venerdì, febbraio 29, 2008

Fuori i nomi!

Anch'io voglio conoscere i nomi dei politici italiani evasori fiscali in Liechtenstein. E anche quelli delle loro mogli, figli, suoceri e compari d'anello sorpresi con le mani nel sacco.Sono con Di Pietro: non voglio correre il rischio di votare un ladro. L'integerrimo Buttiglione mette le mani avanti,proprio lui, il moralista che spia nelle camere da letto, ha un conto attivo perchè lì insegnava...Poca roba, di sicuro. Lo vada a raccontare ai pensionati che non arrivano a fine mese. Conosco già la scusa pronta per chi sorpreso in fragrante: tutti rubano, per cui nessuno è ladro.Craxi insegna. Beh, io l'ho già scritto e lo ripeto: non ho mai rubato. E come me la stragrande maggioranza degli Italiani. C'è gente (troppa)che muore per guadagnarsi faticosamente lo stipendio, come Fabrizio Canonero ieri a Genova. Troppi poveri cristi che hanno lavorato tutta una vita senza poter mettere da parte nulla, perchè le tasse le hanno sempre pagate. Non stupisce la sfrontatezza dei criminali che si sentono tutelati da questo sistema corrotto al punto da sfidare platealmente gli onesti. E' accaduto vergognosamente a Corleone sempre ieri, protagonista Riina jr, scarcerato "per decorrenza dei termini", che è sfilato per le vie del paese, anzichè pagare per i delitti commessi.
Ma il baraccone elettorale va avanti tra le ormai consumate promesse di miracoli e tagli alle tasse del sempre più plastificato Berlusconi.
Domani,sabato 1 marzo alle 17,presso la libreria Babele di Milano, parteciperemo alla presentazione di Acqua storta, il forte romanzo di L.R.Carrino che racconta il tabù dell'omosessualità nel mondo violento della camorra napoletana.Sarà, come si dice, "prendere due piccioni con una fava": diremo il nostro ennesimo no alla criminalità, sostenendo insieme il valore indiscutibile dell'amore gay. Presente l'autore, verremo introdotti nel mondo della scrittura che, pur espressione della meravigliosa fantasia umana, può ancora influenzare significativamente l'evoluzione culturale della nostra realtà.

mercoledì, febbraio 27, 2008

Scusa ma ti chiamo amore

La vita può essere molto dura. La cronaca di questi giorni lo testimonia. Fatti orribili, inimmaginabili, sono lì a confermare, se già la storia non bastasse, l'insensata crudeltà di cui l'uomo può essere capace. Gravina ed Erba sono due dei tanti segnali di malattia della nostra realtà che è impossibile ignorare. Nord e sud sono accomunati dal disagio di un tempo in cui prevalgono vuoto e difficoltà di relazione. Al centro dei drammi sempre la famiglia, difesa ad oltranza formalmente, ma abbandonata a se stessa alla resa dei conti. Dopo, quando ormai è troppo tardi, la passerella di esperti arriva ad interpretare, a spiegare a noi, stupiti ed inorriditi, il perchè di ciò che accade, senza lasciar intravvedere una speranza su cui fondare o rifondare la propria esistenza. Forse è il pegno che dobbiamo pagare all'eccessivo benessere, alla tecnologia che ha preso il sopravvento ed ora procede per la sua strada, "fredda e distaccata", senza più controllo, imponendo i propri ritmi e scelte cui dobbiamo adeguarci, pur consapevoli dell'impoverimento umano che non riesce a reggere il veloce corso del progresso. Chi sa davvero cosa sta succedendo e soprattutto cosa fare per non essere sopraffatti da ciò che noi stessi abbiamo creato? Ormai sono molti a vivere la vita come lotta contro tutto e tutti per affermare se stessi e non soccombere. Fin dall'infanzia i bimbi sono educati alla competizione e alla diffidenza nei confronti dell'altro, considerato il nemico impegnato a prevaricare. Da subito imparano che occorre a tutti i costi conquistare uno spazio, la propria dimensione, anche a discapito degli altri. Pena l'esclusione sociale.Non è una bella prospettiva, perchè carica di sentimenti negativi, in contraddizione con la natura dell'uomo naturalmente portato a relazioni appaganti, ordinate al bene. Una banalissima conferma di ciò viene dall'esperienza quotidiana: il nostro stato di serenità dipende dalla qualità delle nostre relazioni. Se positive, stiamo bene e siamo sereni, se anche una sola di esse entra in conflitto (un banale diverbio con uno sconosciuto sul metrò), immediatamente perdiamo lo stato di grazia.
Mentre scrivo, mi accorgo di quanto sia fortunato a godere dell'amore di Alby e Banky, i novi, che stimolano abbondantemente il mio bisogno di uscire da me stesso per continuare a scoprire ciò che di buono c'è in ogni persona. Forse proprio qui sta una possibile via di soluzione: superare il ripiegamento su se stessi in atteggiamento di comprensibile difesa, per azzardare il rischio consapevole dell'apertura incondizionata alle persone. E' possibile, credo, soprattutto (ma non solo) se si ha alle spalle una famiglia che vive una forte esperienza d'amore. Con gratitudine posto a conclusione una canzone bellissima, scoperta da Alby, che so piacere ad entrambi. Spero risollevi il morale a tutti.
P.S. Sabato 1 Marzo pv alla libreria Babele di Milano, ore 17, presentazione di Acqua storta Sarà presente l'autore, L.R.Carrino.

martedì, febbraio 26, 2008

Canzoni e costume



Quante storie, critiche,banalità si stanno scrivendo sulla canzone sanremese della Tatangelo! L'ho appena sentita in youtube e letto il testo (Il mio amico). Non è certo un trattato psico-social-politico sull'omosessualità, magari racconta di cose scontate, superficiali, stile sanremo appunto,ma il quadro che ne risulta mi pare, nel complesso, vero, realistico. Dipinge la solitudine, la tristezza,i tradimenti, le speranze, la tenerezza, la voglia di sesso, ma anche d'amore di un gay qualunque. Una persona gay vista dall'altra parte, quella dell'amica etero appunto.E' orecchiabile, capace di comunicare sentimenti, emozioni: l'ideale per il grande pubblico che non si aspetta altro da una canzone. Anche il testo di Ore ed ore di Valeria Vaglio racconta di un amore omosessuale (lesbico). E' la classica canzone d'amore che può piacere oppure no: dipende dalla musica la capacità di suscitare emozioni e io non l'ho sentita, non avendola trovata su youtube (forse non è ancora stata cantata all'Ariston). Mi piace la frase:"E il nostro letto all’improvviso/ Si trasformò in altare", perchè quando c'è l'amore il sesso diventa sempre sacro. Di qualsiasi amore si tratti. Far arrivare al grande pubblico italiano questo messaggio val più dei mercoledì benedettini in p.za S.Pietro. Anche in questo caso il "grande" amore è concluso dal tradimento senza ragione, così tanto per fare. Sembra che l'infedeltà sia caratteristica di molte storie gay (non solo ovviamente). Non è il massimo, se vogliamo presentarci alla società pronti per il riconoscimento dei diritti che chiediamo, ma questa è la realtà con cui dobbiamo fare i conti.

