domenica, febbraio 28, 2010

Parles plus bas (0)


Parle plus bas/Car on pourrait bien nous entendre/Le monde n'est pas prêt pour tes paroles/ tendres/Le monde n'est pas prêt pour nous/Il dirait tout simplement que nous sommes fous/
Parle plus bas mais parle encore/De l'amour fou de l'amour fort/Parle plus bas/Car on pourrait/ bien nous surprendre/Tu sais très bien/Qu'il ne voudrait jamais comprendre/ Que dans nos cœurs moi, j'ai trouvé/Ce que le monde refusait de nous/
Parle plus bas mais parle encore/De l'amour fou de l'amour fort/Parle plus bas/Car on pourrait bien nous/ entendre/Tu sais très bien que nous ne pouvions rien attendre/De ceux qui ont fait des chansons/Sans un "je t'aime" où l'amour rime avec raison.

Parlo più piano, come si conviene di fronte a qualcosa di troppo grande che va ben oltre la ragione, molto più grande di noi al punto da riuscire a sorprenderci sempre, come fosse la prima volta.
"Parla più piano ,ma parla ancora dell'amore pazzo, dell'amore forte!".
Non è Beautiful, è solo la nostra storia, a volte così normale, tranquilla, pacata da sembrare noiosa e sempre uguale, altre invece così esplosiva, violenta (non letteralmente) , dubbia e problematica da arrivare al limite, oltre il quale sembra non esserci più futuro.
Poi... poi, come recita quello che pare un bollettino medico (il secondo post di ieri ) si intravvede uno spiraglio, piccolo e stretto, da cui filtra una flebilissima luce. E' sufficiente, perchè in men che non si dica (o quasi), si trasformi in una finestra spalancata al sole dell'estate, dove l'amore torna a scorrere prepotente con la voglia di vivere insieme più forte che mai. Non senza sofferenza, perchè mettersi in discussione è sempre duro, comporta il riconoscimento degli errori e la volontà reale di superarli. E' una scuola di umiltà che giova al singolo e alla troppia.Ogni volta, perchè la relazione comporta inevitabilmente il continuo riassetto degli equilibri mai statici e definitivi.In gioco non ci sono mai state banali storie di corna, ma scontri tra persone con caratteri forti e troppo simili, anche nell'orgoglio. E' facile prendere fuoco, specie se l'attrazione è così formidabile da non concedere pause nemmeno nella lotta.
Tra le righe (anche nei soli titoli) i post degli ultimi tempi lasciavano percepire il montarsi della bufera,il blog però stava arrivando al capolinea: nato per raccontare la storia di una troppia, dopo 5 anni si è esaurito , non potendo restare ancora sulla piazza con la stessa finalità. Come sempre Dinodoc vede lontano, intuendo (v. commento post precedente) che non può più essere (necessariamente) espressione dei nostri sentimenti. Ormai non dobbiamo più affermare con la nostra esperienza la possibilità meravigliosa di un amore diverso da quello tradizionale, perchè 5 anni sono lì a dimostrarlo. Tutto, emozioni, sensazioni, palpitazioni, è elevato al cubo, perciò le parole non basterebbero comunque mai a raccontare completamente.
Vedremo come continuare la nostra presenza. Intanto grazie a tutti, continueremo a vederci a casa vostra, sui vostri blog. Naturalmente, se passate di qui (Como), venite a trovarci. Basta una e-mail.
A presto! ser (anche per En & Dan)

sabato, febbraio 27, 2010

Ancora (-1)




Rieccomi dopo solo poche ore. Non so spiegarvi come, ma quello spiraglio di luce che mai si è spento continuerà ad illuminare il nostro cammino insieme. Grazie a tutti per l'affetto. (En)

Ciao! (-2)



Ci siamo. La pagina più triste è pronta per essere scritta. Le parole sono confuse nella mia testa e sembra quasi che le mie mani vogliano digitare altre lettere, altre parole, quelle che ho nel cuore.
Lo sapevo che finiva così. Per me è la prima volta. Mi sembra di dover lasciare in sospeso l'amore che è ancora vivo e forte, ma da solo non basto. Sono volati questi cinque anni e questa dichiarazione rende l'idea di quanto siano stati belli. Io vorrei ancora ma non posso insistere, forzare la mano porterebbe a qualche giorno in più, e poi. Sono proprio le basi che si sono sgretolate. Quelle basi che hanno richiesto fatica e tanta condivisione. Quelle basi che ora richiedevano un salto che non ci siamo sentiti di fare. Quel salto sarebbe stato possibile solo se capaci di mettersi davvero uno nelle mani dell'altro. Ovviamente in base alle proprie possibilità e con l'acquisizione serena di nuove responsabilità. Paura, insicurezza e stanchezza hanno fatto il resto e i miei Novi hanno scelto un'altra strada. Nuove consapevolezze rendono forti per affrontare la battaglia contro la disperazione. Ma così è. Si sente proprio un male fisico. Si soffre. Stiamo soffrendo. Lo so che passerà ma adesso ho solo il bisogno di soffrire da solo. Chiedo scusa agli amici che oltre a leggere il blog hanno contatti diretti con me. Arriverò io a voi quando sarò pronto. Approfitto per lanciare un appello affinchè Ser non chiuda il blog. Deve continuare, modificandolo giorno dopo giorno rendendolo sempre più vicino alle sue emozioni. Chiudere il blog non aiuta a rimarginare le ferite e forse il dolore del ricordo diventerà nuova gioia.
Grazie a tutti.
(En)

venerdì, febbraio 26, 2010

Ora basta! (-3)


In questi giorni fatico a passare di casa in casa a leggere i blog amici:perdonatemi. Sono giornate impegnative, quasi convulse, non per un eccezionale aumento di attività , quanto per la necessità di affrontare una serie di problematiche che chiedono urgente soluzione. E' anche il motivo per cui i post vengono scritti di getto la notte, a scapito della lucidità, volendo comunque godere fino in fondo dello spazio che sta per scadere.
Con la pioggia battente sul lucernaio che sembra partecipare alla tristezza del momento, sento la necessità/dovere di riproporre il messaggio che Roberto Saviano lancia a noi, Italiani ,dopo l'ennesimo, gigantesco scandalo che pesa ( o dovrebbe pesare) sul Paese.In questo gravissimo momento non ho altre parole che le sue per ribadire che non possiamo far finta di nulla anche in questa occasione.

