mercoledì, gennaio 30, 2008

Amori devastanti




"Giovanni e Salvatore alimentano il loro segreto e ne restano devastati, consapevoli eppure vinti, perché non è vero che il disonore si lava con la forca solo in Iran, ed essere froci, froci e camorristi, può voler dire imboccare un vicolo stretto e senza uscita che non porta da nessuna parte." , così Olmo nell'entusiastica recensione del romanzo Acqua storta di L.R. Carrino, uscito proprio in questi giorni nelle librerie a cura dell'edizione Meridiano zero. Non l'ho ancora letto, mi precipiterò in libreria appena possibile, perchè si tratta di una grande storia d'amore nel mondo ancora troppo sconosciuto della criminalità organizzata, la camorra napoletana. Una storia realistica perchè ,pur conoscendo solo alcuni aspetti, quelli investigativi e penali della grande criminalità, sappiamo quasi nulla delle vite individuali degli uomini (ed ora anche delle donne) legate a quella seconda Italia illegale che sembra impossibile stroncare. Tra le carte del boss LoPiccolo, catturato di recente, è stato trovato "Il manuale dell'uomo d'onore" che contiene un vero e proprio codice morale che vincola indissolubilmente l'affiliato al clan, punendo spietatamente adulteri e tragressioni sessuali, perchè mettono in pericolo la sicurezza del potere della famiglia. Le insubordinzioni minerebbero alla base il potere sulle persone che deve essere totale ed incondizionato.


L'amore drammaticamente clandestino di Giovanni e Salvatore è perciò emblematico e riflette verosimilmente situazioni reali. Un libro che Olmo ci conferma appassionante, "scritto in uno stile incredibile, un flusso narrativo a ritroso e ti fa sentire quasi come in un film, ti fa toccare l'immensa profondità dei sentimenti, che a dirli non si riesce, ma a provarli, a sentirli dentro, sono bombe atomiche che esplodono, e vorresti a volte intervenire nella storia e deviare con un soffio la traiettoria delle pallottole.". E' un romanzo che tristemente e vergognosamente svela che alcune realtà italiane sono ancora ferme alla "giustizia iraniana" che tutti condanniamo. Anche in questo caso è la presunta fedeltà ad un Dio personalissimo a giustificare la crudeltà efferata, perchè l'uomo d'onore è devotamente religioso .


L'amore così meravigliosamente sconvolgente e perciò da vivere alla luce del sole, come tutto ciò che è bello e buono, potrebbe essere da solo la motivazione di un cambiamento radicale in meglio per chi lo sperimenta. Censori umanamente sterili e dalla coscienza malata spietatamente spingono verso l'annientamento degli amanti, così che l'amore stesso diviene devastante.


Un libro da leggere, grazie, Olmo!

martedì, gennaio 29, 2008

L'amore come rischio



Faccio fatica a scrivere di qualsiasi argomento, dopo l'appello di ieri per salvare i due ragazzi iraniani. Tutto, crisi politica italiana compresa, mi sembra "normale", accettabile. Non posso scrivere cazzate oggi.La vita continua certo, come anche dopo le peggiori tragedie personali e collettive. Almeno per un giorno ancora voglio continuare a pensare con voi a Hamzeh e a Loghman di cui nemmeno conosciamo i volti. Stanno vivendo ore terribili, inchiodati così giovani alle incredibili accuse di «Mohareb», «nemico di Allah» e «Lavat», sodomia. Li aspetta la forca secondo le leggi del loro Paese! Penso ai loro genitori, ai parenti. Ai tanti gay iraniani. Non mi stupisce la spietatezza di una religione: i cristiani sono stati ugualmente crudeli fino a non molto tempo fa. Certi cattolici poi, una minoranza, non si sporcano più le mani di sangue, ma sanno infliggere punizioni ugualmente spietate, alimentando consapevolmente l'ignoranza e, con quella, l'omofobia. Nemmeno l'Islam, secondo altre interpretazioni, è più così disumano da condannare a morte gli omosessuali.
Non può non tornarci in mente Makwan Moloudzadeh , assassinato con le stesse accuse lo scorso 5 dicembre sempre in Iran. Hamzeh e Loghman hanno appena 18 e 19 anni. Pare abbiano confessato sotto tortura di amarsi. Sotto tortura si può confessare di tutto, è vero.
Ci è difficile credere che a quell'età sia già possibile amare qualcuno nel senso vero e pieno del termine . Siamo figli del nostro tempo e della nostra cultura, perciò fatichiamo ad immaginare realtà diverse dalla nostra.Amare è difficile, complesso, richiede una maturità in grado di assumere consapevolmente responsabilità anche faticose. Forse per questo tendiamo a svicolare da relazioni che potrebbero coinvolgerci troppo e ci viene facile spostare sempre più in là il momento della decisione, preferendo il "mordi e fuggi" delle tante occasioni di sesso. Spesso ci giustifichiamo ammettendo di non essere ancora pronti al rischio di una scelta che potrebbe rivelarsi sbagliata.
Hamzeh e Loghman potrebbero non avere la stessa opportunità di dilazione ma, se quello che hanno ammesso corrisponde al vero, di sicuro hanno saputo assumersi le responsabilità del proprio sentimento. Il loro è Amore.

lunedì, gennaio 28, 2008

Firmiamo subito per salvare 2 ragazzi iraniani



Questa volta possiamo fare di più. Quello che non siamo riusciti a fare per Makwan Moloudzadeh dobbiamo ottenerlo per Hamzeh Chavi e Loghman Hamzehpour, due ragazzi di appena 18 e 19 anni arrestati lo scorso 23 gennaio in Iran. Hanno confessato sotto tortura di essere omosessuali e di amarsi ed ora anche per loro, come già per Makwan, si prepara la forca.


Tentiamo di SALVARLI firmando la petizione di EveryOne ,


destinata a figure istituzionali che vanno dall'Onu al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e al suo ministro della Giustizia, dalle ambasciate a organismi Ue quali la presidenza del Parlamento europeo e della Commissione Ue.

Stranamente tra le tante istituzioni non c'è la Chiesa cattolica, così potente e interessata a difendere la vita. Ogni vita umana, come il card.Ruini insegna. Forse anche al Vicariato di Roma andrebbe copia della petizione...

Fuochi autorizzati

Domani si entra nei "giorni della merla" , per tradizione i più freddi dell'anno, da ieri però soffia un vento piacevolmente caldo, quasi preludio della primavera . A dar retta alla saggezza popolare, meglio che stasera torni il gelo perchè :"Se sono freddi, la Primavera sarà bella, se sono caldi la Primavera arriverà tardi". Sono anche i giorni in cui si bruciano le Giubiane e io sono in fibrillazione, perchè il fuoco mi affascina da sempre, forse per il fatto che sono cresciuto vicino ad una caserma dei pompieri o perchè fondamentalmente sono un piromane responsabile (non vado appiccando incendi). Tra poco, il 2 febbraio, arriva anche la candelora che, oltre ad essere il compleanno del Pe, è la festa del fuoco purificatore e il momento cruciale del passaggio dall'inverno (buio/morte) alla primavera (luce/risveglio). Attenti anche al meteo di quel giorno perchè:"Quando vien la Candelora de l'inverno semo fora, ma se piove o tira il vento de l'inverno semo dentro". Proverbi a parte, è indubbio che questi sono i giorni del fuoco, naturale quindi che io sia posseduto da sacro "ardore" e vorrei accendere pirette personali su cui magari immolare idealmente certi politici, purificando simbolicamente questo Paese bisognoso almeno di un po' di dignità, se non proprio di un governo che governi. Non avendo un giardino dovrò però accontentarmi di partecipare ai roghi pubblici che qua e là si accenderanno nei dintorni. Vale uguale o quasi. I novi sicuramente mi daranno una mano a spegnere le fiamme della passione almeno tre volte al dì, come da prescrizione, per superare il periodo critico.
Sabato sera abbiamo rivisto dopo tanto tempo Mau & Mau con M. che è in procinto di partire per Cuba (beato lui!). Avremmo dovuto dedicarci finalmente al karaoke casalingo, ma Mau1 comincia a perdere colpi e lo ha dimenticato a casa! Poco male, ci siamo dedicati alle chiacchiere che erano davvero tante e buone. C'era anche Lucy che sperava di cantare: sarà per la prossima volta chè Sanremo è alle porte.
Domenica, ieri, in famiglia per un sano relax. Lupetto tutto il giorno sui libri e i novi a sperimentare il nuovo divano, conciliatore di sonni interminabili, fino al momento di spegnere gli incendi della passione che col vento caldo sono esplosi ovviamente incontrollabili.