Lasciamo però che Sanremo canti l'amore gay a modo suo, come sa fare: i sentimenti sono buoni e il messaggio positivo arriverà a quella gente semplice che finora ha potuto ascoltare solo discorsi cattivi e falsi sulla nostra realtà .

lunedì, febbraio 25, 2008

Quaestiones theologiae





Finalmente un po' di dibattito teologico nella Chiesa cattolica, ben poco abituata, nonostante le dichiarazioni di principio, al pluralismo che, col solo fatto d'esistere, metterebbe in crisi la rigida monocrazia gerarchica. A sollevare la discussione è Vito Mancuso, docente di Teologia moderna e contemporanea alla facoltà di filosofia dell'Università San Raffaele di Milano, università privata ma non pontificia, situazione che rende il Mancuso libero da giuramenti di fedeltà alla dottrina ufficiale. In quanto laico poi non ha mire carrieristiche all'interno della gerarchia, per cui la sua ricerca è del tutto svincolata da preoccupazioni mondane . In pochi mesi il suo libro,"L'anima e il suo destino" , ha pubblicato sette edizioni e ha venduto in Italia 80 mila copie, che per un libro di teologia sono tantissime. L'ex S.Uffizio è già partito lancia in resta,non direttamente ma attraverso terzi, non potendo esercitare alcuna autorità sul teologo milanese , stroncandolo in contemporanea sul giornale della S.Sede e sull'organo ufficiale della stessa,La Civiltà cattolica (chiesa). Il card.C.M.Martini nella prefazione ne raccomanda vivamente la lettura , nonostante alcune idee "che non sempre collimano con l'insegnamento tradizionale e talvolta con quello ufficiale della Chiesa", perchè:"Sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenere conto di quanto tu hai detto con penetrazione coraggiosa. […] Anche quelli che ritengono di avere punti di riferimento saldissimi possono leggere le tue pagine con frutto, perché almeno saranno indotti o a mettere in discussione le loro certezze o saranno portati ad approfondirle, a chiarirle, a confermarle”. Un libro quindi che fa pensare i credenti, cosa non del tutto usuale di questi tempi. Significativo che la prima stroncatura arrivi, dalle pagine de L'Osservatore romano, dal vescovo e teologo B.Forte, molto vicino (in passato?) a Martini e convinto sostenitore di una teologia che raccolga le provocazioni della storia e del mondo per darne un senso "altro", che faccia riflettere autentici credenti e no , accomunati (credenti e atei appunto) proprio dalla incessante attività del pensiero.Si vuole forse provare la fedeltà ortodossa di Forte a Ratzinger, che da dietro le quinte continua a dirigere il S.Uffizio, in vista di nuovi traguardi per il teologo napoletano? Tutto è possibile. Stiamo comunque assistendo ad una disputa importante, anche se consumata coi toni sommessi della gerarchia, che tende a mettere in sordina tutto ciò che compromette l'indiscutibile autorità del monarca. Vedremo, intanto si impone la lettura di Mancuso anche perchè l'argomento è tra i più inquietanti che l'uomo da sempre si pone: la morte e l'al di là della morte, se qualcosa ci sarà. L'autore si rivolge direttamente alla coscienza laica, quella parte della coscienza, presente in ogni uomo, credente o non credente, che cerca la verità per se stessa, senza appartenenza alcuna, senza forzature ideologiche di alcun tipo. Perchè la vera laicità ritiene determinante e conclusivo non il principio di autorità, ma la luce della coscienza, "ultima arbitro delle nostre scelte".

domenica, febbraio 24, 2008

Non basta mai!


Eppure sembra non basti mai...
Venerdì per me è il giorno in cui tutte le tensioni e lo stress lavorativo, accumulati durante la settimana, hanno il loro culmine per poi sfogare ed abbandonare, temporaneamente, la mia mente. La stanchezza fisica allora scivola via e, rinvigorito, "stacco la spina" cercando di godermi al meglio i miei novios, dedicandomi quindi anche a me stesso, al Lupetto ed alla casa. Sono situazioni normali, che riempiono il mio fine settimana. Mi fanno star bene. La nostra storia d'amore procede con vento di bonaccia e, come ha scritto Moser nel precedente post, esiste il "pericolo routine". Ser ed io abbiamo sempre cercato di scongiurare tale pericolo, non tanto riempiendo la nostra vita con viaggi, uscite e cose da fare, ma cercando di alzare l'asticella delle possibilità personali. Di puntare in alto, di correggere il tiro in caso di errore dell'uno o dell'altro. Con Modan stiamo condividendo insieme lo stesso metodo. Da un lato forti, perchè il tempo trascorso insieme ci ha dato ragione, dall'altro estremamente deboli, in quanto in gioco ci abbiamo messo tutto noi stessi nel vero senso della parola e quindi, a volte, la paura di aver imboccato la strada sbagliata ha il sopravvento. Nessuna certezza perciò che il metodo sia giusto. Non abbiamo riferimenti di altre troppie e temo che a questo punto non esista tale possibilità. Ci è capitato di chattare con alcune coppie che vivono un'esperienza a tre, ma il più delle volte è puramente di tipo sessuale. Il terzo, anche se non occasionale, è considerato come tale e quindi ai margini della coppia. I nostri sentimenti intrecciati non ci hanno consentito (meno male!) di vivere una relazione del genere, pur non disapprovandola, per carità.
Ho messo al centro della mia vita il nostro amore. Senza paura di cadere e di sbagliare. Senza calcoli. Quando provo a razionalizzare, mi sembra di uccidere i sentimenti che sto vivendo. Ci devo rinunciare e lasciare vivere forse la parte migliore che ho: i miei novios. Diversi, come sono diversi i miei sentimenti verso di loro. Uguali, come sono uguali in tutti e tre i sentimenti che ci spingono a vivere questo grande amore....che non basta mai.
Buona domenica amici!


A voi, mori, dedico questa canzone bellissima, dove in ogni frase trovo un pezzettino di voi, ma soprattutto ciò che sento io per voi... (En)


venerdì, febbraio 22, 2008

Sesso senza sentenze



Si galoppa verso la primavera, ma sono giornate piene per tutti e tre. Anch'io fatico a trovare il tempo e la lucidità per aggiornare il blog che è diventato, al di là dei commenti, le segnalazioni ed i pensieri (o le farneticazioni), la "certificazione" che ci siamo e che quindi ciò che stiamo vivendo non è qualcosa di straordinario o frutto di fantasia, ma la nostra realtà quotidiana.Forse anche per il carico di impegno lavorativo che ci sta sfiancando, non abbiamo da segnalare turbolenze o litigi che sono abbastanza consueti in qualsiasi famiglia. Persino la triplice diversità caratteriale non sta producendo scintille o conflitti che pretendono di essere affrontati e superati. Siamo in un periodo di serena bonaccia, i cui effetti potrebbero però generare la pericolosa routine, terrore di ogni coppia/troppia affiatata. Si dice che l'abitudine sia la peggior nemica dell'amore. Probabilmente è vero se ci si abbandona passivamente, smettendo, anche solo per pigrizia, di alimentare l'amore nella convinzione che viva di vita propria, meccanicamente, senza coinvolgimento attivo di fantasia e creatività. Il sesso è imprescindibile in qualsiasi relazione d'amore: da solo non basta, ma sicuramente è fondamentale. Non occorre tirare in ballo Freud per provarlo. Anche al sesso però ci si può abituare. Occorre quindi reinventarlo continuamente, ma è abbastanza facile quando, stabilita una profonda conoscenza dei compagni, si può andare a colpo sicuro, certi di procurare piacere. E' stimolante però anche spingere sempre oltre, attraverso la scoperta, il gioco del piacere, perchè in amore non ci sono limiti e nemmeno perversioni. Basta il buon senso.
Una recente sentenza delle Corti unite di Cassazione (la N. 7208 UD. 29/11/2007 - depositata il 14/02/2008 ) definisce disonorevole il rapporto omosessuale tanto quanto l'incesto. Per noi si tratta di un evidente autogoal del legislatore da recuperare il più velocemente possibile, mettendo mano alla giurisprudenza. Potrebbe essere la via più spedita per ottenere finalmente ì diritti più elementari.

