martedì, ottobre 31, 2006

L'antimafia abbandonata


Ecco la lettera che la Procura Distrettuale Antimafia di Catania ha inviato al Ministro della Giustizia e al Procuratore della Repubblica lo scorso 27 ottobre:
"Noi Magistrati componenti dellaDirezione Distrettuale Antimafia di Catania,destinatari di misure di tutela e protezione finalizzate a garantire lanostra incolumità personale, disposte dal Comitato Provinciale per l'Ordinee la Sicurezza Pubblica,preso atto delle continue e perduranti gravissime disfunzioni riscontratenell'esecuzione delle misure anzidette, dovute alla carenza di personaletecnico ed alle condizioni fatiscenti ed obsolete delle autovetture blindateutilizzate, disfunzioni che non consentono di adeguatamente salvaguardare lanostra incolumità, né, tantomeno, di garantire un corretto svolgimento deicompiti istituzionali;osservato che a tale deficitaria condizione si è da ultimo aggiunta unaavvilente indisponibilità di risorse finanziarie che non consentono, ormaida mesi, di approvvigionare le vetture medesime di carburante, nemmeno pergarantire la nostra presenza in udienza;rilevato che, proprio alla luce di tale insostenibile situazione, nonabbiamo sottoscritto lo " schema di accordo per la protezione" ancora unavolta trasmesso dal Ministro dell'Interno in data 18.08.2006;considerato che i numerosi appelli rivolti alle competenti istituzioniaffinché venisse adeguata la dotazione di mezzi alle esigenze dell'Ufficiosono rimasti sinora inascoltati;ritenuto che sino ad oggi, per senso del dovere e sensibilità istituzionale,abbiamo coscientemente privilegiato le esigenze dell'Ufficio rispetto aquelle personali, provvedendo personalmente all'acquisto del carburante,ovvero essendo costretti ad adottare comportamenti talvolta non conformi aquelli stabiliti nel citato " accordo per la protezione";R A P P R E S E N T A N Oche, in mancanza di immediati ed efficaci interventi, i componenti di questaDirezione Distrettuale Antimafia ritengono di non dover ulteriormente subirela mortificazione di non potere adempiere di fatto ai propri compitiistituzionali come legge prescrive e coscienza impone, rassegnando,pertanto, alla S.V. il nostro mandato.".
Superfluo ogni commento.

lunedì, ottobre 30, 2006

Brasile e Congo alle urne


«Le elezioni sono finite. Da questo momento non c'è più un avversario, ma gli avversari sono le ingiustizie sociali del Brasile», così Luiz Inacio «Lula» da Silva domenica sera ha sintetizzato il programma del suo secondo mandato. Dopo il mezzo fallimento del primo turno dovuto agli scandali che hanno coinvolto alcuni suoi ministri (immediatamente defenestrati), con la decisa virata a sinistra ha trionfato con 58 milioni di voti sull'avversario Geraldo Alckmin che in 4 settimane ha perso due milioni e mezzo di voti.
Attendiamo i risultati delle votazioni in Congo dove le urne si sono chiuse alle 17.00 di ieri. Tra qualche giorno si conoscerà il nome del nuovo presidente. E' Paese ricchissimo geologicamente, con giacimenti di diamanti, cobalto (1° al mondo), rame (6°), zinco (8°), oro, manganese, uranio, catrame minerale e ancora petrolio, carbone, stagno, niobio, piombo, nichel. E coltan, materiale fondamentale per far funzionare cellulari e playstation. Le sue terre vulcaniche sono fertilissime con enormi potenzialità agricole, per ora pochissimo sfruttate. E' stra-ricco, ma resta al 167° posto nelle classifiche sullo sviluppo umano: persino il reddito pro-capite (di per sé ingannevole) colloca la popolazione molto sotto la soglia della povertà. Teatro di saccheggi e genocidi proprio per le sue immense ricchezze, il Congo, devastato da una lunga guerra civile, spera ora in una fase di ricostruzione pacifica che permetta una vera indipendenza.

sabato, ottobre 28, 2006

UNA STORIA SEMPLICE


Questa mattina sono andato dal parrucchiere, cattiva idea di sabato. Lunga attesa prima del taglio. All'inizio ero tentato di mollare e tornarmene a casa, ma poi una scena mi ha trattenuto.
Ero seduto in attesa ed entra una mamma credo circa sessantenne che accompagnava la figlia affetta da sindrome di Down,Anna, se ho capito bene. La mamma da le istruzioni al gentile coiffeur ed invita Anna a stare tranquilla seduta, poi si reca a fare la spesa. Anna è seduta vicino a me. Prima di lasciarla la mamma la accarezza e la guarda esprimendo una profonda dolcezza , Anna ricambia e dimostra l'emozione per il breve abbandono con un leggero tremore delle mani. La mamma la bacia e va spedita a fare la spesa. Anna si guarda in giro curiosa e ad un certo punto incrocia il mio sguardo. Mi parte istintivamente un sorriso, Anna sembra indifferente alla mia attenzione ma improvvisamente reagisce di nuovo con un movimento delle braccia. Simile a quando ha salutato la mamma. Per non essere troppo insistente mi metto a leggere il giornale ad un certo punto sento un piccolo colpetto sul ginocchio, faccio finta di niente e continuo a leggere. Poco dopo ancora un colpetto, un pochino più forte, ancora faccio finta di niente. Passa qualche minuto e di nuovo un colpetto ancora più forte.... questa volta con la coda dell'occhio, guardo Anna che sorride divertita come se mi stesse prendendo in giro, anche lei leggeva un giornale ed aveva assunto la mia stessa posizione. Praticamente mi imitava e sorrideva. Poi è toccato il mio turno, Anna mi ha osservato tutto il tempo e ci siamo scambiati continui sorrisi. Quando ho finito, prima di lasciare il salone, Anna mi ha detto "Ciao" io sono ritornato a casa con quel ciao nella mente ed un sorriso nel cuore.
Non riesco a trasmettere con le parole quello che ho provato. Ma posso garantirvi che non mi sono mai divertito così tanto nell'essere preso in giro.... (E)

venerdì, ottobre 27, 2006

"E io vi dichiaro..."

