mercoledì, dicembre 31, 2008

31 dicembre



Nessun bilancio di fine anno. E' stato per tutti un anno orribilis, così almeno si sente e legge ovunque. Normale, quasi doveroso, aspettarsi un 2009 migliore, anche perchè peggio di quel che è stato sarebbe davvero troppo. Abbiamo imparato qualcosa noi umani da ciò che ci è capitato, dalle situazioni che noi stessi abbiamo creato nell'economia, nelle relazioni sociali e tra i popoli? Il dubbio è lecito.
Per quanto ci riguarda, noi tre siamo arrivati alla fine dell'anno sicuramente provati, spogliati di tutto ciò che era solo apparenza, sicurezza superficiale ed illusoria, ma sempre insieme. Caduti gli orpelli, siamo rimasti noi col nostro amore, unico bene che vale e su cui investire nel futuro. Vabbè, forse la faccio troppo tragica: volevo solo confermare che ciò che abbiamo vissuto ci ha unito ancora di più, facendoci compiere un salto qualitativamente signficativo di cui dovremo fare tesoro.
Stasera festeggeremo come tutti (o quasi), perchè è bello ed anche coraggioso guardare avanti puntando al meglio. E' l'augurio che estendiamo a voi che ci avete seguito fin qui: buon 2009!

martedì, dicembre 30, 2008

30 dicembre



Adesso l'Arcimancuso vuol bloccare Sanremo per via della canzonetta che Povia interpreterà per tentare di convincere i gay a sottoposrsi alla miracolosa cura per diventare etero. Bah, con tutti i problemi che ci sono non c'è altro cui pensare e per cui impegnarsi? Quanto durerà l'effetto Sanremo e, soprattutto, chi crederà al messaggio del cantautore che già voleva essere un piccione, se non i soliti disinformati che vogliono crederci?

Benedetto (XVI) invece fa annunciare che il ventilato viaggio di primavera in Terrasanta sarà rinviato, vista l'attuale situazione. Forse nemmeno lui crede al potere delle sue suppliche e alla mediazione occidentale: nessuno può fermare la mattanza degli Israeliani. Dio, già si sapeva, è del tutto impotente come aveva intuito l'ebreo tedesco H.Jonas (Il concetto di Dio dopo Auschwitz). Certamente Palestinesi ed Israeliani non soffriranno per la mancata visita, tanto più che il papa tedesco perde progressivamente audience anche tra i suoi.

lunedì, dicembre 29, 2008

Il pane di ieri


Su segnalazione di Mel (Il pane di ieri) ho letto l'ultimo libro di Enzo Bianchi, fondatore e priore della comunità monastica di Bose. Anch'io l'ho divorato tutto d'un fiato, certamente con una sensibilità ancora scossa dai recenti avvenimenti e perciò prontissima ad afferrare la trama dei racconti e dei volti rievocati per rivisitarli alla luce della mia storia personale. Si corre sul filo della nostalgia, col rischio di "rendere idilliaco ciò che in realtà non lo era affatto",ma è operazione necessaria per cogliere nel proprio passato le chiavi di lettura del presente e del futuro. Ognuno di noi è non solo quanto ha appreso, quanto ha costruito attraverso l'educazione e la cultura: è soprattutto gli eventi e i luoghi che ha vissuto,ma ancora di più le persone che ha incontrato, importanti o meno che siano state. C'è tutta una ricchezza, un patrimonio dentro di noi che non è quantificabile e che si può esprimere solo attraverso la nostra vita, le nostre scelte, il nostro modo di essere.

Uss fadìga a sté al mund, si fatica a stare al mondo, non è cosa facile da prendere alla leggera, non ci si può permettere superficialità ed incoscienza, perchè il tempo passa rapidamente. Fa' el to duvèr, cherpa ma va' avanti! è l'imperativo categorico fondamento dell'etica individuale. "Ognuno nella vita è chiamato a fare qualcosa, e quel qualcosa lo deve fare, è il suo dovere assoluto: esiste per ciascuno un compito che, per duro che sia,va svolto senza indugio, c'è un fine che va perseguito senza distrazioni" (fino a crepare). Ma ... Esagerùma nenta, nessuna esagerazione, senza strafare. Di fronte alla durezza della vita, i tanti dolori e le sofferenze, occorre porre un limite per non farsi travolgere l'intera esistenza: L'è questiòn'd nen pièssla, si tratta di non prendersela.
"Finchè sulle labbra dei vecchi non compare un'altra espressione: L'è ura d'andè, E' ora di andare! Quella frase che da adulti si diceva ai bambini per mandarli a letto alla sera, ora da vecchi la si ripete a se stessi perchè si è ormai stanchi di vivere: vivere, infatti, è un mestiere e alla lunga stanca. E' ora di andare: rappacificata confessione di chi, seduto con lo sguardo sfocato,scruta la strada soleggiata fuori dall'uscio di casa o, d'inverno,il fuoco che crepita nel camino e che non si ha più la forza di rattizzare. Stanchi anche di chiedere l'aiuto degli altri, di aspettare che vengano a sostenerci, ad accompagnarci: di loro si ha bisogno, si sa anche che lo fanno volentieri, eppure non si vuole esser loro di peso... E' proprio ora di andare!".