mercoledì, febbraio 20, 2008

Quella fa bbrutto di Hillary e le nostre 'ndrine


Sempre peggio per la Clinton, ora anche le donne le voltano le spalle.Perchè? E' preparata, capace, sa il fatto suo, è donna. Ecco, non sarà proprio perchè donna che fa paura? Le donne sono determinate, decise, non scendono a facili compromessi come i maschi. A meno che siano innamorate. Allora, pur conservando la lucidità che le contraddistingue, danno perfino l'anima all'amante o al figlio che sia, oggetto del loro viscerale amore. Hillary però, con quello che ha passato col marito , non è più innamorata. E fa bbrutto.Un po' come la nostrana Binetti, che è inferocita dalla privazione d'amore e allora se la prende con tutti, se appena appena vede un po' di quella felicità che la natura (o chissà che altro) le ha negato. In questo senso sono un po' imprevedibili le donne, l'umore può cambiare a seconda dei battiti del cuore. Hillary però è una professionista della politica, non una dilettante dell'Opus Dei allo sbaraglio: lei sa controllare il ritmo del proprio cuore, perciò fa più paura, perchè non facilmente malleabile dai poteri forti. I roghi che la Binetti vorrebbe accendere qua e là potrebbero essere spenti da qualche secchiata d'acqua, senza nemmeno l'intervento dei pompieri.Lo sa bene anche lei , tant'è che se la prende solo con pacifici e inermi cittadini, non con chi davvero meriterebbe rigore e pene durissime.
La prima relazione annuale della Commissione antimafia rivela che "La 'ndrangheta cresce e si espande "alla maniera di al Qaeda, con un'analoga struttura tentacolare priva di una direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica, di una vitalità che è quella delle neoplasie, e munita di una ragione sociale di enorme, temibile affidabilità". E ancora:"Il contagio delle 'ndrine va da Rosarno all'Australia, da San Luca a Duisburg (il riferimento è alla strage di Ferragosto 2006 in Germania). Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo. Una mafia liquida che si infila dappertutto, riproducendo, in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata, il medesimo antico, elementare ed efficace modello organizzativo. Alla maniera delle grandi catene di fast-food, offre in tutto il mondo, l'identico, riconoscibile, affidabile marchio e lo stesso prodotto criminale". (La repubblica). Abbiamo metastasi tumorali ovunque- la diagnosi è antica- e che fanno le nostre "belle teste", coloro che dicono di avere a cuore la nostra salute? Beh, vediamo tutti lo spettacolo che approntano proprio per noi quotidianamente al fine di alleviarci le sofferenze . Di tentare di curare radicalmente il male non se ne parla, è solo una perdita di tempo. Le quasi 700 persone che hanno provato da sole a combatterlo sono state spazzate via ed ora al massimo i loro nomi sono ricordati giusto perchè titolari di vie e vicoli delle nostre belle città.
Intanto il solito Rutelli si candida a sindaco della capitale...
Nella foto la nostra "fa bbrutto" di famiglia.

lunedì, febbraio 18, 2008

41 anni di amore gay



Dove sono le Binetti, i Berlusconi, i Fini , i Calderoli, i Casini e i Mastella con tutte le loro bande? Ovviamente impegnati in campagna elettorale per raccogliere voti con le solite false promesse, blaterando anche sulle virtù della famiglia tradizionale (cui nemmeno loro credono più), preannunciando un Paese allo sfascio se solo si riconoscessero altre e diverse possibilità di famiglia. E quei "sepolcri imbiancati" che, ben sollevati da terra per non lordare le sete scarlatte ed i bianchi ermellini di cui si rivestono, pontificano dall'alto dei loro troni di amore senza mai averlo conosciuto, dove sono? Sicuramente rinchiusi nei loro bei palazzi a studiare nuove e complesse teorie con cui indottrinare le masse di fedeli, rigorosamente non pensanti. Beh, qualcuno dica loro di chiudere per pochi minuti quelle bocche urlanti tutto fuorchè amore, per andare in umile (forse occorrerà spiegarne loro il significato) silenzio a casa di Gianantonio. Noi ci siamo stati e invitiamo tutti a fare altrettanto: ci arrivate cliccando qui. La casa si chiama "Solitudine", un nome che non invoglia e non attrae, ma è lì che è possibile incontrare una delle tante meravigliose storie dell'amore umano. Anzi, proprio in quella casa l'amore è riuscito ad andare oltre i naturali limiti umani, perchè ora si presenta in tutta la sua perfezione di totale gratuità, di assoluta oblazione, divenendo quell'Agape che lo stesso Ratzinger ha descritto, nella sua prima enciclica,quale più alta forma d'amore, perchè nulla chiede in cambio.


Gianantonio e Pino sono lì col loro semplice esistere ad insegnarci cos'è il vero amore, concretamente, senza chiacchiere.Dopo essere stati a casa loro, sia pure per pochi minuti, ci coglie un senso montante d'insofferenza per tutti quei "falsi maestri" che sanno solo profanare ciò che di buono e bello gli uomini realizzano. Il raggiungimento della perfezione nell'amore non può coincidere con una dura condanna alla solitudine per l'ottusa volontà di quei pochi che hanno il privilegio di decidere per tutti! Mi pare ciò basti a metterli tutti fuori gioco, in nome del Bene comune e soprattutto di quello stesso Amore di cui si riempiono la bocca, ma che non appartiene a loro.


Ammiriamo la sincerità di Gianantonio che, senza false ipocrisie, spera in una nuova passione che lo sorregga e lo conforti nella volontà ostinata di accompagnare Pino, l'amore di una intera vita, lungo le dolorose fasi che la malattia imporrà fino alla sua naturale conclusione. Abbiamo tutti da imparare. Davvero.

domenica, febbraio 17, 2008

Carramba, c'è LR Carrino!



Simpaticissima serata a casa ieri per la festa (quasi) a sorpresa del compleanno di Rob . C'erano Ulisse, lo zioMario che festeggiava la recentissima zianza (è nata Alessia!)e Sbrindillo, il suo compagno. Nessuna nostalgia per gli anni che passano, Rob è troppo preso dalla nuova consapevolezza di sè da non perdere tempo in rimpianti e geremiadi. Il volontariato presso il telefono amico gli sta offrendo continui stimoli di crescita, oltre la possibilità di fare qualcosa di concretamente utile per gli altri. Ha deciso però di ricavare uno spazio per sè tra i tanti impegni a favore dell'umanità gaya, perciò si concentrerà nei prossimi giorni nello studio del manuale "Come fidanzarsi con un uomo senza essere una donna" di Alessandro Fullin, volendo dare una svolta decisa alla propria vita. Dalla teoria passerà ovviamente di seguito all'applicazione pratica delle competenze ed abilità acquisite con la fiduciosa apertura alla vita che lo caratterizza.
La serata procedeva tranquilla, accompagnata da immagini e musiche della Carrà prima e della Pausini poi, quando ad una cert'ora (non saprei essere più preciso, sul tardi comunque), il suono del citofono ha annunciato una carrambata, preparata per me da moEn con la complicità di moDan: l'arrivo di Olmo ed Ernani con L.R.Carrino, autore del già più volte citato Acqua storta, a Milano per la presentazione del libro. L'ho riconosciuto subito, avendolo visto in foto (un gran bel ragazzo, per inciso). L'arrivo dei tre amici ha naturalmente dato nuovo impulso alla serata, anche perchè Olmo ed Ernani, che stanno per diventare coppia anche artisticamente nell' ormai prossimo debutto teatrale, si sono confermati autentici narratori ed interpreti. LR, che si occupa di sceneggiatura e di teatro da sempre, si è prestato a fare da spalla ai racconti sempre esilaranti dei due. Grazie ai miei novi per la bella sorpresa e ad Olmo ed Er, per averla resa possibile: ci tenevo a conoscere e stringere la mano al giovane scrittore napoletano.Una bella serata tra amici insomma. LR tornerà a Milano prossimamente e non è escluso si riesca ad organizzare una delle nostre serate troppiane per parlare del suo romanzo, perchè vale davvero. Comaschi, state allerta!
Al grande Rob, l'omone nero del telefono amico, un fortissimo abbraccio e ancora tanti auguri!

