giovedì, maggio 31, 2007

Figlie e figli di Maria


Ultimo giorno di maggio, il mese mariano, di Maria, la Madonna . Tutte le sere, profumate di meravigliosa primavera, c’era, e forse c’è ancora, la pratica del tradizionale rosario, appuntamento quasi obbligato nei piccoli paesi. Mi vengono in mente i ricordi del nostro amico Pep. Risalgono a pochi anni dopo la guerra, la seconda, negli anni ’50. Prima il rosario e poi le prime avventure amorose in mezzo al fieno del primo taglio che, per chi lo ricorda, ha un profumo estasiante, forse anche perché carico di nostalgia. La sola luce era quella della luna che volentieri accettava il contributo delle piccole lucciole, a quei tempi, sottolinea il racconto, davvero tante.
Nessuno scandalo. Le stesse figlie di Maria, quelle che in processione vestivano di bianco cintate d’azzurro, godevano ovunque fama di grande disponibilità. Chissà perché la vergine Maria, campione e modello di castità secondo la predicazione tradizionale, ha sempre avuto tra le più devote seguaci le più disinvolte tra le ragazze del paese? Beh, anche tra i ragazzi, stando alla memoria di Pep. Riesco persino ad immaginarlo, piccolo ometto (Pepinetto appunto) in ginocchio in prima fila, mentre risponde cantilenante alle “Ave” del severo parroco, perso sicuramente in mistici pensieri, ma ogni tanto scosso da improvvisi, violenti brividi, preludio del “dopo”.
C’è una specie di continuità naturale: dal sacro rito che incontra il divino all’altrettanto sacro incontro con l’umano. Non è una bestemmia, non è dissacrante. Rappresenta forse il completamento, l’integrazione, la totalità dell’esperienza che un giovane uomo vive, senza tanti scrupoli e sensi di colpa, proprio nel mese di maggio, sotto lo sguardo complice e benevolo, come solo una mamma può, di Maria.
Non è certo questo che aveva in mente il sommo poeta mentre pensava alla Theotokos, ma anche lui non era credente tranquillo, passivamente sottomesso alla boriosa autorità gerarchica che pare sempre saperne più di Dio stesso. Così comincia S.Bernardo-Dante:

"Vergine Madre, figlia del tuo figlio, /umile e alta più che creatura/termine fisso d’etterno consiglio,/tu se’ colei che l’umana natura/nobilitasti sì che il suo fattore/non disdegnò di farsi sua fattura./..."
Paradiso, Canto XXXIII

mercoledì, maggio 30, 2007

Mercoledì


Torna a splendere il sole dopo giorni di pioggia salutare. I governanti si interrogano sul "disagio" del nord, riconquistato dalla Lega nell'ultima tornata elettorale e sembra abbiano intenzione di correre ai ripari facendoci pagare meno tasse, ma solo quando «ci sarà l'equilibrio dei conti pubblici perchè non voglio che il Paese vada in malora», precisa Prodi. E' già qualcosa.

La nostra vita intanto prosegue al riparo dalla bufera politica, delusi sì dalla situazione che però era stata prevista. Modan ha ripreso il lavoro dopo l'infortunio della scorsa settimana. Niente di grave, qualche punto ed è di nuovo bello come sempre, con una cicatrice in più che fa tanto macho vissuto. Moen vive gli ultimi caotici giorni prima del passaggio al nuovo incarico ormai imminente. Io sono ormai alla conclusione dell'anno: è un momento che richiede il massimo equilibrio, oltre che saggezza e competenza professionale. Raccolgo i frutti dell'impegno altrui e mio, in vista dei burocratici adempimenti finali. Poi ci sarà il tradizionale rito dell'esame di Stato, quest'anno rinnovato nella composizione della commissione e, a regime nei prossimi anni, anche in altri suoi aspetti.

Stiamo ancora pensando alla meta delle vacanze e, di tanto in tanto, alla possibilità di trovare un nido più grande appena si presenterà la giusta occasione.Tutto con molta calma e serenità.

Isa, l'amica imbarcata, è impegnata in un trasloco e presto ci farà sapere la data dell' incontro con noi e gli amici comaschi. Paolo, della consulta LGBT, passerà appena possibile anche per riprendersi dalla delusione elettorale. Alfy invece ha la varicella.
Insomma la vita scorre/corre verso l'estate e noi non vediamo l'ora di godere dei benefici raggi di sole. Un assaggio il prossimo fine settimana.

martedì, maggio 29, 2007

Unione disfatta e allora? Avanti come prima


E non ci vengano a dire che la spallata non c'è stata. O era necessario che la sinistra perdesse proprio tutto e ovunque per comprendere finalmente la delusione, la disaffezione, la rabbia degli ex elettori? Il governo Prodi con la sua falsa moderazione che è solo sudditanza ai poteri forti ha fatto splash, sprofondato nel dissenso generale. Non cambierà nulla naturalmente, altrimenti avrebbe provveduto per tempo, perchè erano già fin troppo chiari i segnali di distanza dal popolo. Si terrà i suoi Mastella, Rutelli e trasformisti vari continuando per la sua strada, come se nulla fosse stato. L'importante è governare, se non per tutto il mandato, almeno il più a lungo possibile.

Della destra meglio non dire. I risultati di Como, Comune e Provincia, sono eloquenti: è il trionfo del clientelismo masso-legaciellino. La disonestà è premiata: peccato faccia coppia con la somma ottusità. I guai si vedranno col tempo.

I professionisti della politica escono dalla tornata elettorale a testa alta con il consueto facciatollismo, siamo noi cittadini che come sempre risultiamo sconfitti e trombati. E un po' (o tanto) ce lo meritiamo.

lunedì, maggio 28, 2007

De-regulation


Domenica tranquilla quella di ieri, trascorsa interamente tra noi come non capita spesso.La scusa della notte bianca a giustificazione del bisogno di dedicarci solo a noi stessi, senza la solita fretta per qualche impegno incombente, fosse pure una cena con amici. Il fatto di essere in tre probabilmente comporta la necessità di vivere più tempo insieme, rispetto alla coppia. Lo abbiamo scritto più volte, ma sembra che gli amici non sempre se ne rendano conto. Il nostro stare insieme non è solo far l'amore che pure ci vuole, o giocare, dialogare triplicemente, etc ,ma è anche godere della semplice presenza degli altri due in giro per la casa, ognuno intento a coltivare le proprie passioni oppure indaffarato nelle banalissime faccende domestiche. E' la tranquilla normalità il nostro ideale, in essa sono comprese ovviamente le frequentazioni di amici, quale ulteriore arricchimento e non deprimente "riempimento"di un vuoto che potrebbe essere sintomo di noia. Ce ne è talmente troppa in giro di noia che spesso finisce col condizionare le singole relazioni e persino quelle di gruppo.
A proposito di noia e di disagio, Serra, in un interessante articolo apparso su La Repubblica di oggi, sostiene che "L'impressione di una de-regulation civile è diffusa" . Lo scrive in merito alla proposta della ministra Turco di inviare i NAS nelle scuole, ma vale anche per il diffuso disordine etico e comportamentale generale che può condizionare le scelte personali e sociali. L'illusione è che riempiendo i tempi vuoti con tante piacevoli attività , si plachi l'ansia del nulla che invece è tutta o quasi interiore, dentro la stessa persona. Bah, mi sono lasciato trasportare "altrove", mentre dovrei solo abbandonarmi al senso di pienezza che avverto. Mi viene il dubbio che troppa pienezza potrebbe portare all'indigestione... Non credo però sia il mio/nostro caso: l'importante è fermarsi al momento giusto, appagati ma lasciando ancora spazio per il desiderio. E quello non manca mai!

domenica, maggio 27, 2007

Notte magica inseguendo un bus


Pioggia ad intermittenza sulla notte bianca di Locarno. Era stata prevista con largo anticipo, ma fa nulla: ci siamo andati ugualmente per godere le magie, pur bagnate, della bella cittadina ticinese, nota per il prestigioso Festival internazionale del film, che proprio quest'anno festeggia la sua 60esima edizione.