Quando a fine giugno decidevamo di dar vita al nostro blog ci spingeva la voglia di "esserci socialmente" (cogitor ergo sum) per supplire alla mancanza di quel riconoscimento (e quindi del sostegno) concesso istituzionalmente alle famiglie tradizionali. Si proponeva come spazio di dialogo con gli amici, le persone che conosciamo e frequentiamo abitualmente e che ci hanno visto, non senza qualche dubbio e preoccupazione, evolverci da coppia a tris ormai più di un anno fa. Forse, inconsciamente, cercavamo il loro riconoscimento, una sorta di certificazione esterna che la nostra non era una banale avventura e che la strada intrapresa, sia pure poco battuta ed inusuale , poteva e doveva essere percorsa fino in fondo. Tirarci indietro sarebbe stata viltà dettata esclusivamente dal condizionamento culturale: la paura ci avrebbe impedito di vivere quella che poteva essere (ed è fino ad oggi) una storia straordinaria, iniziata con un sorprendente, non programmato e mai immaginato, triplice innamoramento contemporaneo.
Già molti anni prima come coppia avevamo da subito rinunciato a scimmiottare quelle etero perchè "altre"da noi, inventandoci ostinatamente, in mancanza di modelli credibili di riferimento, la nostra vita. In qualche modo eravamo già dei pionieri senza saperlo come dice d.F.Barbero:"C'è una tradizione secolare che ha eretto il modello eterosessuale ad unico modello. Gli omosessuali sono stati e sono una rivoluzione. Fanno vedere che fuori dal modello esistono diverse possibilità di amore, ma chi ha il potere vuole un modello, solo perchè si governa più facilmente.Quando però l'amore esplode non lo governi più". ("E io vi dichiaro..." in La Sicilia, 20.09.2006)
Sul potere attraverso il controllo della sessualità dei singoli ha fatto testo l'analisi epistemo-politica di M.Foucault che spiega oggi l'accanimento della gerarchia cattolica contro il riconoscimento delle coppie di fatto (PACS) ed altro.
Non è stato quindi difficile, anzi è apparso naturale, passare dalla coppia al tris, un'altra volta impegnati nella costruzione di un altro nuovo modello di amore. Questa volta però abbiamo deciso di esporci , non per un prurito di esibizione (siamo tutti e tre piuttosto schivi), ma per il desiderio di confrontarci seriamente con gli altri e grazie a loro evitare il rischio dell'evasione dalla realtà in un mondo perfetto, creato ad uso e consumo della nostra meravigliosa storia.
Sul blog registriamo la normalità della nostra vita, le idee e le istanze che nascono dall'essere inseriti a pieno titolo nel contesto sociale in cui viviamo, come ogni altro cittadino dell'Italia e del mondo. Naturalmente non sempre le opinioni sono condivise all'interno del tris, vige però un grande rispetto per le diversità peculiari che rendono più fecondo il triplice rapporto.
Col passare del tempo il blog è diventato anche un mezzo prezioso per entrare in relazione con tanti bloggers sparsi nell'universo magico del web, persone appassionate e pensanti difficilmente visibili in altri spazi. Attenti a non ridurre il patrimonio cui attingiamo ormai quotidianamente in fruizione puramente consumistica, godiamo delle ricchezze altrui che si aggiungono gradualmente, piacevolmente e senza eccessiva fatica al bagaglio umano che è la nostra vita.

giovedì, ottobre 26, 2006

Sabato 28 Ottobre: NO ALLA GUERRA


Giornata nazionale di EMERGENCY che sarà presente con migliaia di volontari in oltre 200 piazze italiane per far conoscere i 12 anni di attività e dire insieme "no alla guerra".
Presso i banchetti, con una piccola donazione, potremo ricevere il nuovo calendario 2007 realizzato con i disegni originali di 12 illustratori italiani.
I fondi raccolti andranno a sostegno del Centro chirurgico per vittime di guerra “Tiziano Terzani” di Lashkar-gah, in Afganistan.
Sabato 28 Ottobre 2006:
Como, via Bernardino Luini (pomeriggio)
Cantù, Centro Commerciale Mirabello (tutto il giorno)

martedì, ottobre 24, 2006

Popolo di spettatori


Inutile fingere, invocare alibi o giustificazioni, siamo un popolo di spettatori noi italiani. Noi comaschi in particolare. Ammettiamolo una buona volta. Ci piace stare alla finestra, o, come si usa oggi, davanti alla TV e guardare, commentare, criticare, ridere, piangere, arrabbiarci, insultare, rassegnarci. Il guaio è che stiamo a guardare la nostra vita organizzata, decisa, indirizzata dagli altri. Non c'è giorno che i nostri politici/amministratori/vescovi non ci riservino una puntata ricca di gustose ed incredibili situazioni: in questo sono davvero infaticabili facciatollisti dotati di una fantasia inesauribile. Se lo possono permettere, sanno che il pubblico, pur scalmanato, mantiene sempre il proprio posto e ruolo. Avviene anche sulla scena internazionale, perchè in provincia dovrebbe essere diverso? Si può e si deve osare di più è quasi un imperativo morale.
La proposta di "sorveglianza popolare" di Ségolène Royal in Francia suscita qualche allarme, ma se va nella direzione della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi tutto resta sotto controllo, non c'è da preoccuparsi.
Il voto? Una sorta di canone che il voyeur deve al servizio pubblico, tanto il personale è sempre quello, trasformismo e riciclo sono prassi consolidata.