sabato, febbraio 16, 2008

Ostinato Amore






Era nel luglio del 1986. Una notte nella caserma di Casarsa della Delizia (Friuli). L’unica mia guardia notturna di tutto il servizio militare trascorsa ad ascoltare l’ultimo disco di Renato Zero dell’epoca, “Infiniti Treni”. Passeggiando tra carri armati, jeep e camion militari. La mia canzone preferita del long playing (i cd non c’erano ancora!) era “Ostinato amore”. Ricordo ancora come se fosse adesso il leggero e caldo venticello che soffiava e che asciugava qualche lacrima che scendeva. L’amore, quello vero, non l’avevo ancora incontrato ed il testo di quella canzone descriveva perfettamente il mio vissuto. Ho iniziato presto a cercarlo, l’amore, o almeno così credevo. Nei cinema, nei cessi. Vagavo toccando il fondo per poi leccarmi le ferite, imparando senza saperlo ad amare solo me stesso. Ostinatamente. Da lì a poco l’amore è arrivato. Quello vero: Moser.

Non eravamo pronti però ad accoglierlo. Moser perché allo sbaraglio in un mondo (quello omo) a lui del tutto sconosciuto ed io perchè aggrappato a quel mondo,al mio egoismo. Le difese che mi ero costruito negli anni erano un muro impenetrabile, impossibile anche per quell’amore. Certezze labili che cadevano alla prima riflessione. Insomma con la testa di oggi un vero disastro. Però quell’ostinato amore che ci ha sempre unito, ci ha portato fin qui. Pazientemente ed anche con la forza della ragione quel muro impenetrabile è caduto, non senza danni o paure, lasciando il posto ad una più solida consapevolezza e preparandoci a raccogliere le “sfide” che il nuovo grande ed immenso amore per Modan avrebbe sollecitato.
Lo stimolo per scrivere queste righe mi è arrivato dall’amico che ha lasciato un commento al post di Moser di ieri. Parla di quel senso di colpa che ho conosciuto bene, come forse tanti altri come me. Alcuni teorizzano che è tipico dell’essere gay, come tipica sarebbe pure l’attrazione per certi posti squallidi e avvilenti. Non sono del tutto d’accordo oggi. Non perché vivo nell’amore di due “ragazzi” eccezionali, ma perché sono io che sono cambiato e cresciuto. Di certo non ho più bisogno di sensi di colpa per amarmi. Faccio solo un passo indietro per cercare di farne due in avanti. Questo per dire che la vicinanza di una persona, o due nel nostro caso, aiuta, ma non è quello che risolve il problema. C’è chi sta bene così, forse non si pone neppure il problema. Vive alla giornata. Gli anni passano però ed il peso di quella solitudine e di quel dolore potrebbero diventare insopportabili, tanto da impedire di vivere l’amore in modo assoluto. E' una continua crescita, di regole non ce ne sono, come neppure traguardi finali. So di essere in cammino, ma forse varrebbe la pena fermarsi ognitanto e assaporare quel “giorno dopo” come meriterebbe!

Buon fine settimana amici! (En)

venerdì, febbraio 15, 2008

Il giorno dopo



C'è sempre un giorno dopo. Un day after, come si usa dire oggi. Dopo un evento, positivo o negativo, una vittoria o una sconfitta, ma anche dopo la normale quotidianità. Basta pensarci. E a me piace farlo, quando il momento lo consente, perchè dopo, con la tensione finalmente allentata, ci si lascia andare comunque sia finita. Come succede dopo l'amore, quando, placato il desiderio, ci si abbandona sfiniti tra le braccia degli amanti. Per la verità, durante la settimana mi godo poco questi bellissimi momenti, perchè temo sempre che i novios si abbiocchino (cosa che succede frequentemente)e poi è dura svegliarli. Dopo si guarda a ciò che è stato con il necessario distacco e a volte ciò è sufficiente per correggere il tiro, se ancora possibile, o addirittura sdrammatizzare situazioni montate sul nulla. Oppure, semplicemente, si gode quanto è accaduto, centellinando il piacere vissuto con nuovo stupore, perchè, anche se meritato e guadagnato con la fatica e la determinazione, il bello (ed il buono) continua sempre a meravigliare. Non ci si abitua mai. Più facile abituarsi al male, cedendo alla rassegnazione di fronte al già visto e sentito.E' quello che purtroppo sta accadendo con questa ennesima campagna elettorale in cui i protagonisti danno il peggio di sè, convinti che questa sia la strada del successo. E così avviene ormai regolarmente, senza che noi si possa finalmente cambiare qualcosa. Lo sciopero ed il voto erano le due formidabili armi dei cittadini in democrazia. Lo sciopero è ormai rigidamente regolamentato, il voto ci è stato viscidamente scippato. Ma c'è sempre un giorno dopo...

giovedì, febbraio 14, 2008

Troppia vale uguale?


Oggi è talmente scontato parlare d'amore che diventa quasi banale, se non fosse che è un sentimento comunque troppo grande per essere impoverito dalle convenzioni sociali . E poi noi viviamo una meravigliosa storia che ci pone fuori da qualsiasi circuito di mercato. In realtà nessuno pensa a noi e a quanti vivono la nostra stessa realtà, neppure il consumismo che pure avrebbe da guadagnare moltiplicando x 3. Niente di male, anzi. Forse è proprio questa la porta per sfondare una cultura ancora esclusivamente fossilizzata sulla coppia: il mercato. E' un'idea da prendere in considerazione. Occorrerà naturalmente cercare un altro santo protettore, perchè sanValentino è già impegnato. Nessun augurio comunque: chi ama sa bene oggi, come ieri e come domani, che l'amore chiede solo di crescere per vivere e perchè ciò accada non bastano poesia e sentimento.
Nella foto capra "appagata" della Valdintelvi.

mercoledì, febbraio 13, 2008

Le lesbiche pellegrine e la ricerca della "normalità"



Oggi fa più freddo del solito. Le giornate sono bellissime, ma ancora decisamente invernali. Lo andavo dicendo che quest'inverno è stato più gelido del solito, ma tutti a dirmi no, che il tempo è cambiato blabla. Invece ho ragione: è il gennaio più freddo (ma anche dicembre lo è stato) degli ultimi 20 anni. Lo dice la NASA , quindi sarà vero.


Ierisera del tutto casualmente abbiamo visto su SkyCult la seconda puntata (Pecore nere) dello strano pellegrinaggio a Santiago di Compostela di due lesbiche (Fede e Cristina). Mi ha incuriosito: si tratta di un'avventura " Alla ricerca della "normalità" nascosta nella diversità di ogni individuo, di ogni vocazione, di ogni forma d'amore. L'avventura di un viaggio iniziatico che passa per la materia (vesciche ai piedi, pulci negli albergue, fatica del percorso) e conduce fino allo spirito, in quel luogo sconosciuto dove l'anima si nasconde. "Ora anima e corpo camminano insieme" dichiarano alla fine del viaggio." .Qui maggiori informazioni e qui il promo. In onda dal 6 febbraio ogni mercoledì alle 23. C'è da aggiungere, a completezza d'informazione, che le due sono buddhiste e ai ferri corti con la Chiesa cattolica. Beh, per quest'ultimo accidente non ci vuol molto di questi tempi, è sufficiente continuare a pensare con la propria testa.


