostra fantasia, con la nostra voglia di vivere, di amarci. MoEn, come già ti ho raccontato, si esibiva per me ed io, in cambio potevo solo amarlo essendo un incapace in tutto il resto. Beh, sai quanto è esigente lui nell'intimità, quindi non era proprio un cambio del tutto impari perchè facevo del mio meglio.
La domenica sera andavamo a prendere le pizze che consumavamo nel nostro rifugio oppure, quando potevamo permettercelo, andavamo in un ristorante cinese che sembrava aperto solo per noi.
Ho seguito passo passo la straordinaria carriera di moEn, godendo dei suoi successi come fossero miei. Poi è arrivato il lupetto, più di 12 anni fa, e la nostra storia ha avuto una svolta quasi radicale: non eravamo più soli, c'era ora una creatura piccola e tenera da amare di un amore nuovo, completamente diverso, che calamitava attenzioni ed esigeva la ricerca continua del meglio da offrire, pensando concretamente al futuro.Non è stato sempre facile. A volte, guardandomi indietro, mi chiedo come abbiamo fatto ad arrivare fin qui e non trovo altra risposta che ... l’amore. Mai, nemmeno nei momenti peggiori, abbiamo gettato la spugna, anche se la tentazione era forte. Poi è arrivata anche miretta, casualmente si può dire, come tutto nella nostra vita. La canina non è stata una presenza accessoriale, ha cambiato un’altra volta la nostra vita, come tu spesso lamenti.
E finalmente sei arrivato tu, moDan, un anno e mezzo fa, a stravolgere definitivamente non solo i nostri ritmi, ma i nostri cuori. Rileggendo il passato, sono convinto che, senza rendercene conto, ti stessimo aspettando e che tutto fosse la preparazione a quell’incontro meraviglioso con te. Anche se all’inizio avevamo tante paure, tanti dubbi...
Sei riuscito subito a sincronizzare il tuo passo col nostro, mai abbiamo dovuto fermarci ad aspettarti, al contrario hai accelerato il nostro ritmo appesantito dall'età. Sei entrato nella vita di Lupetto e miretta con naturalezza e semplicità, quasi anche loro ti aspettassero da sempre.
“Non t’insegneremo quello che già sai… E’ il momento tuo…” dice un altro mito di moEn, anche se è un po' scaduto per via delle sue reticenze, ma che importa? ha accompagnato una parte preziosa della mia/nostra vita con le sue canzoni che sono poesia! A proposito, Gri, ti ho già detto che è riuscito persino a trascinarmi a 3, 4 concerti mescolato ai sorcini?
"La mia vita scorre mentre guardo voi... " . Mi sento davvero completo anche se non siete qui con me, continuiamo a "guardare avanti tutti e tre e non smettiamo di imparare!".
Visto che stasera sono solo, concludo il post come lo Zerofolle i suoi concerti: novios, vi amooooooooooooooooooooooo!!!

Et voilà soufflé!



Ierisera ho provato la ricetta del Soufflé au fromage della mamma di Ivan: un successo. Provate anche voi, la ricetta la trovate qui.
Grazie, Ivan!
PS. Nella foto il soufflé ha già cominciato a sgonfiarsi (va servito subito): naturalmente la batteria della macchina fotografica era scarica (uff!) e ho perso tempo col cellulare...

martedì, marzo 27, 2007

La distruzione dell’Afghanistan


Ed ora aspettiamo il voto del Senato sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, con le diverse intenzioni già espresse dai vari partiti e partitini. Ennesima esibizione dei politicanti giusto per distrarci dalla realtà che è ben diversa da quella che da anni sbandierano ai 4 venti. Cosa sappiamo veramente di quella guerra, mascherata, come tutte le altre, da intenzioni umanitarie? La distruzione dell’Afghanistan di Antonella Randazzo offre una ricostruzione storica dello scempio che gli Occidentali stanno facendo da tempo nel territorio. "Il colonialismo occidentale non è mai finito, e da secoli si vale dei metodi più criminali per sottomettere le popolazioni, utilizzando la giustificazione paradossale di difendere la "democrazia" o i "diritti umani". Le autorità occidentali spacciano i crimini per filantropia. "Pacificare" per loro significa sottomettere al potere occidentale, e per gli afgani ciò equivale ad accettare di vivere in estrema miseria e rimanere sotto occupazione militare, col pericolo continuo di essere uccisi o torturati. Questo spiega perché il popolo afgano preferisce sollevarsi e combattere anziché rassegnarsi". Il rapimento di stranieri e giornalisti, compreso il nostro Mastrogiacomo, "attraverso manodopera locale, otterrebbero diversi vantaggi: far capire agli occidentali che chi avversa il potere degli occupanti agisce da criminale terrorista, e intimidire i giornalisti occidentali, in modo da tenerli lontani da alcune zone, per scongiurare il pericolo che possano emergere fatti sconcertanti, come omicidi mirati di civili, o torture contro semplici cittadini.". Il giornalista di Repubblica, poco prima del rapimento, era entrato in contatto con alcuni agenti di sicurezza afgani, che gli avevano riferito che era stato assai preoccupante l'attacco kamikaze contro il vicepresidente americano Dick Cheney, dato che "la visita era del tutto segreta e sconosciuta". Mastrogiacomo aveva notato che c'era un contatto fra le reti di intelligence e i cosiddetti Talebani. Il "terrorismo" o l'etichetta di "Talebano" sono molto utili alle autorità americane per nascondere al mondo intero le condizioni pazzesche in cui hanno ridotto alcuni paesi. Ogni tanto qualcuno lascia trapelare qualcosa di vero. Ad esempio, il governatore della provincia pachistana del Belucistan ha confessato: "c'è il rischio che la guerra dei talebani diventi una guerra di tutto il popolo. Non lo si può sterminare tutto." E' proprio per questo che l'esercito più potente del mondo, aiutato dai suoi alleati, è ancora lì a combattere dopo oltre cinque anni di guerra, perché il popolo "non lo si può sterminare tutto".

Insomma meglio leggere integralmente l'articolo con la sua precisa ricostruzione storica: c'è da riflettere. Ecco perchè viene a noia il solito teatrino politichese una volta scoperto che l'obiettivo è il solito: allontanarci dalla verità. In La via dell'oppio riportavamo l'interessante proposta di alcuni parlamentari volta a sottrarre il commercio della droga ai talebani. A quanto pare risulta una proposta ingenua, perchè "Il commercio di droga è terzo per la quantità di profitti (dopo il petrolio e la vendita di armi). E' un settore di massima importanza per la criminalità organizzata e per i servizi segreti americani. La Cia finanzia le sue numerose guerre per procura anche grazie ai proventi di questo traffico, e accresce il suo potere finanziario con investimenti nelle numerose banche compiacenti. Alla luce di questo si comprende che l'economia della droga ha dei padroni molto potenti, che basano il loro potere sulla supremazia militare mondiale e sul lavoro dell'intelligence. E' facile capire che non si tratta dei Talebani". Sarà per questo che è rimasta solo una bella proposta pubblicizzata dai media, ma forse mai approdata in Parlamento."Bella e ingenua!", direbbe il nostro Dan.

lunedì, marzo 26, 2007

Raffa nazionale



Ehi, mi sono accorto che non abbiamo ancora proposto un omaggio ad uno dei miti di moEn: proprio lei, la Raffa nazionale! E' merito suo se ci siamo innamorati dell'Argentario che abbiamo poi frequentato per quasi un ventennio, conoscendo luoghi e persone straordinari. Vero è che tutte le mattine, prima di andare al mare (ed anche al ritorno) era d'obbligo il pellegrinaggio alle sue magioni per un attimo di raccoglimento, ma ne valeva la pena.Quando capitava di incrociarla poi...era un avvenimento! MoEn, come sempre davanti ai suoi miti, diventava un pezzo di marmo e toccava a me recitare il ruolo dell'ammiratore pur sapendo molto poco di lei e avendo quindi molto poco da dirle. Bei tempi comunque. I primi anni della nostra storia, moEn mi intratteneva con spettacoli che duravano interi pomeriggi e serate. Mi piaceva vederlo ballare e imitare il folle Zero. Non mi annoiavo mai e continuavo a chiedere bis, tris, etc fino a quando crollava sfinito. Oggi ho ancora nostalgia di quelle interpretazioni improvvisate solo per me. Anche a moDan piace cantare e ballare (beh, è ancora un po' legnoso, ma può contare su En che è un maestro straordinario e sa muoversi in modo sinuoso e sensuale), chissà se riuscirò a convincerli ad esibirsi solo per me... Per ora mi devo accontentare, le rare volte che si va in discoteca, di guardarli ballare confusi tra la gente sulla pista. E' un gran bello spettacolo e anche in quelle occasioni ho trascorso intere serate solo ad ammirarli. Forse che sono un voyeur e non lo sapevo?