domenica, gennaio 27, 2008

Memoria della Shoah

Continuiamo testardamente a ricordare. Vogliamo consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore, senza più eccidi ed orrori. Senza più discriminazioni di alcun tipo. Suona tremendamente retorico, perchè mentre confiniamo nella storia il vergognoso passato, il presente consuma ancora genocidi la cui realtà si finge di ignorare. Il futuro che andrebbe costruito da subito con buon senso e lungimiranza è relegato in una nebbia impenetrabile e giocato sulla base di interessi esclusivamente economici.

Ma oggi è il giorno della Memoria. Mentre guardiamo a ciò che è stato, abbiamo il dovere morale (termine ancora caro a tutti gli onesti) di pensare agli uomini del futuro che ci chiederanno conto del mondo che consegneremo loro. Testardamente coltiviamo la Speranza che l'uomo può cambiare radicalmente, se motivato dalla ragione e dall'amore.

sabato, gennaio 26, 2008

Si riparte

Rieccoci dopo quasi una settimana di silenzio totale. Ognitanto ci vuole, specie se è la realtà stessa a lasciare senza parole. Tutto sembra già detto e già visto e non c'è più spazio per la fantasia che, sola, potrebbe continuare a dare un senso all'assurdo. E' caduto il governo che si reggeva sul ricatto e che tentava faticosamente di sopravvivere in attesa di chissàche. Gli Italiani hanno assistito in diretta l'ennesima penosa rappresentazione della democrazia, gestita da personaggi per la maggior parte interessati esclusivamente a se stessi e al proprio clan. Torneremo alle urne con un sistema elettorale che ci inchioda nell'identica situazione? Quello che appare evidente è che non siamo ancora stanchi e disgustati a sufficienza e c'è chi ancora continua a credere alle favole. Probabilmente è più facile che pensare con la propria testa.
Durante questa settimana il nostro blog ha inaspettatamente raccolto una nomination a due diverse iniziative, "You Make My Day" e Oscarblog (ma forse sono la stessa cosa), grazie a Claudia e allo zioMario. Cercheremo di capire meglio ed elaboreremo una nostra lista di blog che sanno provocarci emozioni e farci pensare. C'è il rischio che la nostra lista sia lunghissima, perchè noi troppia siamo facili alle emozioni e forse proprio per questo curiamo con estrema pedanteria l'esercizio del pensiero, per non lasciare che la nostra vita sia governata esclusivamente dall'emotività. La ricerca dell'equilibrio, sempre precario, è un' arte: a volte riesce facile, a volte richiede applicazione e fatica. Ci piace però anche lasciarci andare , abbandonandoci con fantasia e creatività ai sentimenti che sono parte essenziale della vita. Non è un segreto che la passione amorosa è in assoluto l'esercizio che ci riesce meglio. Da sola però non basta a farci crescere.
Stamattina con l'arrivo del nuovo divano abbiamo completato il rinnovo del soggiorno. Rinviamo i commenti a quando ci saremo abituati alla novità.
Eh eh, è proprio vero che tutte le diversità richiedono un tempo adeguato di assimilazione sconvolgendo la tranquilla sicurezza della routine, dell'abitudine.

giovedì, gennaio 24, 2008

Silenzio





In questi giorni il blog tace , ma tutti i nostri sensi sono ugualmente impegnati a cogliere ciò che sta accadendo e naturalmente ... riflettiamo. A presto!

domenica, gennaio 20, 2008

Mater natura

Simpatica serata ieri! Dopo una cenetta al ristorante cinese che frequentiamo sin dall’apertura, quasi vent’anni fa, tutti qui a vedere il film “Mater natura”. Veramente un gran bel film che attraverso la vita di un trans ,“Desiderio”, rappresenta le varie sfaccettature della vita di tutti. Il dolore, la gioia, l’allegria e naturalmente l’amore.
In una scena “Desiderio” si descrive ed in una sola parola esprime il suo stato di trans, dice infatti: “non sono ne carne ne pesce…sono un BUGIA”. Nel film vengono toccati ed esasperati, grazie anche ad una lingua che “colora” ,il napoletano, i temi dell’accettazione, dell’emarginazione, ma soprattutto quel latente male di vivere che in animi sensibili ed in continua lotta con se stessi a volte è devastante. Il tutto simpaticamente, con battute e situazioni esilaranti. Ho trovato il trailer, eccolo:



Il male di vivere ecco. Forse è esagerato, ma intendo quella sottile malinconia che a volte prende. Quando si perde il coraggio di andare avanti e non si riesce più a trovare fiducia in se stessi. O quando semplicemente si fa fatica a far tutto. Capita di vivere queste situazioni. Qualcuno ci si ritrova perché condotto dagli eventi . Altri, risparmiati da situazioni negative, ci arrivano perché in continua crescita e miglioramento e quindi non hanno paura di “vedere” gli aspetti più scuri del loro essere. Altri ancora non si accorgono nemmeno e continuano una veloce corsa nel mare della vita, passando sopra a tutti, ma soprattutto a se stessi.
Non è facile, per chi si nasconde o ha paura di scoprire dentro se stesso qualcosa di ignoto, ma è una strada da percorrere. Nella vita e nell’amore. Porta alla lealtà, a quella trasparenza che ti fa stare bene. Moser in un recente post parlava dei tradimenti gay, della continua ricerca, della insoddisfazione. Ci sono passato anch’io, come tanti. Dipende da vari fattori, vero, ma secondo me soprattutto dalla paura di crescere. Quindi di assumersi delle responsabilità, verso se stessi innanzitutto. Per noi gay forse la strada è più difficile, ma proprio per questo è ancora più affascinante e ricca di risorse.

Oggi è domenica. Ho preparato un bel ragù e moser ha cucinato un polpettone, sapete quelli già pronti: ha un aspetto un po’ inquietante anche se cucinato alla perfezione. Chissà che c’è dentro. Non mi sembra vero, la casa è in ordine, non ho quindi impegni “casalinghi”. Lupetto sta studiando, tanto per cambiare. Mira dorme. Aspettiamo Modan che completa e si aggiunge al calore che già qui c’è: basterà per dissolvere la fitta nebbia che fuori ci circonda?.