L'aspirazione alla normalità, nella sua accezione positiva, naturalmente, di umani perfettamente integrati nel proprio gruppo sociale (che può essere la patria e addirittura l'intero mondo), appartiene a tutti. In modo particolare a quelle persone che, stanche dell'esposizione pubblica continua (propria o del proprio gruppo) a causa di un particolare della loro diversità ,aspirano alla tranquillità di una vita senza riflettori puntati addosso, ostracismi, censure e via con le discriminazioni. Scoprire che la normalità sta proprio nella diversità è una grossa conquista culturale, prima ancora che politica e sociale. Sono convinto che, nonostante i fallimenti politici e le regressioni degli ultimi anni, anche nel nostro Paese si sia ormai innescato un processo di crescita in questo senso che non potrà essere stoppato. Neppure dalle più velenose e subdole crociate. Gli stessi crociati se ne rendono perfettamente conto e tentano disperatamente ed in tutti i modi di rallentare la corsa in avanti. Non possono fare altro. Forse basterebbe smettere di prenderli troppo sul serio per neutralizzare le loro disperate iniziative. Un po' di snobismo non guasterebbe.
Ed ecco invece una bella iniziativa da non snobbare:

martedì, febbraio 12, 2008

Gli Anni



Come passano in fretta! Poco fa, mentre fumavo una sigaretta, in un mio momento di relax mentale, sono stato travolto da pensieri riguardanti il tempo che passa.
Ho tirato un pò le somme di cosa mi è capitato in questi 23 anni di vita che, anche se non privi di tanto dolore, sono stati stupendi, perchè mi sono reso conto delle innumerevoli volte che "ho toccato" la felicità.
Mi rendo conto che la felicità è un attimo, mentre il dolore resta sempre dentro e viene superato solo grazie ad una rielaborazione matura, insieme alla consapevolezza che è parte fondamentale della nostra vita.
Fa una certa impressione costatare quanti piccoli traguardi si riescono a raggiungere, quante innumerevoli soddisfazioni possiamo ricavare, ma anche quanti ruzzoloni possiamo fare. Ogni anno che passa viene caratterizzato da un avvenimento particolare che lascia un forte sapore nei nostri ricordi. Io trovo favoloso immergermi in questi pensieri, anche se può scappare una lacrima o, al contrario, stampare un bel sorriso sul viso. Fa parte del nostro bagaglio: una valigia sempre piena, che possiamo aprire per vedere cosa abbiamo messo dentro in tutti questi anni.
Molto spesso capita che una persona si ritrova a fare i conti con se stesso e si chiede alla sua età cosa è riuscito a fare, dove è arrivato. Nella maggior parte dei casi sembra che non si è fatto abbastanza e si tenta di recuperare, mentre occorre anche tener conto di ciò che si è raggiunto e realizzato.
Mi viene in mente una canzone,"Gli anni" degli 883, che spopolava quando frequentavo le elementari .Non è delle più allegre, ma riflette ciò che penso. Ascoltando questa canzone mi tornano alla memoria tanti momenti spensierati ,tante bravate fatte con gli amici, tante bambinate compiute anche da più grande. Certo gli anni passano e- fischia- per me non sono poi così lontani nel tempo!Trovo sia bello abbandonarmi per qualche minuto ai ricordi degli anni ormai passati per poi tornare di nuovo al presente e continuare così a vivere ancora con più voglia ed entusiasmo, tanto da collezionare altri momenti , meravigliosi o meno,che rivedrò sicuramente tra qualche tempo. (Dan)

lunedì, febbraio 11, 2008

Il grande silenzio


Ci piace quando qualche nostro amico ci mette a parte di un suo pensiero, di una sua esperienza significativa. La condivisione ci permette di crescere anche grazie alle esperienze altrui e poi è comunque sempre un bel segno di amicizia e fiducia. Dav, che negli ultimi mesi ha già fatto scelte impegnative raccontate su questo Blog, è reduce da alcuni giorni trascorsi in una Certosa. Non è un'esperienza comune e nemmeno è di facile comprensione per chi non condivide un cammino (difficile di questi tempi) di fede. Il monachesimo è però un "modo di essere" presente in tutte le religioni, così come l'esigenza di un po' di silenzio lo è in ogni essere pensante. Gli abbiamo chiesto di raccontarci quei giorni in un post anche per voi che ci leggete, pur sapendo che è quasi impossibile tradurre in parole il proprio mondo interiore e per noi, da fuori, entrare in sintonia con quello. Ne emerge un quadro di tranquilla serenità in cui è l'amore, forse in una dimensione diversa dall'abituale per noi, a fare da padrone assoluto del tempo e degli stessi pensieri. Siamo passati indenni attraverso due carnevali, quello comasco e quello milanese, ma continua quello nazionale fino alla prossima scadenza elettorale: anche noi abbiamo bisogno di un po' di silenzio. Ecco la sua testimonianza.


La piu' bella "avventura" che possa capitarci nella vita è incontrare l'amore, quell'amore che solo noi possiamo riconoscere perche' ci appartiene. Vivere alcuni giorni "chiusi" in una Abazia di Monaci Certosini puo' essere l'esperienza in cui si riconosce questo amore, un amore profondo che mi appartiene e totalmente mi avvolge, l'amore per Dio.
La vita dei monaci certosini è molto austera, fatta di silenzio, preghiera comune, vita eremitica, meditazione, un' alimentazione fatta del necessario ed una cena ai limiti del digiuno. Questo "ridurre" tutto all'essenziale porta a riscoprire la centralita' di ogni vita, l'Amore.
La spinta iniziale che ha portato quegli uomini a fare quella scelta di vita, e me a trascorrere qualche giorno con loro, è l'amore, l'amore condiviso da tutti per Dio.
Il momento indubbiamente piu' bello e piu' profondo è il notturno, ossia la preghiera durante la notte che inizia alla ore 0.15 e termina alle 4.00. Ogni giorno, tutti i giorni.
Questa preghiera alterna il canto della salmodia a grandi silenzi che creano un' atmosfera particolare.
L'amore piu' bello si "consuma" nella notte ed è in queste notti che si sperimenta l'amore che diventa dialogo orante comunitario con Dio attraverso i salmi e dialogo personale con Dio attraverso al meditazione.
Ma è anche sperimentazione "fisica"di questo amore attraverso la condivisione con i fratelli (monaci) della preghiera: ogni movimento quasi sincronizzato, a significare tra noi un' intima e profonda comunione, un cantare all'unisono, come se fosse un' unica voce per ritrovarsi poi a tu per tu con l'amato, nella meditazione, percependo contemporaneamente la presenza dei fratelli.
Durante la preghiera notturna come durante il giorno, dove il "dialogo" tra noi era esclusivamente fatto di gesti, di sguardi che si incrociavano e che "parlavano" con gli occhi senza alcuna parola, avvertivo continua e costante una "vibrazione", un amore profondo che riempiva quel luogo e chi vi dimora.
Quando sono arrivato il primo pensiero è stato :" mi sembrano matti"...Quando sono partito ero dispiaciuto di doverli lasciare ed ancora oggi ricordo di loro i volti, li penso in continuazione e mi sento profondamente attratto da quel Dio che là ho trovato.
In questi giorni mi ritorna in mente una poesia da me scritta a 17 anni: " Vedevo una strada, lunga irta ed insidiosa, in fondo ad essa una luce, capii solo alla morte, che quella era la vita"...In quel luogo ho trovato la luce, ora non mi resta che "morire",ma non fisicamente, "mondanamente".Che il luogo per incarnare l'amore per me sia veramente quello?
Sarà Dio a darmi le risposte, io non dovro' far altro che continuare a cercare abbandonandomi totalmente a Lui.

Dav

domenica, febbraio 10, 2008

Baustellemania!




E' scoppiata la Baustellemania!....ci ha travolti un pò tutti. Moser e Modan sono stati i primi a scoprirli, in particolare Moser trovò una canzone all'inizio della nostra storia di Troppia che a dire il vero fu un pò sottovalutata da noi due. Il tempo per ricredersi e valorizzare le doti di talen scout di Moser non è mancato: oggi sono qui a sentirne il sapore.