Ribellarsi allo scandalo
I giudici dicono che la 'ndrangheta è entrata in Parlamento. E' un'affermazione terribile: proviamo a fermarci un momento e cerchiamo di capire cosa vuol dire. Significa che il potere mafioso ha messo piede direttamente nel luogo più importante, delicato dello Stato: quello dove il popolo si fa sovrano, dove la democrazia si realizza. E' questa la vera emergenza di cui dovremmo discutere. E' come un terremoto, una valanga, solo che la colpa non è del fato: non è stata una calamità.

Sapevamo tutto. La criminalità organizzata prima crea zone dove il diritto non entra, poi si espande, pervade l'economia, si appropria del Paese, e infine entra lei stessa nello Stato. Ci sono anni di inchieste, prove raccolte, fiumi di denaro che testimoniano l'immenso potere delle mafie d'Italia. Prima le cosche siciliane, poi le calabresi e campane hanno tolto al sud ogni possibilità di sviluppo e avvelenano l'intera economia. Ma la vera emergenza non è questa. L'emergenza è che tutto questo passi come l'ennesimo scandalo silenzioso, al quale siamo rassegnati. L'emergenza è che tutto ciò non faccia sentire nel cuore, nello stomaco, nella mente di ogni italiano (qualsiasi sia il suo credo e la sua posizione politica) un'indignazione che lo porti a ribellarsi, a dire: "Ora basta". (R.Saviano)

Se non sentiamo "nel cuore, nello stomaco, nella mente quell'indignazione", vuol dire che qualcosa si è ammalato definitivamente dentro di noi. E forse non c'è più possibilità di cura. E' triste, ma è la verità.

giovedì, febbraio 25, 2010

Oltre il limite. Forse. (-4)

C'era nella saggezza di un tempo il costante riferimento al limite, ad un confine (cum -finis) che, senza scomodare il concetto polisemantico della psicologia clinica, delimitava un territorio, uno spazio circoscritto entro il quale agire e muoversi liberamente e a proprio agio. Era la visione realistica di se stessi e delle proprie possibilità ad imporre dei limiti, oltre i quali non avventurarsi per non osare il fallimento. Lo sviluppo velocissimo della scienza e più ancora della tecnica sembra aver imposto anche all'uomo, per chissà quale associazione o sudditanza, l'esigenza di spingersi oltre i propri naturali confini, ben oltre gli stessi limiti del buon senso. Contribuisce forse il delirio di onnipotenza che si è diffuso straordinariamente forse a coprire quel vuoto che inerzia ed immobilità potrebbero manifestare quale inadeguatezza e persino impotenza di fronte alle stesse creature che ormai vivono di vita autonoma ed indipendente, proiettate come sono al continuo inarrestabile superamento di se stesse.Non riesco a spiegare in altro modo il diffondersi ,a tutti i livelli, della rottura degli argini che fanno sconfinare le persone oltre i limiti stessi della decenza, che solo poco tempo fa avrebbe frenato per vergogna i più.


Avviene in tutti i campi, quello pubblico, come quello del privato quotidiano. Un aristocratico la cui storia familiare ha pesato negativamente sulla nostra storia passata (e anche recente) può presentarsi , come se nulla fosse stato,sul palcoscenico più popolare d'Italia per esibire sfrontatamente sentimenti patriottici sconosciuti all'intera dinastia, così come il comune cittadino, senza alcun timore e ritegno, si permette di pontificare su argomenti la cui conoscenza è limitata alle informazioni diffuse dalle trasmissioni nazional-popolari che affollano i palinsesti televisivi.Non di rado capita di assistere a spettacoli penosi in cui si prova imbarazzo anche solo nel ruolo di testimoni passivi.Ancora peggio quando , come inevitabile, l'abitudine finisce per dare forma ad una mentalità, un modo di essere, che invade totalmente l'esistenza degli individui che smarriscono del tutto ogni senso della misura, del limite appunto entro il quale restare confinati per non incorrere in fatali figuracce e ,quel che è peggio, precludere o concludere relazioni umane anche di una certa importanza e consistenza. Meglio ripassare la saggezza antica anche se bandita ufficialmente , perchè l'umiltà resta ancora strumento straordinanio di crescita e conoscenza. Resta questa virtù sconosciuta a presidiare il limite oltre il quale è bene non spingersi, fermandosi appena prima.

mercoledì, febbraio 24, 2010

Dubbioso (-5)