Buona domenica amici! (En)

sabato, gennaio 19, 2008

Questione di lenti



Il ritorno del sole attenua la pesantezza di quest'inverno che si è già mostrato tosto anche senza neve. Si comincia a sognare il caldo, l'estate, ma è un sogno ancora in biancoenero, perchè siamo soltanto poco oltre la metà di gennaio. Lamentiamo spesso la corsa del tempo, ma non perdiamo il vizio di proiettarci noi stessi più in là, perchè il presente con la fatica quotidiana ed il grigiore della routine non sembra fatto per noi (tutti, non solo la troppia) che coltiviamo ben altre ambizioni. E' una tentazione ricorrente il bisogno di evasione. Ci si accontenta di poco, basta la sola idea che tornerà la bella stagione con la sua vita più vivace e movimentata. Siam fatti così, noi umani: senza speranze, anche le più banali, non sappiamo vivere. Non è un male, non è necessariamente una fuga dalla realtà. Al contrario è stimolo ad affrontare l'oggi non come qualcosa di semplicemente contingente e fine a se stesso, quanto piuttosto parte dell'intera esistenza, frutto di un passato destinato ad evolversi in un futuro che non può essere interamente ipotecato. Ed allora lo sguardo cerca di spingersi oltre, miopia permettendo.

Per la serata che si annuncia divertente ed in compagnia, per fortuna basteranno lenti per correggere eventuali presbiopie. Solo se necessarie naturalmente.

PS Possiamo finalmente comunicare agli amici che aspettano notizie che Pep è stato operato lo scorso giovedì. Tutto è andato per il meglio.

venerdì, gennaio 18, 2008

Saturday last minute!

Domani sera si vede insieme "Mater natura" ,presente il noto critico Olmo in persona?
Prima tutti a Chinatown per una leggera e veloce cena.
Telefonare per orario e prenotazione, perchè le poltrone come sapete sono limitate.

Un po' di noi e come noi



Capita che debba interrompere quello che sto facendo perchè la nostra lupetta mi vuole "comunicare" qualcosa: arriva, si siede vicino a me e mi fissa. Tutto in lei "parla",gli occhi, il corpo, la postura. Allenato, di solito capisco. Vuole scendere, uscire sul terrazzo oppure, attirata la mia attenzione, parte decisa per fermarsi a puntare qualcosa che il mio occhio non vede immediatamente. Uno dei suoi giochi preferiti, di quando è proprio contenta, è lanciare in aria uno dei tanti ossetti che conserva nell'"ossario": prima o poi naturalmente finisce sotto un mobile, dietro ad un vaso, dove non può arrivare da sola. Allora tocca a noi recuperarlo. E che sia quello giusto, proprio quello che lei ha in mente in quel momento! Un sostituto recuperato per accontentarla non è la stessa cosa, se lei è fissata testardamente su "quel" preciso ossetto. Un altro dei suoi divertimenti preferiti, specie se c'è qualche nuovo ospite con cui non siamo in confidenza e su cui vuol fare colpo, è ... cavalcare Toby, il suo alterego di pezza, poco più grande di lei. Ovviamente con nostro imbarazzo, perchè questo avviene puntualmente nelle visite più formali, tipo il parroco in visita benedicente. Insomma, la nostra canina ha una sua personalità, coi suoi pregi e anche i suoi difetti che sono poi gli stessi di moEn(sostengo sempre io) . Finiscono per assomigliarci i nostri animali. Condividono parte della nostra vita nel bene e nel male, testimoni muti ma partecipi di tutto ciò che ci capita, gratuitamente fedeli e devoti fino all'estremo, come la cronaca ognitanto riporta. Impossibile, frequentandoli, non acquisire una particolare sensibilità che ci rende perfino migliori come umani. Chi non ha dimestichezza con loro fatica a comprendere e tende a banalizzare, "cosificando" chi per noi è invece davvero un/a compagno/a di vita. Quando ci lasciano, perchè la loro vita è più breve della nostra, è sempre terribile. Si soffre e si sperimenta la tristezza dell'abbandono: con loro se ne va una parte di noi stessi, della nostra vita, quasi come una persona cara. Anche e soprattutto in questo caso è inutile tentare di spiegare a chi non è cresciuto con un cane, un gatto o altro. Nei giorni scorsi moDan ha sperimentato questo brutto momento. La vita è fatta anche di queste realtà apparentemente secondarie che però, rielaborate, ci fanno crescere più di tante altre esperienze. Inutile dire che moEn ed io abbiamo condiviso la sua tristezza . Empaticamente. Anche questa è vita di troppia.

giovedì, gennaio 17, 2008

Il punto della situazione


Siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddettoministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia,nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, masoprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglioregionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero CarloCamilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell'Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell'Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur allaRegione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell'Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell'Udeur. In pratica, hanno arrestatol'Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l'unico sottosegretariodell'Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre unaltro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galeraprima dell'estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera eraentrato nell'Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell'inchiesta "Why Not" avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S'è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo postoche - pare incredibile - ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s'è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c'è perfinoil rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni.Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e aglialtri 29 arrestati. Ma l'intero Parlamento - con l'eccezione, mi pare, di DiPietro e dei Comunisti Italiani - s'è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse - che nessuno conosce - sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv.Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s'è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, contanto di citazioni di Fedro: insomma, com'è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all'alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse allafuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro.Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato "solidarietà umana" al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l'occasione per denunciare un "fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli" (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella).Insomma, è l'ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l'immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, "questo è l'amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?.

Marco Travaglio

mercoledì, gennaio 16, 2008

Penitenti e diversi



E adesso cosa gli offriranno per riparare? La moratoria sulla 194 su un piatto d'argento? Non voglio pensarci. Diamoci una ridimensionata: non è successo nulla di grave. Il papa ha rinunciato ad andare a La sapienza perchè non sopporta di essere pubblicamente contestato. Tutto qua. Ora non si venga a far la predica sulle libertà di opinione e di espressione che stiamo parlando del papa, non di un cittadino qualsiasi. Lui le sue idee le esprime come e quando vuole avendo l'intero mondo mediatico a disposizione. Anzi le sue opinioni Ratzinger tenta spesso di imporle ,ignorando il dialogo da monarca vecchio stampo qual è. Se c'è qualcuno che ha sbagliato in tutta questa faccenda è chi lo ha invitato non per una lezione qualsiasi, ma per l'inaugurazione dell'anno accademico. Un po' come se alla lectio magistralis di una delle tante Università ecclesiastiche invitassero un professore notoriamente avverso alla Rivelazione cristiana.Non accadrà mai. Sarebbe bastato un po' di buon senso, ma quando c'è ansia da servilismo "la ragione va a farsi benedire". Lo invitino per una qualsiasi lezione magari stile quaestio quodlibetalis, caro ai teologi medievali, ma certo non a chi non ama il contradditorio. Quasi tutti i politici ora si stracciano le vesti e Fini, battendo sul tempo Ruini, indice una riparazione pubblica in piazza S.Pietro. Che spettacolo questi uomini di potere! La recita dei penitenti sarebbe divertente, se non fosse che va in scena non per convincimento personale, ma per il mantenimento del potere su quest'Italia che sprofonda sempre più in basso, senza più dignità ed amor proprio. Teatranti di terz'ordine, ma ugualmente deleteri.