lunedì, ottobre 23, 2006

Saffo


Simile a un dio mi sembra quell'uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza
e con incanto sorridi. E questo
fa sobbalzare il mio cuore nel petto.
Se appena ti vedo, sùbito non posso
più parlare:
la lingua si spezza: un fuoco
leggero sotto la pelle mi corre:
nulla vedo con gli occhi e le orecchie
mi rombano:
un sudore freddo mi pervade: un tremore
tutta mi scuote: sono più verde
dell'erba; e poco lontana mi sento
dall'essere morta.
Ma tutto si può sopportare... (Saffo)

La misura dell'amore



Ieri mentre si triparlava, En ha detto che durante i 20 anni della nostra storia di coppia abbiamo molto sofferto. E' vero, lo sapevo già, ma quel molto mi ha colpito: non avevo mai riflettuto sulla quantità della sofferenza. Più volte in queste pagine ho teorizzato sul rapporto amore-dolore e perfino sulla debolezza e fragilità in cui ci precipita l'amore che, come dice T. Adorno, in qualche modo ne è la conferma ("Sei amato solo quando puoi mostrarti debole, senza provocare in risposta la forza."). Agostino di Ippona, il già citato teologo della Bellezza, spiega il motivo per cui il dolore si accompagna all'amore: "L’amore uccide ciò che siamo stati, perché si possa essere ciò che non eravamo.". Non c'è morte indolore, non c'è nascita indolore, lo sanno bene le donne. "Dov`è amore, è dolore" dice lapidario Plauto.
E' il quanto si debba soffrire e fino a quanto si possa che costituisce problema. La misura credo comunque sia la stessa dell'amore : "la misura dell'amore è amare senza misura" (ancora Agostino) e quindi anche dolore senza misura... Moltiplicato per tre ovviamente. Il che non è rassicurante. In qualche modo Dan è avvantaggiato perchè è salito in corsa e non dobbiamo ricominciare da capo, potendo godere di quello che En ed io siamo oggi, ma pensare che anche a lui spetta la sua dose di sofferenza non mi lascia tranquillo. E' inevitabile, lo so, qualcosa ha già sperimentato nell'anno intenso che abbiamo vissuto. E' forte, ha spalle larghe perchè la vita gli ha già insegnato il dolore, ma è ancora così giovane...
Concentrato sul dolore, ho quasi dimenticato che esiste solo perchè c'è l'amore!
E il nso tripliceamore cresce col passare del tempo, aumentando la stessa percezione delle emozioni che sono sempre più intense e forti, perchè in un certo senso sempre più consapevoli e mirate.(s)

domenica, ottobre 22, 2006

Quel fenomeno di Roberto Saviano


Giornalista nemmeno trentenne, autore di Gomorra , Roberto Saviano è il nuovo simbolo dell'anticriminalità. Già nell'ottobre 2005 aveva pubblicato su Nuovi Argomenti (poi riproposta in un post) una precisa denuncia del sistema camorristico. Minacciato di morte perchè ha avuto il coraggio di fare nomi mentre tutti li tacevano o al massimo sussurravano, "ha puntato i riflettori su una organizzazione malavitosa che i più consideravano secondaria, quasi versione casereccia della mafia e che invece è una vera e propria holding economico-finanziaria con diramazioni e interessi nel mondo. Capace di condizionare politica, modelli, consumi, costumi. Di tutti, non solo di chi la camorra la vive tutti i giorni sul territorio." (La Repubblica). E' immediatamente scattata una corsa alla solidarietà per non lasciare Roberto da solo. Gomorra racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. Dalla guerra di Secondigliano, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese. Una narrazione-reportage che svela i misteri del "Sistema" (così gli affiliati parlano della camorra, termine che nessuno più usa), di un'organizzazione poco conosciuta, creduta sconfitta e che nel silenzio è diventata potentissima superando Cosa Nostra per numero di affiliati e giro d'affari.
Riconoscere che la criminalità organizzata coinvolge l'intero Paese e non solo alcune Regioni, impegna ciascuno di noi all'attenzione costante e vigile e a non lasciare soli i pochi che hanno il coraggio di segnalare e denunciare le illegalità : firmiamo perciò il messaggio di solidarietà indirizzato a Roberto Saviano e quello indirizzato al Presidente della Repubblica e ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato.

giovedì, ottobre 19, 2006

Como tra illegalità ed ottusità: quale futuro?