Dopo Kant c'è il rischio di essere più banale del solito. Ma è, o dovrebbe essere, comprensibile. Pensare sta diventando sempre più un'impresa, perchè è più conveniente rifugiarsi in quelle che si reputano le proprie certezze categoriche. 3 o 4 non di più, chè altrimenti finiscono per affollare la mente rischiando di intralciarsi a vicenda, annullando così il benefico "effetto sicurezza" di cui abbiamo tanto bisogno. Il dubbio anzichè strumento prezioso di conoscenza è degradato a debolezza, vergogna da soffocare e, se proprio non è possibile, da celare strenuamente, perchè non trapeli all'esterno, tallone d'Achille offerto alla vista e alle orecchie altrui.
Ci si può abbandonare a qualsiasi scena in pubblico - meglio se in TV- dal pianto alla volgarità più cafona, ma mai mostrare il benchè minimo dubbio su qualsiasi argomento si stia affrontando, tantomeno su se stessi, sui propri rapporti, sulla propria vita. Lo spettacolo è sempre e solo imbandito con verità gridate che si scontrano fra loro.Mai affiorano dubbi, tentennamenti. L'ha capito persino Povia che ci ha scritto su una canzone:"Come avviene in natura per gli organismi elementari, anche la dinamica che sta alla base del funzionamento dell’ “arte” di Povia è abbastanza lineare e semplice. Nonostante il suo italiano stentato, legge i giornali e sceglie il caso che fa più presa sull’opinione pubblica: subito dopo ci scrive sopra una canzone" (Elfo).
"Sia lode al dubbio!", canta Brecht: "Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio! Quante vittime costò! Com’era difficile accorgersi che fosse così e non diverso!".
E perchè non ci siano "dubbi" sul dubbio positivo, mette in guardia da quello negativo che è solo scusa per non prendere posizione:"Che giova poter dubitare, a colui che non riesce a decidersi!".
La verità divide, è il dubbio che accomuna (o almeno potrebbe) tutti noi umani. Vale anche per la fede e il suo contrario: il credente come il non credente (se intellettualmente sani) sperimentano ogni giorno la paziente ed insieme ostinata ricerca provocata dal dubbio.
Meglio quindi non ostentare sicurezze, visto che, in ogni caso, "Di doman non c'è certezza"!
PS L'ometto della foto è lì perchè ha lo sguardo dubitante.O forse no? Boh!

martedì, febbraio 23, 2010

Innocue illusioni (-6)

"Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza."(I. Kant, Critica della ragion pratica).
Chissà se ha ancora un senso il discorso kantiano per i giovani di oggi, cresciuti alla scuola dell'utilitarismo quale unico metro di giudizio morale ?


L'immagine del cavaliere di Arcore è molto più concreta e presente, invasiva anche, e non rimanda certo ad un cielo stellato e men che meno alla legge morale interiore. Anche il più ingenuo dei suoi accoliti faticherebbe a lavorare di fantasia.
Cosa può allora affascinare tanto da porre almeno in dubbio la prassi dominante, così da guardare finalmente con occhi diversi il reale?
Non mi viene in mente altro che il medievale "Contemplata aliis tradere" : solo ciò che si è contemplato (ed assimilato) diventa esperienza travolgente da traboccare addirittura all'esterno credibilmente.
Come a dire che solo l'esperienza concreta del Bene può competere coi modelli che oggi , volenti o no, finiscono per condizionare e ispirare la vita quotidiana.
Basta forse suggerire la sperimentazione del secondo imperativo categorico (" Agisci in modo da trattare l'uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo ") per avviare una piccola rivoluzione?

lunedì, febbraio 22, 2010

Tranquilla ripresa (-7)

Continua ad occupare la scena l'italietta berlusconiana che è il trionfo dello squallore, come scrive Elfo. La protesta delle 1000 chiavi a L'Aquila, che è un po' il simbolo dello sciacallaggio diventato sistema, tenta di sfondare il muro della mala-informazione . Si va avanti così, con sbandierate dichiarazioni d'impegno in vista delle prossime elezioni, la cui credibilità però è già nulla in partenza, almeno fino a quando resterà al suo posto il primo dei personaggi compromessi.

Domenica tranquilla ieri, anche un po' sottotono a dirla tutta, per i novi reduci dalla "notte in vita". Solo nel tardo pomeriggio hanno dato qualche segno di vitalità provando qualche balletto delle sorelle Marinetti con Lupetto, il migliore in assoluto nella perfomance.


Miss Piggot (lupetta) è rimasta in disparte temendo che i 3, ancora grossolani ed approssimativi nei movimenti, potessero compromettere la nuova mise realizzata venerdì scorso dal suo parrucchiere spagnolo, il magico Fernando.
2 ore e mezza di stripping ha dovuto subire la povera canina! Il risultato ha comunque compensato tanta sofferenza ed ora sfoggia orgogliosa il bellissimo e lucidissimo pelo. Il guaio è che richiederebbe attenzioni quotidiane, ma lei per prima è insofferente e poco disponibile alla spazzola.
Comincia così l'ultima, faticosa settimana di febbraio. E' il momento di tirare fuori tutte le riserve avanzate, perchè "se l'è brutt l'ultim lunedì de febrar, ghè ul sul apen'ammò che l'è drè a cascià dedrè al cantun"!
E oggi piove appunto.

domenica, febbraio 21, 2010

Quaresima nazionale

Soltanto alle 5.00 di questa mattina abbiamo appreso i risultati della gara canora nazionale. Meglio così, nessun commento che c'è solo da nascondersi dentro un secchio per la vergogna. Ieri sera i novi sono partiti per la festa e poi la disco, mentre io dedicavo l'intera serata alla lettura. Lupetto eccezionalmente è rimasto a casa e mi ha lasciato generosamente la tv padronale, ritirandosi in camera per seguire la squadra del cuore, ma nemmeno per un attimo sono stato tentato di sintonizzarmi su Rai 1. In disco, tra le oltre 1000 persone presenti, i novi hanno incontrato Gerenzio e compagno, finalmente ufficialmente fidanzati,ma anche Tiz con Ale, due conoscenti che non vediamo da una vita (18-20 anni?). Credo che abitino a due passi da noi. Oggi mi racconteranno meglio e di più e, se avranno voglia ma dubito, racconteranno anche a voi. Sono curioso ma neanche tanto


Con oggi tutto il Paese è ufficialmente in Quaresima, come Ippo ci spiega dettagliatamente. La parola d'ordine è "penitenza" che per molti purtroppo è ormai una realtà quotidiana, necessitata dalla grave crisi economica. Sembrerebbe quindi che la penitenza quaresimale sia solo per quelli che vivono agiatamente nel resto dell'anno e che possono quindi permettersi un periodo circoscritto di astinenza, se non fosse che attraverso pentimento ed espiazione si vorrebbe raggiungere la metanoia, dal verbo greco μετανοεῖν (metanoein), che letteralmente significa cambiare mente, pensiero, modo di pensare. Bell'impegno!