Dopo un veloce primo giro curiosando tra i moltissimi eventi che facevano vivere ogni angolo della città al ritmo della festa, in un' insolita e magica atmosfera che proponeva cultura, teatro, musica live, giochi di animazione, shopping notturno etc., ci siamo fiondati sul Priscilla transfer's, il bus degli amici di Imbarco Immediato. Abbiamo finalmente conosciuto Isa, la nostra corrispondente dall'Ecuador, riabbracciato Carla degli imbarcati e incontrato zioMario col suo Tato, unici altri comaschi che hanno osato sfidare il maltempo. Nottata simpatica al ritmo delle musiche del djCiccio (ma, usti, è davvero "ciccio"!) che coinvolgevano i numerosissimi passanti. Era tutto molto bello, se non fosse che i miei novios sono stati tampinati in pista da due ragazze un po' troppo intraprendenti, oltre che oche, dal momento che in più di mezz'ora di ballo sfrenato non si erano rese conto dell'atmosfera un po', come dire, ... "gaya". Ed io, come sempre perduto nelle movenze noviane dall' osservatorio che mi ero conquistato, nemmeno me ne ero reso conto! Qualche effusione più esplicita ha posto finalmente fine all'equivoco e le due sprovvedute hanno deciso di non perdere altro tempo, perchè la notte è lunga, ma non infinita.

A parte lo stato catalettico in cui piombo appena i novios cominciano a ballare e che mi fa assomigliare ad un fattone piuttosto tardo, ho tentato invano di socializzare con due giunoniche tedesche con canina, sedute proprio vicino a me, ma la musica altissima (almeno per i miei limiti uditivi) ha compromesso ogni buona intenzione più dell'idioma. Pazienza, mi sono abbandonato ad uno dei miei stati preferiti che è appunto la contemplazione del bello (Moen + Modan), reso più intrigante dall'armonia dei movimenti. Loro non capiscono ed ogni volta tentano di coinvolgermi, facendomi perdere minuti preziosi di spettacolo. Moen, al culmine dello scatenamento (visibile dall'abbondante sudorazione per via di quel "filo di crema" che non manca mai nelle grandi occasioni) ha improvvisato sulla musica di Renato Zero una perfetta imitazione che ha lasciato d'incanto i tanti che lo hanno notato. Modan compreso, che mai aveva avuto la fortuna di assistere alle performance passate.

Stanchi ma felici, abbiamo ceduto intorno alle 4.00, rincasando tra gli ululati di festa di M., affidata per la serata alle cure del lupetto.
Ora anch'io, pubblicato il post, torno a letto per continuare la mia instancabile contemplazione de los novios dormientes. Che ci posso fare, mi piacciono troppo!

sabato, maggio 26, 2007

Raffa



Dopo tanto impegno una notizia un po’ frivola, ma che mi ha fatto molto piacere. Moser, qualche mese fa, in un post aveva scritto della mia passione, un tempo più viva, per un mito, Raffaella Carrà, considerata da molti un' icona gay. Definizione che non mi è mai piaciuta in generale, in quanto rappresenta un' etichetta, quindi un limite, soprattutto legato solo all’apparire. Lustrini, paillettes…..
Ma ecco la notizia:
Raffaella Carrà è ''l'inquieto dell'anno'' 2007: la star è stata scelta dal Circolo degli Inquieti di Savona come vincitrice della decima edizione del premio e succede a personaggi del calibro di Carmen Llera Moravia, Gad Lerner, Francesco Biamonti, Gino Paoli, Antonio Ricci, Barbara Spinelli, Oliviero Toscani, Costa-Gavras e Regis Debray.”

L’inquetudine è sinonimo di vitalità, di voglia di fare, di conoscere, non fermarsi. Mettersi in discussione, migliorarsi.

Al di là della simpatia o meno che Raffa riscontra nel pubblico, è sicuramente un personaggio “sui generis”. Sicuramente trasversale, capace di piacere ad un vasto e differenziato pubblico dando un' immagine rassicurante, ma anche osando con scelte controcorrente, basta pensare all’ultimo suo programma televisivo dedicato alle adozioni a distanza, poco televisivo (nell’ottica della tv business di oggi), ma con un importante tematica sociale/solidale.

Nel nostro piccolo un po’ inquieti lo siamo anche noi, novios. Ma forse lo siamo tutti! Basta saper indirizzare quei preziosi stimoli che l’inquietudine da per realizzarsi e quindi essere migliori nei confronti degli altri. Lasciarli soffocare dentro vuol dire cadere nell’insoddisfazione e allora sono guai per te e per chi ti sta accanto.

(En)

venerdì, maggio 25, 2007

RICONOSCIUTI



In europa e nel modo siamo riconosciuti. E' bello questo se non fosse che uno dei nostri tre simboli, dopo la pizza e gli spaghetti, sia la mafia. Ce lo ricordano con un bel sorriso stampato come se fosse motivo di grande orgoglio.
In questi giorni ne abbiamo parlato spesso del problema mafia, anche perchè pochi giorni fa era la data del "ricordo" della strage di Capaci. Tante parole, tanti pensieri esposti a tutti, e tutti i nostri lettori hanno risposto prontamente anche solo con la loro importantissima firma. Sono quei piccoli gesti, quelle gocce che spero prima o poi facciano traboccare quel vaso di esasperazione degli italiani.
Ritorno sull'argomento già spesso citato da Ser perchè mai come negli ultimi tempi ho aperto così gli occhi. Spinto da quello che mi è accaduto in mattinata scrivo queste righe.
Durante una delle mie partite ad un gioco in rete un ragazzo polacco, dopo aver detto da dove giocavamo mi disse che la mafia è bella. La discussione andò avanti ancora per pochi secondi poi lo cacciai.
Questa piccola cosa mi ha dato parecchio fastidio. Io sono italiano e non mafioso ne tanto meno mi piace la mafia. Quello che mi sono chiesto è:
perchè ci vedono così? In Italia spicca così tanto la mafia o è solo una frase fatta?

Negli ultimi giorni ho partecipato anche attivamente a questa lotta. Stimolato soprattutto dalla forza con cui Ser ha dimostrato concretamente che i diritti umani e ogni tipo di libertà sono fattori indispensabili in ogni uomo.
Vivo diversamente i miei ricordi e il mio presente, solo ora sento le vibrazione che anni fa non sentii passando in quella autostrada che dall aereoporto di Punta Raisi mi portava a Palermo passando per Capaci.
Adesso porto avanti, nel mio piccolo, le mie idee provando a far capire al mondo che il nostro stupendo paese è altro e non c'entra con la mafia.

Che vengano a mangiare la nostra strepitosa pizza e i nostri buonissimi spaghetti (alla carbonara mi vengono bene) e a godere del nostro sole.
Questa è anche una mia firma al blog di due giorni fà di Ser.


Dan

giovedì, maggio 24, 2007

Porte aperte...