Sembra il titolo di un Convegno, di una convocazione degli Stati Generali, come si usa oggi. Invece è solo la domanda che mi resta in testa dopo la lettura del post di Sir Percy Blakeney in Vivere a Como. Abbiamo un'Amministrazione di incapaci, che lavora platealmente per il bene privato usando la cosa pubblica come strumento a quello finalizzato. La lungimiranza politica, requisito minimo per un governo decente, è del tutto sconosciuta. Appare manifesto anche nell'atteggiamento, ottuso e al limite della denuncia, nei confronti dei musulmani che inutilmente chiedono di poter pregare l'unico Dio, lo stesso dei cristiani come insegna il Magistero cattolico, in un luogo adeguato e conveniente.
Inutile sperare che dalla destra che esercita il potere come vediamo, possa venire qualcosa di buono, una speranza di cambiamento in meglio. E' l'ottusità dei servitori che obbediscono ciecamente, senza pretendere di capire, a Milano o Roma che di Como in sè se ne fregano, avendo a cuore piuttosto interessi presenti sul territorio da conservare ed espandere ulteriormente.
Inutile sperare anche dall'attuale opposizione che è altrettanto ottusa e lo manifesta ognivolta che può, nella scelta dei dirigenti e dei candidati, come anche nei progetti politici, come quello recente di Rifondazione.
Insomma una brutta situazione di ottusità generale e di palese violazione della Costituzione come scrive Sir.
E i comaschi? Che fanno, che dicono, che hanno in mente per il futuro? Vale ancora quanto scrivevamo in occasione della festa del Patrono (31 ago) e cioè: "C'è piuttosto aria di "scazzo". La vita della città e della stessa provincia è percorsa da una sorta di abbandono disperato (senza speranza), di fatalismo rassegnato, condannato all'inazione."?
Per il momento preferisco non cercare una risposta: voglio conservarmi uno spazio di speranza.

* In foto P.za Cavour esondata, metafora dell'attuale situazione?

mercoledì, ottobre 18, 2006

Colazione nel parco


Concluso Kant. Oggi ultime due ore della tradizionale sintesi prima dell'inizio delle interrogazioni. Come il solito osservo le facce dei giovani discepoli per verificare in diretta la chiarezza del mio parlare. I "secchioni" tesi, concentrati, attenti a non perdere una virgola, una pausa significativa del maestro: M. che è un po' grassoccio suda, nonostante il primo freddo ottobrino e l'aula ancora privata del tepore artificiale. Come ogni anno a questo punto del programma, leggo sui volti la tensione, lo smarrimento di fronte al primo vero scoglio della disciplina che impone loro il pensiero puro, l'astrazione. E io esagero, di proposito, non concedendo tregua, sviluppando un concetto via l'altro, in un discorso sempre più complesso ed articolato. Persino F., molto intelligente ma "fancazzista", stavolta è preoccupato: sta sicuramente pensando a come farà a preparare una verifica decente senza dover perdere interi pomeriggi su un prussiano di cui poi ricorderà nulla, avendo già deciso per Economia alla Bocconi, sempre che supererà il test. Ed io imperterrito continuo senza sosta, non per sadismo, ma per il desiderio di conquistarli al pensiero, alla straordinaria capacità della mente di spingersi sempre oltre. Ai primi segnali di cedimento dei più fragili (passata la prima ora), qualche battuta (in tema) per un rapido recupero delle forze e via di nuovo, fino alla fine, arrivata con qualche minuto di anticipo perchè Dan che oggi è in zona, mi aspetta per una velocissima pausa pranzo . Bello passare dalla filosofia kantiana all'amore senza soluzione di continuità. Trovare uno dei miei compa fuori ad aspettarmi mi emoziona quasi fossi ancora liceale. Il fatto è che sto sempre bene con loro e il tempo davvero non basta mai, per cui anche una semplice pausa pranzo diventa preziosa. Abbiamo persino 15 minuti per rilassarci su una panchina del magnifico parco! Poi via, lui ai suoi interventi, io a casa non senza telefonare entrambi, nei rispettivi viaggi, a En che, povero, lavora in tutt'altra zona. Vita da tris, vita straordinaria!(s)

martedì, ottobre 17, 2006

Pubbli-friendly

... il posto giusto per mangiare con gusto!!!
Pizzeria da asporto
Via Segantini, 1 (statale Monza-Saronno)
Nova Milanese
Tel.0362-366270
Se alla notte milanese devi andare
una pizza veloce puoi assaggiare
Troverai nuovo vigore
per ballare tante ore...

Alberi


E’ autunno.
Ero perso nei miei soliti pensieri realistic0-sognanti con sottofondo una canzone di Vasco Rossi “Piccolo Fiore”.Stavo viaggiando in direzione Monza, quando da un viale di tigli, grazie ad una folata di vento sono cadute tante foglie. Direte “va beh è autunno è normale che cadano le foglie”. Vero, verissimo.Però il fatto di per sè normale mi ha fatto nascere riflessioni che mi hanno accompagnato sino alla dolce meta.E’ stato un attimo ma quelle foglie mi sono sembrate ancora di più di quelle che erano. Tantissime. Mi sono sentito quell’albero….nudo ed accanto a me ne ho visti altri due, uno con delle radici ben piazzate e qualche segno del tempo (pochi a dire il vero), l’altro più giovane ma già ben radicato e con dei rami ancora teneri, ma pronti a crescere decisi. Ho visto cadere nelle foglie il nostro recente passato (l’anno appena trascorso) ed i tre alberi ancora più forti proprio grazie a quel passato.Tutti e tre nudi, preparati ad affrontare l’inverno. I due alberi più grandi già protesi a riscaldare il più piccolo e quest’ultimo già pronto ad assorbire tutto il calore e a restituirlo ancora più intenso. I rami dei tre alberi si toccano, in alcuni punti si intrecciano e si confondono. Lo spazio per crescere ancora non manca di certo, un po' alla volta i rami si intrecceranno sempre di più creando una naturale resistenza alle intemperie che, inevitabilmente e grazie al cielo, arriveranno per alimentarne le radici. Immagino quando il vento riuscirà a farli vibrare, a toccarsi ora forte ora piano. Penso alla neve che li ricoprirà creando un cappello soffice proteggendoli tutti e tre in un silenzio ovattato. Vedo le cortecce di uno o dell’altro spaccarsi, lasciando inevitabili segni, indelebili per sempre. Insomma vedo nella natura quello che sto vivendo. Ritrovo in essa uno stato d’amore che finalmente è il mio.(E)

lunedì, ottobre 16, 2006

Stati d'animo


Oggi sono contento. E basta, non vi pare?