domenica, marzo 25, 2007

I Chierichetti per i DICO


Dimostrazione proDICO nel santuario della Madonna della Pietraquaria ad Avezzano, alla messa vespertina delle 17. Durante la celebrazione "uno dei chierichetti è salito sul pulpito e dopo aver ringraziato il parroco si è avvicinato all'altro cerimoniere e gli ha detto: "Ti amo". E se ciò non bastasse, è seguito un bacio appassionato che ha gelato i fedeli, increduli di fronte a quella scena". (Tgcom)
Vista l'inaffidabilità e la mollezza dei politici si attiveranno i chierichetti d'Italia per ottenere il riconoscimento delle coppie di fatto? Come la prenderà papa Ratzi che con l'estromissione delle "femmine"dall'albo dei ministranti ha inconsapevolmente favorito la promiscuità maschile? Prossima mossa una manifestazione generale in piazza S.Pietro?

Piove e fa freddo. Ma siamo tornati all'ora legale. Può anche tentare di ingannarci questo tempo simil invernale, ma siamo proiettati verso la bella stagione. Sarà contento Mel, che abituato al perenne sole della Sicilia, ama i cambiamenti atmosferici tipo neve, grandine, pioggia. Pare che anche laggiù sia arrivata la brutta stagione.

E' domenica, quindi poco male. Ci riscaldiamo facendo all'amore: dovrebbero essere solo sveltine che pare facciano bene al desiderio, mentre si impone il riordino della casa, ma naturalmente non riusciamo ed ogni motivo è buono per ricominciare a coccolarsi. Alla fine le sveltine diventano un'unica lunga mattinata d'amore, interrotta di tanto in tanto da uno spolvero di mobili e una passata d'aspirapolvere. Abbiamo in programma la visita di diversi amici nel pomeriggio e poi serata con altri per pizza o comunque cena fuori. Una domenica tranquilla e serena.

A volte abitare quassù, nella ricca ma periferica provincia confinante col territorio elvetico, offre l'impressione di essere tagliati fuori dalla vita del Paese, dalla stessa storia. Le cose più importanti, avvengono sempre altrove. Gli unici eventi che ricordano all'Italia che anche Como esiste sono stati i tremendi delitti rimbalzati sulle cronache nazionali. Le malversazioni, le corruzioni, le concussioni, etc., che anche qui abbondano, non riescono a trapelare sui media. Siamo troppo gelosi dei nostri sporchi affari. O semplicemente qui la gente si fa gli affari propri, mancando il senso della res publica. L'impressione è che la città e la provincia, con la crisi economica del terziario, abbia cominciato da anni a morire nell'indifferenza e nell'immobilità generale. Forse dobbiamo solo toccare il fondo.
Foto: Como,monumento Giardini della stazione FF.SS.

venerdì, marzo 23, 2007

MISTERI D’AMORE (con botto finale!)


Capita spesso tra uno spostamento e l’altro di Modan (quotidianamente ha a che fare con il traffico dell’hinterland ) di trascorrere un po’ di tempo insieme telefonicamente.
Si inizia a parlare del più e del meno, della giornata lavorativa di entrambi, ma poi aiutati dalle sempre più frequenti code e dalla mia sempre più frequente voglia di non fare un tubo, i minuti si allungano e si supera abbondantemente la mezz’ora e forse più, arrivando a toccare argomenti più nostri, più della troppia.
Oggi è andata proprio così.
Si è parlato di sesso, prima in generale, poi in particolare del “nostro” far sesso. Entrambi abbiamo osservato che la nostra storia iniziata un anno e mezzo fa non ha alcun cedimento sotto questo aspetto. Razionalmente parrebbe normale che passati alcuni mesi la frequenza cali un po’. A noi non è ancora successo, abbiamo provato a darci delle risposte giungendo alla conclusione che i motivi rientrano in quei misteri d’amore che violati porterebbero alla distruzione dell’amore stesso. Cerco di spiegarmi. Il nostro far sesso è frutto del nostro stare insieme, delle affinità che si stanno scoprendo, delle diversità che ci stanno stimolando, di una profonda attrazione fisica legata al nostro piacere, al rispetto reciproco. Ogni nostro rapporto è il resoconto della nostra crescita di troppia e nello stesso tempo è la partenza per una nuova tappa di vita insieme. Insomma è la nostra cartina di tornasole. E’ un sesso pulito, a volte estremo, dove riusciamo sempre più a liberarci giocando con la variabilità dei ruoli. Insomma ci reinventiamo tutte le volte. E’ una costante ricerca di un qualcosa di nuovo, di inesplorato ed in parallelo è anche quello che accade nella nostra vita di troppia. Non sempre è bello uguale e allora diventa lo spunto per capire ed affrontare insieme le difficoltà dell’uno, dell’altro o dell’altro ancora.
Non so se questa è una fase, se poi anche a noi novios toccherà la “normalizzazione” che comunque nel caso sarà il frutto di tutto quello che abbiamo vissuto fino a quel momento: per ora senza farci domande continuiamo a vivere il nostro amore unico, senza confronti. Affidandoci alla nostra cartina di tornasole, dove tutto quello che è amore, pur non controllato dalla ragione, si concretizza rilevandosi nella sua esaltante bellezza e linfa per stimolarci e unirci sempre più. Così sarà possibile affrontare insieme gli eventuali cedimenti e le tentazioni che sono umane e quindi anche nostre. Ma questo è futuro, inutile fasciarsi la testa in anticipo. Presi da questi discorsi i minuti sono trascorsi velocemente e Modan è arrivato a destinazione, di ciò mi sono accorto non perché me lo abbia detto, ma dal botto che ho sentito.. ! Parcheggiando in retro ha urtato il furgoncino di un collega .Niente di rotto, tutto a posto,anche il furgone. Modan è salvo! Menomale! (E)

Don Georg, il prete à porter


Saranno anche un po' fissati sul sesso, per secoli lo sono stati prima che il Vaticano II tentasse di allargare gli orizzonti, ma i nuovi gerarchi cattolici ci sanno fare e colpiscono dritto. Non solo i DICO. Prima papa Ratzingher con il recupero del look tradizionale papalino con tanto di ermellino vero, non sintetico, ori pesanti e luccicanti, magari un po' kitsch ma utilissimi praticamente. L'anellone per esempio assolve egregiamente la sua funzione canalizzando i bavosi baciamani che, si sa, lasciano sempre qualche strascico e a Ratzi fa schifo sentirsi la mano umidiccia. Come lo infastidisce il contatto fisico della plebe: troppi batteri, troppa sporcizia.

Ora è la volta del prestante Georg, già nelle fantasie erotiche di tante donne (e forse anche di qualche gay non solo prete), a ispirare la moda e la stessa imprenditoria italiana. Non a caso è uomo dell'Opus Dei, la potentissima, ricchissima e segretissima prelatura massonica vaticana. Il video Don Georg, il prete à porter è la documentazione del "peso"mediatico del più popolare segretario particolare.

Questa apparente attenzione al superfluo, alla vanità (Qoelet,1,2) è in realtà veicolo strategico della missione di questo papato che è il ritorno alla vera dottrina cattolica, tradita dal Vaticano II e dalla sua fissa esaltata del Vangelo prima di tutto. Il problema sta nell'interpretazione dei sacri testi che solo gli specialisti ed i colti possono comprendere, non certo l'uomo della strada. Perciò insieme alle indicazioni degli abiti adatti da indossare nelle cerimonie, ecco l'annuncio (per ora solo di questo si tratta) che la lingua latina si accompagna meglio all'eleganza dei vestimenti, esprimendo nel contempo perfettamente il senso del mistero proprio del rito. La comprensione dei simboli e dei segni rituali, come del testo sacro, deve avvenire solo attraverso la mediazione del clero, unico depositario dell' interpretazione ortodossa. Tra non molto la Bibbia in italiano (e nelle altre lingue) tornerà all'indice. Del resto non fu un altro tedesco a volerne per primo la traduzione in lingua corrente dalla sola versione latina consentita? Presto il danno sarà riparato.

giovedì, marzo 22, 2007

Rahmatullah Hanefi: il comunicato di Emergency

Questa mattina all’alba (20 marzo u.s.) agenti della sicurezza afgana hanno arrestato il manager dell’ospedale di Emergency a Lashkar-gah, Rahmatullah Hanefi. Rahmatullah ha la sola colpa di avere fatto tutto il possibile per salvare vite umane in immediato pericolo.Emergency fa appello ai mezzi di informazione perché sostengano con forza la liberazione di Rahmatullah Hanefi, che ha contribuito in modo determinante al rilascio di Daniele Mastrogiacomo.