Sarebbe un bel risultato, oltre che necessario, per il Paese un radicale, profondo cambiamento di idee, perchè solo cambiando testa è possibile poi cambiare anche le azioni, che sono appunto espressione del pensiero. Almeno di solito così è. Abbiamo 40 giorni di tempo per cambiare l'Italia!

sabato, febbraio 20, 2010

Carnevale ambrosiano

L'uomo dallo sguardo speranzoso ha riscosso un considerevole successo di pubblico ieri. Segno evidente che abbiamo tutti un gran bisogno di aggrapparci alla speranza per tirare avanti dignitosamente di questi tempi.Niente è peggio della disperazione che rischia di farci precipitare in un baratro , dal quale sarebbe poi difficile riemergere puliti. Bertolaso docet. Il problema è a quale speranza aggrapparsi. In contesti simili è facile la tentazione di rifugiarsi nel sovrannaturale, dove le certezze sono frutto esclusivo della fede per cui non necessitano di sostegno sperimentabile. E' essenzialmente un fatto di testa al quale non tutti però sanno o possono rassegnarsi.

Non è cosa da televoto, dove basta il suffragio della religione nazionale (il calcio) a consacrare persino un savoiardo tra i mostri sacri (non si capisce se) della musica o del sentimento patriottico nazionali. Diciamocelo francamente: il più delle volte "Tu vuoi vivere così per inerzia e per comodità (...) Eppure un tempo ridevi e mostrandomi il cielo mi disegnavi illusioni e possibilità". Ma, prima o dopo, viene per tutti la resa dei conti: "e la Cometa di Halley squarciò il velo nero che immaginiamo nasconda la felicità " (ma quanto è bella 'sta canzone superbamente interpretata da Irene Grandi col suo fidanzato?).

E' allora che le pie illusioni non bastano più ed occorre una speranza concreta, percorribile e realizzabile, per non mandare a monte tutta una storia, che è poi la nostra vita, l'unica,non avendone altre di riserva.
"Non capisci che ci ucciderà questo nostro esistere a metà"?
Domanda: come faccio a far vincere l'Irene Grandi?
Oggi è l'ultimo giorno del carnevale ambrosiano. En e Dan stasera parteciperanno ad una festa e poi andranno finalmente dritti in disco. Non so se si maschereranno, come usa in queste occasioni, ma in fondo ci vuole poco: un cappello, un paio di stivali , una pistola (giocattolo) e via. Travestirsi è facile, è tornare, dopo, noi stessi che è più complicato.
"Lascia stare non pensarci più/
Lasciami la radio accesa lasciami cantare
e qualche cosa da mangiare
servirà "

venerdì, febbraio 19, 2010

E piove piove


Mentre si vanno definendo sempre più chiaramente i ruoli all'interno della Triarchia, l'attenzione del popolo è dirottata sul circo sanremese che con tempestiva accortezza ha innescato la polemica grazie al savoiardo. Si intende forse così far giustizia della storia: quegli inetti di reali hanno contratto grossi debiti col Paese: che ora finalmente servano a qualcosa!Naturalmente nella visione di chi ha ridotto la politica a grande affare bastano pochi giorni per ricompattare la truppa, che è la vera emergenza da fronteggiare. Quello che si dice "fuori" - le indagini della Magistratura, i silenzi dell'opposizione e l'indignazione dei pochi cittadini maniacalmente zelanti -conta poco, perchè come già accaduto 1000 volte finirà in una gran bolla di sapone.
Intanto piove a dirotto ed è già buono così, che non nevica. Si comincia a sperare di essere ormai fuori da questo lungo inverno che potrebbe essere la metafora della triste realtà in cui sguazziamo faticosamente da troppo tempo. Sarebbe bello.
Io ho già la mia distrazione: il calcoletto posizionato "in corrispondenza della papilla ureterale omolaterale". E lì, pronto per uscire, ma ce la farà da solo? Lo definiscono grande coi suoi 7 mm e mi hanno imbottito di farmaci, perchè "dice" che hanno cambiato l'approccio ai calcoli. Nemmeno si raccomanda più di bere tanto, anzi... E' che mi sento una farmacia ambulante, quando non una gestante negli ultimi giorni d'attesa, pronto a correre al PS alle prime doglie, come raccomandato.
Però è bello sperare, perchè si ha motivo per guardare avanti, ben oltre il grigiore di queste giornate piovose.
PS Naturalmente l'ometto della foto non sono io: è lì perchè ha lo sguardo ... speranzoso.

giovedì, febbraio 18, 2010

W le sorelle Marinetti!

"Può scoppiare in un attimo il sole/tutto quanto potrebbe finire/ma l’amore, ma l’amore no!

Il dolore può farci cadere/la speranza potrebbe sparire/ma l’amore, ma l’amore può/far tornare a sorridere ancora/imboccare una strada sicura/sì l’amore, sì l’amore può!"

