venerdì, maggio 07, 2010

Risvegli

Fa un po' senso l'immagine qua sopra ,eh? Eppure non ho resistito a piazzarla appena scoperta sul web.Il topone, o pantegana che sia, fa parte dell'immaginario orrorifico di molti di noi. Addormentarsi avvolti dal calore di due compa fighi come i miei e svegliarsi nel cuore della notte con un codone glabro ricoperto da una leggera peluria color fogna attorcigliato tra le gambe, è sicuramente un incubo da esorcizzare.
Il risveglio di Bertolaso è comunque peggiore: lui sognava l'archiviazione dell'inchiesta che lo riguarda ed invece...
Come dire che ognuno ha le sue paure e non sempre sono provocate da una coscienza sporca come nel caso  del responsabile della Protezione Civile. Con le paure ci abituiamo a convivere fin dalla nascita. Il ribrezzo invece è forse più difficile da controllare e persino camuffare. Ognuno si arrangia come può.
Il ritorno del freddo aiuta sicuramente ad apprezzare una bella pelliccia, ma forse prevale l'istintiva ripugnanza sul bisogno di scaldarsi.Chi può dirlo? In circostanze straordinarie è possibile sconvolgere persino quelle che si considerano da sempre le proprie  fisse. I racconti dei nostri vecchi sulla fame patita nell'ultimo conflitto stanno lì a testimoniarlo.Qualcuna delle nostre manie, piccole o grandi, può essere superata senza attendere la necessità o la disperazione:   basta un po' di buona volontà per guardare al ratto con occhi diversi.
Per farmi perdonare lo scherzo iniziale posto anche una foto che spero riconcilii tutti con la natura che sa essere molto generosa. In tutti i sensi.

3 commenti:

Majin79 ha detto...

Obbiettivamente le pantegane sono fra i pochi animali, insieme agli scarafaggi e ai ragni, che proprio non riesco a sopportare... non è una paura ma è un cordiale e credo reciproco schifo...
Fortunatamente convivo con un gatto :P

IceHeart Princess ha detto...

Ecco ora mi farai fare incubi conditi di pantegane! Speriamo che poi arrivi il ragazzo della seconda foto a cacciarle via :P
Penso che in una situazione di crisi la mia generazione non saprebbe far fronte all'emergenza come seppero fare i nostri nonni. Piuttosto che mangiare gatti(o peggio topi) a quel punto tornerei nella città di origine, alla terra dei miei antenati. Come dice sempre mio nonno i cafoni(così chiamavano i contadini) non muoiono mai di fame.

aliaszero ha detto...

Anche io avevo trovato la stess foto sul web ma non me la sono sentita di postarla...mi faceva un pò schifo. :-) Sono meno coraggioso di voi! :-P Tre bacioni.