Certo vorrei che lo fossero tutti, in primo luogo i miei compa, gli amici, l'umanità... Beh, ma se vado oltre finisco con l'intristirmi pensando ai problemi reali che ci sono. Un passo alla volta: oggi ci siamo alzati in piedi.

M. comunque è contenta, la vedo: scodinzola e ha voglia di coccole.

16 ottobre 2006: TUTTI IN PIEDI!


17 ottobre giornata mondiale contro la povertà.

In tutto il mondo in milioni ci alzeremo dalle 12.00 di domenica 15 alle 12.00 am di lunedì 16 ottobre (orario italiano), saremo contati partecipando alla mobilitazione globale contro la povertà per chiedere ai leader politici che gli impegni siano rispettati:
1. Sradicare la povertà estrema e la fame
2. Ottenere l'educazione primaria universale
3. Promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne
4. Ridurre la mortalità infantile
5. Migliorare la salute materna
6. Combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie
1. Garantire la sostenibilità ambientale
1. Sviluppare una partecipazione mondiale per lo sviluppo
Ecco il testo dell'impegno da leggersi in piedi meglio se aggregati a colleghi, amici, cittadini :
"Ci alziamo con l’orgoglio di chi fa parte della generazione che vuole eliminare la povertà estrema, la più grande sfida dei nostri tempi.Ci alziamo oggi perchè non vogliamo, negli anni futuri, alzarci davanti alla prossima generazione e dire “ sapevamo che ogni anno milioni di persone stavano morendo senza ragione e noi eravamo lì, senza fare nulla „.Non possiamo restare seduti sapendo che un bambino nato oggi in un paese povero morirà 30anni prima di un bambino nato in un paese ricco. E ‚ arrivato il momento di porre fine a questo strazio.E ci alziamo perchè non chiediamo carità, ma giustizia- sappiamo che, nel nostro nome, i leader mondiali hanno già promesso di porre fine alla povertà e hanno chiamato questa promessa “ Millennium Development Goals „.Quello che serve è la volontà politica di raggiungere questi obiettivi e di superarli, e noi, centinaia di migliaia di persone fortemente coinvolte di oltre 100 paesi, ci alziamo e diciamo:Ai leader dei paesi ricchi: distinguetevi, lottate per mantenere fede alle vostre promesse. Cancellazione del debito, quantità e qualità degli aiuti e regole commerciali eque, per contribuire alla lotta contro la povertà. Sapete cosa fare: fatelo.Ci alziamo anche davanti ai leader dei paesi più poveri per dire: siate all’altezza, assumetevi come prima responsabilità quella di salvare la vita dei vostri cittadini più poveri. Vi chiediamo più trasparenza sulle spese effettuate con il vostro denaro per combattere la disuguaglianza e sradicare la corruzione. Sapete cosa va fatto: fatelo.Ogni generazione deve combattere battaglie enormi contro ingiustizie, come la schiavitù e l’apartheid, che sembrano impossibili da vincere. Ma la storia dimostra che è possibile farlo se un gran numero di persone si unisce contro quell’ingiustizia.Siamo sei miliardi di voci. Vogliamo giustizia adesso. Non ci sono più scuse. Non le accettiamo più.".
ATTENZIONE:
è necessario registrare il proprio Stand up, se si fa da soli, attraverso la scheda di conteggio che trovate
qui

domenica, ottobre 15, 2006

Vulnerabilità


Qualche giorno fa scrivevo che l'intensità dell'amore mi ha reso più fragile e vulnerabile. Mi è stata chiesta ragione, perchè una simile condizione può apparire immediatamente negativa, espressione di un nuovo limite. In realtà non la percepisco e non la vivo come tale. Tutt'altro!
Ierisera mi sono accorto che anche un nostro amico, professionista serio e sempre controllato, quasi un po' rigido un tempo, da quando vive la meravigliosa storia con L. sta subendo un cambiamento radicale, non solo nei piccoli e quasi insignificanti comportamenti esteriori, ma soprattutto nel modo di pensare e guardare la vita. Ho colto solo delle sfumature che mi pare segnalino la profonda metanoia in atto. Dallo sguardo è scomparsa la sicurezza, il volere a tutti i costi inserire in un quadro di riferimento certo la realtà per poterla controllare e determinare. C'è invece, oltre alla luce brillante dell'innamorato, il disorientamento di chi si accorge di non poter controllare più nulla, di aver perduto ogni schema di riferimento, di dover affrontare ogni situazione dal principio, ex novo, avendo smarrito se stesso nell'altro. Ora il suo riferimento è L., la vita ruota intorno a lui, che è imprevedibile per la giovane età, per la differente formazione culturale, per la naturale genialità. Il nuovo M. suscita tenerezza, perchè mostra il suo essere spiazzato, insieme alla voglia di ricominciare tutto da capo, di imparare qualcosa che, già sa, non sarà mai preciso e rassicurante come le fredde regole matematiche che non lasciano spazio alla fantasia e agli imprevedibili voli dell'amore. In altre parole, ora è vulnerabile, perchè si è frantumata la corazza indossata inconsapevolmente come personale reazione al vissuto. Non può che affrontare direttamente la realtà, senza più alcuna mediazione: le emozioni, i sentimenti finalmente non sono più attenuati. E lasciano il segno quando sono forti.
Questo, a mio parere, non è un limite: al contrario è abbandonarsi, ma da soggetto protagonista sempre attivo e vigile, all'esperienza della vita, riuscendo a godere fino in fondo le sue varie e persino più piccole sfumature. Nel bene e nel male. (s)