I Baustelle sono un gruppo musicale nato come band universitaria una decinna di anni fa. La loro musica è il frutto di tanti generi uniti a parole che descrivono la realtà dei nostri tempi. Non solo di disagio giovanile, ma anche di speranza e possibilità. Li sto scoprendo pian piano, andando a ripescare nel loro repertorio canzoni che furono frutto di autoproduzioni e distribuite da piccole etichette discografiche indipendenti, o addirittura autoprodotte dagli stessi componenti del gruppo. E' stato inevitabile, dopo qualche anno, l'arrivo della multinazionale discografica che ovviamente con potenti mezzi sta consentendo al gruppo di farsi conoscere su larga scala. Mi auguro che ciò non stravolga nei contenuti e nei generi la natura stessa dei Baustelle. Quindi che le loro produzioni future non vengano adattate alle indagini di mercato, ma che rimangano autonome ed originali tanto da fare mercato.
Venendo a noi. Venerdi sera abbiamo festeggiato a casa di Giulio il compleanno di Ernani. Hanno organizzato un sushi party ad altissimo livello. Ottimo. Preparato nei minimi particolari. Ernani è stato bravissimo. E' stata una bella occasione anche per incontrare delle loro amiche. Simpaticissime. Ci hanno raccontato episodi esilaranti e momenti spensierati di vita comune.
Ho avuto l'impressione di sentire quel calore umano che ti fa star bene, che ti fa credere nella possibilità dell'amicizia che va oltre qualsiasi stato personale e qualsiasi battaglia. Penso che questa sia la conquista del più bel diritto esercitabile senza bisogno di affidarsi a qualcuno che, spacciandosi per paladino, non fa altro che farci indietreggiare, omologandoci sotto un etichetta che inevitabilemente reprime le possibilità che ognuno di noi ha. Sono quei valori insiti nelle nostra stessa natura di esseri umani. Vanno solo tirati fuori e gestiti da soli. Senza affidarli o attendere che qualcuno lo faccia per noi.
Ora ci aspetta una bella domenica casalinga, tranquilla e serena.
Buona domenica amici! (En)


sabato, febbraio 09, 2008

Dove finisce il mare



L'ho letto tutto d'un fiato perchè davvero la sua prosa è" fluida e inesorabile come il percorso di un proiettile". Via S.Biagio dei librai, piazza S.Domenico,vicoletto Sansevero, via S.Gregorio degli Armeni,piazza del Gesù e pallonetto S.Chiara, Mezzocannone,piazza Dante, Via Toledo (un tempo via Roma), piazza S.Nazzaro, via dei Mille, Chiaia, Mergellina e Fuorigrotta: c'è tutta la Napoli della mia giovinezza di emigrante al rovescio,ossessivamente affascinato dalla grande tradizione culturale, ma anche dalla vivacità esistenziale e contradditoria dei napoletani. Naturale che questi luoghi che mi appartengono abbiano suscitato un'attrazione ancora maggiore, quasi un interesse personale, per Acqua storta , di cui finalmente abbiamo avuto miracolosamente una copia da Ernani, essendo già in ristampa. E' un libro coraggioso, perchè racconta un tabù nel tabù: un amore omosessuale nello spietato mondo della camorra.Scrivere e parlare di amore gay oggi è abbastanza trendy,non però raccontarlo, sia pure con la fantasia, all'interno della criminalità organizzata,dove un rigido codice d'onore considera il rapporto omosessuale una gravissima onta da meritare l'inferno, al pari di Brunetto Latini che il boss ,padre del protagonista,segnala al figlio quasi a giustificazione di quel che sarà. "L'onore è più forte della carne,è più forte del sangue". E' uno spaccato della Camorra realistico, perchè costruito sulla base delle tante inchieste investigative e giornalistiche che hanno reso un po' più accessibile una delle multinazionali italiane del crimine. E' anche così, parlandone e scrivendone, evidenziando le forti contraddizioni che lo caratterizzano, che si combatte quel mondo neanche troppo sommerso.
"Per una volta, una sola volta, abbiamo fatto finta di non sapere che noi, la luce, ce la dobbiamo scordare. E invece di fuggire, abbiamo messo fuori la testa dal mucchietto di terra per vedere che colore tiene il vento, per vedere dove finisce il mare".
Bello, davvero bello e coinvolgente. Da leggere. Grazie all'autore e a Giulio che ce lo ha segnalato (e procurato).
Nella foto gli scogli di via Caracciolo e, sullo sfondo, Castel dell'Ovo a Napoli

venerdì, febbraio 08, 2008

Attesa fiduciosa


Non simpatizzavo con Veltroni ed il suo PD, ma la determinazione a correre da solo alle prossime elezioni mi costringe a rivedere il mio giudizio. Non poteva fare altrimenti,è vero, perchè era improponibile la stessa coalizione fallimentare di centrosinistra, anche ora che il clan Udeur si sposta al centrodestra. Ora però il PD, finalmente libero da zavorre e ricattatori, potrebbe essere quella forza riformista che ha sempre dichiarato di essere. Ha già cominciato ad esserlo in effetti, mettendo in agitazione la destra e sconvolgendo le certezze di una chiamata alle urne col vecchio sistema elettorale riconosciuto da tutti (eccetto naturalmente da certi politici) come una gran porcata."Se il suo (di Veltroni) partito uscirà consacrato da un risultato abbondantemente superiore al 30 per cento, anche in caso di sconfitta potrà dispiegare una politica potente in grado di dare frutti molto prima di quanto si pensi."(La costrizione provvidenziale). Anche in caso di vittoria del centrodestra, ormai è prossima la deriva berlusconiana "che probabilmente vedremo tra gli schermi del Parlamento a metà anno" (Politica in cantiere).

Ma basta coi problemi, anche la giornata di oggi è troppo bella e, se voglio godermela, devo affrettarmi a fare un po' di pulizia in casa. Ci vorrebbe anche in Parlamento, speriamo tutti insieme si riesca prima o poi. Magari per primavera.
La nostra vita intanto scorre tranquilla e serena. Essere in tre sembra proprio incarnare l'ideale dell'amore, ci si sente completamente appagati e forti. E' la sensazione di chiunque viva una storia d'amore. Mi piace il fatto che per noi sia ormai diventata una realtà normale, mentre all'inizio, ricordo, si viveva ogni situazione, ogni problema come fosse una sperimentazione da verificare e monitorare. C'era sempre la paura di aver imboccato una strada troppo impegnativa, al di sopra delle nostre forze, forse anche impossibile. Invece per fortuna no, perchè l'amore che è sempre straordinario,esigente e tanto prezioso quanto fragile, ha bisogno di noi umani per realizzarsi e quindi anche dei nostri limiti, ai quali chiede di essere ognivolta superati. Se non succede subito, poco male: ci si scontra, triplicando i sentimenti, per poi trovare il punto d'incontro che c'è sempre. Continua però a mancarci il confronto con chi vive la nostra stessa realtà. Il cinema e la letteratura cominciano ora a rendere visibili amori oltre la tradizionale coppia, ma nella vita di tutti i giorni è ancora difficile potersi incontrare. Non siamo gli unici, altri vivono situazioni simili alla nostra,lo sappiamo per certo. Anche per questo testardamente continuiamo a restare nel web: prima o poi qualcosa accadrà.

giovedì, febbraio 07, 2008

Vado in chiesa e faccio sport



E' impietoso e sconcertante il quadro che i Baustelle fanno degli adolescenti di oggi. Ragazzi senza personalità,ossessivamente affamati di canne e droghe chimiche, nichilisti inquieti abbandonati a se stessi, perchè, dall'altra parte, il mondo educativo è allo sbando completo e sa solo inchiodare, come nell’opera di Maurizio Cattelan “Charlie Don’t surf”, dove un ragazzino ha le mani inchiodate ad un banco di scuola. Il messaggio è tremendo: i vostri figli, i vostri studenti sono ancora peggio di quanto pensiate. C'è spudoratezza nei giovani, esaltata come espressione di sincerità, perchè l'abitudine all'esposizione pubblica cui la società ci ha costretto libera dalla vergogna e perciò dalla colpa. Oltrepassando il pudore, come insegnano quotidianamente i nostri politici, la spudoratezza diventa non solo prova di sincerità e quindi virtù, ma anche prova di innocenza.