"Bella sta cosa di lasciare la firma.All'atto pratico non serve a niente, ma sta a significare che noi ricordiamo e vogliamo continuare a farlo. La mafia è contro tutti noi perciò vogliamo l'Italia libera.", scriveva ieri a commento del post che ricordava la strage di Capaci Stefano da Milano. Aveva dato il via Francesco, il nostro amico lampedusano, probabilmente senza immaginare che altri 10 lettori lo avrebbero seguito. Tra gli altri, Salvo, che in poche parole ha raccontato la sua realtà, così distante e difficile da immaginare per noi. Siamo soddisfatti che dei nostri 14 visitatori quotidiani, ben 11 abbiano voluto testimoniare col loro passaggio la volontà di ricordare. Lampedusa, Vercelli, Cosenza,Roma, Legnano, Latina, Padova, Milano, Palermo e Como naturalmente, rappresentata da noi tre novios, sono Italia. Un'Italia in cui possono cambiare i governi, ma che sembra rimanere sempre uguale, coi soliti problemi, le solite piaghe infette, purulente, mai definitivamente guarite. Criminalità organizzate, nazionali ed estere, corruzione, concussione, collusione, evasione, povertà, immigrazione, morti bianche, diritti calpestati e via dicendo. Tutto questo in una delle 8 nazioni più ricche al mondo. Come può essere?
Forse col vecchio sistema mai caduto in disuso: "Divide et impera!", Dividi e governa: Nord contro Sud, Italiani contro immigrati, poveri contro ricchi, ladri contro onesti, etero contro omosessuali, lavoratori contro pensionati, giovani contro vecchi, bianchi contro grigi, neri contro rossi. Il Paese è uno solo, un piccolo villaggio del mondo globale, ma fatichiamo a farcene una ragione ed ognuno, da solo,in gruppo o in corporazione, porta avanti la sua solitaria lotta contro tutti.

Le mafie (tutte) sono nel nord dalla fine degli anni '50, hanno scalato la Borsa, sono ormai nell'alta Finanza e con la loro economia malata stanno contagiando ciò che è rimasto di sano. Si tratta però di una presenza discreta, ormai perfettamente integrata nell' efficiente sistema settentrionale. Non è opprimente, devastante come al Sud. Può quindi continuare ad estendere il proprio dominio, come il polipo i suoi tentacoli, stringendo patti e cartelli con le criminalità internazionali già presenti sul territorio. Ce ne accorgiamo solo quando interi quartieri delle nostre città non ci appartengono più. Le mafie sì che hanno capito: è l'unità che fa forza, crea potere.

E noi, indifferenti a ciò che non ci riguarda da vicino, non sappiamo vedere più in là del nostro campanile. Se non suonasse troppo retorico lancerei l'invito a spalancare porte e finestre sul mondo per vedere non solo bellezze di cui possiamo godere nei nostri tour vacanzieri, ma soprattutto realtà con le quali dobbiamo necessariamente fare i conti, per poter risolvere quelli che a prima vista sembrano essere solo problemi locali. Beh, ormai l'ho fatto: al diavolo la paura della retorica.
Non c'è più un "prima" e un "dopo", "prima pensiamo a noi e dopo agli altri". C'è piuttosto un'esigenza di priorità dei problemi da risolvere.
E' strategicamente perdente pretendere di affrontare i diritti degli omosessuali senza affrontare contemporaneamente i diritti elementari dei poveri, dei pensionati, degli immigrati, delle donne, degli onesti. Tutti insieme si deve lottare per i diritti elementari di tutti. Impariamo dalle mafie: l'unione fa la forza. E poi, come dice giustamente Francesco, continuiamo a credere che alla fine il bene trionferà sul male: senza speranza, sostenuta dalla ragione, non si può vivere.

mercoledì, maggio 23, 2007

15 anni


Capaci, 23 Maggio 1992,
ore 17,59
Giovanni Falcone Francesca Morvillo
Antonio Montanaro Vito Schifani Rocco Di Cillo
E la mafia c'è ancora...
«Poteva cambiare tutto, ma lo Stato si è fermato»

martedì, maggio 22, 2007

Politica bagnasca


Prime pagine dei giornali per l'esordiente Bagna(sco) che ha tenuto la sua prolusione ai 257 vescovi che compongono la CEI. E' stato "consolante per noi vescovi vedere quella piazza piena di famiglie e di bambini", un "successo" e "un'ottima riuscita", così sulla manifestazione romana contro i DICO, argomento principale trattato dal vescovo genovese. Poi, giusto per non dare l'impressione che la difesa della famiglia tradizionale sia l'unico argomento importante per i gerarchi cattolici, due parole anche per la crescente povertà in Italia con una velata (ma mica tanto)minaccia al Governo: "o affossi i DICO o ti mando a casa.Sai che ora posso". E la UE e Bruxelles non si permettano più ingerenze nei rapporti Vaticano-Italia, perchè non se ne può più "dell'intolleranza prevaricatrice che ha indotto il Parlamento europeo ad avanzare fino ad oggi ben 30 richiami censorii nei confronti della Chiesa Cattolica". Ognuno stia al suo posto che al Paese pensiamo noi, insomma!

Prodi e C. dovrebbero imparare cosa significa essere determinati e governare una nazione.

Ma perchè ancora tanta insistenza contro i DICO, ormai già abortiti appena dopo il concepimento? Forse i gerarchi vogliono cavalcare la vittoria, far sentire il peso schiacciante della loro forza dopo anni di insuccessi e cali di popolarità. In vista di ben altre richieste, evidentemente. C'è il problema Santoro da risolvere in fretta. Il comunista anticlericale sta acquistando il video della BBC sulla complicità del Vaticano nel nascondere i crimini pederasti. Vuole costruirci una puntata del suo Annozero. "Spazzatura" l'ha definito L'Avvenire qualche giorno fa, ma perchè i prezzolati avvocati curiali non hanno querelato per calunnia l'emittente inglese già dal 2006, anno della messa in onda? Carità cristiana? Bah, possibile, ammesso che di tanto in tanto sia ancora praticata. Leggete in proposito la vicenda di Adriano, contadino 70enne, sfrattato dalla Curia in Non ignoramus.

Aumenta intanto la sfiducia dei cittadini verso i politici e quindi la distanza, già enorme, tra le due realtà (Sondaggi). Nulla di nuovo.
Foto:Dietro il muro, D'Art Visual Gallery

lunedì, maggio 21, 2007

Voti e bucati


E' la mia giornata, come tutti i lunedì. Iniziata bene, traboccante tenerezza per i novios, rischia di precipitare nella tristezza più nera al pensiero che domenica prossima si voterà anche a Como e probabilmente il "popolo" rieleggerà il campione della corruzione e del malgoverno. Così siam fatti noi comaschi, testardi ed ottusi, volontariamente ciechi e sordi anche di fronte all'evidenza. Perchè? Lo sapessi! Cioè, qualche teoria l'avrei, ma è inutile spendere parole: i perbenisti lariani non leggono certo il blog. Il mio sogno è un sindaco tutto d'un pezzo come Rosario Crocetta (v.post precedente), onesto, trasparente,determinato, competente e ... con una coscienza. Un uomo insomma. Se penso a Bruni, mi vengono i brividi. Se penso a chi lo vota ... peggio ancora.

Ho letto invece, giusto per cambiare argomento, la lettera che Aurelio Mancuso, neopresidente dell'Arcigay verso cui non sono mai stato tenero, ha scritto a tutto il popolo GLBT. Mi piace, specie il finale: "Vi chiedo a tutte e tutti di aiutarci, dovete invadere le nostre sedi, imporci di essere conseguenti alle parole, rapidi nelle decisioni e nelle risposte. Arcigay si mette a disposizione affinché tutto il popolo lgbt si senta parte di una nuova fase storica".
Finchè non sarà il popolo a riprendere il mano le sorti della propria vita, per troppo tempo delegata irresponsabilmente ad altri, non faremo un passo avanti. In tutti i settori, politica compresa.

Ora cerco di recuperare lo stato di beata serenità di inizio mattina: non mi è difficile, mi concentro sui novios e vado a stendere il bucato. Tranquilli, non c'erano camicie.

domenica, maggio 20, 2007

Gela: rieletto il “comunista finocchio”.Evviva!