Come se non bastasse gli arresti domiciliari della moglie del Guardasigilli rilanciano uno spettacolo già visto, ormai obsoleto, che solo nel nostro povero Paese può tornare in cartellone. Protagonisti sempre loro, i soliti cittadini di serie A, i diversi, per i quali le leggi esistenti non valgono.Gli uomini di destra e di sinistra, quando direttamente chiamati in causa, non si distinguono più nel copione : tutti uniti e solidali per restare in sella. Contro il Diritto e la Giustizia. Contro il popolo italiano.

martedì, gennaio 15, 2008

Il muro di Ratzinger


Eravamo convinti che il 1989 avesse segnato definitivamente la fine dei "muri", dell'ideologie totalitarie contrapposte,invece il terzo millennio è iniziato con una ripresa alla grande dell'edilizia muraria. Israele ha pensato bene di rendere visibile la separazione dai Territori palestinesi, ma altri muri svettano ugualmente anche se non fisicamente visibili tra Nord e Sud del mondo, tra Occidente e Medioriente, tra ricchi e poveri, tra credenti e non credenti. Persino all'interno delle singole Nazioni non si resta con le mani in mano e si procede alla costruzione di divisori, muretti e recinzioni per marcare la separazione dagli altri, i diversi, i non uguali. L'opera più ambiziosa e gigantesca. pensata e già avviata, è senza dubbio quella di Ratzinger: un muro altissimo che separi Dio dall'uomo. Mattone dopo mattone, nemmeno tanto lentamente, si comincia a notare una differenza sul terreno: le persone che spingevano lo sguardo lontano, oltre la realtà abitualmente sperimentata, faticano oggi a vedere quei segnali di luce che un tempo erano sufficienti a dare un senso di pienezza al loro fare, alla loro vita. E' come se cominciasse ad essere oscurato il cielo stesso, che appare più difficile da godere a causa delle pietre che già ostacolano l'orizzonte. La protesta di studenti e docenti de "La Sapienza" non è solo rivendicazione dell'autonomia della Scienza: è il grido dell'uomo che vuole essere se stesso, aperto al progresso della conoscenza senza pedaggi da pagare in percorsi obbligati. Che si consideri creatura o no, l'uomo adulto ha il diritto di scegliere la propria strada, con o senza quel Dio veterotestamentario, tremendo e vendicativo, delle nuove crociate cattogerarchiche. Fa specie vedere tra coloro che si accalcano per onorare il nuovo principe uomini del popolo (popolare=laikòs), che si offrono come volontari manovali per accelerare la costruzione che farà sentire inevitabilmente l'uomo più solo e diviso. Che si creda in un Totalmente Altro oppure no.

lunedì, gennaio 14, 2008

Teoria allo sbaraglio



Dicono di noi (gay) che siamo degli eterni bambini, sempre alla disperata ricerca dell'appagamento ludico non ci assumiamo responsabilità sentimentali, tanto che la maggior parte delle nostre storie durano quanto lo sfarfallare di una falena, perchè geneticamente incapaci di fedeltà. Dicono che persino le nostre amicizie soffrono, spesso falsate da un sottile e perverso interesse sessuale. A volte ce lo diciamo anche noi stessi.

Il terrore della solitudine- ed in prospettiva della vecchiaia e della morte -potrebbe essere la causa dell'irrefrenabile bisogno di soddisfare, a tutti i costi, la libido, perchè "Ogni occasione lasciata è persa" ed occorre addirittura cercare sempre nuove situazioni,anticipando scaramanticamente il veloce passare del tempo, secondo la classica interpretazione freudiana. Solitudine, vecchiaia, morte rappresentano lo spauracchio di ogni essere umano, anche etero. La presenza di figli, la cronaca lo conferma, non è sufficiente ad eliminare la solitudine, che anzi potrebbe essere più sofferta a causa dell'abbandono.

Non so se gli esperti di omopsicologia, Matteo Bianchi o Giovanni Dall'Orto tanto per citare qualche nome, abbiano già trovato una risposta al problema che sicuramente non riguarda l'intero mondo gayo, ma una buona parte, la più visibile certamente. A me viene in mente una teoria, forse un po' troppo banale e semplicistica,ma in attesa di smentite la formulo ugualmente.

Noi non siamo alieni, siamo figli della nostra cultura che nei secoli, quando più quando meno, ha visto nell'omosessualità una forma di perversione addirittura contronatura. I nostri modelli di riferimento (anche di amore, come già scritto) sono le famiglie tradizionali, le uniche possibili ancora oggi. C'è stata sicuramente una nuova presa di coscienza maturata attraverso i movimenti di liberazione sessuale, tanto che oggi si può vivere apparentemente con serenità il proprio orientamento. Il pride, l'orgoglio, è ormai una parola d'ordine che muove rivendicazioni politiche ad ogni latitudine alla ricerca di un equilibrio sociale necessario. E' però sempre rivolto all'esterno, cominciando dal coming out familiare che è conseguenza sì di una prima accettazione di sè, ma sulla spinta del bisogno di riconoscimento da parte degli altri. Troppo occupati a conquistare l'accettazione altrui, forse non abbiamo interiorizzato a sufficienza la normalità della nostra situazione. Siamo figli del nostro tempo, per cui a fatica e solo con un impegno consapevole possiamo evolverci autonomamente, superando riferimenti valoriali che fanno quasi parte nel nostro stesso dna. Mentre rivendichiamo diritti che teoricamente consideriamo elementari e non più rinviabili, nel profondo di noi stessi resta una zona d'ombra in cui giacciono, latenti, conflitti irrisolti tra quello che siamo ed il frutto di secoli di educazione, affetti,storia. L'omosessualità, gridata anche rabbiosamente agli altri ma non ancora del tutto assimilata come autentico bene personale, potrebbe essere quindi inconsciamente vissuta come una sorta di trasgressione continua. Ciò spiegherebbe, forse, la corsa quasi disperata al piacere ludico nel tentativo di rinviare e soffocare il senso di colpa per una realtà non ancora effettivamente e pienamente accettata.

E' una teoria troppo campata per aria e priva di qualsiasi riferimento reale? Boh, fatemi sapere.Probabilmente sono influenzato dalla tanta rabbia che vedo riversata all'esterno e dall'altrettanto scarsa serenità personale, che invece sarebbe necessaria, a mio parere, per ottenere le giuste richieste sociali nell'attuale critico momento politico.

P.S. Una considerazione conclusiva. La fedeltà, omo o etero vale uguale, intesa prioritariamente come coerenza verso l'amore che si prova e si vive, è quindi lealtà verso se stessi e solo conseguenzialmente verso il/i compagno/i. La fedeltà è perciò atteggiamento tipico dell'adulto, non compromesso da eventuali errori umani, che hanno però sempre il carattere dell'accidente e non sono ovviamente -e tantomeno affannosamente- cercati.

domenica, gennaio 13, 2008

Purchè la dispensa sia piena



Dall'alllarme neve dei giorni scorsi risoltosi nell'arco di 24 ore, siamo passati ora all'allarme alluvione. Prevista oggi una tregua, da domani il cielo riprenderà a versare torrenti d'acqua sui "buoni ed i cattivi", senza distinzione. Da un allarme all'altro, da un'emergenza all'altra. C'era stato prima lo sciopero dei trasporti ad allertarci. E la questione dei rifiuti in Campania non è da sottovalutare a livello nazionale. In tutte queste occasioni il pensiero va ai rifornimenti, alle provviste: già ci immaginiamo costretti ad un periodo di forzato isolamento a casa, coi supermercati sprovvisti di generi di prima necessità, ma non la nostra dispensa , grazie alla nostra sollecita previdenza. Qualsiasi sia l'allarme, il pensiero va al cibo, a come faremo, cosa mangeremo. Mi viene il sospetto che dietro ci sia l'ennesimo tentativo di spingerci al consumo. Ma perchè tanta paura di restare affamati, dal momento che pochi hanno effettivamente sperimentato il periodo nero della guerra? Si tratta di una paura atavica o il poter disporre liberamente del cibo è segnale di una sicurezza, che può essere facilmente sconvolta dalla semplice impossibilità di poter disporre di qualsiasi cosa, qualsiasi sfizio, a piacimento? La pancia piena sarebbe così sinonimo di libertà, di democrazia. Questo spiegherebbe la nostra rassegnazione di fronte agli spettacoli sempre più mortificanti ed avvilenti della politica italiana dal dopoguerra in poi. Ai politici basta assicurare il pane al popolo per ottenere via libera al malaffare. Sembra facile.
In vista delle prossime alluvioni, ieri abbiamo trascorso la serata con Olmo e Pao. Li conosciamo da poco, ma abbiamo subito intuito che sono persone fuori del comune, simpatici e di compagnia, possiedono una profondità che arricchisce al solo contatto. Non diciamo di più per ora, perchè hanno un progetto di cui non vediamo l'ora di scrivere appena pronto e... godibile.