venerdì, ottobre 13, 2006

Sulla morte

Settimana come il solito frenetica dal punto di vista lavorativo, almeno per dan e en. Poi la notizia della morte improvvisa di un amico, marito di una cara amica. Uno di quegli eventi che si vorrebbero lontani, ma che capitano purtroppo nella vita di ognuno. E, nonostante lo stress, le corse disperate per qualche attimo di piacevole relax, si è costretti a fermarsi e a riflettere. Sulla morte. Non se ne parla mai volentieri nella nostra società: avete notato che nei necrologi il termine morte è bandito? " Improvvisamente ha lasciato i suoi cari... E' tornato alla casa del Padre...Serenamente si è spento": mai che si legga semplicemente "E' morto..."! La morte c'è, nonostante il progresso, la ricchezza, la ... vita. E' un punto fermo, forse l'unico veramente certo, nella vita di ogni essere vivente . Non parlarne in qualche modo l'allontana, l'esorcizza, ma c'è comunque. Allora tanto vale affrontarlo di petto il problema e tentare una risposta che può essere solo personale alla fine. Finchè si è giovani il terrore è la morte dei propri cari, ma poi, andando avanti con gli anni, non si può non pensare alla propria morte. Cosa fa paura? Sicuramente la possibilità del dolore fisico che nella maggior parte dei casi la precede ed accompagna. Sgomenta però ancora di più il fatto che si muore da soli, da soli si affronta il grande momento. Anche in caso di tragedia collettiva ciascuno è solo.
Sembra assurdo ma mi pare che proprio l'ineluttabilità della morte ci costringa a riflettere sulla vita. A pensare alla ricerca di un senso. (s)

Ancora a favore del dott.F.Giuffrida


Carissimi,
desideriamo rivolgerci a voi direttamente e personalmente, non ricorrendo questa volta al consueto invio multiplo, per un appello di solidarietà che ci sta molto a cuore, e che riguarda una persona che è un nostro caro amico da sempre, Francesco Giuffrida.Nella stessa forma, diretta e personale, invieremo questo messaggio a tutte le persone che, come voi, sappiamo essere sensibili al tema dell'integrità e del coraggio civile.Per chi non lo ricorda, diremo che Francesco Giuffrida è il coraggioso dirigente della Banca d'Italia (Vice-direttore a Palermo)che su richiesta e incarico della Procura della Repubblica di Palermo ha condotto una accurata e scrupolosa perizia tecnica sui flussi di capitali diretti alla Fininvest, per il processo a Marcello Dell'Utri.Per questo suo lavoro Francesco dovrà comparire in giudizio il 12 ottobre, citato dalla Fininvest per presunti danni morali. La citazione è arrivata alla vigilia del processo d'appello per Dell'Utri, e in corrispondenza con un altro incarico attribuito, sempre a Francesco, questa volta dalla Procura di Roma, che evidentemente lo ritiene un tecnico assai affidabile, per indagare sui movimenti di capitali legati alla vicenda di Roberto Calvi. "Sembra una minaccia, un modo per zittirlo e intimorirlo al processo" ha dichiarato in giugno un magistrato al giornalista del Corriere Cavallaro. Non solo: la citazione comporta il concreto rischio che tutta la tutta la sua attività di esperto, e le perizie che gli sono state affidate, vengano delegittimate, compromettendo le indagini effettuate e in corso.Francesco Giuffrida dovrà andare a difendersi di fronte ad un uomo che è stato condannato per mafia, solo per aver fatto il suo lavoro e per averlo fatto bene, e dovrà farlo da solo, visto che nemmeno la Banca d'Italia, a conoscenza ovviamente della sua collaborazione con il tribunale, si è mossa per un'azione di sostegno, o per tutelarlo in sede di giudizio.Perchè questo appello? per rompere il silenzio e la solitudine che lo circondano (solo Felice Cavallaro ha scritto un articolo sul Corriere, e un'altro è uscito sulla Repubblica, entrambi in giugno, poi più nessuna informazione), contro il pericolo che questo isolamento, quasi omertoso, può comportare per Francesco e la sua famiglia.Per questo chiedo a voi, e agli altri a cui manderò questa lettera, di fare quanto è nelle vostre facoltà affinché appello abbia la più ampia diffusione possibile, per non lasciare solo Francesco, ma soprattutto per dare il giusto risalto a comportamenti di integrità, rigore personale e coraggio che meritano di essere conosciuti, messi in evidenza e portati ad esempio.Anche una mail di risposta, di adesione all'appello, può significare molto.
un caro saluto

giovedì, ottobre 12, 2006

Informazione di servizio: CASTAGNATA


Consultati gli esperti (ul sciur Batista de Tradà), siamo costretti ad aspettare la fine del mese per una raccolta abbondante di castagne. Abbiamo quindi pensato ad estemporanei pomeriggi domenicali a partire dal 22 p.v.. Gli iscritti saranno "convocati" telefonicamente o via e mail il sabato precedente, tenendo conto ovviamente dell'evoluzione metereologica.