Così i mafiosi chiamano Rosario Crocetta, comunista, gay dichiarato, cattolico, dalla sua prima elezione a sindaco della cittadina siciliana nel 2003. Hanno tentato di eliminarlo assoldando nello stesso anno un killer lituano, ma non ci sono riusciti.
Nelle elezioni di domenica scorsa il popolo di Gela ha premiato la severa amministrazione del sindaco, che in quattro anni non si è concesso la minima tregua nel perseguire la legalità e la trasparenza., rieleggendolo con il 65,01% dei voti. Nel suo primo mandato è riuscito nella impresa, che a torto si continua a ritenere impossibile, di eliminare le infiltrazioni mafiose dagli appalti pubblici del comune. "Ha liberato le imprese dalla mafia. Ha elaborato progetti di lavoro per i più deboli. Ha modernizzato Gela facendone il centro (ottantamila abitanti) con il minor numero di emigrati e il più alto tasso di crescita " .(ribera on line).

Questo impegno intransigente ha il prezzo caro della vita blindata, sotto scorta 24 ore al giorno. Crocetta però non ama fare il martire né si sente una vittima. «Non posso andare liberamente al cinema o a prendere un gelato, è vero. Ma sarei molto meno libero se scendessi a compromessi con la mia coscienza».
E’ il segno che se il popolo siciliano non è abbandonato a se stesso, ma viene realmente sostenuto dalle Istituzioni, riconosce la buona politica e sa opporsi coraggiosamente alla cultura della mafia.
Un "grande", Rosario Crocetta, da non lasciare solo come si è fatto in passato con tanti altri cittadini onesti , decretandone la condanna a morte. Un uomo che può insegnare al resto della Sicilia e dell’intero Paese il metodo concreto per estirpare il fenomeno criminale (v. trasparenza) che i politici nazionali pare invece vogliano lasciar sopravvivere con le loro non scelte, i silenzi, quando non le collusioni e complicità dirette.

Alla scoperta dell'Arte e della Vita


Ieri sera siamo andati a Menaggio, bella località turistica dell'Alto Lario sulla sponda occidentale, per il vernissage della mostra "Arte in fiore", il fiore raccontato da 5 artisti contemporanei tra cui l'amico Davide con le sue attualissime visioni cyber e sua mamma, Patrizia, con i suoi armonici e delicatissimi acquerelli. Interessantissima ed affascinante, da visitare, ma spero vi racconterà Modan nel suo esordio di critico d'arte. La seducente cornice del lago ci ha introdotto ed accompagnato nella ricerca e nel godimento del Bello.

Il ricordo della serata attenua solo un poco le sensazioni violente della brutta notizia appresa poco fa, leggendo quanto è capitato ad un amico, già molto caro benchè solo virtuale. Credo non ci sia nulla di peggio in amore che scoprirsi traditi non solo fisicamente, ma nella profondità dei sentimenti. Accorgersi per caso che nella coppia ognuno va per la sua strada e le scelte consapevoli dell'uno sono vissute come semplici compromessi adolescenziali dall'altro, inevitabilmente costringe a una revisione radicale ed è forte la tentazione della rottura con ciò che è stato e quindi anche con una parte importante di se stessi. Il problema è antico: condividere la vita comporta l'assunzione di responsabilità precise che a volte, sull'onda della passione, possono sembrare facili, ma che tali non sono mai, richiedendo giorno dopo giorno continue scelte faticose e difficili perchè le opportunità sono sempre molte.
Già la convivenza offre lo spunto a screzi e piccole questioni: in questo preciso momento Moen (stirante) sta lamentando che col mio bucato gli ho rovinato l'ennesima camicia... L'abitudine (non ai miei bucati sperimentali, ma allo stare insieme) può essere rischiosa ed invogliare alla continua ricerca di novità, così, tanto per sperimentare la novità o, peggio ancora, per continuare a sentirsi vivi e desiderati.
Occorre avere la forza di ricominciare sempre da capo se gli eventi non hanno intaccato l'amore, ma quante volte si può perdonare senza che la brutta esperienza vissuta si riaffacci poi subdola a turbare e compromettere la fiducia, condicio sine qua non di un abbandono totale?
Foto: La D'Art Visual Gallery di Menaggio, via Leone Leoni 21 .

venerdì, maggio 18, 2007

Svizzera


Già venerdì. Ora che è iniziata la bella stagione non c'è tempo per battere la fiacca: feste ed incontri si moltiplicano. L' abbraccio con Isa, previsto per la settimana prossima, slitterà quasi inesorabilmente di 7 giorni. Giovedì 24, al Lido Riva Caccia di Lugano, serata lounge organizzata da Collegati, Collettivo LG ticinese, e sabato 26 grande notte bianca di Locarno con il Priscilla Transfer's di Imbarco immediato. Alla notte bianca locarnese non mancheremo sicuramente, mentre snobberemo quella comasca del 16 giugno,vista la tremenda esperienza dello scorso anno. Non siamo particolarmente amanti della mondanità, noi novios, ma ci piacciono le allegre feste di piazza, dove si può incontrare gente simpatica e stimolante all'aperto e non in locali affollati e pericolosamente rumorosi in cui ci si rifugia l'inverno. Le serate calde, profumate di questa primavera avanzata favoriscono la voglia di socializzare. Ne abbiamo bisogno perchè il resto della settimana trascorre al ritmo stressante del lavoro e la sera non abbiamo voglia di uscire, preferendo condividere tra noi le poche ore a disposizione, prima del necessario riposo, parlando, rilassandoci, coccolandoci ed amandoci. Potrebbe sembrare una scelta egoistica e di chiusura, in realtà la nostra casa è sempre aperta agli amici e, comunque ,una troppia richiede necessariamente del tempo da vivere insieme. Tutti e tre, altrimenti che troppia è? Il tempo (e anche lo spazio) è necessario in ogni relazione d'amore (e non solo) e più si è, come nel nostro caso, più ne occorre e, come noiosamente ripetiamo, non ci basta mai, tanto che ci rincorriamo via sms (come già documentato) nelle lunghe ore di separazione. Da qualche tempo poi i miei compa, godendo ora di tecnologie più sofisticate, hanno preso l'abitudine di inviare mms con istantanee fantasiose, giusto per alimentare, come se ce ne fosse bisogno, il desiderio. Si tratta ovviamente di foto particolari di cui sarebbe meglio non fare pudicamente menzione, ma questa è la nostra vita di tutti i giorni. E poi quanti di voi sono innamorati, faranno altrettanto! Una vita dispendiosa di energie esige una cura particolare dell'alimentazione e qui, purtroppo, siamo deficitari. Il pranzo è sempre fast e fuori casa, la cena non sempre curata (beh, un po' per colpa mia), se non quando ci sono gli amici. Modan ha la pessima abitudine, forse tipica della sua generazione, di riempirsi di schifezze di ogni genere, salvo poi lamentarsi dei mal di pancia ricorrenti. Moen, invece,un tempo viveva di riso e pasta in abbondanza, ma da ormai quasi due anni si accontenta di amore e sesso, tanto che gli abbiamo dovuto imporre almeno la dieta del sopravvivente. Per quel che mi riguarda sono un abitudinario: tre cubi di ghiaccio e un balla(ntine's) e sono a posto.
Siamo però felici e questo ci basta.

