venerdì, aprile 10, 2009

Venerdì di passione




E' il venerdì santo per quasi tutti i cristiani (otodossi esclusi), il momento più drammatico nell'economia della salvezza: la morte di Dio. Per secoli, dopo quella fine cruenta, è passata l'idea, già del resto intuita, che è necessario soffrire per arrivare alla felicità, anzi più si soffre più quella è certa. La vita, quella terrena, ridotta ad un'espiazione continua in vista dell'eternità futura, spesa a piangere la colpa del peccato inevitabile, umano. Il dolore quale passaggio obbligato ha influenzato anche il pensiero più riluttante a confrontarsi con la fede, accettato e condiviso in una pedagogia dell'esistenza tramandata di generazione in generazione. Auschwitz, simbolo del dolore assolutamente innocente e gratuito , ha cambiato le carte in tavola, riproponendo un'interpretazione diversa, più favorevole all'uomo, dello stesso concetto di Dio e perciò dell'esistenza umana, non più da espiare, ma al contrario da vivere nel migliore dei modi senza fuorvianti complessi di colpa. Il limite appartiene alla natura e dunque allo stesso uomo, protagonista e non comparsa della sua vita. Il Dio che muore in questo venerdì santo 2009, che è di lutto per il Paese, sembra essere il Dio che condivide sì con le sue creature il peso opprimente del limite, ma nello stesso tempo lo sollecita a non perdersi d'animo compiangendosi. Dopo i giorni del lutto diventa un imperativo rialzarsi per riprendere il controllo della storia. Il riconoscimento delle responsabilità personali e sociali è il punto di partenza di ogni ricostruzione sensata, perchè la storia serva da lezione. Le vittime, nome per nome, ci inchiodano alla croce del limite, ma ci costringono anche a cercare nuove strade che offrano garanzie fondate per tutti. Se ha senso nominare la Speranza in questi giorni dipende solo da noi, dal significato che le attribuiremo come singoli e come popolo. Il Dio crocifisso resta lì a testimoniare una straordinaria possibilità di resurrezione.

6 commenti:

MELCHISEDEC ha detto...

Forse si è acquistato un senso più profondo del ruolo del dolore; casi della storia, coincidenze di calendario, sta che oggi è una giornata di riflessione, anche di lutto, ma con molta forza nel cuore. Un dolore vivo, non sterile o peggio patetico.

varesex ha detto...

Che tristezza tutta questa storia. I poveretti abruzzesi ne avrebbero anche fatto a meno di andare in paradiso in questo momento. Talvolta viene il dubbio se il Salvatore non fosse un Salvatore perchè non si trova un senso a tutto quello che sta succedendo. Un bacio ragazzi. Ho postato il nome di una buona pasticceria dove prenderò i dolci quando verrete da noi a cena. Baci

varesex ha detto...

Buonanotte boys

Stultifer ha detto...

Sábado de gloria

varesex ha detto...

Ciao caro/i ho postato nel pomeriggio di ieri ...probabilmente non ci hai fatto caso. Che importa? Mi fa piacere che passi e mi lasci il tuo/vostro salutino. Che farete in questi giorni? Nel pomeriggil mi tocca stirare una montagna di roba. Baci e a dopo

varesex ha detto...

Vi avevo risposto sul mio blog ma ho trovato anche una comunicazione in messaggeria. Ok grazie per il numero di telefono. Sono un po timido al primo impatto ma poi conoscendoci, tutto cambia. Grazie