martedì, gennaio 15, 2008

Il muro di Ratzinger


Eravamo convinti che il 1989 avesse segnato definitivamente la fine dei "muri", dell'ideologie totalitarie contrapposte,invece il terzo millennio è iniziato con una ripresa alla grande dell'edilizia muraria. Israele ha pensato bene di rendere visibile la separazione dai Territori palestinesi, ma altri muri svettano ugualmente anche se non fisicamente visibili tra Nord e Sud del mondo, tra Occidente e Medioriente, tra ricchi e poveri, tra credenti e non credenti. Persino all'interno delle singole Nazioni non si resta con le mani in mano e si procede alla costruzione di divisori, muretti e recinzioni per marcare la separazione dagli altri, i diversi, i non uguali. L'opera più ambiziosa e gigantesca. pensata e già avviata, è senza dubbio quella di Ratzinger: un muro altissimo che separi Dio dall'uomo. Mattone dopo mattone, nemmeno tanto lentamente, si comincia a notare una differenza sul terreno: le persone che spingevano lo sguardo lontano, oltre la realtà abitualmente sperimentata, faticano oggi a vedere quei segnali di luce che un tempo erano sufficienti a dare un senso di pienezza al loro fare, alla loro vita. E' come se cominciasse ad essere oscurato il cielo stesso, che appare più difficile da godere a causa delle pietre che già ostacolano l'orizzonte. La protesta di studenti e docenti de "La Sapienza" non è solo rivendicazione dell'autonomia della Scienza: è il grido dell'uomo che vuole essere se stesso, aperto al progresso della conoscenza senza pedaggi da pagare in percorsi obbligati. Che si consideri creatura o no, l'uomo adulto ha il diritto di scegliere la propria strada, con o senza quel Dio veterotestamentario, tremendo e vendicativo, delle nuove crociate cattogerarchiche. Fa specie vedere tra coloro che si accalcano per onorare il nuovo principe uomini del popolo (popolare=laikòs), che si offrono come volontari manovali per accelerare la costruzione che farà sentire inevitabilmente l'uomo più solo e diviso. Che si creda in un Totalmente Altro oppure no.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai ben descritto la sensazione di chi ama Dio profondamente, e come se lentamente attormo mi si costruisse una cappella funeraria dove la luce di Dio fatica a penetrare e dove lentamente l'anima si sente murare ancora viva.
Purtroppo il laicato e' una realta' che se pur ben valorizzata nel Concilio Vaticano ii e stato di fatto tenuto lontano dall'essere consapevole, e da laico consapevole soffro nel vedere Dio ridotto a questa miseria a causa del sucessore di Pietro.
Lottero' finche anche l'ultima pietra sara' posta sulla mia testa, ma con nel cuore la certezza che Dio mi salvera', e purtroppo per quanto io ed altri confratelli e consorelle e laici consapevoli in ogni realta' ci affanniamo, il nostro e' uno sforzo immane,ma impari, per un mattone che spostiamo colui che e'il sucessore di Pietro ne ha gia' rimessi parecchi e con una rapidita' tale da risultare indescrivibile
Sconsolatamente Dav

Anonimo ha detto...

chi è credente sa che il progetto di Dio è un mistero (almeno nel momento stesso in cui accadono certe cose). anche io non sono tanto felice di questo papato ma so che questo tempo avrà prima o poi per noi credenti una sua spiegazione, non è una speranza ma una certezza. Sta di fatto che tutti deve avere la possibilità di esprimersi, tutti.