Dite quello che volete ma a me il cielo azzurro con l'aria frizzante, la mattina e la sera persino gelida, di queste giornate di inizio primavera non è che piacciano tanto. Anzi! Io voglio il caldo.Non vorrei però allertare gli scienziati del pianeta, esprimo solo una mia preferenza. Di questo inverno, per quanto mite e sopportabile, non ne posso più. Credo sia legittimo: il corpo e anche la stessa natura ogni tot mesi invocano un cambiamento di stagione. Si ha proprio bisogno di cambiare.

Anche nella vita. Forse perchè si cresce, ci si evolve inarrestabilmente: ciò che eravamo non ci soddisfa più, ci va stretto, avvertiamo nuove esigenze, nuovi bisogni. E' così anche nelle storie d'amore e non può essere diversamente: l'interruzione della crescita equivale a regressione, a morte certa. La crescita in una storia deve avvenire insieme ai compagni, non può essere individuale, ognuno per proprio conto. Qui sta il difficile, ma neanche più di tanto poi, perchè il pigro, colui che fatica a staccarsi dalle certezze rassicuranti e amerebbe rilassarsi a lungo ad ogni tappa raggiunta, è stimolato dagli altri due (o uno, a seconda si tratti di troppia o coppia), dal loro passo che impone il ritmo verso la meta che è sempre più avanti.

Il classico ostacolo che ci si trova ad affrontare (e superare) è la cosiddetta routine che, dicono, può uccidere la passione (il solito pathos).

L'abitudine ai corpi degli amati sembrerebbe elemento che gioca contro. Ma forse è solo una scusa per indagare altri corpi. In realtà, quando si ama e si desidera, la fantasia si scatena e fare l'amore risulta sempre un'esperienza unica, ogni volta diversa e nuova, perchè non ci sono limiti e perversioni in amore. Si può spegnare il desiderio? Ci sono momenti di stanchezza, fisica o mentale, che rallentano ed indeboliscono la carica erotica, ma per fortuna in una storia non si è mai da soli. Tocca al compagno/i il compito di ri-provocare desiderio ed eccitamento. Trovo questo compito esageratamente stimolante anche se delicato, presupponendo una conoscenza profonda del partner.

Purtroppo con i novios è difficile sperimentarlo perchè sono fin troppo eroticamente coinvolti. Da quando abbiamo programmato le vacanze pasquali siamo già proiettati al sole e al mare della Costa azzurra. Moen mi ha addirittura intenerito qualche giorno fa rivelandomi che quei giorni saranno una nuova luna di miele: saremo noi tre soli, in un luogo romantico tutto da scoprire e amare.
Non è difficile amare ed essere amati: basta avere il coraggio di buttarsi anche se il mare, là sotto, sembra lontanissimo. Occorre solo abbandonarsi completamente, senza paura delle conseguenze...

mercoledì, marzo 21, 2007

E' primavera! (Svegliamoci, bambini/e)

30.000 persone hanno partecipato a Polistena alla Manifestazione contro le mafie. Tantissimi gli studenti che hanno anche lanciato una proposta: "La scuola adotti una vittima di mafia, la vita dei morti sta nella memoria dei vivi". Una lapide sulla quale sono incisi i nomi di quasi 700 vittime delle mafie, gli stessi che abbiamo letto noi in questa giornata per non dimenticare, è stata inaugurata nella città calabra. L'impegno di tutti, anche nostro, è di raccogliere l'appello di Luigi Ciotti:"Tocca a noi ribellarci dentro contro le mafie. Prendiamoci anche noi una quota di responsabilità ed iniziamo tutti insieme un' azione di contrasto decisiva (...). Le parole sono stanche. Sono anni che sento sempre le stesse frasi. Noi invece dobbiamo assumerci la nostra quota di responsabilità e dobbiamo dire basta". (Ansa)
Segnaliamo un appuntamento importante sabato 24 marzo, presso la spazio Gloria (via Varesina, 72) a Como-Rebbio: l'Arci Como e il Circolo Arci Xanadù presentano il film documentario Il Mio Paese di Daniele Vicari. Ingresso 2E.

Giornata della memoria e dell'impegno

Vogliamo ricordare tutte, proprio tutte le vittime della violenza mafiosa.
A loro va il nostro omaggio e la nostra promessa di impegno.
Leggiamo qui,
almeno una volta, tutti i nomi da non dimenticare. Vogliamo anche ricordare tutti gli altri di cui non siamo ancora riusciti a conoscere il nome.

martedì, marzo 20, 2007

Padova:la prima troppia riconosciuta



Una meravigliosa notizia per noi e per tutte le troppie italiane. Ieri tre ragazze tra i 24 e i 27 anni si sono recate con un avvocato agli uffici comunali di Padova, la cui Amministrazione da alcuni mesi ha approvato il riconoscimento anagrafico delle famiglie omosessuali (v.Attenti al lupo! ), chiedendo di essere registrate come nucleo affettivo.


Naturalmente è successo il finimondo: impiegati, assessori, tutti erano contro le tre ragazze.Il loro avvocato ha però dimostrato che la legge lo prevede e il sindaco Flavio Zanonato nulla ha potuto per impedire l’imprimatur dell’Ufficio anagrafe del Comune.Scatenate le reazioni di centro destra, preti, vescovi e bigotti vari che hanno gridato allo scandalo. (gay.tv)

Auguri, ragazze!

Sempre ieri però Alessandro De Zan, il promotore della mozione divenuta operativa a Padova, ha lasciato polemicamente i DS perchè troppo condizionati da Mastella: ecco la dichiarazione di gayleft.


Hanno scritto:

Il Gazzettino On line: L'anagrafe

Il costo della memoria


Non c'è la Chiesa ufficiale, quella dei Ruini e dei vari gerarchi, a ricordare Giuseppe Diana, il parroco di San Nicola a Casal di Principe, assassinato dalla camorra il 19 marzo 1994. Troppi silenzi da giustificare, troppe complicità da denunciare: meglio boicottare, parola d'ordine del vescovo di Aversa, Mario Milano. Questa è la Chiesa antiDICO, che si dice appassionata della vita, dell'uomo, della Giustizia, della Verità... (L'Unità)

Ma ci sono preti come don Peppino che per amore della sua gente non ha taciuto ed è stato assassinato.
"Dove c' è mancanza di regole, di diritto, si affermano il non diritto e la sopraffazione. Bisogna risalire alle cause della camorra per sanarne la radice che è marcia. Una Chiesa diversamente impegnata su questo fronte potrebbe fare molto. Dovremmo testimoniare di più una Chiesa di servizio ai poveri, agli ultimi; dove regnano povertà, emarginazione, disoccupazione e disagio è facile che la mala pianta della camorra nasca e si sviluppi. (...)Come pastori ci sentiamo le sentinelle del gregge e, se non sempre siamo stati vigili e attenti, stavolta il coraggio della profezia e la coscienza profonda di essere “lievito nella pasta” ci impongono di non tacere. Ai politici vecchi e nuovi diciamo: “Non improvvisate più, non è possibile governare senza programmi, senza un vera scuola di politica”. (Libertà di pensiero)

Domani, 21 marzo, è la Giornata Nazionale Antimafia per ricordare tutte le vittime delle mafie.

lunedì, marzo 19, 2007

Daniele Mastrogiacomo è libero!
E'arrivato all'ospedale di Emergency a Lashkargah, alle 18.35 ora afgana, poco dopo le 15 in Italia. Mastrogiacomo ha abbracciato forte Gino Strada, ha ringraziato tutti. E' in buona salute. Libero anche Adijmal Naskhbandi, l'interprete afgano arrestato con lui lo scorso 5 marzo.