sabato, gennaio 12, 2008

Starman



Finalmente sabato!
E’ stata una settimana di ripresa dopo le brevi vacanze natalizie. Tutto è ricominciato un po’ a fatica a dire il vero, ma si è ripartiti. C’è già chi pensa alle prossime vacanze estive e chi più fortunato potrà godere di un bel viaggetto in qualche paese caldo già nei prossimi mesi. Noi novios dovremmo necessariamente aspettare le vacanze pasquali per poter “scappare” per qualche giorno. C’è qualche idea per la meta, ma come sempre si deciderà quasi all’ultimo.
Modan ci ha segnalato una canzone ascoltata alla radio di David Bowie credo trasmessa in occasione del compleanno dello stesso Bowie lo scorso 8 gennaio (61 anni, però!). E’ un artista che non conosco molto. Mi ha sempre affascinato, soprattutto guardando le immagini dei suoi inizi alla fine degli anni sessanta. Sono quegli artisti “avanti”, nati artisticamente in un periodo sotto certi aspetti più difficile di oggi. Riuscivano anche attraverso la trasgressione, che allora aveva un senso, a stimolare e smuovere quella fantasia che poi accompagna e contribuisce al cambiamento. Modan ha ascoltato “Starman”, una delle sue canzoni più famose. Al di là della melodia, ha un testo che riesce ancora a stimolare la fantasia. Questo e’ quello che mi è successo. Ovvio la magia di alcune canzoni è proprio questa: sposarsi con lo stato d’animo di chi ascolta e quindi riuscire ad animare la creatività personale o comunque a smuovere qualcosa dentro appunto. “Starman”, l’uomo delle stelle: ognuno immagina ciò che vuole.
Ho il dubbio che oggi ci sia poco spazio per quella fantasia. Per quell’immaginario che,in fondo, può solo contribuire a far star bene. Non costa niente, non comporta fatica, perché non accedervi più spesso quindi? Mi piace l’idea di fantasticare. Di andare a rubare in quel mondo dell’impossibile un qualcosa che poi non è detto non possa realizzarsi. La fantasia è quello che può aiutare a vivere meglio la realtà quotidiana, bella o brutta che sia. Non necessariamente si deve poi concretizzare in qualche atto visibile. Chi ti è vicino sente che qualcosa di positivo è successo ed allora anche le difficoltà concrete, che comunque restano, hanno un sapore diverso e si affrontano con più serenità. Bello dai, la fantasia quale rifugio ma non fuga.

Buona fantasia! (En)

venerdì, gennaio 11, 2008

Com'eravamo 8

Gino & Alberto
1958



Alphonse & Isidore 1909



Antony & Gus 1908













Bill & Phil 1906



giovedì, gennaio 10, 2008

Che amicizia?

Oggi Dan ed io siamo riusciti a mangiare insieme un veloce kebab nella pausa pranzo, visto che lavorava nella mia zona. Non succede spesso, perciò quando è possibile riesco a godere fino in fondo quei brevi momenti strappati al lavoro. Qualche volta succede anche con En, ma devo essere io a trovarmi nella sua zona. C'è stato un tempo, molti e molti anni fa, che capitava abbastanza frequentemente che lo aspettassi al termine della giornata di lavoro. Era stato appena assunto "a tempo determinato" per sostituire una collega in gravidanza. Usti, quant'acqua è passata sotto il ponte! Eppure allora come ora, quando sono in attesa di uno di loro, sia pure per una brevissima pausa, il cuore subisce un'accelerazione e mi ritrovo a vivere fortissima l'emozione dell'innamoramento, la stessa delle prime volte. Sarà normale? Fa nulla, mi piace troppo quello stato e mi piace riviverlo ogni volta. Oggi Dan era preoccupato per un intervento di difficile soluzione, però non molla, mai. Non si scoraggia neppure di fronte ai problemi più complicati, è deciso e determinato a portare a termine quanto iniziato. Anche questo mi piace, fa parte del suo carattere, del suo modo di essere. Per distrarre la mente e consentirle una pausa ha avviato (o sono stato io? non ricordo) un discorso sull'amicizia, sulle nostre frequentazioni. 3 anni fa avevamo vissuto una sorta di boom amicale, si era creata una compagnia piuttosto numerosa che trovava ogni occasione per incontrarsi e stare insieme. Era bello, ma è durato poco: nel giro di un anno il "pallone" si è sgonfiato e forse proprio grazie a noi (o per colpa nostra, a seconda della prospettiva), che abbiamo cominciato a chiedere un approfondimento, dopo quella che ci pareva una banale questione assurta a dramma nazionale .C'era allora una forte presenza femminile nella compagnia che ha finito col deludere non solo noi, ma un po' tutti (lo zioMario tempo fa ha scritto un post sul suo vecchio blog a proposito dell'amicizia con le lesbiche che, alla luce dell'esperienza, condividiamo in pieno). Naturalmente non si può imputare solo a loro la fine dell'idillio: ora che si sono convogliate nella quasiarcilesbica comasca hanno sicuramente trovato un loro spazio ed una loro dimensione finalmente appagante. Nemmeno noi maschi siamo poi così disponibili all'amicizia (quella vera, non quella che, chissà come, include necessariamente il sesso) e probabilmente nemmeno noi troppia, che ci ritroviamo più o meno con gli stessi amici fissi da 20 anni, con qualche new entry per lo più occasionale. Sembriamo di fatto un gruppo chiuso, quasi ostile all'apertura, mentre mentalmente pensiamo esattamente il contrario, convinti del reale arricchimento attraverso l'incontro con gli altri. Avevamo già fatto una riflessione sull'argomento nel 2006 da un'altra angolatura. Comprensibile che gli accoppiati (o attroppiati) non siano il massimo per i singles che possono avere diverse esigenze, ma in definitiva ci sembra rimanga sempre una difficoltà di fondo nelle amicizie gaye. Quale e, soprattutto, perchè?

mercoledì, gennaio 09, 2008

Politica per tutti



Ci si aspetta per questo 2008 qualcosa di nuovo in fatto di conquista dei diritti più elementari, da quello alla sicurezza personale con una legge contro le discriminazioni anche sessuali, a quello dell'estensione dei diritti di cittadinanza, attraverso il riconoscimento delle unioni civili e di una legge sulla "piccola soluzione" per le persone transessuali .Purtroppo le prospettive di riuscita, visto l'attuale panorama politico italiano dominato dall'unica preoccupazione di mantenersi in vita (in sella), appaiono scarse. I nuovi partiti cambiano solo la facciata, le persone restano sempre le stesse con gli stessi limiti, le stesse cecità politiche ed il bisogno disperato dei voti gestiti dalla cattogerarchia che, consapevole del proprio potere in un contesto di debolezza generale,spinge sempre più sull'acceleratore per assicurarsi quelle che ritiene garanzie sufficienti di conservazione. Si spera ed auspica un movimento GLBT (L'anno della rappresentanza, in Gay Today) coeso e trasversale che, dall'interno dei vari partiti, agisca coraggiosamente ed intelligentemente spingendo a sua volta nella direzione opposta, verso l'acquisizione dei diritti appunto. Mi sembra un'impresa ardua anche senza tener conto della profonda divisione del movimento GLBT, in cui continuano a prevalere i personalismi insieme ai soliti interessi economici (v. Arcimancuso). L'alternativa sarebbe l'affermazione di una lobby economica potente, in grado di spostare l'ago della bilancia a favore della causa, ma a discapito della reale crescita politica del Paese. Non è certo la soluzione giusta. E poi i grandi manager omosessuali nostrani non amano questo genere di esibizione di forza che coinvolgerebbe anche la faccia.