Sarà per le Sorelle Marinetti ed il loro canto armonizzato, la mia simpatia va tutta per questa canzoncina finalmente sanremese, allegra, ariosa e con un testo che mette il buonumore.Mi piace anche Arisa ovviamente, che non ha nulla a che vedere coi personaggi boriosi lanciati da famosi programmi televisivi.
A proposito di personaggi, comincia ad emergere il vero ruolo dell'Eminenza grigia, Letta, nella banda che ci governa. Nessuno stupore. Nemmeno la scoperta che, a tre giorni dal sisma abruzzese, gli avvoltoi erano già in piena attività suscita più meraviglia. Siamo pronti a qualsiasi rivelazione ormai, negativa s'intende, perchè ciò che ci lascerebbe attoniti davvero potrebbe essere solo una buona novella. Non siamo preparati alle notizie positive, non ce le aspettiamo e forse non sapremmo nemmeno come reagire, abituati come siamo ad entusiasmi artificiali su comando. Nemmeno l'annuncio che la Binetti ha lasciato finalmente il PD per l'UdC viene salutata con sincera eccitazione, perchè capita in uno dei momenti peggiori, se possibile, dell'opposizione "ufficiale". Verrebbe da cantare con le Marinetti " Non ce ne importa niente", ormai peggio di così, dopo la spudorata esibizione sanremese del rampollo savoiardo...

Ci toccherà forse emigrare sulla luna, perchè "Sulla terra resta solo chi non ce la fa/ascoltando tante finte verità (...)anche i prati rinunciano ai fiori/perchè i fiori hanno perso i colori "? Speriamo di no, anche se dubito l'amore possa risolvere magicamente tutto. Anche quello, l'amore, è sempre a rischio sfratto.


mercoledì, febbraio 17, 2010

A ruota libera


Grazie anche ai commenti al post di ieri, mi sto convincendo che il divario generazionale tra Dan e me si manifesta nell'interpretazione dei molteplici segnali che i nostri caratteracci troppo simili utilizzano, preferendoli alla comunicazione verbale. Evidentemente entrambi, per vie diverse, siamo arrivati a diffidare delle parole che sono spesso ambigue, abusate e svuotate. La parola da simbolo convenzionale finisce inevitabilmente col subire contaminazioni soggettive anche nell'ascolto, che è filtrato dalla personalissima mediazione esperienziale. Probabilmente sta proprio qui il gap che si risolve solo nella definizione (appunto) di un linguaggio comune. Essendo noi in 3 la ricerca si fa più complessa, ma anche più stimolante e provocatoria. Mentre con En 22 o 23 anni di vita in comune hanno creato una sorta di trasmissione a più canali, assolutamente affrancata da preoccupazioni convenzionali, così da consentire la massima libertà di espressione che comprende anche la sconveniente contraddizione , con Dan 5 anni non sono ancora bastati a superare il timore di suscitare fraintendimenti e deduzioni sbagliate. D'altra parte lo stesso Dan si trova a fronteggiare una disparità di comunicazione che può essere all' origine di confusione e disorientamento, quando non supportata.
Vi chiederete perchè racconto queste complesse dinamiche oltretutto in modo così sconnesso, a ruota libera. Probabilmente per dare un po' di tono al Blog, eh eh. Oppure perchè in questo periodo mi è venuta la fissa della comunicazione come problema del nostro tempo. Perchè mi fa paura il vuoto che percepisco fuori, nella società berlusconiana, che esige un'attenta allerta perchè non penetri anche nelle nostre "famiglie", anche loro esposte al fascino del nulla.

martedì, febbraio 16, 2010

Gap generazionale?




"...e non ho paura quando sento di rinascere mi rimetto in gioco adesso lascio correre il mio cuore verso di te Non è troppo tardi in tasca ora ho la libertààà...". Ho riascoltato questa canzone che avevamo postato anche noi nel febbraio di- usti!- 2 anni fa, grazie a I'm so guy e da ieri mi è rimasta in testa.
"Una vita da riscrivere nel tuo cuore che ha mille pagine sfoglierò poesie che parlano di noi Un amore che non ha etàààà".
Una cosa è canticchiarla, altra viverla. La comunicazione è difficile e delicata di per sè, ma quando c'è differenza generazionale diventa spesso problematica. Se in aggiunta i protagonisti si assomigliano troppo nel carattere e sono testardi, coriacei e tendenti al disfattismo per uno strano concetto di orgoglio, allora sono fuochi d'artificio assicurati. Proprio quelli che esplodono tra Dan e me in media una settimana sì ed una no. E ci va bene perchè c'è En che, con la sua sola presenza, fa da mediator-catalizzatore , quando non si presta addirittura a fare da intercapedine tra i due fuochi! Altrimenti dovremmo ricorrere ai pompieri un giorno sì ed uno no.



Insomma, va bene "Una vita da riscrivere nel tuo cuore che ha mille pagine" perchè le mie le ho già quasi riempite tutte, e che l'amore "Oltrepassa le distanze non si ferma mai", ma un po' di fiato ho bisogno di prenderlo ogni tanto.
Arrivare ad uno stesso linguaggio che non costringa a decodificare continuamente atteggiamenti ed anche singole parole non può che essere frutto di un paziente e continuo impegno, che è sempre faticoso, che diamine! "Scusa ma ti chiamo amore non so dire nulla più" ,perchè certe volte mi ritrovo senza più parole ed è in quei momenti che mi viene da pensare : "scusa se ti ho dato un nome ora puoi chiamarmi anche tu".
Ma forse il nostro amore è così bello proprio perchè sempre altamente infiammabile, mai scontato e noioso. Non a caso i giochi pirotecnici trovano poi il loro sfogo naturale nei fantasiosi ed appaganti agoni amorosi, nei quali finalmente anche En può sbizzarrirsi liberando tutto il combustibile immagazzinato.
In verità è che dentro ( l'ho già scritto da qualche parte), io sono un piromane ...

lunedì, febbraio 15, 2010

Il carnevale di sanValentino




Chiuso per malattia.
Non ho preso l'influenza: il vaccino ha funzionato. Sono stato atterrato da una feroce colica renale. E' successo qualche notte fa, improvvisamente. La mattina poi, al Pronto Soccorso, mi sono stati fatti tutti gli accertamenti di rito e, diagnosticata la causa , ho iniziato la terapia, pesante ma, si spera, risolutiva. Il dolore però va e viene, attenuato solo dai farmaci.
Comincia così con un bollettino medico la mia settimana di vacanza,vabbè: "A carnevale ogni scherzo vale",per cui ci sta.Mi basterebbe non ripetere l'esperienza che è stata davvero brutta.