domenica, dicembre 28, 2008

Gaza: è mattanza di fine anno


“Quello in corso a Gaza è un massacro non è un bombardamento. È un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice”. E' la testimonianza di p. Manuel Musallam, parroco della Santa Famiglia, contattato dalla MISNA a Gaza città. . “Stanno continuando a colpire. Di quando in quando si sente un’altra esplosione qui a Gaza. Ma abbiamo notizie anche di bombardamenti in ogni angolo della Striscia. Temiamo che il numero dei morti in circolazione sia destinato a salire, perché molti cadaveri non sono stati ancora riconosciuti e altri potrebbe trovarsi sotto le macerie degli edifici distrutti”.Il religioso contesta le notizie di un’operazione mirata, come Israele sostiene, contro le strutture legate ad Hamas e ai gruppi responsabili dei lanci di razzi Qassam in territorio israeliano, proiettili artigianali che provocano un danno limitato quando raggiungono il bersaglio. “Nei bombardamenti è morto anche uno dei miei migliori amici, il capo della polizia di Gaza (Tawfiq Jabber). Cosa c’entra la polizia con Hamas? I poliziotti sono cittadini comuni che lavorano. È vero, a Gaza comanda Hamas e in qualche modo la polizia deve rispondere a loro, ma i poliziotti non hanno niente a che fare con la politica e men che mai sono ‘terroristi’. Sono solo persone comuni che lavorano”. “La situazione è gravissima. Gli ospedali sono pieni di feriti e sono quasi già al collasso, anche perché qui manca l’elettricità da una settimana e i medicinali scarseggiano” aggiunge Abu Hasna, responsabile della comunicazione dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).“La gente corre per strada disperata alla ricerca dei propri parenti e soprattutto dei propri figli. I bombardamenti sono iniziati proprio mentre i ragazzi si apprestavano a lasciare la scuola per far ritorno a casa”. (Da L.P.L.-informazione francescana).
Hamas ovviamente giura vendetta.

sabato, dicembre 27, 2008

Sabato 27 dicembre



Fa freddo. Stamattina -8°. Tutto previsto, come la crisi economica di cui cominceremo ad avvertire pesantemente le conseguenze già dall'inizio del nuovo anno. Nel frattempo molti partono per le vacanze sulla neve: meglio non pensare a quel che sarà.

A Milano il card. Tettamanzi realizza il "Fondo famiglia-lavoro" per sostenere chi perde il lavoro, perchè questo deve essere il senso del Natale cristiano:dalla solidarietà di Dio alla solidarietà degli uomini tra loro. Non solo belle parole, nessun solito appello, ma un'idea che si concretizza. Così deve essere appunto,altrimenti "niente Bambinello",come ha spiegato un parroco bergamasco ai suoi fedeli:"Gesù non ha paura di avvicinarsi agli emarginati, agli ultimi. E' ora che chi si dice cattolico metta in pratica gli insegnamenti di Cristo".
Forse proprio per questo motivo, conoscendo le radici cristiane del popolo italiano, dal giorno di Natale a Lampedusa, la magica isola dell'amico Francesco, si sono intensificati gli sbarchi di migranti, arrivando a collassare il centro di prima accoglienza.D'altra parte non c'è pace neppure in Palestina, terra santa per eccellenza, anzi laggiù è sempre guerra. Così va il mondo in questa drammatica fine d'anno.
Noi naturalmente aspetteremo insieme il 2009, a casa, senza esagerazioni che sarebbero fuori luogo.Con noi ci saranno gli amici di sempre, ma la nostra casa sarà aperta a quanti vorranno condividere con noi la notte benaugurante di festa .Serenamente, in amicizia.

venerdì, dicembre 26, 2008

Bella la vita...