giovedì, maggio 17, 2007

17 maggio


Oggi Giornata internazionale contro l’omofobia per ricordare il 17 maggio 1990, quando l’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Sono previsti cortei, fiaccolate, dibattiti e mostre fotografiche in varie città italiane, per non dimenticare e per chiedere che anche il nostro Paese riconosca "La giornata mondiale contro l'omofobia" (qui).
Intanto però si registrano sempre più frequentemente episodi di aggressione omofobica come quella avvenuta ieri a Milano (qui).
Il clima è sempre più teso nel Paese, grazie anche alla martellante campagna della gerarchia cattolica contro il riconoscimento delle coppie omosessuali, che offre una sorta di legittimazione morale a persone che non attendevano altro,come abbiamo già segnalato in passato (Vergogna!).
Responsabilità solo morali, certamente, per la recrudescenza della violenza omofobica, ma non meno gravi delle tremende accuse mosse al Vaticano dalla BBC che ha prodotto una videoinchiesta sulle inquietanti complicità per nascondere i reati di pederastia di decine di preti irlandesi (La Bbc contro il Vaticano). Il video, ovviamente mai trasmesso in Italia, si può visionare (sottotitolato) qui.
Niente di nuovo comunque, il facciatollismo di un certo cristianesimo ha sempre brillato nella storia. Oggi più che mai.

mercoledì, maggio 16, 2007

Incontro "A Sud"


Mercoledì, metà settimana. I novios sono al lavoro, uno (En)come sempre tremendamente impegnato e sotto pressione, l'altro (Dan) in questo momento rilassato e nullafacente. Succede. A volte si invertono le situazioni naturalmente. E io, come quasi sempre il pomeriggio già a casa, li penso tra un libro, un appunto e una faccenda domestica. Scorre così la vita serenamente, quando non ci sono tensioni a rendere più frizzante l'atmosfera in casa troppia. Trascorrerò in solitudine anche la serata, loro altrove per impegni più mondani e piacevoli. E' bello così.
Sabato sera o domenica pomeriggio (Davide, sei avvisato da ora) andremo a Menaggio a visitare la nuova mostra annunciata nel post di ieri (Arte in fiore). Toccherà poi a Dan una recensione critica, visto che si è scoperto da poco esteta artistico.
Settimana prossima finalmente l'incontro con Isa, l'amica virtuale che per mesi, raccontandoci in diretta la sua vita in Ecuador, ci costringeva a confrontarci con una realtà totalmente diversa che inevitabilmente provocava la nostra stessa quotidianità fin nella dimensione ontologica, a seconda della disponibilità personale naturalmente.
Ci hanno fatto un gran bene quelle lettere, semplici, concrete, essenziali. Ognitanto è il caso di rileggerle (v.etichetta Ecuador), perchè non si finisce mai di assimilare. A pensarci bene, ogni persona rappresenta un patrimonio di esperienze, conoscenze, vita. Anche quella apparentemente più banale e scontata. Riuscissimo a cogliere soltanto una piccolissima parte dei tanti patrimoni che incrociamo, saremmo molto più avanti, molto più uomini. Invece... tante occasioni sprecate, sciupate, a volte persino calpestate per la nostra supponenza, orgoglio, presunzione. C'è una massima socratica che gli studenti di 3 imparano subito : "Sapiente è colui che sa di non sapere" (Apologia di Socrate); più difficile metterla in pratica, perchè richiede umiltà, virtù piuttosto in disuso oggi. Eppure nulla si impara, se non c'è la consapevolezza di essere sempre troppo ignoranti che obbliga ad una sana curiosità.
Quell'enorme patrimonio ambulante che è Isa verrà a trovarci la settimana prossima (forse con Carla di Imbarco immediato), ma non vogliamo attingere quella ricchezza solo noi, per cui anticipiamo agli amici comaschi che organizzeremo per l'occasione una simpatica serata . Non mancate: non solo sarà il pretesto per ritrovarci, ma anche una importante opportunità di crescita comune. Vi faremo sapere il giorno, forse sarà necessario operare una scelta, perchè sicuramente non riusciremo ad accontentare le richieste di mediazione. E' sempre difficile, ma ne varrà la pena.

martedì, maggio 15, 2007


Sabato 19 Maggio, alle ore 21.00, presso la D'Art Visual Gallery di Menaggio
(via leone Leoni,21),inaugurazione della mostra
"Arte in fiore", il fiore nell'arte contemporanea.

lunedì, maggio 14, 2007

Pensando all'estate



Giornata strana per me, come il tempo, caldo umido e grigio. I novios al lavoro lontani. Ieri, nonostante il sole apparisse solo di tanto in tanto, abbiamo deciso di andare comunque al Ticino, giusto per fare 4 passi nella natura e rilassarci stando insieme. Sono giornate tra(nquille, è lo slang contaminante di Dan), di amore e passione sereni. Stiamo pensando alle vacanze, ma con calma, visto che sono molto in là, quasi alla fine dell'estate. Italia o Spagna? Siamo indecisi, vedremo. Certo non sprecheremo tempo a Torre del lago come lo scorso anno (v. post di allora), località gaya in forte caduta libera, da frequentare al massimo solo per il mordi e fuggi di un week end, pernottando altrove. Sicuramente una puntatina la faremo nel corso dell'estate, ma evitando il Mama Mia, benchè sponsorizzato dall'arcigay. Rappresenta quel genere di locali da cui stare alla larga, perchè vive della disperazione gaya, nonostante sia gestito da una nota coppiaomo che però sa bene come sfruttare le debolezze altrui. Abbiamo già scritto della decadenza volontaria di Torre: le scelte sbagliate si pagano sempre e la Versilia ha già iniziato a pagare. Se ne accorgeranno in tempo o solo quando sbatteranno la testa contro la defezione dei più? Fatti loro, quel che mi rode è che hanno a disposizione un patrimonio naturale che per ingordigia stanno dilapidando.Succede sempre così, lo dice anche il proverbio, che è saggezza popolare: "Chi ha pane non ha denti". Mi pare almeno reciti così. Noi, troppia, sappiamo di avere tra le mani un patrimonio straordinario, non quantificabile economicamente, ma di gran lunga superiore, per questo cerchiamo di gestirlo nel migliore dei modi, investendo oculatamente, ma anche rischiando ponderatamente, quando è necessario. Così va la vita, nell'amore e negli affari, mai però si deve arrivare a giocare sfruttando limiti e debolezze altrui. Non è solo questione etica, ma anche di intelligente lungimiranza.

domenica, maggio 13, 2007

Il giorno dopo


Straordinaria iniezione di fiducia ai neoapostoli della famiglia tradizionale con più di un milione di partecipanti all'adunanza romana, convocata ieri dalla gerarchia cattolica: l'Italia sembra ancora fortemente attaccata alla sua Chiesa. Gli italiani parrebbero non esitare nel seguire i consigli dei gerarchi curiali e di quel mondo politico che preferisce i divorzi alle unioni di fatto. Tutti abbiamo visto l'efficienza dell'organizzazione ecclesiastica, che è riuscita a far salire la gente sui pullman, sui treni, sui traghetti, che ha mobilitato gli anziani e anche tantissimi giovani. L'istituzione romana appare oggi più forte e radicata che mai.