Ieri era la festa degli innamorati secondo il calendario consumistico, ma per noi è stata una domenica qualunque, non volendo seguire il mercato.Oggi però che è passata voglio celebrarla senza parole di circostanza, ma con una bellissima canzone tratta da "Aggiungi un posto a tavola" fino a ieri in cartellone a Milano. Il musical arriverà presto a Varese : riusciremo a vederlo finalmente dal vivo?



giovedì, febbraio 11, 2010

Samaritani di stato



Donne e soldi sono il binomio che caratterizza ormai la gestione di ogni settore della "cosa pubblica". Certo fa più impressione sapere che investe anche la "Protezione civile", un po' il Buon Samaritano o La Misericordia dello Stato: non è bello leggere di avvoltoi che si lanciano sulle disgrazie altrui profittando di terremoti e tragedie. Vengono i brividi, soprattutto se si scopre che tutto avviene con la benedizione di uomini di Stato. Corrotti. Tutta colpa della bio-chimica. Del viagra.
Naturalmente già si attacca la Magistratura che non doveva scoprire i giochi. I soliti comunisti! Forse però ho finalmente capito cosa "certa gente" intende quando sostiene che i comunisti- e perciò i magistrati- mangiano i bambini. Nella lingua brianzol-berlusconiana i bambini sono gli scandali ,che vengono generati, nutriti, gelosamente cresciuti per poi finire barbaramente divorati dalle toghe rosse.Ovviamente non tutti: chissà quanti riescono a diventare adulti, dilatarsi, prosperare!
Mi inquietava pensare che qualcuno fosse davvero convinto che i rossi mangiassero cuccioli umani. Ora son più sereno e tenterò di spiegarlo alla Mariuccia che, pur essendo berlusconiana, non ha ancora imparato la lingua del suo duce.
Per me, come già scritto e ri-scritto, sono tutti delle gran facce ... di tolla ( o come da foto) e noi, popolo, peggio di loro che li lasciamo fare.

mercoledì, febbraio 10, 2010

10 febbraio



Fa quasi caldo: +7/8 gradi! Inutile però illudersi, perchè già per stanotte è prevista l'ennesima nevicata dell'inverno. Non ci resta che rassegnarci e lasciare che la natura faccia il suo corso. Cerco di reagire e così stasera mi sono procurato un impegno che mi costringerà ad uscire di casa, anticipando la neve che forse poi bloccherà le vie di comunicazione in questa efficientissima Padania. Mi sentirò un po' Cenerentolo pronto ad abbandonare il ballo appena cominceranno a cadere i primi fiocchi.
E' che avverto la stanchezza di testa, non tanto quella fisica e devo anche cominciare a pensare al dopoBlog, perchè i novi hanno deciso a maggioranza di chiuderlo, non avendo più senso e, aggiungo io, perchè sta diventando decrepito, compiendo il prossimo luglio ben 5 anni. Nell'era velocissima dell'informatizzazione un lustro equivale ad un secolo del passato, quando la storia era ciclica e non progressiva come ora. Non ho ancora in mente un'altra forma di presenza sul web,di certo facebook non fa per me. Alla peggio nascerà un nuovo Blog, non più espressione della troppia, ma solo mia che però della troppia faccio parte. Non sarà la stessa cosa, anche se apparentemente sembra trattarsi di una sottile differenza. Ci penserò: ho tempo fino alla fine del mese per chiudere ed eventualmente ri-aprire qualcos'altro. Naturalmente i contatti avviati rimarranno, perchè ormai è diventata una abitudine quotidiana passare dai Blog amici per raccogliere il bello ed il brutto della vita. Mi sentirei privato di qualcosa di importante se così non fosse, perchè, come ho già scritto, noi siamo le relazioni che viviamo. Tutte, anche quelle che si consumano in rete, che come strumento ha ovviamente molti limiti , ma ha lo straordinario vantaggio di annullare qualsiasi distanza geografica. Vedremo.

martedì, febbraio 09, 2010

lunedì, febbraio 08, 2010

A letto col virus



E' arrivata l'influenza. Da venerdì scorso En covava testardamente il virus che si manifestava con primi segnali di raffreddamento. Stamattina la febbre. Speravamo di farla franca anche quest'anno, ma la virulenza patogena, complice il gelo persistente, alla fine ha colpito. Ora temiamo il diffondersi dell'epidemia che potrebbe falcidiarci tutti, uno a uno. Per la verità, quest'anno al mio medico erano avanzate dosi di vaccino contro il male stagionale, così io mi sono sottoposto volentieri al trattamento, considerando il fatto che quotidianamente frequento virus e batteri vari. Speriamo funzioni.

Stasera eravamo invitati al compleanno di Ernani, ma dovremo rinunciare. Vedremo l'evoluzione della febbre, ma ormai la malattia deve fare il suo corso. A questo punto meglio che esploda subito per tutti e tre, così entro la fine della settimana saremo di nuovo in forma. I due novi hanno appuntamento con la disco, che per il più giovane sembra essere diventata più una questione d'orgoglio, per cui meglio risolverla quanto prima. Io invece guardo alla prossima settimana con desiderio, perchè sarò in ferie. Sarà infatti la settimana di carnevale, romano prima ed ambrosiano poi.