Anche la neve non è mancata a colorare questa mattina di Santo Stefano.
La giornata di Natale è già alle spalle. Come da tradizione, passata in famiglia, tra l'abbondanza di cibo e i sorrisi dei nipotini.
Proprio i bambini fanno Natale.

Ti regalano il calore della speranza e quella voglia di futuro che spesso a noi viene a mancare. L'ingenuità e l'intraprendenza nella scoperta quotidiana di cose nuove. Di sensazioni ed emozioni. Dei sensi. Non si possono non amare i bambini, le colpe sono nei grandi. Non di quelli che capiscono le proprie difficoltà nel crescerli (penso ai genitori di Lupetto). Nella resa hanno salvato un piccolo innocente regalandosi una dignità che fà onore. Ma in quelli che dietro le possibilità economiche e una fondamentale aridità nei sentimenti "creano" dei piccoli mostri incapaci a loro volta di aprirsi ed amare gli altri. A molti bambini non manca nulla. Il Natale poi è il culmine delle cose materiali tanto da renderli annoiati ed incostanti nella scelta del divertimento. Noi complici purtroppo....perchè è Natale. Eppure i grandi dovrebbero capire che forse in una bambola di pezza o in un orsetto di pelusche è possibile racchiudere tutto l'amore possibile. A me è succeso proprio così e quel bruttarello orsetto regalatomi da mia nonna tanti anni fa ancora mi accompagna. Il solo pensiero me lo fa sentire vicino. Credo che noi tutti abbiamo dentro il cuore un orsetto di pezza. Il segreto per andare avanti ed amare è riscoprirlo e non dimenticarlo mai.

Ora saliamo tutti insieme su quel "Carrozzone" che ci può portare lontano.....





Buone feste amici! (En)

giovedì, dicembre 25, 2008

Humiles ad cunas



E' Natale. Il dono più bello che aspettavamo è arrivato: le nostre speranze hanno trovato una prima conferma. Serviranno altri e più approfonditi accertamenti, ma oggi possiamo finalmente guardare al futuro con più serenità. Restano le due assenze a segnare la Festa di quest'anno. E' ancora troppo presto perchè i cuori cicatrizzino i vuoti che solo il tempo potrà colmare.
Con umiltà, consapevoli dei limiti che ci appartengono, guardiamo alla serena semplicità del Bimbo, lasciandoci coinvolgere nel Mistero di questa notte magica che irradia un po' di luce nel buio in cui a volte siamo costretti a camminare. Non è una resa disperata, ma un abbandono fiducioso che sappiamo ci impegnerà a vivere sempre più consapevolmente l'esperienza della nostra umanità. In quel neonato sembrano apparire più evidenti le nostre radici che ormai vanno oltre gli orizzonti che riusciamo a vedere.
Buon Natale, amici!

martedì, dicembre 23, 2008

Osare



Anche se ci imponiamo il contrario, il pensiero torna sempre là dove è la nostra preoccupazione, il nostro cuore. Pur rifiutando di essere irrazionali ci capita di chiederci perchè tanto accanimento contro di noi. Non siamo stati sufficientemente provati recentemente? Cosa abbiamo fatto di male? L'unica nostra colpa è di amarci. E l'abbiamo sempre fatto con serietà e responsablità: non ci siamo limitati a godere gli aspetti più facili ed esteriori della nostra meravigliosa relazione. Siamo stati felici, è forse una colpa imperdonabile, che va pagata duramente perchè l'uomo è condannato all'insoddisfazione e alla tristezza perenne? Domande retoriche che non cercano nemmeno risposta. Sono solo il grido di tre povere creature disorientate, sbattute qua e là dalla tempesta che è la vita in certi momenti. L'imprecazione ed il rifiuto sono leciti perchè parte della nostra umanità.
Siamo però in tre ad affrontare le situazioni, una alla volta, una dopo l'altra. Stavolta abbiamo ancora un forte margine di speranza ed intervento pur nella peggiore delle ipotesi: possiamo e dobbiamo essere positivi e ricorrere ancora alla grande forza interiore che abbiamo raggiunto e che è cresciuta con le ultime prove.
E' una strana antivigilia in cui necessitiamo veramente di tutto il calore possibile, di tutta la luce disponibile per uscire dalle fredde tenebre in cui siamo precipitati. Abbiamo osato nell'Amore a suo tempo, ora continuiamo ad osare. Nella Speranza.