"Mi piace il metal, l’r'n’b ho scaricato tonnellate di filmati porno e vado in chiesa e faccio sport prendo pastiglie che contengono paroxetina Io non voglio crescere andate a farvi fottere".

Senza alcuna vergogna (da vereor gognam= temo la gogna)appunto, mantengono legami col mondo "dei grandi e dei preti ", perchè non temono l'esposizione pubblica che anzi esibiscono sfidando gli adulti, incapaci ormai di qualsiasi intervento che non sia repressivo e perciò inconcludente.

Meglio di qualsiasi saggio sull'argomento, il testo di Charlie fa surf dipinge il disagio delle nuove generazioni che è decisamente culturale, non esistenziale. Ciò significa che, se questa è la realtà, un po' della colpa è anche nostra. Pare però che le grandi "Agenzie educative" (Chiesa cattolica inclusa) abbiano ben altre preoccupazioni che prestare attenzione alle crisi adolescenziali.

Devo aggiungere poche righe (sono le 12 c.a) perchè non è del tutto vero che tutte le Agenzie educative sono latitanti e fallimentari. La Scuola, non quella ingessata dalla burocrazia aziendal-ministeriale, ma quella vera dei tanti professionisti che quotidianamente inventano e sperimentano metodi e linguaggi per appassionare ai Valori (quelli autentici), è rimasto l'unico luogo di confronto per le nuove generazioni. Forse l'unico canale di comunicazione intergenerazionale ancora aperto, palestra di ascolto e ricerca di risposte sensate. Con tutti i limiti e difetti di un'impresa lasciata alla buona volontà delle persone, non sostenute e tantomeno riconosciute socialmente. Purtroppo la famiglia, quella di cui si blatera tanto cercando a tutti i costi di salvarne la forma, è sistematicamente svilita e svuotata di sostanza dalle televisioni che un tempo sarebbero state bollate di immoralità, ma che oggi, in quanto strumento dei poteri forti, sono ritenute intoccabili. La povera famiglia è ormai impotente, divenuta essa stessa terra di conquista e contemporaneamente bersaglio della cultura dominante.

mercoledì, febbraio 06, 2008

E allora danziamo


Giornata troppo bella per sciuparla piangendosi addosso per le concussioni, corruzioni, disonestà altrui, che poi basta un pellegrinaggio a Pietralcina, dal taumaturgo p.Pio e si torna come nuovi ed immacolati, pronti per riprendere la stessa vita di sempre, come la Presidenza di un Consiglio regionale. Oggi c'è un magnifico sole e basta a noi, Italiani, per recuperare l'ottimismo e la voglia di vivere per cui siamo tanto famosi nel mondo. Ai guai penseremo il prossimo 13 (e 14) aprile, quando torneremo alle urne per eleggere, col vecchio sistema voluto da Berlusconi e dal "leghista" Calderoli (uno di quelli che:"Roma ladrona!", come dimenticarlo?), i nuovi -si fa per dire- Parlamento e, naturalmente, Governo. Una vera porcata, ma che possiamo farci? Loro, i leghisti, hanno dimestichezza coi porci, perchè li portano a spasso di frequente e li sostengono in tutte le loro necessità, anche quelle più vergognose ed impudiche. Davvero amano farsi fotografare col porco al guinzaglio!
La giornata era iniziata con un mezzo dramma in famiglia: la scoperta di una piccola asimmetria pilifera (non posso essere più preciso per non soffiare sul fuoco) di Alby/dan, colpevolmente provocata dal suo incauto acconciatore. Banky/en in trasferta nella metropoli ed il sottoscritto abbiamo cercato di rassicurare, sdrammatizzando via sms, il giovane novio sulla sua inalterata avvenenza, producendo però, come spesso accade in simili circostanze, l'effetto opposto. La mattinata di lavoro ha sopito la tensione iniziale ed ora mi godo quel che resta della magnifica giornata con la meravigliosa prospettiva di alcuni giorni di vacanza (carnevale ambrosiano).
Se non fosse per la mia natura rigidamente legnosa mi metterei a ballare, approfittando dell'assenza di Banky, già provetto ballerino ora specializzando in latinoamerica, avendo Miretta quale unica testimone. Ma sono terribilmente pigro. Ripiego sulla lettura che mi viene meglio. A proposito, non sono riuscito a trovare Acqua storta, l'annunciato romanzo di L.R. Carrino,uff! Olmo, amico dell'autore, ci ha informato che è andato a ruba e tutte le copie sono già esaurite. Ora è in ristampa per la 2 edizione, buon segno. Mi dedicherò quindi al buon vecchio prof. Severino e alle sue lezioni veneziane. Negli ultimi anni l'avevo un po' snobbato, faticando a seguire l'evoluzione di quei pensieri che un tempo mi avevano conquistato. Un ritorno di fiamma, come si dice.
Prima però posto anch'io una canzone in tema, "Danziamo" di Io, Carlo. Un po' di nostalgia di Banky ed Alby, quando assenti mi prende sempre.

martedì, febbraio 05, 2008

Campanili da salvare


Ehssssssssssì, finalmente dopo aver tanto sentito parlare di famiglia tradizionale cattolica gli Italiani hanno occasione di conoscerne una reale! Finora ne avevamo solo sentito teorizzare da politicanti impegnati nel privato a percorrere strade alternative, le più fantasiose possibili, pur mantenendo assoluta fedeltà alla memoria della tradizione.


Non ci bastava, avevamo bisogno di un riferimento concreto cui ispirarci e finalmente ci è stato concesso: la famiglia Lonardo Mastella da Ceppaloni. Una famiglia gelosamente fiera del proprio (Il) Campanile, baluardo dei sani valori tradizionali. L' ex ministro della Giustizia e l'attuale Presidente del Consiglio Regionale Campano, coi figli Elio e Pellegrino, rappresentano l'emblema della famiglia in via d'estinzione da difendere strenuamente: cattolica, eterosessuale, antiabortista. Eventuali altri attributi sono un di più, perciò non necessari.
Se ai vescovi cattolici questo basta... Meglio disonesti che froci, no?
Si vorrebbe conoscere più a fondo questa famiglia modello, ma il ceppalonese è geloso dell'intimità costruita in anni ed anni di faticoso amore e querela chiunque tenti di carpirne il segreto. I colleghi hanno giustamente fatto quadrato attorno a lui per proteggerlo dall'eccessiva esposizione che potrebbe risultare nociva. Occorre mantenere in vita (e allo stato libero) un modello che è e resterà riferimento per generazioni e generazioni.
Mi chiedo: fino a quando (sopporteremo)?
Nella foto: La difesa dei sani valori.

lunedì, febbraio 04, 2008

Carnevale nostrano



La signora Mastella può tornare a presiedere il Consiglio Regionale, le è stato revocato l'obbligo di dimora. Può riprendere la difesa della famiglia tradizionale, magari con qualche affondo alla 194, per recuperare velocemente sintonia col Potere e cancellare così eventuali dubbi sull'irreprensibilità politica, provocati dalle indagini della Procura. Una possibile candidatura al Parlamento nazionale, se elezioni ci saranno, chiuderà lo spiacevole scivolone: là, è risaputo, sono accolti indagati e persino pregiudicati senza alcuna discriminazione. Lo sa anche Cuffaro.