Ed ora scendo in campo, non quello politico eh, ma quello più prosaico e meno remunerativo dei mestieri domestici , cui si aggiunge oggi quello specialissimo di crocerossino. Buona settimana a tutti e ... auguri, Ernani!

P.S. Omeopatia assassina, ovvero delle animelle d'anatra innocente

Restando in tema di malati e malattie, vi segnalo il post di Oscar, l'oscillococcinum. Da non perdere! E' raccomandato in particolare a quanti hanno ancora la fissa dell'omeopatia. Vi procurerà emozioni forti, fino alle lacrime (vere) perchè è vita vissuta, non l'ennesima fiction berlusconiana.

domenica, febbraio 07, 2010

Ieri e oggi





"Amato amante, dovunque tu vada il mio amore ti segue, dovunque io resti il mio desiderio ti abbraccia.Come dunque potrei dimenticarti? Chi è impresso nel mio cuore come un sigillo sulla cera, come potrà essere rimosso dalla mia memoria? Senza che tu dica una parola, sai che io ti amo. E nulla potrebbe placare la mia anima finchè tu non torni, mia altra metà separata." (Epistulae,1.75).


Bella dichiarazione d'amore,eh? E' di qualche secolo fa, ma conserva intatta la sua freschezza . E' di Anselmo che scrive all'amato Gilberto. Non sono proprio due personaggi qualunque: filosofo e teologo, dottore della Chiesa e santo il primo, vescovo e pure lui santo il secondo. Secoli fa evidentemente la Chiesa non considerava l'omosessualità un problema, se entrambi i protagonisti di quell'amore sono stati proposti all'esempio dei credenti. Le cose sono cominciate a cambiare con le crociate del XIII e XIV secolo: lo scontro di civiltà inevitabilmente genera intolleranza a tutti i livelli. Esattamente come oggi.
Ierisera siamo rimasti tutti a casa. La disco è rinviata a sabato prossimo, perchè il mezzano non era perfettamente in forma. Il giovane ha mugugnato un po', ma alla fine si è rassegnato. Io ho promesso che andrò con loro solo quando troveranno la musica giusta per trascorrere l'intera serata in pista. Sono troppo difficili nei gusti musicali e le ultime uscite si sono sempre risolte noiosamente per loro, ma anche per me che ero privato del mio divertimento che è guardarli ballare. Oggi domenica di assoluto relax.

sabato, febbraio 06, 2010

Trono vacillante?



C'è poi ancora il "caso Boffo" che tiene banco e sembra costringere i cattogerarchi a soprassedere al ruolo, sempre gelosamente rivendicato, di sentinelle della moralità: Governo e Santa Sede alle grandi manovre.Berlusconi offre un patto di non belligeranza. Ulteriori particolari nel Blog del vaticanista Magister: Feltri colpisce ancora. Ieri Boffo, oggi Vian.

Non entro nel merito, mi ripeterei finendo nei soliti luoghi comuni, perchè non c'è nulla da aggiungere e tantomeno commentare.
L'impressione è che, dietro ad un' apparente immagine di forza e ben determinata restaurazione, a papa Ratzinger stiano sfuggendo le redini del governo interno , probabilmente perchè la Chiesa sta perdendo terreno nelle società, italiana compresa. Dopo il successo di immagine, povero però di contenuti, del lungo pontificato del predecessore, si comincia ad avvertire una pericolosa situazione di stallo che lo sfarzo delle cerimonie e i dotti insegnamenti dottrinali non riescono a smuovere. Probabilmente tra i cattogerarchi è già iniziata la campagna elettorale in vista della successione. Questo spiegherebbe le isteriche (vergognose) uscite di singoli vescovi "emeriti", cioè pensionati e perciò non più direttamente coinvolti nell'agone, ma utili come apripista di gruppi che vorrebbero emergere o anche solo stanare i potenziali rivali. Mi piace interpretare così la complessa e misteriosa congiuntura che interessa la cattogerarchia: di nuovo alle prese con un nuovo e forse più ardito, perchè ben poco teoretico, fenomeno di secolarizzazione.

venerdì, febbraio 05, 2010

Cambierà!


Ancora neve. Cosa non si deve sopportare per avere una bella e calda estate! Speriamo almeno funzioni 'sta storia dell'inverno rigido, secondo i canoni. Sono riuscito a rincasare solo grazie alle magiche gomme che ho dovuto acquistare per obbligo di legge. Devo ammettere che è una buona legge: in alternativa avrei dovuto tenere a bordo e montare alla bisogna le catene, cosa che ho visto fare a molti sfortunati lungo tuto il tragitto. Tremendo: fuori al freddo, sotto la neve (bagnata e gelida) a trafficare con pezzi di ferro!


Dice che da stanotte la situazione cambierà con l'arrivo del Föhn, che spazzerà le nuvole alzando le temperature (www.meteo.it/). Queste le previsioni per la Lombardia. Sperare costa nulla. Domani è sabato ed il sole ci starebbe proprio. La sera En e Dan dovrebbero finalmente andare a ballare, io invece vedrò di organizzarmi in altro modo, perchè francamente non mi diverte l'idea di una disco. Se anche Lupetto uscirà, poco male: c'è sempre lupetta a farmi compagnia . Non corro il rischio di annoiarmi. Ora comincio a trafficare un po' con le solite faccende domestiche, quelle di tutti i giorni. Quelle sì davvero noiose.

giovedì, febbraio 04, 2010

Francesco e Manuel


La loro storia raccontata da Pier Pierlu in

Nulla


Edo stamattina ha subito l' intervento chirurgico previsto e tutto si è risolto per il meglio. Dino non ha più attenuanti: l'ansia e l'attesa sono finite e torna alla dieta spartana di sempre. Qualche mezzo kg di gelato ora sarebbe pura e semplice trasgressione.