La soluzione potrebbe invece trovarsi proprio nella debolezza e nella scarsa credibilità generale della politica. Il popolo, la gente comune, guarda ormai alla politica con sempre più distacco e diffidenza, percependo "a pelle" il divario creatosi tra società civile ed intellighentia politica. E' il momento di lanciarsi nella mischia, parte anche noi della gente comune, non per perseguire direttamente gli obiettivi che ci stanno a cuore, ma per pretendere un reale cambiamento di direzione della stessa politica e con quello, di conseguenza, anche le nostre giuste richieste. Un po' ciò che auspicavamo e scrivevamo già nel 2006 ,ripetuto poi in varie occasioni. Uno degli obiettivi prioritari deve essere l'affermazione della laicità dello Stato, per ottenere finalmente autentica indipendenza dalle pressanti e condizionanti ingerenze esterne e poter recuperare così il perseguimento del vero bene comune del Paese. Il ritorno ad una politica intesa come servizio e non come affermazione del potere personale o di una parte, è condizione necessaria per affrontare serenamente e con successo il discorso dei diritti che devono tutelare tutti i cittadini, anche quelli attualmente abbandonati a se stessi. Non solo noi.

martedì, gennaio 08, 2008

La rupture di Sarkò







Sarà anche di destra, metterà pure in imbarazzo col suo "stile berluska" i francesi che ora giustificano gli sfottò mai risparmiati nei nostri confronti con un «à chacun son tour», ma nel discorso di inizio d'anno Sarkozy batte sicuramente, e di gran lunga, in molte idee e soprattutto nella dichiarazione di metodo la sinistra italiana.



In estrema sintesi le idee (almeno le condivisibili):

Eliminare gli spot dalla tv di Stato e finanziare le reti pubbliche sostenendo un servizio di qualità aumentando per fare ciò le tasse sugli introiti pubblicitari dei canali privati. Chiamare Simone Veil, a guidare una commissione che avrà l'obiettivo di completare il preambolo della Costituzione di Francia in materia di nuovi diritti e libertà dei cittadini, «in modo da garantire l'uguaglianza fra la donna e l'uomo, assicurare il rispetto della diversità, per rendere possibili delle vere politiche di integrazione e per rispondere alle sfide della bioetica». Maggiore controllo politico del Parlamento da parte dei cittadini e adozione di un nuovo modello di calcolo della ricchezza. Protezione dai fondi sovrani. Piano immigrazione in completa sintonia con Spagna ed Italia.«Politica dell'immigrazione, della difesa, dell'energia e dell'ambiente» le priorità della presidenza francese dell'Unione europea, mentre sul piano internazionale la Francia si batterà perchè Germania, Giappone, Brasile, India e un grande Paese africano diventino membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.


Per ora sono solo idee quelle di Sarkò, ma la vera novità del suo impegno per una «politica di civilizzazione» sta nella volontà di rompere col passato. Lui ci vuole almeno provare. E ha già cominciato parlando apertamente della propria situazione personale (con la Bruni), anzichè continuare nella tradizione dei sotterfugi, tipica dei politici di qualsiasi Paese. Rompere col passato e con tutto ciò che blocca lo sviluppo civile del Paese inchiodandolo in un permanente stallo negativo su tutti i fronti. Un po' quello che vorremmo anche noi per l'Italia.

lunedì, gennaio 07, 2008

Contraddizioni per crescere



Le feste, con il compleanno di moDan, che per noi sostitusce la tradizionale befana, sono proprio finite e la vita di tutti i giorni, quella feriale, è ricominciata. Io, forte dei miei lunedì liberi, ho ancora un giorno per abituarmici e mi riesce più facile pensando che si va verso la primavera, la bella stagione, anche se dopo un paio di giorni di tregua pare sia tornato il grande freddo. Quest'inverno pare -anche lui!- diverso perchè non siamo più abituati a lunghi periodi di gelo. Passerà, come tutto del resto.

Si fa un gran parlare di SudAfrica in questi giorni per via di due matrimoni , uno omosessuale e l'altro poligamo, che offrono un'immagine controversa di quel Paese, unico nel continente africano ad aver legalizzato le unioni gay, ma a continuare contemporaneamente la tradizione ancestrale della poligamia. Nella maggior parte delle società che la praticano esiste ancora un rapporto impari tra i due sessi, che la rende espressione di una civiltà inaccettabile, là dove la parità tra uomo e donna è da tempo diritto acquisito. Da qui la contraddizione del SudAfrica, più avanzato della stessa "civilissima" Italia nel riconoscimento dei diritti omosessuali, ma ancora troppo arretrato nel giusto riconoscimento del valore della donna.

Anche il nostro Paese conosce una sua contraddizione in materia: riconosce di fatto l'esistenza di nuovi modelli allargati e diversi di famiglia, ma ne nega il riconoscimento giuridico, riservandolo esclusivamente alle coppie che, spezzando i legami precedenti, possono usufruire nuovamente dell' istituto del matrimonio civile come "concessione" , se davvero inevitabile, della benevolenza della vera anima della nostra classe dirigente, la cattogerarchia. I figli nati da precedenti unioni appaiono un po' come elementi spuri, la cui collocazione giuridica rimane spesso ambigua pur tutelata nel limite del possibile.

Non stupiscono le contraddizioni che sono anzi necessarie per lo sviluppo di qualsiasi civiltà.Piuttosto, ciò che meraviglia e che potrà far inorridire chi verrà dopo di noi è l'ottusità che impedisce di raggiungere traguardi scontati, che il tempo e la naturale evoluzione sociale conseguiranno ineluttabilmente. Negli stessi Paesi islamici, che appaiono così statici ed immobili, è possibile notare qua e là, dove più e dove meno,un certo fermento per quanto riguarda la conquista dei diritti della donna. La poligamia, così come concepita e vissuta ora anche presso altre culture, subirà inevitabilmente-già sta avvenendo- degli scossoni, per poi sparire del tutto e probabilmente rinascere, dopo altro tempo ancora, in una veste nuova, finalmente paritaria (magari la troppia?). Fa specie che siano proprio le religioni a rallentare il processo civile, ma è quasi sempre accaduto così nella storia, perchè come Istituzioni umane sono frenate dal bisogno di mantenere visibilmente uno spazio di potere, almeno quello morale, ritenuto indispensabile per la propria conservazione. Anche questa è una palese contraddizione: la promozione dell'uomo integrale predicata dai fondatori si scontra con le umane paure dei seguaci. Il guaio è che la stessa promozione della Pace (e della Giustizia), fortissimamente voluta da tutte con l'eccezione degli integralismi, perde forza e credibilità quando poi, nel concreto, si finiscono col dividere coscientemente, dall'interno, le società ormai adulte che vorrebbero potersi sviluppare "etsi Deus non daretur".Nella foto, Norbert Bisky:Anaconda.

domenica, gennaio 06, 2008

Buon compleanno, moDan!


"Mia mamma ora sta spingendo con contrazioni sempre più forti...Sta per tirar fuori un vitello di 4,3 kg dalla passera con parto asciutto.....eh eh" Questo è Modan! Il suo sms delle 4.19 di questa mattina.


E' il terzo compleanno insieme!