Poche migliaia di persone invece alla contromanfestazone del Coraggio Laico, organizzata dai radicali in piazza Navona.
Indiscusso successo mediatico quindi, travolgente, previsto, ben studiato: un investimento economico andato a buon fine. Meglio non chiedersi con quali risorse economiche e di chi.
E gli altri Italiani, quelli che non sono andati a Roma, cosa pensano?Fa piacere sapere che ci sono cattolici con famiglia tradizionale, come il sig.Marco Santinon, che riescono a vedere le ipocrisie del Family Day e non solo (qui), gli stessi credenti che molto probabilmente rivoterebbero il divorzio ancora dopo 33 anni.
I Dico non passeranno la prova parlamentare, lo avevamo preventivato: è troppo presto per un Paese i cui politici, seminullità, sanno di dover dipendere dai voti spostati dalla potentissima gerarchia vaticana per governare, non potendo contare come altrove su se stessi e sulla forza delle idee (che non ci sono). Non si ferma però l'evoluzione della famiglia, istituzione sociale e non naturale,fondata su norme culturali e sociali che cambiano nei secoli, come ha spiegato la sociologa Chiara Saraceno agli studenti dell’Università Bicocca di Milano venerdì scorso (Che cos'è la famiglia?).
Pazienza, occorre saper aspettare: Ratzi e i suoi accoliti non potranno fermare il processo evolutivo. Se dalle vostre parti la giornata lo consente, godetevi il sole, l'amore e l'amicizia: sicuramente arriveranno tempi migliori.

sabato, maggio 12, 2007

La rivoluzione dell’amore civile


Mentre in piazza S.Giovanni i guelfi, tra cui i ministri Mastella e Fioroni, difendono inferociti la famiglia tradizionale, escludendo con arroganza ogni altra possibilità d'amore, in p.za Navona comincia il Coraggio laico che per due giorni sosterrà l'orgoglio dei DICO. A mezzanotte il concerto e domani, nella sala conferenze di Piazza Montecitorio, convegno su «Il mito della famiglia naturale, la rivoluzione dell’amore civile».

Ben organizzata, come previsto, la manifestazione fortemente voluta dalla CEI, con centinaia di migliaia di partecipanti e una sfilata di politici decisi a farsi notare per fare incetta di voti dei cattolici non pensanti al prossimo turno elettorale. Il cavaliere mascherato , con la scusa della vignetta di Vauro (foto)pubblicata su Il manifesto, ha trovato il modo per aggirare l'handicap del suo divorzio e partecipare, festosamente acclamato, al più importante meeting elettorale dell'anno.

Non facciamoci impressionare dai numeri e dalle urla: 33 anni fa gli Italiani hanno scelto nel segreto delle urne il divorzio, contro ogni attesa curiale, dando il primo vero colpo mortale al modello di famiglia tradizionale. Da allora la situazione non è più la stessa, anche se la macchina mediatica tenta l'ultima disperata difesa di ciò che ormai non è più un'esclusiva: famiglia oggi è ogni nucleo d'amore, libero e responsabile .

venerdì, maggio 11, 2007

Non dimenticate la candela!


Stasera la Notte delle famiglie, Families Night (vedi qui): alle ore 21,30, accendiamo una candela alla finestra delle nostre case per chiedere il riconoscimento dei diritti già acquisiti nella stragrande maggioranza dei Paesi europei, nel rispetto soprattutto del sentimento che caratterizza tutte le unioni: l’amore.

Domani andrà in scena la manifestazione voluta dalla CEI e dal Vaticano, con grandi numeri di piazza e migliaia di euro "investiti" per mantenere lo Stato italiano assogettato alla grande e potente Istituzione cattolica.
Non ci è chiesto un grande impegno, solo un segno, una candela o un lumino, per rischiarare il buio dell'ignoranza e della divisione in cui altri uomini vorrebbero mantenere il Paese.
Illuminiamo la notte!

giovedì, maggio 10, 2007

Meglio uno slogan o un atto d'amore?


Su segnalazione di Koel (grazie!), ecco un interessante articolo di B.Severgnini apparso oggi:
Si avvicina il Family Day, aumentano adesioni, dubbi e discussioni. Chi è favorevole e partirà per Roma usa quest'argomento (copio e incollo dall'email di un lettore): "E' in discussione uno dei valori-cardine della costruzione sociale, la famiglia, ed è giunto il momento di schierarsi. Solo nella famiglia tradizionale, costituita da un uomo e una donna che insieme, complementariamente, crescono e lavorano, possono crescere e formarsi uomini e donne equilibrati, pronti ad affrontare le sfide della vita". D'accordo: la famiglia resta il cemento della società italiana. Ma siamo sicuri che, per difenderla, serva organizzare un'altra manifestazione di piazza? Sembra quasi di sminuirne l'importanza. In piazza vanno tifosi in festa, contestatori delusi, minoranze oscurate, referendari in cerca di firme per cambiare la legge elettorale (hanno ragione: firmiamo!). Siamo certi che il futuro della famiglia italiana vada messo sullo stesso piano? Capisco le inquietudini della Chiesa, davanti a una società che confonde l'eternità con un lungo fine settimana, e si concentra sui piccoli piaceri, dimenticando i grandi progetti. Eppure le cose - per quanto riguarda la famiglia - vanno meglio che altrove: i matrimoni religiosi diminuiscono, ma restano la norma e la tradizione (non è una parolaccia, è una bella cosa). Le coppie di fatto in Italia sono 550.000, contro 2,5 milioni in Francia (fonti: Eurispes, Eurostat). Il 94% dei quindicenni - dato importante - cenano ancora in famiglia, contro il 66% dell'Inghilterra (fonte: Unicef, 2007). Non tutto è perduto, se non vogliamo perderlo. Perché il Family Day non mi convince? Forse è quell'improvvido nome inglese, che sa d'imitazione e di periferia, a rendermi sospettoso? Non credo: ormai siamo abituati a queste pigrizie linguistiche. Il problema è un altro, ed è più serio. Il Family Day non mi convince perché mi pare poco caritatevole. Non discuto le intenzioni dei manifestanti: ma andare in piazza sventolando la propria stabilità familiare mi sembra quasi arrogante. Una famiglia unita e felice non è solo un'esca a disposizione dei pubblicitari: è davvero il sogno di quasi tutti. E' un merito, ma è anche una fortuna. Non sempre chi non ce l'ha fatta ha colpe. Solitudine, fallimenti e separazioni sono spesso incidenti, qualche volta errori. Siamo certi che il Family Day non diventi involontariamente crudele verso chi è stato meno fortunato? Qualcuno dirà: ma le convivenze sono scelte precise! Altri aggiungeranno: chi decide di non sposarsi è un egoista, e non pensa ai figli. Qui dovremmo riaprire il discorso sui Dico, e non lo faremo. Diciamo invece questo: se la famiglia tradizionale è l'obiettivo, rendiamola attraente. Non serve demolire le alternative; bisogna lucidare il prodotto originale. Serve, una manifestazione di piazza dal nome inglese per difendere la famiglia italiana? Ripeto: ho qualche dubbio. Esistono altri modi, meno appariscenti e più efficaci. Nel Duomo di Crema, che mi guarda dalla piazza mentre scrivo, il parroco ha preso l'abitudine di battezzare durante la messa domenicale. Doveste vedere com'è attenta, la gente; come ascolta, come si commuove, come resta volentieri più a lungo. Quei bimbi che s'affacciano sull'altare, nella chiesa dove da sette secoli passa la vita della città, sono una bella, commovente e onesta promozione della famiglia tradizionale, e della fede e della tradizione che ci stanno dietro. Un atto d'amore o uno slogan su un cartello? Per quanto mi riguarda, ho già scelto.