19 marzo


Si aspetta l'arrivo dell'aria artica che ci precipiterà per qualche giorno nell'inverno. Insieme ad essa si spera però arrivi anche la liberazione di Daniele Mastrogiacomo.Pare che tutti i passi siano stati fatti: ora non resta che aspettare, l'ultimatum scade proprio oggi.
Oggi è anche l'anniversario del primo bombardamento su Bagdad (notte del 19 marzo 2003). Si entra nel quinto anno di guerra in Iraq, ormai il secondo più lungo conflitto internazionale nella storia bicentenaria degli Stati Uniti. 3.218 soldati americani uccisi, 23.417 militari feriti, decine, o forse centinaia, di migliaia di iracheni morti, un milione e mezzo di profughi interni e sfollati, un´elezione popolare salutata come la svolta decisiva e quasi 500 miliardi di dollari spesi. L'opinione pubblica, americana ed internazionale, reagisce con discontinuità e blandamente alle drammatiche cifre e alle impossibili previsioni sulla fine del conflitto.
Il nuovo Governo palestinese di unità nazionale, presieduto da Ismail Haniyeh, sembra determinato a tutelare il "diritto legittimo" del popolo a resistere in tutte le forme all'occupazione: questo non può piacere a Israele che lancia un appello alla comunità internazionale, dimenticando di aver mai accolto i numerosi appelli mondiali e nemmeno le risoluzioni ONU che lo riguardano.
In Italia continua l'offensiva antiDICO di Ruini, questa volta con una campagna pasquale porta a porta nella capitale. Probabile cha altre diocesi seguano il suo esempio. Intanto il Presidente del Senato, Marini, corregge Padoa Schioppa e chiede il taglio delle tasse alle famiglie, mentre "si scopre", attraverso la fotografia del fisco, l'avanzare delle nuove povertà ed il solito fenomeno dell'evasione fiscale.
Il 19 marzo 2002 veniva assassinato il giuslavorista Marco Biagi, l' anno dopo veniva approvata la legge che ha cambiato il mercato del lavoro.
Si cerca di cogliere un filo logico dei vari accadimenti, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, che pare davvero svenduto ai migliori offerenti, mentre i politici ci intrattengono con rappresentazioni che spesso scadono nel ridicolo, indegne persino di un piccolo teatro di provincia.
Uff, brutti pensieri il lunedì mattina o semplicemente brutta situazione generale?Il finesettimana troppiano è stato sereno e rilassante, abbiamo rivisto amici che non vedevamo da un'eternità e abbiamo programmato le vacanze pasquali: Costa Azzurra. Ora contiamo i giorni. Annunciata in questo post, la vacanza sembra una fuga o peggio espressione di menefreghismo. In realtà abbiamo solo voglia e bisogno di sole, di mare, di staccare da tutto, dai soliti problemi in cui molti pare invece sguazzino. Sarà per questo che abbiamo scelto una parentesi all'estero?Comunque si tratta di pochi giorni, giusto per ricaricarci...
In foto Magritte, Gonconda.

domenica, marzo 18, 2007

Verso il Congresso Nazionale DS


Dal 19 al 21 Aprile 2007 Firenze ospiterà il IV Congresso nazionale dei Democratici di sinistra. Le sezioni del partito distribuite nel Paese sono impegnate in un dibattito serrato e anche sofferto perchè il Congresso deciderà la confluenza nel partito unico democratico. Il nostro amico Paolo motiva la sua scelta di aderire alla mozione Angius-Zani "per un partito nuovo democrtico e socialista".
Cari compagni e care compagne...

E' da un po' che volevo scrivervi per rendervi partecipi della mia decisione univoca.Volevo informarvi che questa volta non aderiro' alla mozione Mussi ma aderiro' alla mozione Angius e questa sofferta decisione l'ho maturata alla vigilia del congresso della mia sezione. I punti che mi hanno fatto cambiare idea, sono parecchi.Il primo punto e' la probabile unificazione della mozione Mussi in un partito unico di sinistra con Rc e Pdci.Da fonti giunte a me negli ultimi giorni , il nuovo partito,si dovrebbe fare dopo il congresso . Io non sono d'accordo a farne parte e non rassegno l'idea di dover far parte dello stesso partito,con delle persone che sono state la causa della caduta del governo . Inoltre,non ho condiviso l'atteggiamento di Salvi in commissione giustizia del senato in merito ai Dico.Sono giorni e giorni che leggo le mozioni cercando di farne tesoro e cercando di capire quale sento a me piu' vicino ,devo ammettere che la mozione Angius ,mi ha colpito in particolare e la sento piu' vicina,al mio modo di pensare e sicuramente,ha pesato al suo interno la presenza del presidente onorario di arcigay e parlamentare Franco Grillini .La mozione,marca il valore del lavoro nelle liberta' .Difende la laicita' e riconosce le diversita'.( come sapete sono temi che sento miei in particolare).La mozione,vuole un partito nuovo del socialismo europeo.Un Partito che sostenga la libertà delle persone: nelle sensibilità affettive, nelle scelte dei mestieri, nelle appartenenze politiche e religiose, negli orientamenti sessuali.Chi appartiene alla mozione e' disponibile a lavorare per ampliare il campo del socialismo, per arricchirlo con nuove culture politiche, e per aprirlo a nuovi apporti di forze democratiche, ecologiste e progressiste.Chi sostiene la mozione, crede che e' indispensabile rinnovare il socialismo per affrontare con successo le sfide del presente e del futuro.Per questo anche io voglio impegnarmi a costruire in Italia una nuova e grande forza progressista, democratica e socialista.Non e' d’accordo sulle decisioni e né sui tempi fissati per la nascita del "Partito Democratico" e propone che tutto sia ridiscusso nel prossimo Congresso, la cui sovranità non può essere messa in discussione da documenti preconfezionati dall’esterno. Spero che lo svolgimento dei congressi , mantenga fino alla fine un tono sereno,costruttivo e rispettoso delle singole scelte di tutti i compagni ,che come me,hanno sempre creduto in un partito democratico e di sinistra .Buon lavoro a tutti !
Paolo Gerra

sabato, marzo 17, 2007

MIKA - Grace Kelly A voi...... (En)


GRAZIE ALLA VITA



Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato due stelle che quando le apro
perfetti distinguo il nero dal bianco,
e nell'alto cielo il suo sfondo stellato,
e tra le moltitudini l'uomo che amo.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato l'ascolto che in tutta la sua apertura
cattura notte e giorno grilli e canarini,
martelli turbine latrati burraschee
la voce tanto tenera di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il suono e l'abbecedario
con lui le parole che penso e dico,
madre, amico, fratello luce illuminante,
la strada dell'anima di chi sto amando.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato la marcia dei miei piedi stanchi,
con loro andai per città e pozzanghere,
spiagge e deserti, montagne e pianie
la casa tua, la tua strada, il cortile.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il cuore che agita il suo
confinequando guardo il frutto del cervello umano,
quando guardo il bene così lontano dal male,
quando guardo il fondo dei tuoi occhi chiari.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto,
mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto,
così distinguo gioia e dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il mio proprio canto.

Grazie alla vita che mi ha dato tanto.

[1965] Parole e musica di Violeta Parra.Violeta del Carmen Parra Sandoval (San Carlos Cile, 4 ottobre 1917Santiago del Cile 5 febbraio 1967) è stata una cantante, poetessa e pittrice.

Forse il più bell'inno alla vita in forma di canzone che sia mai stato scritto al mondo, quindi una canzone contro la guerra.Fu scritto da Violeta Parra non molto prima di togliersi la vita.

venerdì, marzo 16, 2007

L'appello di Sophie



Sophie, sorella di Sippy (les jours de ma vie), sostiene l'appello lanciato da Olmo per offrire un week end romantico a Josef e all'amichetto Georg.Non deludiamola!

