mercoledì, dicembre 03, 2008

3 Dicembre



Riempio i momenti vuoti dell'attesa scrivendo su questo blog che da ormai più di tre anni accompagna la nostra esistenza a metà tra il diario di bordo e la zona franca in cui liberare le nostre reazioni di fronte agli eventi che si succedono e che in qualche modo ci coinvolgono, direttamente o no, come uomini. In fondo tutti siamo sempre alla ricerca del perchè delle cose e tentiamo, il più delle volte da veri sprovveduti, di raffigurare la realtà e noi stessi in essa. Risponde al nostro continuo bisogno di sicurezza. Più avanziamo nell'esperienza però, più ci rendiamo conto di quanto sia difficile, se non impossibile, rappresentare fedelmente ciò che osserviamo e persino tocchiamo con mano. Finisce sempre col prevalere la nostra interpretazione, il nostro personalissimo modo di vedere. Non può essere diversamente, anche quando cerchiamo l'obiettività con grande impegno e coscienza. Ad opera ultimata saltano sempre agli occhi piccoli particolari che c'erano sfuggiti, che non avevamo preso in considerazione perchè apparivano irrilevanti. L' impossibilità di ridurre a rappresentazione esaustiva il reale ha dannato molti, ma salvato altrettanti. La consapevolezza del limite libera la fantasia che, per sua stessa natura, non può soffrire condizionamenti di sorta ed è proprio allora che il genio umano realizza i più sublimi capolavori, evitando il rischio di imitazioni fasulle ed inutili. In questo senso anche la vita di un uomo può essere un'opera d'arte. Anzi, forse deve esserlo.
Se siete arrivati fin qui nella lettura, prendete questo post per quello che è, un semplice riempitivo di riflessioni scontate. Volutamente ho evitato di ricorrere a citazioni per non coinvolgere a sproposito i veri pensatori.

3 commenti:

Filippo ha detto...

Bravo.. è bellissimo sentrvi parlare.. credo che per noi "lettori", leggere questo vostro diario rappresenti, anche, una sorta di appiglio..
e, personalmente, leggervi e sapere cosa fate risponde al mio continuo bisogno di sicurezza... perchè sapere che tre persone differenti tra loro riescono a condividere così tanto, mi fa dire "beh, allora ce la posso fare anch'io, per quanto difficile o complicato sia.."

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo con Filippo...
aggiungo solo, anch'io tanto per riempire, non solo la tua attesa, ma anche la mia, anzi, le mie (riferendomi alle incertezze, alle speranze, e alle mie delusioni) qualche appunto sul mio parere riguardo alla ricerca del perchè delle cose.
Io lo cerco non tanto per un bisogno di sicurezza, ma piuttosto per un bisogno di giustificazione. Non vado cercando sicurezza, ma certezza (fatto questo ancora più illusorio, proprio perchè legato alla soggettività ancor più di quanto non lo sia la sicurezza).
Certezza soprattutto sulla necessarietà degli avvenimenti, sia quelli compiuti da me che quelli subiti. Il dubbio che un'altra linea di azione da parte mia avrebbe potuto essere più valida ai fini dell'economia generale di una situazione, a volte mi crea molto disturbo.
E tutto questo in fondo non è altro che un tentativo più o meno consapevole di deresponsabilizzarmi, di togliermi un eventuale dolore derivante dalla consapevolezza di un mio comportamento errato.
La mia ricerca del perchè delle cose tende ad essere influenzata molto spesso da questo scopo più o meno sottaciuto e quindi non avviene in modo obbiettivo... oltre al punto di vista personale, limitato dalle conoscenze e indirizzato dal contingente, c'è, per quanto mi riguarda, anche questa imbrigliatura, rappresentata appunto da una occulta ricerca di autogiustificazione.
E poi da qui, è verissimo, la fantasia non ha limiti, anzi, trova in questo terreno la sua vera ragione di essere... e a volte si concretizza in capolavori...purtroppo io non produco capolavori, se non a livello do c..z..e :-D
Saluti a tutti,
Dino

MELCHISEDEC ha detto...

L' impossibilità di ridurre a rappresentazione esaustiva il reale ha dannato molti, ma salvato altrettanti.

Dici bene. Questo è uno dei motivi per cui si tiene un blog.
Bella serata!