mercoledì, ottobre 11, 2006

Perchè non vinca il silenzio


Lunedì scorso L'Unità ha dato notizia, unico giornale, che la Fininvest ha chiesto un risarcimento di milioni di euro per danni morali al dott. Francesco Giuffrida, funzionario pubblico di Bankitalia che, come perito, ha collaborato con la Procura di Palermo per ricostruire la complicatissima struttura finanziaria del Biscione su incarico dell’Istituto suo datore di lavoro. La Holding milanese in pratica considera danneggiata socialmente la propria immagine "non tanto dal fatto di avere un altissimo dirigente condannato in primo grado per mafia e altri avvocati e manager condannati per corruzione di giudici e Guardia di finanza, favoreggiamento, falso in bilancio, frode fiscale, false fatture e così via", bensì da un funzionario pubblico che ha semplicemente svolto il proprio dovere. Francesco Giuffrida ora è stato lasciato solo, persino da Bankitalia. Dovrà testimoniare al processo d'appello a carico di Dell'Utri (condannato in 1 grado a 9 anni per mafia, assolto solo nel processo per "calunnia aggravata" giusto l'altro ieri), ma la richiesta di risarcimento suona come esplicita minaccia, "un modo per zittirlo ed intimorirlo", dice un pm palermitano.
I suoi pochi amici lanciano un appello "Perchè non vinca il silenzio", raccogliendo firme di solidarietà: giuseppe_giolitti@fastwebnet.it
Non stiamo a guardare!

martedì, ottobre 10, 2006

10 OTTOBRE 2006: IV GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE


La pena di morte nel mondo:
Azzurro: Abolita per tutti i crimini
Verde: Riservata a circostanze eccezionali (come crimini commessi in tempo di guerra)
Arancione: Non utilizzata
Rosso: Utilizzata come forma di punizione legale

"Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà,che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio"C. Beccaria

Anna Stepanovna Politkovskaya

30 agosto 1958 — 7 ottobre2006

lunedì, ottobre 09, 2006

Le previsioni di Freire


Ierisera, riaccompagnando gli amicissimi S. e M. all'auto lasciata nel parcheggio di Muggiò, abbiamo colto un gruppo di musulmani riuniti per la preghiera del Ramadan proprio nel parcheggio, al freddo.
Non mi interessano le polemiche, le paure, le violenze: io, cittadino della civilissima Italia, comasco, trovo vergognoso, incoerente, ipocrita che la mia "cattolicissima" città neghi a credenti di qualsiasi fede uno spazio adeguato per pregare. Non è certo negando la moschea che si vince il terrorismo, casomai si alimentano ancora di più i rancori e i sospetti. Mi sarei unito a loro per testimoniare che non tutti i comaschi sono come chi ci amministra, ma temevo che, a ragione, non avrebbero gradito la presenza di un "estraneo". Perchè questo siamo ormai, estranei gli uni agli altri benchè uomini. La diffidenza tra gruppi etnici aumenta a vista d'occhio, come naturale conseguenza delle scelte ottuse dei più, interessate di pochi, fatte sin qui.
P.Freire, ormai tanti anni fa, ammoniva che sarebbe venuto il tempo in cui gli straccioni oppressi avrebbero invaso e vinto con la sola forza del numero l'occidente oppressore. L'invasione è iniziata, abbiamo ancora tempo per recuperare un rapporto civile, credo.
Sembra invece si voglia proprio attendere la conclusione prevista dal sociologo brasiliano: "L'atto di ribellione degli oppressi, coscientemente o incoscientemente, pur essendo sempre tanto violento quanto la violenza che lo genera, potrà veramente instaurare l'amore"*, liberandoci da noi stessi e dalla disumanità in cui siamo piombati.
Ma quanti morti ancora saranno necessari da una parte e dall'altra prima che questo avvenga?

* Freire Paulo, La pedagogia degli oppressi, Mondadori 1972

Intensità al cubo


Lunedì mattina. Come il solito sono solo a casa (beh, c'è anche M. che dorme) e ripercorro mentalmente la settimana passata che è stata dura, ma come sempre intensa. Intenso è l'aggettivo ormai qualificante (per me) il nostro tris: esprime i fortissimi sentimenti che anzichè attenuarsi col tempo crescono sempre di più in maniera esponenziale. Al cubo appunto. Mi chiedo fino a quando sarà possibile questo e se verrà anche per noi il momento della stasi, della routine o peggio della stanchezza. Naturalmente mi auguro di no, anche se tanta intensità a volte mi spaventa, non sapendo se è possibile nella realtà sopravvivere a stimoli emozionali ininterrotti. Comunque dipende da noi, solo da noi.
Sta di fatto che mi scopro ancor più sensibile di qualche tempo fa, forse più fragile e vulnerabile, ma anche più motivato nell'affrontare il "mondo". M'incazzo e divento intollerante addirittura nei confronti di situazioni e persone che violano sistematicamente, per interesse, ottusità o superficialità, i diritti più elementari degli uomini, come degli animali e della natura in generale.
Mi riprendo leggendo blog, post e commenti, delle nostre sorelline: amore, amicizia, sentimenti esistono ancora in questo nostro mondo!

domenica, ottobre 08, 2006

Costume


Nei giorni scorsi canale 5 ha trasmesso un dibattito fra il numero 516 della P2,Maurizio Costanzo, e il numero 626,Vittorio Emanuele Savoia. Si è parlato di donne, di giudici e di un ragazzo ammazzato. Alla fine, applausi del pubblico per tutti quanti.

sabato, ottobre 07, 2006

Ceto medio?


