mercoledì, gennaio 14, 2009

Australia

Quest'anno ho avuto un bel regalo dall'Australia. Il virus mi ha colpito bloccandomi a casa ormai da cinque giorni con febbre sempre sopra i 38°. Sono distrutto ho dolori ovunque compresa la parte destra della faccia che con la mia ipocondria latente (assolutamente mai tenuta in considerazione da nessuno anche quando ho ragione) poteva straci in previsione una semi paresi facciale. Credo che sia solo una causa della costipazione generale nel mio corpo.

Il periodo non e dei migliori, ma ormai è da mesi che siamo in questa situazione. Purtroppo più passa il tempo più si peggiora fino a rischiare di arrivare ad un punto di non ritorno. Una volta toccato il fondo si risale sempre, ma proprio durante l'ascesa ci si rende conto di quello che si è perso per strada, ciò che era evitabile e il punto comune dove si poteva trovare la forza e le motivazioni concrete per andare avanti. Come già accaduto in passato si cerca la forza nei pretesti creando e idealizzando situazioni quasi incredibili. Ci si rende sempre più feriti di quello che è la realtà. E' veramente necessario tutto questo? Dal mio punto di vista no ma lo posso solo scrivere dato che godo realmente di scarsa considerazione in alcuni argomenti, almeno finchè non arriva il momento di rigirare parole e situazioni. Trovo veramente sbagliata tutta questa situazione, ma non esiste solo la mia testa nella nostra storia. Forse manca anche quel minimo di civiltà che ci potrebbe far andare oltre affrontando tutto in maniera più serena e lucida. Rispolveriamo i nascondigli che periodicamente visitiamo così gli affetti per un pò non ci troveranno e quando ne usciremo tutti potranno vedere come siamo riusciti ad autodistruggerci. ormai sono convito che questo sia un nostro motto.


Vi chiedo anche io scusa per le poche volte che ho scritto e per come ho usato i post quando l'ho fatto. Questo post compreso.

Dan

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Dan,
questo tuo post è l'esempio tipico di un contenuto che "disorienta", che lascia ammutoliti, fermi in un'indecisione, in un non-agire che non è di aiuto a nessuno. Nè a chi scrive, nè a chi legge. E chi scrive finisce col sentirsi ancora più solo, non capito o incapace di farsi capire dagli altri; e non solo dai propri compagni, ma nemmeno dagli amici virtualmente presenti (e se una persona scrive in un blog di libero accesso, di solito è perchè desidera avere dei riscontri, altrimenti scriverebbe solo per sè, senza pubblicare nulla...).
Che dire dello sconforto che stilla da ogni tua frase? Ogni parola finirebbe per essere una consolazione stereotipata, un po' come quegli auguri di Natale inviati in automatico per email a decine di destinatari, impersonali, che quando li ricevi ti fanno sentire soltanto un numero progressivo in un elenco di nomi verso i quali vanno espletate formalità dovute e non una persona verso la quale si ha affetto.
Chiedi: "è veramente necessario tutto questo?". Non so se lo è, forse no, semplicemente è così e basta, il dolore presente nel vivere è un dato di fatto che va accettato come tale, senza porsi ulteriori interrogativi. Forse invece, in un'ottica religiosa, è necessario in quanto strumento indispensabile e imprescindibile per realizzare un'altra Vita.
A volte tutti ci rendiamo perfettamente conto che sarebbe necessario modificare il nostro atteggiamento nel senso di una maggior apertura verso l'altro, una maggior accoglienza della sua diversità da noi nel valutare una realtà (vuoi per la sua diversa esperienza di vita, vuoi per la sua diversa indole o il suo attuale stato d'animo). Purtroppo, nonostante questa consapevolezza, un passo iniziale a volte non lo si fa, ma si rimane assurdamente rigidi nelle nostre posizioni di chiusura... Vogliamo essere contemporaneamente vittime e carnefici, di noi stessi e, quel che è peggio, anche assurdamente delle persone che amiamo.
So bene che le risposte che desideri non devono provenire da me e per questo, pur indirizzandomi a te, di fatto mi rivolgo a voi tutti e tre.
Mi scuso per l'invadenza e la verbosità del mio intervento.
Alla prossima!
Dino

Anonimo ha detto...

#Dino
Ho concluso il post con delle scuse che vi ho lasciato per giustificare questo mio comportamento non del tutto corretto nei vostri confronti (lettori). E' normale che il mio post disorienti perchè sconvolge completamente le idee che vi siete fatti su ciascuno di noi, nel mio caso poche idee perchè scrivo poco.
Oltre all'evidente dolore di alcuni momenti della nostra vita che avete letto, esiste un dolore quotidiano portato dalla scarsa considerazione e dalla mancanza di ripetto che si ha verso le persone care. Per cui il mio post era diretto nonostante possa confondere voi. Con quello che ho scritto ho già superato quella linea che entra nello strettamente privato. E' un mio sfogo e spero che arrivi dove ho mirato. Dino ti assicuro che non mi sento solo perchè sono stato in grado di collocare ogni avvenimento nella posizione giusta anche se purtroppo l'umore è unico. So su chi posso contare. In più non cerco di essere consolato assolutamente. Il dolore lo conosco bene nonostante i miei 24 anni di vita. Sarò giustamente ingenuo in molte cose ma ho dei punti saldi nella mia testa, dei valori che non sono sostituibili ne modificabili. Il valore della famiglia è uno di quelli. Si litiga ci si manda a quel paese ma sempre un punto in comune c'e dove ci si può trovare, dove si può chidere aiuto e dove ci si può togliere quella maschera da grande uomo che si fa vedere al mondo. Quando non avviene questo vuol dire che si è perso tutto ed inutile lottare. Certo che fa male capire che le brutte parole ricevute sono solo lo specchio di chi le dice. Per concludere aggiungo che per quello che mi riguarda posso affrontare tutto anche da ferito ma non diventerò mai carne da macello per nessuno.
Non cercavo tante risposte ma volevo solo mandare messaggi diretti visto che è l'unico mezzo che ci unisce tutti e tre insieme.
La speranza c'e sempre come i sentimenti veri per quello che mi riguarda.
Dan