Dal Corriere della Sera di giovedì 10 maggio 2007 (qui)

mercoledì, maggio 09, 2007

Relax


Certe volte in casa Troppia, scoppiano burrasche a ciel sereno, non annunciate da nuvolaglie premonitrici. Così, di botto. Come ierisera che tutti e tre aspettavamo con impazienza, perchè era la serata dedicata esclusivamente a noi e al nostro relax. Infatti, allungati sul divano con pochi vestiti addosso (ehm, senza vestiti,per la verità), complice la serata calda, ci siamo gustati per la 3 o 4 volta "Insieme per caso" con K.Bates e R.Everett (che piace tanto a En), ridendo, coccolandoci, godendo della vicinanza fisica mai bastante. Era bello concentrarsi sul film per evitare di iniziare subito i giochi dell'amore. Beh, non era facilissimo, ma certo tremendamente eccitante. Naturalmente c'è un limite alla durata dell'esercizio che raramente coincide con la conclusione della pellicola. Come ierisera appunto: siamo arrivati a sfiorare la vittoria, cedendo giusto poco prima della fine, quando mancavano solo tre minuti. Tranquilli, come già scritto, il film era ben noto. Poi è stato il tempo dell'amore, bello ed appassionante come sempre, con in più un mio personalissimo omaggio a En per festeggiare il suo ennesimo successo lavorativo. Ovviamente ne ha approfittato anche Dan, che quando c'è qualcosa di nuovo da sperimentare non si lascia sfuggire l'occasione. In questo campo almeno. Gli potranno sfuggire le novità letterarie degli ultimi 10 anni, ma non la minima variante nel campo a lui congeniale (il sesso).
Poi, come anticipato, tutto d'un botto fulmini a ciel sereno. Stavolta è stato En, proprio lui, il sempre troppo accondiscendente, paziente, innamoratissimo En a lanciare strali a destra e a manca, lasciando Dan e Me, del tutto impreparati, a bocc'aperta come dei pirla. E tutti ce ne siamo andati a letto nervosi ed incazzati. Tranne En, che nel giro di pochi minuti era già pentito della tempesta provocata senza ragione o quasi. Credo abbia pagato trascorrendo una notte quasi insonne.
Stamattina però era già un altro giorno, il sole è tornato a splendere, così come la vita di troppia che spesso necessita di equilibrismi e salti fiduciosi nel vuoto. Tanto là sotto ci sono sempre 4 forti braccia ad accogliere il novio spericolato.

martedì, maggio 08, 2007

Aiuto, sto diventando razzista!


Interessante dibattito aperto da La Repubblica con la pubblicazione in prima pagina della lettera di un cittadino di sinistra che chiede aiuto, perchè la vita di tutti i giorni lo sta trasformando in un razzista, nonostante i forti valori che hanno da sempre ispirato le sue scelte. Risponde il sindaco di Roma, Veltroni, riproponendo la legalità come diritto di tutti e perciò la fermezza, quando immigrati o connazionali violano la legge. Augias, nella risposta, sostiene che la vittoria di Nicolas Sarkozy in Francia è dovuta anche al suo modo duro di affrontare, prima da ministro dell'Interno e poi durante la campagna elettorale, il tema dell'immigrazione. Un segnale dunque del cambiamento della gente.
Il problema è serio perchè "sta crescendo ogni giorno di più l'intolleranza, sta montando l'odio per lo straniero e nessuno fa nulla per spegnere queste pericolosissime braci" e urgente: "Soprattutto oggi, perché ogni persona che abbia occhi per vedere e orecchie per sentire percepisce che effettivamente, nella nostra società, le braci dell'insicurezza e della diffidenza verso gli stranieri rischiano di trasformarsi in un incendio di intolleranza e poi di odio, di chiusura e poi di esclusione".

Violenza, disprezzo della legalità, impunità di ogni tipo sono all'ordine del giorno in questa società malata, non solo italiana. Negli U.S.A. ennesimo fatto di sangue che vede protagonisti i giovani: uno studente ha sparato contro alcuni compagni di appartamento nel campus della California State University, a Fresno (qui). E' solo l'ultimo dei tanti episodi di cronaca nera.
Noi stessi stiamo cambiando, qualcosa si fa strada nella nostra testa e ci fa paura perchè contraddice i valori in cui siamo cresciuti e in cui abbiamo sempre creduto: Fratellanza, Rispetto, Giustizia, Pace, etc.Ci si aspetterebbe un sostegno, una parola chiara e forte dalle religioni, quelle cristiane in particolare, ma in Italia la gerarchia cattolica è troppo occupata a difendere la famiglia tradizionale e non si accorge che la società fa acqua da tutte le parti, perchè sta crollando il sistema economico su cui aveva puntato tutto.Non è la prima volta che il cristianesimo sbaglia priorità e tempi: J.Maritain, il filosofo convertitosi al cattolicesimo, sosteneva che le teorie marxiane sono state l'ultima grande eresia, prodotta, come le altre, dall'assenza delle Chiese dalla realtà sociale.
Sta crollando la casa, i segnali ci sono tutti, principi di incendio compresi, ma non è tardi per tentare qualcosa: siamo pieni di risorse, abbiamo intelligenza e fantasia. Basta usarle.

lunedì, maggio 07, 2007

SEI GRANDE!



Nulla di certo, solo ottime prospettive in cui credere..
E' stato raggiunto un altro traguardo nella nostra storia: MoEn continua la sua scalata nel duro mondo del lavoro! Un riconoscimento non indifferente di questi tempi.
Tempestiva quanto inaspettata la telefonata che ha ricevuto il nostro amore a metà pomeriggio dopo un pic-nic nei giardini legnanesi con me(dan).
Alle 17 si è presentato dai grandi capi che gli hanno dato la notizia di uno spostamento con conseguente "aumento" di grado.
Io e MoSer abbiamo atteso con trepidazione l'esito del colloquio. Alle 18 la grande notizia!
More sono orgogliosissimo di te! Vivo questo momento come un grande traguardo raggiunto da una persona speciale quale sei! Sono felicissimo di vivere questo momento in cui non so ancora bene come si svolge e quali sono le procedure.. So per certo che la nostra procedura privata si svolgera con bridisi e festa! Uff sono ancora emozionato!
Sei grande more!
Tatmo!
Dan

domenica, maggio 06, 2007

Inventare la vita


Domenica tranquilla, dopo una settimana "impegnata" nonostante la festività infrasettimanale. Siamo comunque riusciti a trascorrere una serata tra amici che non vedevamo da un po' (venerdì) e stasera ci ritroveremo con altri a cena a casa di Lucy, amico di vecchissima data.

Tanta tranquillità (si fa per dire, Dan e il lupetto alla playstation schiamazzano in continuazione), chissà per quale motivo, mi martella in testa il tema della coppia, la sua storia nei secoli fino a costituire il nucleo familiare, oggi disperatamente difeso da alcuni, specie dalla gerarchia cattolica (ma non solo), costituita da uomini che mai hanno sperimentato e vissuto in prima persona l'amore coniugale. Forse nemmeno l'amore di cui parlano tanto. Non è un caso che il priore di Barbiana, il grande Lorenzo Milani, era solito ripetere ai suoi ragazzi di "non amare come i preti e le puttane", che lo sanno fare solo a chiacchiere, passando da un fedele (o cliente) all'altro, senza mai un reale coinvolgimento affettivo. Ma non è necessario essere sposati per parlare di coppia, lo so bene.

Quello che mi lascia perplesso è che nessuno dice mai che la famiglia, così come è arrivata a noi, è frutto di una evoluzione continua, in cui certamente il cristianesimo ha dato un significativo contributo che gli va riconosciuto. La coppia monogamica è frutto di un lungo processo culturale. L'amore all'interno della coppia, che costituisce il cosiddetto nucleo familiare oggetto di tanta attenzione e sollecitudine, è addirittura relativamente recente. Fino ad una cinquantina di anni fa i matrimoni erano decisi dalle famiglie di origine, ci si sposava persino per procura in certi casi. E l'amore poteva anche non venire col tempo, forse una rassegnata abitudine alla convivenza dovuta anche alla presenza dei figli, nel migliore dei casi. Soltanto successivamente si è arrivati alle coppie liberamente costituite, fondate sull'amore. Ma la famiglia non ha smesso di evolversi. Con l'introduzione del divorzio, anche in Italia il modello cui oggi si vuole restare forzatamente ancorati ha subito un'accelerazione ed oggi non è più l'unico. Tutti lo sappiamo perchè viviamo in questa società. La situazione sta cambiando velocemente.