Nel comasco invece c'è ancora effervescenza per il recente truculento delitto che ha come protagonisti personaggi della Como che conta. Se ne parla ovunque: sui treni, nei bar, negli uffici, per strada, a casa. Città tranquilla, un tempo ricca ed invidiata, con regolare frequenza Como (e la sua provincia) è teatro di omicidi che colpiscono per l'efferatezza e forse anche la quasi gratuità: Erba, Garzeno, giusto per citare i penultimi fatti di cronaca che hanno scosso il Paese. Già in passato ci chiedevamo quali fossero le ragioni profonde dei mali lariani, quale la patologia che ha colpito una provincia chiusa e diffidente, abituata a lavorare duramente per aumentare il benessere personale e familiare, senza alcuna idea di Stato, considerato solo una sanguisuga parassita. Cattolicissima fino al bigottismo, ma pronta ad infrangere la tradizione morale in nome dei "danè"(soldi) senza alcun senso di colpa o almeno dubbio.
L'amico Luci considererà questo mio ennesimo sfogo puro vilipendio, tradimento anzi, perchè anch'io comasco d.o.c. ma , a differenza di lui,per nulla innamorato del Lario e della sua gente. La crisi economica che sta colpendo duramente l'intero territorio mette a dura prova i pochi valori umani sopravvissuti al grande benessere, creato col terziario nel passato. I nodi stanno venendo al pettine e, quel che è peggio, non c'è politica che offra concrete alternative. Nemmeno a lungo termine.
Persino il buon "fratello" George (Clooney), che ha avuto il merito di lanciare (attenzione: non ri-lanciare) il turismo sul lago, ci abbandona e non per le motivazioni ufficiali che circolano, perchè nessuno più di un comasco sa coprire col silenzio tombale il più allettante dei pettegolezzi. Se ne va, perchè qui si muore. Non fisicamente. Si muore di nulla , di assenza di vita.

mercoledì, febbraio 03, 2010

Tra fede e natura



C'è ancora qualcuno nel Paese ( e fuori) che crede ancora che il pregiudicato Dell'Utri sia vittima di un complotto? E questo a prescindere dalle recenti dichiarazioni di Ciancimino jr ? Sicuramente quelli che credono che i giudici sono tutti comunisti che mangiano i bambini, etc etc. E' questione di fede, a quanto pare, e, si sa, nessuno può mettere in discussione la fede altrui. Nemmeno se i fatti documentano il contrario, nemmeno se il nome di Dell'Utri torna, secondo solo a quello di Provenzano, in tutte le indagini mafiose degli ultii 30 anni. Più citato persino dello stesso Riina che appare ormai quasi un personaggio secondario rispetto al pregiudicato senatore. La fede precede ed informa (dare forma) la Verità. Ovviamente qui non si tratta della Fede come virtù teologale, che è altra cosa: qui è virtù berlusconiana che sembra prevaricare quella. Chissà com'è che la cattogerarchia su questo argomento non ha nulla da dire. E' un mistero. Un po' come non dice nulla su quell'altra faccenda, quella del viagra, la pillola che, nè più nè meno del pluri-anatemizzato anticoncezionale, forzerebbe la natura. Sia chiaro che mi piace vedere in giro vecchietti arzilli e pimpanti, anche se tendenti al bluett, restituiti alla vita e ai piaceri della carne, ma vorrei almeno capire qual è l'idea cattogerarchica della natura. Quella stessa idea che arriva a condannare al fuoco eterno il vizio omosessuale, che però non è il risultato di una forzatura della biochimica. Non è che ho tempo da perdere sollevando questi problemi: è che in certe situazioni e contesti ognitanto vengono da sè e , tempo 0, per fortuna se ne vanno tirando lo sciacquone. Ma, mi chiedo, dov'è lo sciacquone per eliminarli definitivamente anche dal Paese?

martedì, febbraio 02, 2010

lunedì, febbraio 01, 2010

Luci-ombre



Bisogna che ammetta subito che ho una particolare predilezione per i bei culetti. Questo spiega la scelta delle immagini che a volte hanno ben poco a che vedere col contenuto dei post. Non è la prima cosa che guardo in una persona, ma sicuramente mi ci sento portato verso quell' attributo anatomico con cui gioco volentieri in 1000 modi diversi senza mai annoiarmi. Credo sia una predisposizione naturale che va assecondata, anzi continuamente perfezionata . I novi per fortuna apprezzano l'arte. Per i lettori più attenti e curiosi mi corre però l'obbligo di confermare che sono anche fin troppo equipaggiati nell'altro attributo, forse più gettonato,benchè da me non particolarmente mitizzato. De gustibus... Premesse queste scabrose rivelazioni dell'intimità troppiana, appare evidente come la vita, esattamente come l'arte, non è mai del tutto bianca o del tutto nera. A parte i colori, è anche fatta di chiaroscuri, di luci e di ombre. Probabile siano proprio le sfumature a renderla sempre interessante.
Chiarezza invece si pretenderebbe per tutto ciò che finisce continuamente nell'immenso calderone dei misteri italiani. Quelli non c'è pericolo che dissolvano le ombre nemmeno col passare degli anni.
Il boss Provenzano ha goduto dell'immunità? Verrebbe da dire:" Uno più, uno meno...".
E i tanti disoccupati , veri rivelatori della crisi su cui si vorrebbe glissare, che sono lasciati nell' ombra senza alcun pudore?
Oggi inizia febbraio, i giorni della merla son passati, ma il gelo continua. The wok Imperial Restaurant ha conquistato anche i nostri amici e così la serata di ieri è volata simpaticamente.
Buona settimana!