lunedì, dicembre 22, 2008

Solstizio d'inverno



"Galileo e gli altri scienziati ci hanno insegnato le leggi della natura e l'opera di Dio". "Se i cieli narrano la gloria di Dio, anche le leggi della natura, che nel corso dei secoli tanti uomini e donne di scienza ci hanno fatto capire sempre meglio, sono un grande stimolo - a scandire - a contemplare con gratitudine le opere del Signore". Così Ratzinger ieri. La dichiarazione è impegnativa perchè è l'ammissione che anche la Chiesa deve affidarsi agli scienziati per conoscere e comprendere sempre meglio la natura e le sue leggi. Naturalmente non cambierà nulla nel dogmatismo morale cattolico, i cui effetti si notano persino nel costante calo di donazioni di organi nel nostro Paese: "la fiducia nella medicina e nella scienza sta venendo un po' meno e gli interventi della Chiesa sulla fine della vita lasciano un segno". L'aver spostato l'attenzione sugli aspetti strettamente biologici della vita rispetto a quelli relazionali - dal caso Welby a quello di Eluana - ha aperto la strada al dubbio e "Se si suscita il dubbio, è chiaro che si gettano le basi per l'aumento delle opposizioni". (Ignazio Marino) .
Ieri giornata tranquilla, abbiamo anche dedicato un po' di tempo agli acquisti dei regali. Siamo però concentrati nell'attesa di mercoledì quando, speriamo fortemente, le nostre preoccupazioni lasceranno il posto alla serenità. Sperate con noi!

domenica, dicembre 21, 2008

La solitudine dei numeri diversi


Volenti o nolenti in questi giorni si ripropone forte la questione della "fede". Anche l'imminenza della Festa concorre in tal senso. Da una parte c'è l'intimità personale che, continuamente provata dagli eventi della vita, torna nostalgicamente al Totalmente Altro non per trovare infantilmente conforto, quanto il senso e la compiutezza dell'esperienze belle o dolorose che si succedono. Il Verbo che si fa carne per amore, condividendo fino in fondo la nostra vita umana, esercita un fascino che va oltre la storia personale di ciascuno, provocando prepotentemente all'apertura di sè e alla Speranza di un orizzonte senza limite. La "finitudine" -il peccato- anzichè emarginare ed allontanare è stimolo alla ricerca e alla crescita ed insieme meravigliosa sperimentazione del perdono, espressione altissima del vero Amore.

Dall'altra parte però c'è il rifiuto categorico e definitivo della Chiesa che non riconosce, anzi condanna, l'amore e la vita che escono dai canoni tradizionali consolidati nei secoli, ponendo il povero ed onesto viandante di fronte alla drammatica scelta di rinunciare alla propria stessa natura oppure alla famiglia cui è legato per fede.Costretto, per essere se stesso, a camminare da solo "etsi Deus non daretur", senza l'aiuto, l'affetto ed il sostegno dei fratelli nella fede, impara presto a fare i conti coi silenzi di Dio e i durissimi rimproveri della Matrigna che non tollera insubordinazioni.
Resta il dolore per le energie sprecate, per le occasioni mancate, per la dispersione dei patrimoni comuni e, soprattutto, per la minore ricchezza condivisa con chi è nella necessità. Forse la luce del Natale porterà a tutti un po' più di chiarezza e calore umano.
E' doveroso sperare.

sabato, dicembre 20, 2008

Quasi Natale.

Sono mesi durissimi. Le pagine di questo blog si stanno, giorno dopo giorno, dipingendo di dolore e tristezza. Giusto il tempo di rendersi conto degli ultimi eventi e già si prospettano altre preoccupazioni legate agli affetti più cari di Modan. Forse è solo un falso allarme ma è necessario aspettare altri accertamenti medici. E allora ci si trova aggrappati alla speranza. Per attimi la mente rifiuta il peggio e si trovano istanti di serenità. In altri momenti il pessimismo ha il sopravvento ed allora si piomba nello sconforto più totale. In tutto questo siamo fragilissimi. Il nostro amore, per fortuna, è forte. Aiuta ma a volte sembra impotente di fronte agli eventi che la vita ci impone. Sembra di fare una corsa ad ostacoli ma in realtà si è immobili ed intorno c'è solo paura.
E' quasi Natale e stasera proveremo a trovare negli amici più cari e di vecchia data quel calore che è puro rifornimento, indispensabile, conforta e ci carica. Niente di speciale. Una cena semplice vicino all'alberello ed al presepe che come ha scritto Moser, cogliendo nel segno, quest'anno è proprio bello.
Buon fine settimana!
(En)