La Chiesa italiana smetta di comandare


Ieri a Betlemme, nella Basilica di S.Caterina , il card.Martini ai 1300 pellegrini milanesi accompagnati dal suo sucessore, il card.Tettamanzi, ha parlato chiaro: «La chiesa italiana deve dire cose che la gente capisce, non tanto come un comando ricevuto dall'alto, al quale bisogna obbedire perché si è comandati. Ma cose che si capiscono perché hanno una ragione, un senso». Già due giorni prima Tettamanzi, parlando della famiglia, aveva detto che "occorre avvicinare» i non credenti e le coppie di fatto adottando («E se non ci pensa la Chiesa, ci penserà il Signore») lo stile evangelico". L'ottantenne Martini va più in là: «Bisogna farsi comprendere ascoltando anzitutto la gente, le loro necessità, problemi, sofferenze, lasciando che rimbalzino nel cuore e poi risuonino in ciò che diciamo, così che le nostre parole non cadano come dall’alto, da una teoria, ma siano prese da quello che la gente sente e vive, la verità dell’esperienza, e portino la luce del Vangelo». «Promuovere la famiglia significa sottolineare che si tratta di un'istituzione che ha una forza intrinseca, che non è data dall'esterno, o da chissà dove. La famiglia ha una sua forza e bisogna che questa forza sia messa in rilievo, che quindi appaia la bellezza, la nobiltà, l'utilità, la ricchezza, la pienezza di soddisfazioni di una vera vita di famiglia. Bisognerà che la gente la desideri, la gusti, la ami e faccia sacrifici per essa».

Insomma, basta con le lamentosità e l'apologia della famiglia adottate da Benedetto XVI e Ruini che vogliono imporre a tutti i costi la loro personalissima visione pessimistica ed apocalittica della realtà: «Il Signore vuole che noi guardiamo alla vita con gratitudine, riconoscenza, fiducia , vedendo le vie che si aprono davanti a noi ».La Chiesa italiana deve credere nel dialogo «fra chi è religioso e chi è non religioso, fra credenti e non credenti ». Basta anche coi conflitti con la modernità :«La modernità non è una cosa astratta, ci siamo dentro, e ciascuno di noi èmoderno se vive autenticamente: non è questione di tempi ma di essere realmente presenti, in ascolto».

Continua, dopo le prese di posizione su Eutanasia e condom contro l'aids, sempre più esplicito il conflitto tra due visioni del cristianesimo: da una parte quella tridentina di Ratzingher e i suoi accoliti , dall'altra quella evangelica del vaticanoII di Martini e del più prudente Tettamanzi. Certo è che la condizione di "credente in lista d'attesa per la chiamata" ,come si definisce il card.Martini, rende il biblista, già arcivescovo di Milano, battagliero portavoce del Vangelo. In mezzo, uno stuolo di vescovi, porporati e semplici preti che la pensano come lui ma preferiscono il silenzio non volendo compromettere la carriera.
Ultimi, in basso, i politici italiani pronti a schierarsi con quella delle due anime cattoliche che dimostrerà di avere più forza elettorale. Loro, i nostri politici, credenti e non, un'idea propria sulla questione pare non l'abbiano, forse perchè non abituati a pensare altro che il mantenimento del potere.
PS Non ho ancora trovato il discorso integrale di Martini, mi sono perciò basato su La Repubblica e Il Corriere della sera quali fonti. E anche su Riflessioni su famiglia e politica.

In foto Il portale d'accesso alla Cappella Sistina.

giovedì, marzo 15, 2007

Generazione "2g": a E.



Quattro ragazzi del Bangladesh che vivono a Roma da una decina d'anni hanno scritto questa lettera non credendo alla morte accidentale (una caduta dalla finestra) dell'amica Elena (nome di fantasia), 16 anni, anche lei del Bangladesh. E. stava vivendo negli ultimi mesi un disagio e un imbarazzo che nasceva dall'essere giovane, bella, piena di vita, innamorata come succede a quella età, ma era sommersa dai sensi di colpa e in continua lite con i divieti dei genitori di religione e cultura islamica. I suoi amici hanno scritto questo documento semplice e sgrammaticato che è soprattutto una denuncia e una preghiera: loro, ragazzi stranieri di seconda generazione (generazione 2g) che vivono "in un paese straniero" chiedono aiuto prima di tutto ai genitori perchè il cammino dell'integrazione è per loro tanto necessario quanto difficile.

"E. come ha potuto Dio portarti via da noi? Eppure sei la ragazza più buona, dolce e tenera che esista al mondo. Nel tuo cuore pieno di affetto e amore nel tuo viso pieno di sorrisi e di gioia Dio perchè ha scelto una persona così innocente come te? Oppure sei stata tu a chiedere a Dio di portarti via! Se sei stata tu allora perchè l'hai fatto? Non ti bastava l'amore dei tuoi genitori? Non ti bastava il voler bene dei tuoi amici e dei tuoi cari? Non riusciamo ancora a credere che tu non ci sia più tra noi, l'unica cosa che pensiamo tutti è: se è stato giusto morire a sedici anni! Quanto potrai aver realizzato i tuoi sogni a 16 anni? Quanto potrai aver divertito in così poco tempo? Questa è l'età in cui le persone cominciano ad aprire gli occhi e a vedere la vera bellezza di vivere, si scopre cose nuove e nascono nuovi sentimenti e sono sentimenti che ti fanno venir voglia di vivere, ti fanno sognare ad occhi aperti e ti danno forza e coraggio per crescere sempre di più ma... sono anche sentimenti che hai sempre voglia di raccontare a qualcuno e quando non ci riesci ti scoppia dentro e ti senti male e questi sono sentimenti che hai voglia e soprattutto bisogno di condividerli con qualcuno ma qualcuno molto speciale (genitori, parenti, oppure amici). E.,. (noi i tuoi amici) abbiamo avuto la grande fortuna di conoscerti, sei sempre stata brava, dolce, simpatica e sincera con noi. Ci hai reso sempre partecipe della tua vita, ci hai condiviso tutti i i tuoi momenti felici e noi siamo stati sempre vicini nei tuoi momenti tristi. Chissà se hai mai avuto occasioni in cui avevi voglia di condividere i tuoi sentimenti con qualcuno, avevi voglia di parlare della tua vita personale, avevi bisogno dei suoi consigli e tutto questo non riuscivi a farlo perchè la cultura di cui siamo origine e in cui siamo cresciuti, non ti permettevano di farle.

E. sappi che se qualche tuo piacere bisogno oppure sogno non è stato realizzato o se sei mai rimasta delusa della mentalità della nostra cultura noi ( i tuoi amici), ti promettiamo di impegnarci fino in fondo per migliorare la nostra cultura in modo che nessuna altra persona potrà rinunciare i suoi sogni i suoi divertimenti o i suoi diritti da essere umano per colpa di mentalità della nostra cultura. In ricordo della morte della nostra amica E., ci rivolgiamo ai nostri genitori e a tutti i genitori della nostra cultura che vivono in questa società in cui siamo stranieri: Mamma, papà, vi ringraziamo tanto di averci fatto nascere e averci fatto vedere la luce del mondo. Siete voi le persone più care a noi: sia nel bene che nel male. In questa società dove noi siamo stranieri sappiamo che per voi è molto difficile lavorare e mantenere una famiglia e quindi per il lavoro voi non riuscite a stare molto vicini e ad assistere la vostra famiglia. Sappiamo anche che il vostro sacrificio è tutto per un nostro futuro migliore ma... volevo farvi notare che noi stiamo crescendo sempre di più e voi state perdendo il momento più bello della nostra vita , questo è il momento in cui abbiamo bisogno di una guida che ci impara a sedere, camminare, leggere, scrivere, a voler bene, a rispettare gli altri e ad amare. Dovete sapere che anche per noi è difficile crescere in questa società, non riusciamo né a comprendere bene la nostra cultura né ad integrarsi in questa società dove viviamo come stranieri. Avvolte se andiamo nelle cattive strade vogliamo che voi ci comprendiate, vogliate sapere qual è il nostro problema e perchè l'abbiamo fatto, vogliamo che proprio in questi momenti voi siate vicini a noi e ci aiutiate a risolvere i nostri problemi. La maggior parte delle volte voi invece di fare tutto ciò ci sgridate, ci mettete in punizione, non provate neanche a comprendere i nostri problemi e in questi casi noi ci sentiamo molto soli e delusi di voi e perciò arriviamo in un punto in cui per colpa della nostra età non riusciamo a controllarci e arriviamo a fare certe cose che sono veramente sbagliate. Noi siamo giovani e quindi siamo inesperti e perciò sbagliamo in ogni passo che facciamo. La maggior parte di volte noi vi nascondiamo tante cose della nostra vita e quindi voi anche se avete voglia o volontà di aiutarci non riuscite a farlo. Il nostro silenzio deriva forse dal rispetto verso di voi oppure perchè abbiamo paura o per non deludervi oppure forse perchè siamo cresciuti mantenendo una certa distanza tra voi. Mamma, papà, siete voi le persone più importanti e più care a noi la nostra educazione dipende tutto da voi. Cercate di venire in contro a noi quando siamo in difficoltà e noi cercheremo di dare il massimo per rendervi felici".