Cambierà anche per i gay, ma non solo per l'introduzione, prima o poi, di un riconoscimento inevitabile da parte degli Stati. La coppia gay, che in assenza di modelli di riferimento si è sempre ispirata all'unico modello conosciuto, cioè quello etero dei propri genitori, dovrà coraggiosamente cercare proprie strade, riconoscendo che è altra rispetto alla non più tradizionale uomo-donna. E' possibile la coppia omo, noi stessi l'abbiamo vissuta per 19 anni, ma da subito En ed io, abbiamo capito che per "durare"non avremmo dovuto scimmiottare quella etero, perchè le difficoltà e le esigenze erano diverse e chiedevano perciò soluzioni nuove, nel rispetto di noi stessi e del nostro stesso amore.
Soprattutto ora che il popolo gay è uscito dalla clandestinità e che socialmente comincia a chiedere ed ottenere spazio, occorre studiare nuovi modelli. Mi piacerebbe aprire una discussione sull'argomento.

Noi, novios, abbiamo imboccato una nuova strada che elimina molti dei problemi che spesso sono all'origine dei fallimenti, ma che soprattutto ci appaga completamente. Sarà la strada giusta? Da più di un anno e mezzo stiamo sperimentando la troppia, non facile ma straordinaria. Quello che ci manca è non trovare realtà simili con cui confrontarci: dobbiamo costruirci il nostro modello da soli, sbagliando e riprovando continuamente. E' sicuramente eccitante trovarsi ad inventare exnovo la vita, anche quella di tutti i giorni, ma sarebbe rassicurante e renderebbe più spedito il cammino scoprire che altri prima di noi si sono abbandonati a questa meravigliosa realtà.
Nella foto, cipresso e bambù troppiani agitati dal vento levatosi ora.

sabato, maggio 05, 2007

Forza,Ségolène!


Domani secondo turno delle elezioni presidenziali francesi. 44 milioni e 500mila francesi, in patria e all'estero, sono chiamati a votare per il sesto presidente della Quinta Repubblica (dopo Charles de Gaulle, Georges Pompidou, Valery Giscard d'Estaing, Francois Mitterrand e Jacques Chirac).

Ci riguarda da vicino questa elezione, perchè il risultato non potrà non influenzare noi ed il resto dell'Europa in un momento che non è certo dei migliori: tirano brutti venti qua e là.

Tifiamo per la bella e brava Ségolène Royal che però i sondaggi non danno favorita rispetto all'ex ministro Nicolas Sarkozy, uomo duro della destra. Speriamo prevarrà il buon senso, superando le ultime brutte esperienze di potere socialista. «Essere socialista vuol dire avere sempre la rivolta nel cuore e portare la garanzia permanente del rifiuto delle disuguaglianze».
Incrociamo le dita!

venerdì, maggio 04, 2007

Primavera bagnata




Ehi, qui da noi piove da tre giorni. Una bella pioggia, in certi momenti a secchiate, ma ci voleva. Piove su tutti, buoni e cattivi, biblicamente. Piove anche ad Arcore, che non è molto distante da qui. L'annuncio dell'intenzione di arrivare ad una legge sul conflitto d'interessi che comunque "sarà anche più blanda rispetto alle altre democrazie, nonostante il blind trust ",come ha precisato lo stesso Prodi (potevamo aspettarci qualcosa di coraggioso, deciso e che rompesse col passato?), ha sconvolto il cavaliere che però è a Trapani. Quindi questa è acqua vera, pulita (nel limite), non sono lacrime di disperazione. Piove su Vaccarella che non ritira le dimissioni per la presunta ingerenza di alcuni ministri negli affari della Corte costituzionale di cui era membro, trovando le dichiarazioni del premier in difesa dell'indipendenza della stessa"generiche e rituali". Generiche e rituali sono le giustificazioni che sempre Prodi, il suo Governo e tutti i parlamentari (che dovrebbero rappresentarci) usano solitamente per "giustificare" le continue interferenze del Vaticano nelle questioni italiane. Nessuno però si dimette per salvaguardare l'indipendenza dello Stato. Forse ha ragione Grillo: "Montecitorio è una sede distaccata della Segreteria di Stato del Vaticano?Ritorniamo al Papa Re, a una sana teocrazia. Le cose funzioneranno meglio in Italia.".


Un timido, deferente tentativo di moderare l'Oltretevere per la verità c'è stato: la "cosa rossa", gruppo di parlamentari exdiessini, verdi e rifondaroli, ha scritto una bella lettera dicendo che "Non è un paese normale quello in cui diventa un attentato esprimere un'opinione o fare una battuta sulle scelte compiute dalle gerarchie ecclesiastiche. Le minacce e il terrorismo sono una cosa troppo seria per confonderle con le parole, sgradite o irriverenti che siano. Torniamo alla Costituzione che tutela la libertà di espressione. E teniamo tutti i nervi a posto".Qualcuno si è mosso. Nonostante la pioggia.
E' primavera, la stagione appunto delle piogge, ma anche dell'amore. Col primo raggio di sole la natura esploderà regalandoci fiori e profumi che aumentaranno il già forte desiderio. Maledetta primavera a tutti!
"Voglia di stringersi e poi...
Che resta di un sogno erotico se
al risveglio è diventato un poeta
se a mani vuote di voi
non so più fare
come se non fosse amore
se per errore
chiudo gli occhi e penso a voi.
Che importa se
per innamorarsi basta un'ora
che fretta c'era
maledetta primavera".

mercoledì, maggio 02, 2007

Terroristi!



"È terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. È terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell'amore, l'amore per la vita e l'amore per l'uomo. È vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile." (L'Osservatore Romano).
Ecco le frasi incriminate pronunciate dal neoterrorista Andrea Rivera:
"Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la chiesa non si è mai evoluta"(...) "Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E' giusto così assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sla, ma c'erano due ladroni". (La Repubblica).
Che dire? Occorre un commento? Esattamente come il cavaliere mascherato e altri prima (e dopo) di lui: quando non ci sono ragioni da opporre si ricorre alla tesi del complotto o, più violentemente, a quella del terrorismo. Forse anche per tentare di passare in secondo piano (o per rincarare?)l'ondata omofobica che ha preso il via proprio da affermazioni ecclesiastiche. E quel demente che ha inviato il messaggio proiettilato al presidente Bagnasco da che parte sta? Poi magari si scopre che è una pensata della locale cellula (raggio, forse, boh, perchè usano linguaggi strani?) ciellina "per alimentare il dialogo". In tal caso non lo sapremo mai. A noi tocca solo assistere a queste sceneggiate in religioso silenzio.
In Italia però crescono le "famiglie diverse": qui i risultati dell''Indagine conoscitiva approvata dalla Commissione Affari Sociali della Camera.

martedì, maggio 01, 2007

Luce

"E' per questo che voglio annunciare che il Colosseo, che già accende le sue luci ogni qual volta una condanna a morte, nel mondo, viene annullata, da quest'anno si illuminerà in occasione di ogni primo maggio per ricordare a tutti le vittime degli incidenti sul lavoro. In questo modo il monumento simbolo universale di Roma sarà testimone dell'impegno per il diritto ad un lavoro sicuro e dignitoso, il diritto ad un'esistenza libera e piena, il diritto ad una vita degna di questo nome."

1 Maggio


Buon festa a tutti! Purtroppo il diritto al lavoro rimane ancora un punto d'arrivo per molti, così come la sicurezza sul lavoro, troppe le "morti bianche".

Proponiamo per chi l'avesse persa, l'intervista integrale ad Alex Zanotelli su Rai3 (qui): è un momento speciale, pochi minuti che lasciano il segno.
Ancora buon 1 Maggio a tutti!