venerdì, dicembre 19, 2008

Maledettamente semplici


Domenica En e Lupetto (poco convinto quest'ultimo, per la verità) hanno preparato i tradizionali presepe ed albero. En conosce bene il calore che le semplici tradizioni natalizie mi comunicano . Mi ha intenerito la sua ricerca affannosa di un autentico pino per il Natale di quest'anno, bello come quello di uno dei nostri primi Natali insieme, tanti anni fa. E' stato uno dei tanti modi con cui ha voluto rendere meno duro il momento che stavo vivendo. Non è riuscito nella sua ricerca, ma non mi dispiace perchè avremmo poi avuto anche un albero da "sistemare", in attesa di realizzare il nostro sogno della casetta con giardino. E' ricomparso quindi il nostro alberello sintetico di sempre, addobbato però più riccamente degli anni scorsi. Anche il presepe è più bello e curato .
Basta poco per creare l'atmosfera "giusta", quando si è in armonia con se stessi e gli altri, quando si cerca semplicemente di esprimere l'amore che è dentro di noi.
Non è sempre così naturalmente, perchè come uomini siamo sempre alla ricerca, sempre con tanti dubbi da risolvere (quando si riesce), complicazioni e preoccupazioni da dipanare, situazioni da pianificare, sogni da realizzare. A volte ci piace anche complicarci la vita, come se essa stessa non bastasse a scombinare e rimettere in gioco ogni volta le certezze apparentemente acquisite. E' il prezzo che volentieri paghiamo per la libertà di pensiero (che ci rimane), ma che non può distruggere la semplicità che ci appartiene intimamente.

mercoledì, dicembre 17, 2008

Via l'ombrello


Pare che stia per finire la stagione delle piogge: fino a S.Stefano si prevede bello. Non finisce invece l'abitudine alla corruzione, concussione e a tutto il peggio di amministratori , politici ed imprenditori nostrani.Si tratta di un vero e proprio habitus ad malum (vizio), secondo la classica definizione della Scolastica (Summa Theologiae, Iª-IIae q. 55-70), a ben 16 anni da Mani Pulite. "Che c'è di strano?- dirà qualcuno-L'hanno sempre fatto e sempre lo faranno". Perchè glielo lasciamo fare noi, perchè non vigiliamo abbastanza, perchè permettiamo che i corrotti si riempiano la bocca di Questione morale come se bastassero le chiacchiere a cambiare un'abitudine talmente radicata che sembra appartenere al nostro dna. Poi, eventualmente, ci si concentra sullo scandalo delle dichiarazioni di Fini circa la corresponsabilità della società italiana e, peggio ancora, della Chiesa cattolica riguardo le Leggi razziali fasciste, o magari si rinnova il calvario di Eluana e della sua famiglia, si solleva un polverone per la disumana separazione in carcere della coppia Olindo e Rosa e... Via, si ricomincia da capo. Come se nulla fosse stato, tutti ad aspettare questo Natale 2008, quello della crisi. Almeno splenderà il sole.
Noi intanto attendiamo la visita di un giornalista che si è preannunciato. Sta preparando un servizio sulle troppie perciò abbiamo accettato di incontrarlo. Per la verità, il vero motivo è che, tramite lui, magari riusciremo finalmente a conoscere altre relazioni simili alla nostra con cui poterci confrontare. Speriamo si tratti di un lavoro serio, perchè si ha sempre paura di scadere nei soliti luoghi comuni gay di cui francamente ci importa poco. Una paziente lettura del nostro blog potrebbe già consentirgli un'idea di noi e della nostra vita, ma forse abbiamo scritto troppo in questi anni e sarebbe più che comprensibile la sua resa. Vi terremo informati.

martedì, dicembre 16, 2008

Colori della vita



In quest'ultimo periodo il nostro blog si è trasformato in una testimonianza di dolore. La nostra tranquilla vita di troppia è stata segnata nel giro di poco tempo da due lutti, momenti della vita inevitabili che ci hanno brutalmente sprofondato nella tristezza e nell'esperienza più dura che tocca prima o poi .Restano, dopo, quel senso di vuoto e di assenza che chiederanno tempo per essere rielaborati e diventare finalmente patrimonio personale e di troppia.