(14 marzo 2007) (La Repubblica)

mercoledì, marzo 14, 2007

Un po' di tenerezza

La commovente storia di Sippy, gattino australiano, adottato dal "papà" Ivan in

A Polistena contro la mafia


La giornata del 21 marzo, primo giorno di primavera, è il momento che Libera dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie. E’ questa l’occasione nella quale Libera rilancia ogni anno un impegno che non deve venire mai meno. Per la XII giornata ha scelto la Calabria, Polistena, cittadina al centro della Piana di Gioia Tauro, un territorio tra i più importanti della regione per le sue potenzialità economiche e sociali, ma condizionato anche dalla presenza della criminalità organizzata.

martedì, marzo 13, 2007

A proposito di coming out


La chiacchierata con Paolo di ierisera ha lasciato in sospeso una questione su cui sto rimuginando da stamattina e che mi lascia un po’ perplesso. Paolo ha insistito sul coming out, sulla necessità di dare visibilità all’accettazione di sé. Sarà che io sono arrivato tardi e senza traumi alla scoperta del mio lato omosessuale, non mi convince questo bisogno di “esternare” il proprio orientamento sessuale. Fino ai trentanni ho vissuto una vita sessualmente attiva da etero, mi sono innamorato (tante volte), ho avuto tante storie, una davvero importante conclusasi malamente dopo una significativa convivenza. Mai ho avvertito il bisogno di sbandierare la mia eterosessualità, anzi, sarà forse dipeso dal fatto che mi capitava di essere impegnato su più fronti, era giocoforza una certa riservatezza . Specie se c’erano mariti o fidanzati inconsapevolmente coinvolti e allora la clandestinità diventava necessità di sopravvivenza.
Poi è capitato che mi sono innamorato di un maschio, En. All’inizio nemmeno pensavo fosse possibile, ma non ne ho fatto un dramma, sicuramente perchè già adulto.
Anche in quel caso comunque non ho avvertito la necessità di “avvisare il mondo” del mio cambiamento di rotta, sessualmente inteso naturalmente. Sono convinto che l’orientamento sessuale sia parte della vita più intima della persona e non condizionante dal punto di vista politico-relazionale. La gente che mi incontra, che si relaziona con me deve considerarmi per quello che sono, una persona e basta. Lo stesso mi comporto io con chi incontro, poco importa se è bianca o nera, laureata o no, disabile o perfetta, etc. Questi sono solo accidenti che nulla aggiungono alla persona, valore in sè e per sè.
I miei studenti, coloro cioè che tutti i giorni “sono costretti” a relazionarsi con me, devono stimarmi per quello che valgo “professionalmente”, se sono cioè preparato, capace di “trasmettere e fare” cultura, se io stesso so relazionarmi con loro. Che importa se vado a letto con una donna o con un uomo, anzi con due (nel frattempo mi sono innamorato del secondo maschio, Dan)? Al massimo i giovani possono accorgersi ( e succede) se la mia vita sessual-affettiva è appagata o no: certa isteria tra gli adulti rimanda immediatamente all’insoddisfazione della sfera sessuale.
Mi si contesterà che la gelosia della mia intimità non gioca positivamente e politicamente alla causa della “normalizzazione” della realtà omosessuale. Ma perché? Io come persona , cittadino ed educatore devo essere impegnato a difendere e promuovere i diritti umani, a prescindere dal mio personale orientamento sessuale. Non occorre essere senegalese per sostenere i diritti degli immigrati e nemmeno islamico per pretendere che l’amministrazione comasca offra ai musulmani un luogo dignitoso e al coperto per pregare, senza costringerli, come è stato, a patire il freddo e tutti gli altri elementi atmosferici davanti alla piscina di Muggiò.
Basta essere uomini e non è sempre facile.
La normalizzazione (brutto termine, ma qui necessario) passa, credo, proprio attraverso la quotidianità, non certo grazie alle esibizioni folkloristiche (ed interessate) promosse per anni dal MaurizioCostanzo show ed ora anche dalla maggior parte dei media. Il gay, specie se particolare, si sa fa audience.
E’ il rapporto porta a porta, sereno e tranquillo coi vicini di casa, con le persone che si frequentano, a sfatare pregiudizi e costruire una mentalità aperta e rispettosa.
Quando poi ci si ritrova insieme per le pizzate gaye o anche per le manifestazioni impegnate si partecipa tranquillamente, senza maschere per nascondersi, quasi vergognandosi di quello che si è.
Io sono orgoglioso di essere uomo, nel senso di appartenente all’umanità, non di essere etero o gay! E nemmeno italiano a dirla proprio tutta.
Nella foto "Il circo della vita", pinacoteca troppiana.

4 chiacchiere con Paolo


Ierisera è venuto a trovarci Paolo, amico che è membro della Direzione provinciale DS , area di sinistra, del direttivo nazionale Gayleft (consulta LGBT) di cui è il portavoce lombardo e, per finire, rappresentante sindacale nel direttivo provinciale FILCAMS-CGIL. In altre pagine del blog abbiamo proposto interviste rilasciate da lui alla stampa a proposito di DICO.Non potevamo non approfittare per chiedergli il suo punto di vista su alcune questioni.

Prima tra tutte DS e Partito democratico, oggetto del dibattito per ora a livello di sezioni in preparazione al Congresso Nazionale.I DS cesseranno di esistere?
-Sembra inevitabile che ciò avverrà, ma una buona percentuale di militanti è contraria all’idea di trovarsi fianco a fianco con exdemocristiani alla Binetti o Mastella. Sarebbe il tradimento degli ideali di una vita. Meglio a questo punto la confluenza dei dissenzienti in Rifondazione, anche se non a cuor leggero.
Lasciamo cadere la questione, perché Paolo tradisce la sofferenza del momento e spostiamo l’attenzione sulla realtà omosessuale che lui, come portavoce lombardo di gayleft, ben conosce.
Le ultime dichiarazioni di Fassino mostrano un’apertura ai diritti degli omosessuali che solo qualche tempo fa non c’era. Ricordiamo le contestazioni suscitate da alcuni suoi interventi in merito. Ha cambiato idea?
-Il cambiamento di Fassino è solo una conseguenza della dura presa di posizione di gayleft e di alcuni esponenti del partito, tra cui il Coordinamento donne.Purtroppo non penso si tratti di un’evoluzione del suo pensiero, ma di una scelta politica: il segretario ha bisogno di tutto l’appoggio possibile per traghettare il partito…Questo significa comunque che Gayleft sa farsi sentire anche perchè presente trasversalmente nelle varie correnti DS .
Dal tuo osservatorio privilegiato ti sei fatto un'idea sui gay e la politica?
- I gay italiani fanno appunto parte del popolo italiano che per la stragrande maggioranza ha nei confronti della politica un atteggiamento sfiduciato, di rassegnazione. Solo su alcuni temi che li vedono coinvolti in prima persona i gay mostrano attenzione e partecipazione diretta, come nel caso dei PACS poi DICO. Ma nemmeno tutti: i più stanno a guardare.
Veniamo alla realtà comasca, la nostra. Qual è l'atteggiamento dei DS lariani sui DICO e più in generale sulla realtà omosessuale?
-Anche qui la realtà è varia e le posizioni sono diverse. Si va dal bigottismo ottuso alla massima attenzione per una realtà che comincia ad essere visibile. Tendenzialmente, nel complesso, c'è apertura. La mia candidatura in Consiglio comunale 5 anni fa, sostenuta pienamente dal Partito, lo conferma.
A proposito di visibilità, da un paio d'anni c'è un certo fermento nella realtà gay lariana. Una nuova voglia di esserci, di aggregarsi che si esprime nella nascita di siti virtuali ad hoc, ma anche in momenti di spensierata gayezza come le pizzate, etc.
- Il comasco è ancora abbastanza nascosto. Il diffondersi di comunità virtuali non necessariamente aiuta il coming out, che è prima di tutto accettazione di sè e della propria realtà. La persona ha bisogno di gruppi reali per avanzare in questo percorso spesso problematico e difficile. Il mondo virtuale rischia di creare fantasticherie, sogni, illusioni smentiti poi dalla realtà. Può essere un mezzo di aggregazione? Sì e no, forse il primo impatto, ma iniziando un cammino di accettazione di sé occorre avere accanto persone formate e adulte. Ogni individuo ha la propria storia che chiede di essere ascolata, condivisa ed accettata. L'uso del mezzo informatico può creare ulteriore solitudine,coltivando illusioni destinate a crollare all’impatto con la realtà. Al lavoro personale su se stesso occorre l'inserimento in una società politica, nel senso etimologico del termine, non certo partitico.E ciò deve avvenire contemporaneamente: io sono me stesso in mezzo agli altri.
Chi avverte questo imperativo gravita su Milano, essendoci nulla sul territorio comasco.

lunedì, marzo 12, 2007

Appello al Sindaco Moratti


Inviamo una email al Sindaco di Milano perchè si impegni ad offrire una casa alla BAR BOON BAND:

Sapienza del passato


Saccheggio a piene mani dal blog dell'amico Mel: un bellissimo passo di C.G.Jung sull'Eros (Ricordi, sogni, riflessioni, 1961-1963) e l'interpretazione di Adelphoe ( I fratelli), commedia di Terenzio.