Abbiamo trascorso una bella serata. Volata. In un attimo è arrivata l'una e mezza e gli amici ci hanno salutato. Tra tutti Gis, una cara amica di vecchia data che non vedevamo da sei anni. Anche se non ci si sente mai, basta poco e si ritrova la medesima sintonia di allora, fatta di ricordi, racconti. Ci siamo promessi di rivederci presto.

Poi siamo rimasti soli. Noi tre. Nonostante l'ora, Modan ha scartato il nostro regalo e noi abbiamo "scartato" lui. Sfiorando, con passione e dolcezza, l'alba che stava per arrivare.


Auguri Modan! Tatmo!

Ser & En



Per te:






sabato, gennaio 05, 2008

La Cesira




Dopo un'intera e dura giornata di lavoro comprensiva di trasporto mobili, smontaggio vecchio soggiorno ed assemblaggio del nuovo, En ed io (Dan era impegnato in una rimpatriata con vecchi amici) avevamo bisogno di una serata di puro divertimento e svago e l'abbiamo trovata a due passi da casa, all'Holiday bar di Appiano Gentile. Nel pomeriggio Fabry ci aveva telefonato avvisandoci di aver riservato un tavolo per lo spettacolo Holiday stars con "la Cesira", nota drag milanese. E così, stanchi e distrutti per la scarsa abitudine al lavoro fisico, ma decisi a goderci una serata alternativa, ci siamo dati appuntamento poco prima delle 22 all'Holiday. A proposito il soggiorno è ... meraviglioso! In corso d'opera ci aveva sfiorato il dubbio di aver esagerato e che la sola "libreria" avrebbe riempito la scena della nostra piccola casetta, ma alla fine il risultato ha fugato ogni dubbio e ci ha completamente soddisfatti. Prima o poi vi mostreremo le foto.


Alle 22 meno pochi minuti abbiamo raggiunto gli amici che ci aspettavano con Moreno, il fantasioso ed instancabile proprietario del locale. Il tempo di una sigaretta e ci siamo tuffati nel pienone di gente che attendeva l'inizio dello spettacolo. Sarà che non sono più abituato, mi ha fatto subito piacere perdermi in una folla di sconosciuti. Finalmente visi nuovi e non le solite facce che si ritrovano sempre uguali ovunque (le nostre comprese)!

Ed è cominciato lo spettacolo: più di due ore volate grazie alla bravura della Cesira e delle sue compagne, Patty Visconti e la bellissima Jasmine (nessun rimando perchè credo non abbia sito). Davvero brave! La Cesira poi, abilissima nel cogliere al volo l'umore del pubblico e ad assecondarlo, era un vulcano di battute divertenti ma anche didascaliche per i molti presunti etero intervenuti. Insomma una gran bella serata, proprio quello che ci voleva per me ed En.

Ci siamo trattenuti ancora a lungo nel locale, Fabry ci ha fatto conoscere tutti i suoi amici (che sono davvero tanti e vari), ci siamo complimentati con Eraldo Moretto/Cesira in panni maschili e Paolo/Jasmine, bellissimo anche in versione uomo. Adri non avrebbe voluto concludere la serata, noi d'accordo, ma avrebbe raggiunto la compagnia a casa nostra per una spaghettata troppo tardi, per cui abbiamo saggiamente deciso di rinviare. A casa, En ed io siamo rimasti a lungo a contemplare il frutto del nostro genio estetico, nonchè della fatica operativa...
Prossimo spettacolo all'Holiday Bar, sempre con la grande Cesira, il 18 gennaio.
Foto troppiane con cellulare, ci scusiamo per la scarsa qualità delle immagini.

venerdì, gennaio 04, 2008

Parassiti nostrani




"Da solo un parassita ruba sangue a un cane ma quando il parassita crea una rete di suoi simili che ne attaccano ogni punto vitale, il cane poi muore". Nella mente di Feisel Rafiq Malik, uno dei leader degli avvocati che lottano contro il generale -presidente, " il cane è il Pakistan e i parassiti i militari guidati da Musharraf colpevoli di utilizzare l'80% del budget nazionale in spese per la difesa e di aver messo in piedi un sistema di corruzione e clientelarismo che condanna la maggior parte della popolazione pachistana alla povertà. "Musharraf pensa di governare un paese di stupidi. Le sue azioni hanno provocato un risveglio fra la gente. Dopo di noi, hanno cominciato a protestare gli studenti, le donne, i giornalisti e la società civile. Il Pakistan si sta svegliando, ve lo assicuro".
La situazione del Pakistan è molto più grave di quella italiana su tutti i fronti, ma è il metodo dei "nostri" parassiti a segnare marcatamente la differenza: succhiano legalmente, nel rispetto formale delle leggi. Qui è la loro abilità. Gli effetti sono identici, perchè davanti a tanto facciatollismo ci sentiamo tutti stupidi ed impotenti. Basta ascoltare i discorsi della gente per strada, nei bar, sui luoghi di lavoro. La questione rifiuti a Napoli, il balletto sulle Riforme, le continue attenzioni alla famiglia tradizionale e la cecità nel non voler riconoscere l'evoluzione sociale, l'invenzione di nuovi partiti che cambiano solo il nome, gli enormi profitti economici di pochi e la disperazione di tanti, la perdita del senso della legalità e dell'etica sono i discorsi più frequenti quando l' oppio del calcio, droga legale, non obnubila le menti. Non siamo del tutto stupidi: vediamo ed ascoltiamo anche se la nostra protesta finisce qua: in un bar, alla stazione di un metrò, tra gli amici. Molti di noi vivono agiatamente perchè il nostro è uno dei Paesi più ricchi: la maggioranza non è ridotta alla fame che è condizione per ogni rivoluzione popolare. Era successo nel '92 di sfiorare la rivolta: la pesante congiuntura economica, il via di "Mani pulite" e la Lega, che al nord aveva intuito il momento giusto per cavalcare opportunisticamente le difficoltà generali, avevano portato il Paese al limite di un reale cambiamento. Ma poi tutto si è risolto in un bluff, appena la situazione economica ha ripreso a girare favorevolmente. In Pakistan la situazione è molto diversa: c'è la guerra e la povertà ormai è diffusa anche nella classe borghese. Una situazione certo da non invidiare.
E poi non tutti i nostri politici e i nostri imprenditori, la nostra classe dirigente insomma, sono parassiti, per fortuna. Tra loro, ci sono anche persone oneste con intelligenze brillanti e capacità straordinarie, degne dell'italianità: è a queste che dovremmo guardare con fondata speranza impegnandoci a farle emergere dalla massa di approfittatori.