Sofferenza, dolore e pianto hanno però già trovato un riscatto e addirittura un senso, ancora da assimilare completamente , nell'esperienza di grande amore, calorosamente protettivo, che questi tre provati novios sono stati capaci, sempre e comunque, di donarsi reciprocamente. Credo non riuscirò mai ad esprimere la grandissima, immensa gratitudine nei confronti di En e Dan, che non solo mi hanno teneramente accompagnato, quasi tenendomi per mano, ma hanno fatto proprio il mio disperato dolore, sostenendomi in un rapporto empatico che è andato ben oltre le aspettative.Ci sono stati sempre. Insieme.
Cosa c'è davvero di più importante alla fine?L'orientamento sessuale, la coppia secondo i canoni formalizzati dalla tradizione o piuttosto la realizzazione, giorno dopo giorno, di un cammino d'amore, coi suoi alti e bassi, condiviso fino in fondo insieme alle persone con cui abbiamo scelto di vivere senza riserve e responsabilmente ?
La vita non è mai facile, va vissuta senza tante chiacchiere al meglio per quanto possibile, arricchendola, non falsandola, con i più bei colori dell'amore.

Ringrazio i tanti amici che in vari modi hanno voluto condividere con noi questo triste passaggio: fa bene sapere che siete in molti ad esserci vicini. Grazie! (ser)

sabato, dicembre 13, 2008

12 dicembre 2008




La mamma di Ser ci ha lasciato. Stanotte, nella pioggia, ha raggiunto la pace.


Noi vicini al nostro amore.

martedì, dicembre 09, 2008

Muscoli necessari


Era tanto che non uscivamo a cena solo noi tre come freschi novietti. L'abbiamo fatto ierisera. Avevamo bisogno di un attimo di tregua dalle situazione difficili e poi tra En e Dan si era creato un po' di attrito che richiedeva attenzione. Niente di importante, anzi una vera cazzata che, dalla mia non bella situazione, ho però guardato con simpatia e anche un po' di nostalgia per la normalità cui aspiro.A casa poi abbiamo fatto subito l'amore.Per me liberatorio.E' un periodo (lunghissimo) in cui dobbiamo mostrare tutti e tre i muscoli (non solo quelli fisici, naturalmente) per reagire alle troppe asperità.E' quello che non avviene, mi pare, a livello nazionale, nonostante sarebbe necessario.
Paura ed ignoranza ripropongono la vittoria del Grande inquisitore cui la maggioranza cede totalmente anche al costo inconsapevole della propria libertà .
Oh, mai, mai essi potrebbero sfamarsi senza di noi! Nessuna scienza darà loro il pane, finché rimarranno liberi, ma essi finiranno per deporre la loro libertà ai nostri piedi e per dirci: «Riduceteci piuttosto in schiavitù ma sfamateci!». Comprenderanno infine essi stessi che libertà e pane […] sono fra loro inconciliabili, giacché mai, mai essi sapranno ripartirlo fra loro! Si convinceranno pure che non potranno mai nemmeno esser liberi, perché sono deboli, viziosi, inetti e ribelli. […] Essi sono viziosi e ribelli, ma finiranno per diventar docili. Essi ci ammireranno e ci terranno in conto di dèi per avere acconsentito, mettendoci alla loro testa, ad assumerci il carico di quella libertà che li aveva sbigottiti e a dominare su loro, tanta paura avranno infine di esser liberi”.(“La leggenda del Grande Inquisitore” in I Fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij).
"Il popolo è descritto da Dostoevskij “come un sol uomo” che ad un cenno dell'Inquisitore “si apre a far passare le guardie” e poi si “curva colle teste fino a terra dinanzi al venerando inquisitore” (H. Arendt). Alla libertà si preferisce la felicità che è il pane, tutto ciò cui il benessere ci ha abituato e di cui non possiamo più fare a meno, perchè la libertà- rimprovera il vecchio al Cristo che resta muto- fa paura.
Non è peggio della grave crisi economica che stiamo vivendo insieme al resto del mondo?

domenica, dicembre 07, 2008

Si accendono le luci



E' una bellissima mattina, cielo azzurro e aria pulita grazie ad una brezza gelida che ha spazzato via il nebbione di ierisera. Le temperature sono sempre sotto lo zero, ma col sole arriveremo ai +2/ 3 gradi di ieri. Le montagne innevate sembrano qui, a due passi da noi.Su tutte spicca il Monte Rosa. La giornata di ieri, come ha scritto En, ha portato un po' di gioia a La Troppiana, ma c'è anche il riconoscimento del successo lavorativo di Dan attraverso l'avanzamento contrattuale a segnare positivamente questi giorni.

