sabato, febbraio 16, 2008

Ostinato Amore






Era nel luglio del 1986. Una notte nella caserma di Casarsa della Delizia (Friuli). L’unica mia guardia notturna di tutto il servizio militare trascorsa ad ascoltare l’ultimo disco di Renato Zero dell’epoca, “Infiniti Treni”. Passeggiando tra carri armati, jeep e camion militari. La mia canzone preferita del long playing (i cd non c’erano ancora!) era “Ostinato amore”. Ricordo ancora come se fosse adesso il leggero e caldo venticello che soffiava e che asciugava qualche lacrima che scendeva. L’amore, quello vero, non l’avevo ancora incontrato ed il testo di quella canzone descriveva perfettamente il mio vissuto. Ho iniziato presto a cercarlo, l’amore, o almeno così credevo. Nei cinema, nei cessi. Vagavo toccando il fondo per poi leccarmi le ferite, imparando senza saperlo ad amare solo me stesso. Ostinatamente. Da lì a poco l’amore è arrivato. Quello vero: Moser.

Non eravamo pronti però ad accoglierlo. Moser perché allo sbaraglio in un mondo (quello omo) a lui del tutto sconosciuto ed io perchè aggrappato a quel mondo,al mio egoismo. Le difese che mi ero costruito negli anni erano un muro impenetrabile, impossibile anche per quell’amore. Certezze labili che cadevano alla prima riflessione. Insomma con la testa di oggi un vero disastro. Però quell’ostinato amore che ci ha sempre unito, ci ha portato fin qui. Pazientemente ed anche con la forza della ragione quel muro impenetrabile è caduto, non senza danni o paure, lasciando il posto ad una più solida consapevolezza e preparandoci a raccogliere le “sfide” che il nuovo grande ed immenso amore per Modan avrebbe sollecitato.
Lo stimolo per scrivere queste righe mi è arrivato dall’amico che ha lasciato un commento al post di Moser di ieri. Parla di quel senso di colpa che ho conosciuto bene, come forse tanti altri come me. Alcuni teorizzano che è tipico dell’essere gay, come tipica sarebbe pure l’attrazione per certi posti squallidi e avvilenti. Non sono del tutto d’accordo oggi. Non perché vivo nell’amore di due “ragazzi” eccezionali, ma perché sono io che sono cambiato e cresciuto. Di certo non ho più bisogno di sensi di colpa per amarmi. Faccio solo un passo indietro per cercare di farne due in avanti. Questo per dire che la vicinanza di una persona, o due nel nostro caso, aiuta, ma non è quello che risolve il problema. C’è chi sta bene così, forse non si pone neppure il problema. Vive alla giornata. Gli anni passano però ed il peso di quella solitudine e di quel dolore potrebbero diventare insopportabili, tanto da impedire di vivere l’amore in modo assoluto. E' una continua crescita, di regole non ce ne sono, come neppure traguardi finali. So di essere in cammino, ma forse varrebbe la pena fermarsi ognitanto e assaporare quel “giorno dopo” come meriterebbe!

Buon fine settimana amici! (En)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Rivivere il nostro passato attraverso le tue parole mi suscita forti emozioni. "Ne abbiamo avuti di momenti tristi", eppure non è trascorso giorno senza amarti, benchè la mia deformata razionalità non capisse e tantomeno accettasse.Abbiamo anche vissuto bei momenti sereni e felici che probabilmente ci hanno aiutato a non demordere.Insieme abbiamo sempre cercato ostinatamente di crescere,discutendo, litigando, amandoci.Non rinnego nulla di ciò che è stato. Ora posso ricordare quasi malinconicamente anche i momenti peggiori.E' grazie al nostro passato e alla testardaggine nel continuare ad amarci che siamo arrivati fin qua. Proprio quel vissuto ci ha preparato ad imboccare una nuova strada dell'amore, forse ancora più impegnativa e difficile della precedente, perchè senza alcun riferimento cui aggrapparci al momento del bisogno. Ora siamo in tre e, come già detto fino alla noia,io continuo a provare stupore per ciò che stiamo vivendo. Siete voi, En & Dan,che rendete concretamente visibile nella mia vita il miracolo dell'amore!

nonsoloattimi ha detto...

Ragazzi, posso dirvi solo... grazie, si, grazie per quello che con la vostra esperienza potete insegnare a me e molti come me che forse si arrendono troppo facilmente di fronte alle difficoltà...Amarsi, lottare per amore, vivere un sentimento che agli occhi degli altri può sembrare non naturale... ma continuare a difenderlo sopra ogni cosa... vi voglio bene!
Claudia

Anonimo ha detto...

il mio modo di "percepire" la vita, credo sia piu' vicino a quello di ser, unitamente al fatto di aver conosciuto Val tramite un amica comune, allora avevo 20 anni, a 38 anni posso dire di aver messo piede in locali gay 4 volte di cui due in una Dark, mi e' servito a capire che quel mondo non mi apparteneva....e qualche amico oggi mi prende bonariamente in giro quando parlando delle mie esperienze per conventi ed abbazzie, mi fa notare che non sono luoghi cosi' luminosi, io rispondo che la luce e' dentro:-)
Fondamentalmente quello che voglio dire e' che non esiste una "tipicita" dell'essere gay od etero o dell'amore stesso ed il vostro come il mio vissuto parlano di amori non "comuni".
In fondo basta essere se stessi ed abbandonarsi alle proprie emozioni e sentimenti.