Jung indaga il mistero dell'amore con l'umiltà di chi è consapevole che l'uomo potrà mai comprendere il tutto: qualunque cosa si possa dire, nessuna parola potrà mai esprimere tutto, trattandosi di un kosmogonos, creatore e padre-madre di ogni coscienza. L'uomo è totalmente alla sua mercé. Può consentire con esso, o ribellarsi; ma sempre ne è preda e prigioniero. Ne dipende e ne è sostenuto. L'amore è la sua luce e le sue tenebre, la cui fine non può riuscire a vedere. Se possiede un granello di saggezza, deporrà le armi e chiamerà l'ignoto con il più ignoto, ignotum per ignotius, cioè con il nome di Dio. Sarà una confessione di imperfezione, di dipendenza, di sottomissione, ma al tempo stesso una testimonianza della sua libertà di scelta tra la verità e l'errore.
Nessuna pretesa di possedere l'amore e addirittura insegnarlo, violandone la divinità che è complexio oppositorum.
Da leggere integralmente per goderne il pathos immergendosi con Jung nel mistero.

La storia di Micione ed Eschino in Terenzio realizza una delle forme dell'amore, offrendo una riflessione sulla famiglia non tradizionale, argomento di scottante attualità. Micione ama Eschino, figlio "adottivo", come un vero papà, a prescindere dalla natura, dai vincoli di sangue, dagli stessi vincoli del mos maiorum.
Lo ama come se fosse proprio, scrive Mel. Mentre attende che Eschino rincasi, Micione si augurerebbe di subire i rimproveri di una moglie gelosa piuttosto che avere le preoccupazioni di un padre.
"Io, perché mio figlio non è tornato, quali cose penso e da quali ansie sono tormentato! Che abbia preso freddo o che sia caduto da qualche parte o che si sia rotto qualcosa! Ma vedi tu! Possibile che un uomo si metta nel cuore o si vada a cercare qualcosa che gli sia più caro di se stesso! Eppure Eschino non è mio figlio, ma di mio fratello".
Questo è amore, sicuramente. Qualsiasi cosa contraria pretendano di insegnarci altri.
Grazie, Mel!

domenica, marzo 11, 2007

A Sud, ultima lettera dall'Ecuador


Oggi si conclude il mio viaggio-soggiorno in Ecuador. Potrei stare a raccontarvi quanto mi abbia fatto crescere questa esperienza, ma non voglio annoiarvi troppo. Questo mio ultimo intervento lo voglio scrivere così, un po' a ruota libera, lasciando vagare i miei pensieri.
In questi mesi si respira un 'aria di cambiamento. La gente è combattuta tra speranza per un futuro migliore e timore che "la vecchia" politica impedisca al nuovo governo di mettere in pratica quanto detto in campagna elettorale. L'altro ieri sono stati espulsi dal parlamento 57 deputati dell'opposizione. E per le stade della città c'è stata un po' di maretta, è volato qualche cazzotto, ma oggi sembra che tutto sia rientrato nella normalità. I paesi confinanti sperano in una soluzione civile e democratica di questa crisi. Lo spero davvero.Personalmente ho avuto a che fare con la burocrazia di questo pase per soli cinque mesi, ma vi garantisco che è estenuante, corrotta, bugiarda e ipocrita. Come cambia il governo, cambiano i funzionari di "nomina politica" e ti ritrovi con i tuoi progetti ai piedi della scala. La speranza nella gente è che finalmente tutti gli ecuatoriani possano vivere in modo dignitoso, che il governo li rappresenti tutti e non si limiti a fare i propri interessi, come succede da diversi decenni. Ma si sa che i privilegi sono duri da lasciare e la lotta per rimanere in sella sara' lunga, dura e senza esclusione di colpi.Questa esperienza mi ha messo a diretto contatto con la povertà e l'indigenza. Con la speranza di un futuro migliore, ma anche con la disperazione, con la disillusione, con la mancanza di prospettive. I poveri sopravvivono, non progettano, vivono alla giornata. Se non fosse per la visa obbligatoria per entrare in Spagna, metà della popolazione di Catamayo sarebbe già emigrata.Come docente non posso non riflettere sul sistema scolastico di questo paese, che , come per molte altre cose presenta delle disuguaglianze enormi. Ci sono scuole private, che costano un occhio della testa, che forniscono un buon livello di istruzione a chi le frequenta. Scuole private pessime per istruzione, scuole pubbliche che se la cavano e scuole pubbliche che non so come fanno a lavorare. Nelle zone più povere spesso i ragazzzi e le ragazze che finiscono la scuola dell'obbligo sono semi-analfabeti. Ci sono classi di più di quaranta allievi e chi rimane indietro non ce la fa a recuperare. Il tasso di abbandono scolastico è alto. E chi lascia presto la scuola va a rimpinguare le schiere di lavoratori precari, sfruttati e malpagati.Vivere con tutto questo mi ha costretta a guardarmi dentro e a porgermi molte domande. La maggior parte delle quali non ha tuttavia una risposta. La mia parte sindacalista si è arrabbiata ed indignata al vedere l'assenza di assicurazioni sociali, di una rete sociale un minimo organizzata.La mia parte maestra ha dovuto ridefinirsi più e più volte, per riuscire ad adattarsi alle contingenze e per riuscire a fare un discreto lavoro. La mia parte donna a volte è rimasta sconcertata dalle condizioni di subordinazione in cui vivono donne e bambini in questo paese. Cambiare tutto non si può, la politica di piccoli, ma sicuri passi sono convinta che sarà quella che darà i frutti migliori. Una cosa comunque l'ho conquistata. La consapevolezza di aver trovato amici e una casa anche dall'altra parte del mondo. La capacità di osservare senza pregiudizi. La capacità di avere la pazienza necessaria ´per saper raccogliere quanto seminato.Con un misto di felicità e di senso di colpa, per aver ricevuto più di quanto dato, mi accingo a lasciare questo paese. Ma solo per alcuni mesi. Dopo Natale dovrò tornare , anche solo per pochi giorni, per riabbracciare una collega-sorella e quei meravigliosi bambini che mi hanno fatto crescere e diventare migliore.Grazie per avermi dato uno spazio per scrivere. Dall'Ecuador è davvero tutto. A presto, in Ticino o a Como, un abbraccio forte a tutti.
Isa

sabato, marzo 10, 2007

Ore 18, suona la sveglia


Conto alla rovescia scandito da tutte le personalità presenti sul palco della manifestazione per i Dico a piazza Farnese: alle sei suona 'la sveglia' dei diritti. Alle 18 tutta la piazza, 80.000 persone secondo gli organizzatori, ha fatto scattare sveglie, fatto suonare fischietti e cellulari, applaudito per chiedere una sveglia sui diritti civili.

La sentiranno i politici o fingeranno di nulla, facendo davanti al Paese e alla comunità internazionale la solita figura di m...astella?

Cecchi Paone ha abbandonato per protesta la kermesse: "Ma siete matti, mi hanno chiamato cento volte per dirmi di non parlare contro la Chiesa e di non dire una parola contro il Vaticano. Ma dico, stiamo scherzando?". (Ansa)

In diretta da Roma


Piazza Farnese è piena. Pare che i partecipanti alla manifestazione siano più del gennaio 2006.
DICOno:

Diliberto:"Regolamentare i diritti delle coppie di fatto è una scelta di buonsenso. Trovo insopportabile l'intolleranza delle gerarchie vaticane. Il governo ha fatto la sua parte, consegnando la sua proposta al Parlamento. E' evidente che si tratta di un tema eticamente sensibile e politicamente rilevante. Anche per questo mi sembra opportuno attenersi a quanto c'é scritto nel programma dell' Unione. Noi del resto non chiediamo né di più né di meno".