A Milano oggi è festa, sant'Ambrogio: comincia ufficialmente il periodo natalizio. Le luminarie sono già accese e francamente non capisco se la terribile crisi economica in cui siamo precipitati ha imposto un minor dispendio di energia elettrica. Mi pare di no, mi sembra tutto uguale agli altri anni, ma non ho la testa per valutare. Forse si vuole dare ascolto al consiglio del Premier ed invogliare gli Italiani a spendere il più possibile per risolvere artigianalmente il crollo mondiale del consumismo.
Un anno fa dedicavamo il nostro post a L'uomo del cuore che sa vedere al di là delle apparenze abbaglianti e truccate la realtà per quello che è. Non finge di non vederla, non la nasconde, ma la affronta assumendo le proprie responsabilità. Proprio quello che nessuno vuole fare. C'è ancora una "questione morale"? Sarebbe meglio cominciare ad affrontarla stando zitti...
Buone giornate di festa!

sabato, dicembre 06, 2008

Passo dopo passo


Pura emozione questa mattina al Liceo!
Lupetto ha ricevuto la borsa di studio "in considerazione dei brillanti risultati conseguiti nel biennio della scuola superiore".
Era emozionatissimo. Mani fredde e il cuore a mille. E' talmente sensibile che immagino la tanta agitazione accumulata. Ieri notte ha dormito pochissimo.
Bellissime parole di testimonianza sulla vita della professoressa, deceduta prematuramente, il cui ricordo la madre intende mantenere vivo anche attraverso questa manifestazione che ogni anno si rinnova. Tra i parenti dell'insegnante anche un prete che, commosso, ha forse colto nel segno il senso della cerimonia. Ha infatti parlato della comunione, nel senso della comunità, del continuo passaggio di testimone che la vita ci impone, ma che nello stesso tempo ci lascia vivi in eterno. Un continuo passaggio di consegne dell'amore che solo vivendo in comunità, e quindi aprendosi agli altri, si perfeziona. Sono sicuro che per Lupetto sarà così. Anche grazie a questa ennesima soddisfazione farà tesoro di questa giornata di gioia, proseguendo diritto il suo cammino alla conquista di altri successi, ma anche di quell'umanità che già lo contraddistingue. Finita la cerimonia l'ho accompagnato in classe per gli ultimi dieci minuti di lezione. Mentre salivamo le scale capivo il suo imbarazzo. Allora l'ho tranquillizzato dicendogli che volevo solo vedere dov'era l'aula e me ne sarei andato. Infatti appena mi ha indicato la porta della classe l'ho invitato ad entrare. Io fuori a qualche metro, orgoglioso e commosso mi sono goduto il boato di applausi che i suoi compagni gli hanno tributato. Grande Lupetto, ci regala un pò di luce in queste giornate d'attesa e di sofferenza.

Buon fine settimana amici! (En)

giovedì, dicembre 04, 2008

L'uomo vale meno del principio morale, parola di Chiesa


Comunicato Stampa del Gruppo del Guado – Cristiani Omosessuali di Milano del 3 dicembre 2008:


Quando le immagini degli omosessuali che il regime iraniano ha condannato a morte hanno fatto il giro del mondo abbiamo atteso che la Santa Sede dicesse qualche cosa per difendere la vita di questi giovani che venivano impiccati solo perché erano omosessuali. Abbiamo atteso, ma la diplomazia vaticana ha osservato un assordante silenzio. Adesso che i Paesi europei hanno presentato alle Nazioni Unite una mozione in cui si raccomanda agli Stati membri di depenalizzare l'omosessualità ci saremmo attesi, da parte della Santa, Sede parole di incoraggiamento e di sostegno.
Abbiamo invece letto le dichiarazioni del rappresentante del papa presso le Nazioni Unite in cui si sostiene che una tale mozione è da rifiutare perché porterebbe, prima o poi, al riconoscimento delle unioni omosessuali. Ha detto in sostanza monsignor Migliore che: o si sta con i paesi che, come la Francia e come la Spagna, hanno fatto del rispetto della persona umana e della sua integrità fisica e psicologica il paradigma di riferimento delle loro politiche; o si sta con i paesi che, come l'Iran e l'Arabia Saudita, ancora puniscono con la pena di morte le persone che hanno rapporti omosessuali. E dopo aver diviso il mondo in due parti ha dichiarato che il Vaticano, dovendo scegliere tra le democrazie europee e le teocrazie mediorientali, sceglie queste ultime. Noi ci sentiamo Europei e siamo orgogliosi di esserlo. Ci sentiamo omosessuali e siamo contenti di essere così.Ci sentiamo credenti e, pur ringraziando Dio per il dono della Fede, proviamo vergogna per questa Chiesa che confonde il suo potere teocratico con il messaggio del Vangelo e uccide la speranza di tante donne e di tanti uomini a cui il Signore l'ha mandata.Chiediamo allo Spirito Santo di illuminare le menti dei vertici vaticani, ormai ottenebrate dalla paura e ricordiamo al papa e ai suoi collaboratori che un giorno anche loro dovranno rendere conto al Signore delle tante parole sbagliate che hanno pronunciato quando hanno parlato di omosessualità.