giovedì, gennaio 03, 2008

Sempre...in pista! O quasi



Sveglia presto stamattina. Colti dall’entusiasmo e superata la solita pigrizia, finalmente si è deciso di andare per negozi alla ricerca di un divano adatto alla nostra casetta. La neve che già cadeva copiosa dall’alba non ci ha certo spaventato. Vero che le strade, grazie alla puntualità ed efficienza delle Amministrazioni (dobbiamo evidenziare anche le cose che funzionano, quando funzionano) erano pulitissime. Purtoppo una coda di macchine, normalissima, all’incrocio sotto casa, mi ha spinto verso una scorciatoia. Troppo era la smania di arrivare a destinazione, sull’onda di quell’entusiasmo che quando c’è va colto al volo. Una strada secondaria nel bosco, poco trafficata e quindi con quella giusta patina di ghiaccio e neve che mi ha fatto perdere il controllo del mezzo e finire addosso ad una Punto, guidata da una ragazza per giunta in attesa di un bimbo. Niente di grave a noi e nemmeno alla sfortunata gestante, solo un grande spavento. Alla mia ancor giovane auto un bel danno, grazie al cielo coperto dall’assicurazione (mi lamento sempre per il premio troppo alto, ma devo ringraziare l’assicuratrice che mi ha convinto a non modificare le coperture assicurative). Così un paio d’ore sono volate tra constatazione amichevole e carrozziere.Dopo vent’anni Moser ci è riuscito involontariamente: anch’io sono diventato cliente del mitico meccanico di Moser, meccanico di famiglia da generazioni . Superato l’incidente, non ci siamo persi d’animo puntando dritto alla ricerca del divano. Ovviamente con la macchina di Moser e Modan sempre presente con sms e telefonate, perchè al lavoro. La giornata, partita nel peggiore dei modi, si è improvvisamente rasserenata pur continuando la nevicata. Ed infatti abbiamo trovato il divano. Semplicissimo. Blu. Sembra comodo. Non vedo l’ora che arrivi ed ovviamente inaugurarlo con i miei Novios. Poi, girando qua e là, è caduto l’occhio su alcuni mobili etnici. Ci sono piaciuti a pelle, prezzo buono, quindi affare fatto. In sostanza, in un paio d’ore abbiamo riarredato completamente il soggiorno. Sono felicissimo perché la nostra casetta mi piace troppo! Ora ci organizzeremo meglio e sfrutteremo al massimo tutti gli spazi. Sono certo che ce la faremo bastare. Anche Modan è dell’avviso. In fondo qui tutti i più grandi affetti sono nati e cresciuti. E’ parte di noi tutti. Finalmente posso dire, dopo una vita allo sbaraglio (circa 10 traslochi in 40 anni soprattutto concentrati nei primi 20), di aver trovato il mio nido. Dove sto bene. E’ una casa imprecisa, come noi del resto, ed è la cosa che mi piace di più. La rende viva e calda. Mi piace anche il fatto che Modan la viva come noi. Una lattina qua, la carta del "Bueno" là, la tuta sulla poltrona, le pantofole ovunque capita. Che bello! Moser che s’incazza, ma poi è il primo degli incasinati. Lupetto che tifa per l’Enel: non spegne mai le luci. Mira che semina ossetti ovunque. Insomma è nostra, la nostra casa!
Ora vi saluto. Il sereno è decisamente tornato, mi riferisco naturalmente alla nostra vita più intima. Senza troppe parole, ma lasciando parlare solo i nostri corpi, i nostri sguardi e quello che è impalpabile: il profondo amore che ci unisce.
Questa serata sta trascorrendo serena condividendo il profondo desiderio di stare insieme al più presto, neve permettendo...….,ma è possibile sopra le nuvole?Si lo è ed è bello amici: è bellissimo!

Ai miei novios una nuovissima canzone legata al Natale….Il prossimo ovviamente!
(En)



mercoledì, gennaio 02, 2008

2 gennaio





Continuano gli allarmi che annunciano neve a palate, ma ancora, salvo qualche tenero fiocco caduto qua e là durante la giornata, siamo stati risparmiati. La temperatura si è alzata e questa è già cosa buona. La nostra vita quotidiana è ripresa quasi normalmente: Dan al lavoro, En ( che è in ferie) ed io impegnati nelle grandi pulizie al piano di sotto. Stamattina abbiamo fatto una corsa all'Ikea di Corsico (Milano sud), cercando di battere sul tempo l'annunciata tormenta: naturalmente non abbiamo trovato quel che cercavamo, ma solo piccole cianfrusaglie che avremmo potuto acquistare anche all'Ikea di Lugano senza problemi di dogana, risparmiando tempo, kilometri ed euro, visto il cambio del franco. Succede. Forse ci eccitava più l'idea di un ritorno tra la neve che il resto. E poi era da tanto che En ed io non uscivamo soli, senza Dan , per un viaggetto sia pure appena fuori provincia. Naturalmente eravamo in continuo contatto col novio mancante e quindi era come se fosse con noi.Abbiamo trascorso i giorni magici delle feste senza fare nulla di speciale, se non stare insieme tra noi: il tempo è volato come sempre.
Mi capita di provare un certo senso di colpa per lo "stato di grazia" in cui viviamo, interrotto di tanto in tanto da incomprensioni e liti che credo normali in qualsiasi troppia. Si scontra quotidianamente con le notizie che arrivano dall'esterno, sempre più tragiche e preoccupanti. Nei giorni scorsi l'assassinio di Benazir Bhutto, grande candidata alle prossime presidenziali in Pakistan. Non mi convince la tesi di B.H.Lévy secondo cui responsabile sarebbe Al Qaeda. Mi sembra invece più verosimile che il mandante sia il dittatore Musharraf, che ha sempre mantenuto sotteranei legami col gruppo terroristico di Bin Laden. Naturalmente il dittatore è un "nostro" (di noi occidentali) protetto e questo spiegherebbe l'assenza dei capi di stato ai funerali della leader del Ppp ed anche le scarne parole di circostanza pronunciate in occasione di quel martirio annunciato.

Ha fatto bene il nostro amico Dav a ricordarci che il 1 gennaio è stata la Giornata Mondiale della Pace. 40 anni fa, nel 1968, Paolo VI facendosi interprete "delle aspirazioni dei popoli, dei governanti, delle istituzioni internazionali e dei movimenti politici e sociali…che fanno della pace il loro ideale", pubblicava un Messaggio a"tutti gli uomini di buona volontà" in cui lanciava l'idea della "Giornata della pace" in tutto il mondo il 1° di gennaio, primo giorno dell’anno civile. Sono passati tanti anni da allora e la Pace è ancora troppo lontana.

martedì, gennaio 01, 2008

1 gennaio 2008


Mentre da noi si contano le vittime della festa, in Kenia ed in Iraq il capodanno è stato di rabbia e sangue. Impossibile passarci sopra e restare nella magica atmosfera dell'inizio del nuovo anno. Nel Paese africano la rabbia è esplosa dopo che la commissione elettorale ha proclamato vincitore delle presidenziali dello scorso 27 dicembre il capo di stato uscente, Mwai Kibaki, che ha ottenuto circa 200mila voti in più di Raila Odinga, il leader dell’opposizione. Le elezioni sono state un imbroglio e a sostenerlo non è solo l'avversario sconfitto, ma anche gli osservatori dell’Unione europea. Da politico lo scontro sta assumendo anche i toni della contrapposizione etnica tra i Kikuyu (sostenitori di Kibaki) e i Luo (sostenitori di Raila). Il prossimo 3 gennaio è prevista una grande manifestazione dell'opposizione a Nairobi, ma le vittime pare siano già oltre un centinaio.

Continuano intanto gli attentati suicidi in Iraq: l'ultimo, oggi, ha provocato 30 morti e 38 feriti.Non sono certo notizie benauguranti.
Il tentativo di dimenticare per alcune ore la pesante situazione italiana, bloccata da una classe politica, di destra come di sinistra, che va perdendo credibilità giorno dopo giorno- e anno dopo anno -non è facilitata dalla nuova crociata lanciata dall'accoppiata Bondi/Ruini contro la 194. "La lingua batte dove il dente duole": si moltiplicano discorsi, iniziative e veglie per difendere la famiglia tradizionale come unico modello d'amore. L'apologia disperata è segno che non c'è più nulla da fare: l'evoluzione sociale segue il suo corso e a nulla serviranno gli interventi magisteriali. Dobbiamo prepararci al moltiplicarsi forsennato di attacchi e crociate all'ultimo sangue, sostenute anche da politici codardi che sapremo riconoscere. Non dobbiamo abbandonarci alla sfiducia, come ha detto il Presidente.

Ancora auguri a tutti!