Capezzone: "Non c'é dubbio. Purtroppo un pezzo di Cdl sta tenendo un comportamento illiberale in materia di unioni civili: e a mio avviso, questo atteggiamento chiuso non corrisponde ai sentimenti di quella parte dell'elettorato. Comportamento negativo (e situazione per certi versi anche più grave) pure dall'altra parte. Nonostante l'orientamento di gran parte dell'elettorato di centrosinistra, è proprio il Governo che ha creato il caos, e che ha le maggiori responsabilità".

Occhetto: "Sono qui in piazza per difendere la laicità dello Stato. Perché la Chiesa non può impedire allo Stato di legiferare, né può imporre in questo modo le sue convinzioni. Non sono affatto soddisfatto di questa sinistra - ha aggiunto - perché non è laica. Stiamo tornando indietro di anni. Siamo riusciti persino a retrocedere rispetto alle posizioni sostenute da Alcide De Gasperi. Spero che si possa arrivare ad una buona legge in difesa delle coppie di fatto".

Rizzo: "Una giornata importante per i diritti e per le persone e per dire che la Chiesa non può avere una ingerenza tale nella politica italiana".

Fassino: "Penso che ogni manifestazione vada rispettata, sempre. Io non ho condiviso la manifestazione che fece in novembre la Casa delle libertà contro la Finanziaria a Roma, però ho ascoltato quello che diceva quella piazza e ho cercato di capire perché la gente era lì. Poi ci sono manifestazioni che condivido o meno. Credo che quella di oggi a Roma sia una manifestazione giusta, perché con essa si vuole rendere evidente la irrinunciabilità dei diritti individuali delle persone, la necessità di riconoscere i diritti di ogni persona, quali che siano le sue scelte di vita, l'orientamento sessuale, il modo in cui organizza la propria vita, affettività e relazioni interpersonali. Naturalmente bisogna farlo in modo equilibrato e giusto. La legge sui Dico è equilibrata e giusta, perché riconosce diritti a coloro che hanno scelto una convivenza di fatto, omosessuale o eterosessuale, senza peraltro mettere in discussione l'articolo 29 della Costituzione che riconosce la famiglia fondata sul matrimonio".

Notizie Ansa

Svegliamo la politica con un trillo

Appuntamento della società civile oggi in Piazza Farnese a Roma alle 15.30. Alle 18 il grande trillo per dare la sveglia ai politici, perchè come ha detto Fassino:
“Credo che sia una manifestazione giusta perché rivendica il riconoscimento dei diritti individuali delle persone, il pieno rispetto delle scelte di vita e dell' orientamento sessuale di ciascuno e rivendica soprattutto la capacità della politica e delle istituzioni di dare su questi temi leggi giuste, equilibrate e civili a tutela di ogni persona. La legge sui Dico risponde a questi criteri".
Non saremo a Roma perchè per noi è giornata lavorativa, ma parteciperemo seguendo in diretta l'evento su SkyTG24, Radio Popolare, Radio Radicale e Radio Deegay.
Perchè non avvengano più spettacoli vergognosi di politici alla Mastella in una Italia civile e democratica!

venerdì, marzo 09, 2007


- Mo, ti stai abbioccando?
- No no
Tempo zero, una puntata al frigo per i 3 cubi di ghiaccio del mio ballantine’s e ritorno in soggiorno che modan è crollato. Moen, lo vedo, sta seguendo a ruota. Ha appena il tempo di sussurrarmi “ Lo svegliamo alla mezza” e anche lui, avvinghiato a dan, sprofonda nel mondo dei sogni.
Ci sono abituato. Mi piace quest’abbiocco serale dei novios che segue (e precede) l’amore. Mi riempie il cuore di tenerezza vederli addormentati così sereni dopo una giornata dura ed impegnativa. Mi sento un po’ in colpa per il mio lavoro “intellettuale” che non comporta fatica fisica e nemmeno grandi responsabilità immediate, concedendomi tante ore per pensare. Dan, a differenza di en che si sveglierebbe subito, posso addirittura coccolarlo: lo accarezzo, lo bacio e lui risponde nel sonno. La sua espressione, sempre solare, diventa paradisiaca.
Sono belli i miei novios e mi piace restare così a guardarli. Beh, sono dei giganti e tra loro, io che sono regolare, faccio sempre la figura del nanetto. Ma non mi dispiace, anche se in “certe” occasioni sono costretto ad acrobazie davvero pericolose per la mia età.
Mentre continuano a dormire, provo una sorta di compiacimento pensando agli sguardi interessati di uomini e donne al loro passaggio. Ricordo l’agitazione del personale di un ristorante brasiliano appena hanno visto Dan: erano certi si trattasse di Kakà in incognito!In realtà è molto meglio del fuoriclasse rossonero, ma vai a spiegarglielo… En, oltre la bellezza naturale che ha sempre avuto, col passare degli anni acquista un fascino particolare, interessante. Se solo smettesse di fumare mentre cammina!
Mi scopro a sorridere tra me ripensando ad episodi divertenti che fanno parte della nostra storia. Prima o poi li racconterò, sempre che interessino.
Il tempo passa , do una voce soffocata ad en che comprende al volo allertandosi, mentre intensifico baci e carezze a dan. Ricomincia l’amore.
Nella foto Kakà, sosia di modan.

giovedì, marzo 08, 2007

Firmiamo l'appello!


Diamoci da fare inviando agli amici e ai conoscenti in qualunque parte del mondo, ai governi, ai giornalisti e alle televisioni dei Paesi arabi il breve appello per la liberazione di Daniele Mastrogiacomo.
L'appello da sottoscrivere e inviare è qui.

mercoledì, marzo 07, 2007

Senatrice Binetti,

sono un'insegnante di 42 anni, milanese, cattolica ed eterosessuale. Le scrivo per manifestarLe la mia indignazione a proposito delle Sue ossessive, abborracciate, farneticanti e razziste teorie sull'omosessualità e, in particolare, sugli omosessuali che, secondo le Sue parole sarebbero diversi persino "geneticamente".
Sono molto curiosa di sapere in cosa consista questa diversità genetica. Perché, vede, io collaboro con omosessuali cattolici (so che per Lei è inconcepibile, ma esistono) da una ventina d'anni e li ho sempre visti persone come me. M'illumini dunque, Senatrice, non permetta che io cada nel peccato, che venga ingannata da questi diavoli travestiti da uomini.
Senatrice Binetti, Lei è un'ignorante, nel senso letterale del termine. Lei ignora non soltanto le più recenti (e accreditate) teorie scientifiche, secondo cui l'omosessualità non è una malattia, ma - cosa ben più grave - la carità e il rispetto, dovuti a ogni essere umano. Evidentemente Lei nel prossimo non vede l'uomo o la donna concreti. Vede la "categoria" cui appartengono. Per lei non esistono Marco, Luigi, Antonella e Silvia; ci sono Marco e Antonella, bravi eterosessuali, e Luigi e Silvia, peccatori omosessuali. Diversi addirittura geneticamente. Una terminologia molto in voga una settantina d'anni fa, in certi ambienti che, come i medici cui Lei forse fa riferimento, assicuravano di poter guarire gli omosessuali. Questi sotto-uomini, così "diversi" da noi.
E sarebbero guai per tutti, se quel Gesù cui Lei afferma di credere avesse ragionato così davanti alla Samaritana. Ma risulta evidente che il Gesù che Lei prega non è lo stesso in cui credo io. Non è lo stesso, e non occorre scomodare questi deliri per sincerarsene. Leggo, infatti, che Lei si compiace di gridare ai quattro venti che porta il cilicio, così da far sentire in alto il Suo chiasso. Il Vangelo che conosco io, geneticamente diverso dal Suo, afferma che questo comportamento è ipocrita e arrogante. Secondo questo Vangelo, Lei ha già avuto la Sua ricompensa. Permetta però a noialtri, a tutti quelli che credono nell'uomo senza distinzione, una speranza più alta, un cielo più misericordioso, un sorriso più fraterno, un amore più umano.
Con disistima,
Daniela Tuscano
(da Azur)