mercoledì, dicembre 03, 2008

3 Dicembre



Riempio i momenti vuoti dell'attesa scrivendo su questo blog che da ormai più di tre anni accompagna la nostra esistenza a metà tra il diario di bordo e la zona franca in cui liberare le nostre reazioni di fronte agli eventi che si succedono e che in qualche modo ci coinvolgono, direttamente o no, come uomini. In fondo tutti siamo sempre alla ricerca del perchè delle cose e tentiamo, il più delle volte da veri sprovveduti, di raffigurare la realtà e noi stessi in essa. Risponde al nostro continuo bisogno di sicurezza. Più avanziamo nell'esperienza però, più ci rendiamo conto di quanto sia difficile, se non impossibile, rappresentare fedelmente ciò che osserviamo e persino tocchiamo con mano. Finisce sempre col prevalere la nostra interpretazione, il nostro personalissimo modo di vedere. Non può essere diversamente, anche quando cerchiamo l'obiettività con grande impegno e coscienza. Ad opera ultimata saltano sempre agli occhi piccoli particolari che c'erano sfuggiti, che non avevamo preso in considerazione perchè apparivano irrilevanti. L' impossibilità di ridurre a rappresentazione esaustiva il reale ha dannato molti, ma salvato altrettanti. La consapevolezza del limite libera la fantasia che, per sua stessa natura, non può soffrire condizionamenti di sorta ed è proprio allora che il genio umano realizza i più sublimi capolavori, evitando il rischio di imitazioni fasulle ed inutili. In questo senso anche la vita di un uomo può essere un'opera d'arte. Anzi, forse deve esserlo.
Se siete arrivati fin qui nella lettura, prendete questo post per quello che è, un semplice riempitivo di riflessioni scontate. Volutamente ho evitato di ricorrere a citazioni per non coinvolgere a sproposito i veri pensatori.

lunedì, dicembre 01, 2008

1 Dicembre



La vita di una troppia incuriosisce e so che molti si aspettano interessanti racconti sulla nostra quotidianità così poco usuale e, agli occhi di chi non ci frequenta,tanto strana. Difficile credere che la nostra vita sia invece esattamente come quella di qualsiasi coppia . Certo è tutto triplicato, il bello come il brutto, ma per il resto è tutto simile. Essendo in tre sono naturalmente più frequenti anche i momenti dolorosi rispetto alla coppia tradizionale, ma credo sia semplice questione statistica, se così si può dire. Eravamo appena usciti da uno di questi momenti che aveva riguardato da vicino il nostro Dan e già siamo di nuovo da capo. Questa volta tocca a me dover affrontare la realtà che si vorrebbe rinviare sempre, perchè non si è mai pronti ad assistere alla sofferenza di un proprio caro. Anche quando l'età è avanzata e si fatica a riconoscere la persona cui si deve tutto. Oggi scrivo tanto per colmare il vuoto dell'attesa che ripropone il dramma di sempre, la solita impotenza che prima o poi ci costringe all'angolo, nonostante le apparenti conquiste che nei momenti buoni ci illudono di essere più di quel che siamo.
Sta nevicando di brutto e penso che fino ad una settimana fa la neve mi metteva allegria, mentre ora mi lascia indifferente e sembra quasi mi voglia far capire che tutto procede come deve, perchè il senso della vita non sta fuori ma dentro. Così succede che il grande amore dei miei due compagni, da cui mi sento protettivamente avvolto, mi entra dentro a riscaldare quel senso che gli eventi gelerebbero, rimotivando un soffio di speranza anche se non so ancora in quale direzione.Ieri Dan nonostante fosse domenica ha lavorato, ma En ha raddoppiato il suo amore quasi a compensare l'impossibilità della presenza fisica di Dan. Ecco ,questo può succedere di straordinario in una troppia: amare per due quando la situazione lo esige, perchè sempre e comunque si sia insieme,uniti, tutti e tre .