Capita nel momento giusto, siamo nel pieno del carnevale romano e quindi "ogni scherzo (all'Italia) vale!" . Poi comunque si prosegue con quello ambrosiano e fino a sabato c'è ancora tempo.
Leggo che in Spagna la Chiesa cattolica è scesa in campo ancora più apertamente di quanto abbia fatto finora contro il governo Zapatero (QueerZone). Evidentemente i settori più conservatori ed integralisti degli episcopati si sentono direttamente appoggiati e sostenuti dal vescovo di Roma. Forse impareremo qualcosa dai cugini spagnoli che avvertono ancora il peso del sostegno incondizionato della Chiesa alla lunga dittatura franchista.
Intanto non si hanno notizie della sorte di Hamzeh e Loghman in Iran. Se non l'avete ancora fatto, firmate la petizione per tentare di salvarli: rispondiamo alle crociate integraliste col buon senso e l'affermazione del diritto alla vita delle persone reali.

domenica, febbraio 03, 2008

Santi subito? Tutti però!




Sulla morte, per carità non si scherza. E nemmeno sul dolore di quanti piangono la morte di una persona cara. E' difficile da metabolizzare, ci passiamo tutti purtroppo. Prevedo però che nei prossimi giorni i media ci costringeranno ad una veglia funebre interminabile. Già è cominciata. Non certo per gli ultimi anonimi morti africani per i terremoti in Ruanda e Congo. Nemmeno per le vittime civili del golpe in Ciad di cui ancora non si conosce il numero. Quei morti sono solo cifre, non volti, non persone. Non possiamo certo piangere tutte le morti del mondo, vogliamo vivere , almeno finchè possiamo. Ma la morte c'è, sia che ci raggiunga nel pieno della vita per una qualsiasi causa accidentale, sia che ci dimentifichi fino a 97 anni che non è certo poco. Tutti uguali, finalmente, nella morte come nel dolore. Muoiono e piangono i giusti ed i malvagi. In fondo è rassicurante questa uguaglianza finale, anche se da sempre "chi resta" tenta di distinguere il "proprio" morto dagli altri perchè non vada confuso nella massa. Una volta bastavano un funerale di prima classe e una tomba un po' più originale per soddisfare quest'ansia tutta umana. Pare però da qualche anno non siano più sufficienti messe cantate e ricche lapidi e si punti invece ad una qualifica morale dei nuovi morti, perchè brillino come stelle perpetue. Santi subito! è ormai lo slogan ricorrente per ogni morto eccellente. Poco importa come sia stata realmente vissuta l'esperienza della vita, tanto sono gli altri a deciderne il successo morale e naturalmente eventualii testimoni contrari non sono presi in considerazione. Non è una novità l'uso strumentale dei morti, divenuto negli ultimi tempi sempre più sfacciatamente praticato ( Pera che ricorda Pannunzio? Bah!). Prepariamoci al peggio che siamo in clima elettorale e tutto torna utile.
Va bene il santi subito, perchè no? Vivere può già essere titolo di merito. Tutti però, senza distinzione di censo,razza, sesso ed orientamento sessuale ! Altrimenti decidiamo i criteri di santità e che valgano per tutti. Indistintamente.

Di solito pensare alla morte non mi intristisce, ma come noi umani possiamo svilirne la dignità sì, per cui cambio discorso rifugiandomi nel rassicurante privato.
Ierisera abbiamo festeggiato l'amico Pe come annunciato in un precedente post. 21, quasi 22 anni fa, la prima volta che ho visto/incontrato moEn, rimanendone subito fulminato, stava appunto con Pe. Tornavano da un concerto di Barbarossa a Gravedona (in cima al lago). Li ho rivisti esattamente un mese dopo ancora insieme, tanto che ho pensato fossero fidanzati, smorzando così sul nascere l'entusiasmo per il secondo fortuito incontro.Poche chiacchiere sono state sufficienti a scoprire che erano solo amici e così non ho certo aspettato un terzo incontro con quel bellissimo e altissimo ragazzo dagli occhi grandi. Pe è stato quindi testimone dell'inizio della nostra storia e del ventennio successivo, evoluzione in troppia compresa. E' stato bello quindi essere tra i pochi intimi con cui ha voluto condividere il momento di festa.

sabato, febbraio 02, 2008

Attimi

Grazie alla memoria musicale di Roby ho trovato una canzone che da tempo cercavo. Non riuscivo a ricordare il titolo. E' del 1987. Sono quelle canzoni che mi mettono allegria o, quando sono già allegro, contribuiscono ad amplificare il mio stato. Non riesco a star fermo e sotto lo sguardo stupito e smarrito di Mira inizio a saltellare qua e là per la casa, magari con lo straccio in mano o in mutande, cercando di vestirmi al tempo della musica. Non sono esaurito e tantomeno pazzo. Sono solo un sognatore. Gioisco attraverso la musica. Mi godo quel relax ed esterno con il corpo attimi di felicità fugaci o vere e proprie soddisfazioni. L'ultima, come ricordava Moser, la pagella eccezionale di Luc che è la prova di come sta crescendo bene, grazie a questa sua famiglia allargata (noi ed i miei genitori), ma soprattutto grazie alle sue capacità di comprendere e afferrare la vita con determinazione. E' eccezionale Lupetto. Mi stupisce la sua maturità e la sua capacità di relazionarsi con noi con estrema delicatezza e dolcezza. Vero, i risultati scolastici sono importanti, ma quello che conta veramente è come sta crescendo come persona che è quello cui tutti noi prestiamo la massima attenzione, cercando di fare del nostro meglio. Modan, con amore ma anche con estrema responsabilità, è portatore di stimoli importanti ed ovviamente più vicini alla sua età. Lo sta, con saggezza, preparando a respirare quel senso di libertà ed autonomia che a breve inizierà a vivere. Moser è un pò la coscienza critica che tra il serio ed il faceto contribuisce ed ha contribuito in maniera determinante (per me indispensabile) nell'educazione di Luc. Poi ci sono anch'io. Faccio quello che posso. Forse la dolcezza è il mio forte,non lo so. Mi basta solo vedere Luc com'è e ne sono contento e soddisfatto.

Sperando con le note di "Is it love?" di contagiarvi un pò godendo quella leggerezza che ogni tanto ci vuole, Buon fine settimana!
(En)

venerdì, febbraio 01, 2008

Febbraio



Sarei tentato di dare un po' di numeri. Nessuno fraintenda: è arrivata la pagella del 1° quadrimestre del nostro Lupetto e c'è solo da essere fieri. Ci sta abituando troppo bene: tanti 8 e 9 e persino un 10! Solo due 7. Ma non è solo questione di voti e di successo scolastico, anche se la sua determinazione e costanza, unite alla passione, già costituiscono elementi importanti che fanno ben sperare. E' come sta crescendo che ci rende contenti e sereni. Sicuramente Dan ha contribuito non poco a sdrammatizzare e facilitare il suo passaggio nella fase più complessa della vita che è l'adolescenza. E così la realtà ha superato di gran lunga positivamente le aspettative di En e mie che, al momento di divenire troppia, eravamo preoccupati che Lupetto potesse non comprendere e, peggio ancora, non accettare il cambiamento. La profonda sensibilità e l'immediata simpatia di Dan hanno fatto il miracolo e nessun trauma ha segnato le nostre vite, tantomeno quella di Lupetto, ormai legatissimo alla non più nuova figura familiare. Mancano ancora tre anni alla fine del liceo, ma passano presto. Troppo.
Finesettimana all'insegna dell'amicizia. Stasera vengono a cena Rob ed Ulisse che non vediamo da secoli e sarà quindi anche l'occasione per aggiornarci sulla realtà gaycomasca che negli ultimi tempi abbiamo un po' disertato.
Domani invece festa per il genetliaco di Pe che quest'anno ha convocato gli amici in un noto locale (di ristorazione). E intanto siamo già a febbraio...