Si fa un gran parlare del ceto medio, ma ho come l'impressione che ci sia una gran confusione sull'argomento se anche un ministro, Mastella, è convinto che la maggioranza degli Italiani guadagni almeno 70mila euro /anno. La Banca d'Italia dice che il reddito medio è di 24 mila euro l'anno. Forse è bene ricordare che noi le tasse le paghiamo sul lordo e a scaglioni.Cioè FINO A 15mila, da 15mila a 23mila etc. Il Governo ha diminuito il prelievo sui contribuenti fino ai 40-50 mila euro, aumentandolo al di sopra di quella fascia. A questo si debbono aggiungere la no tax area -che con questa finanziaria si alza-le detrazioni familiari-che con questa finanziaria si alzano , gli assegni familiari-che con questa finanziaria si alzano, deduzioni varie ed eventuali. Non mi pare che chi guadagna 5000 euro netti al mese possa lamentarsi se ne "perde" 100, soprattutto quando sappiamo che molti sono costretti a vivere con 700/800 euro al mese!
E se qualcuno osa lamentarsi perchè lo scaglione delle tasse è aumentato, bisogna anche ricordare che questo è vero solo rispetto la finanziaria 2005, chiaramente elettorale, con decoder gratis, scaglioni per i ricchi eliminati e aliquote aumentate per gli stipendi medi.
Un minimo di equità sociale ci vuole e la proposta del centrosinistra, votato dalla maggioranza degli Italiani, pare andare proprio in questa direzione. Ora attendiamo gli emendamenti del Parlamento su tutto ciò che si può migliorare.

venerdì, ottobre 06, 2006

Le sette lamentazioni e il rigore necessario

L'avrete già letto, ma per scrupolo ve lo ripropongo: si tratta dell'editoriale di E.Scalfari su La Repubblica del 4 ottobre us. (v.qui)

giovedì, ottobre 05, 2006

Della Finanziaria

A me la Finanziaria piace. Oddio, è esagerato, non mi dispiace: è meno peggio di quanto temevo e di come l'aveva presentata la stampa di destra, unica in edicola al momento del varo che coincideva con lo sciopero dei giornalisti. Non vi sto ad annoiare con le ragioni della mia affermazione, leggetevi il testo o almeno una sintesi dei contenuti e poi casomai ne discutiamo. E' però solo uno dei tre strumenti ( gli altri due sono la legge di bilancio e il provvedimento collegato) della manovra di bilancio annuale del Governo. Ha, fondamentalmente due obiettivi: -ridurre il deficit pubblico, aumentando le entrate e/o riducendo le spese; -modificare sia la provenienza delle entrate, che la destinazione della spesa .

A me pare che il provvedimento per il 2007 contenga delle novità rispetto al passato. Stiamo a vedere.

Intanto, che il ministro delle Finanze chiami per nome gli evasori, cioè ladri, è un buon segno. Vediamo se qualcosa di concreto si farà finalmente per perseguire i disonesti.

mercoledì, ottobre 04, 2006

4 Ottobre

Ieri non siamo riusciti ad entrare nel blog. Problema di server forse. Boh, chissà?Forse il blog stesso ha chiesto una pausa ed autonomamente ha imposto un salutare silenzio. Ci vuole, ce lo ripetiamo continuamente specie di questi tempi in cui si fa un gran vociare ovunque probabilmente, come qualcuno sostiene, per nascondere il vuoto ed il nulla di questo postmoderno, privato delle rassicuranti ideologie del passato. Altro boh! Gridiamo di finanziaria, di Giustizia, di indulto, di reality, di nebbia sul futuro.
C'era per noi un altro motivo per celebrare il silenzio, una ragione tutta personale, il nostro primo anniversario in tris. E' stato lo scorso 2 ottobre, lunedì. Chi l'avrebbe mai detto un anno fa che ci saremmo arrivati? Noi stessi eravamo pieni di paure, di dubbi e mai ci saremmo imbarcati in quest'avventura se non fosse stato per... Per cosa? L'amore, la passione? A guardare indietro ora, dopo un anno intensissimo, i sentimenti di allora appaiono, come dire, piccolissimi, semplicissime gemme ancora chiuse, nemmeno al principio dello "sboccio" (sarà corretto questo termine?). Eppure sono stati in grado, nella loro fragilità comunque in fieri, di rivoluzionare completamente tre vite umane. Sorvolo però sull'innamoramento, non volendo scadere nell'alberonismo.
Siamo cresciuti molto da allora, la nostra realtà ha subito un'accelerazione straordinaria sotto tutti gli aspetti. L'intensità delle emozioni caratterizza ogni nostro momento, insieme al bisogno costante di costruire una storia che poggi su fondamenta solide, ragionevoli, umane. Anche quando questo comporta scontri, sofferenze, incomprensioni etc etc. E come le emozioni positive sono elevate al cubo, lo stesso vale per quelle dolorose. Non c'è scampo.
Ovviamente possiamo contare solo su noi stessi, non potendo usufruire di quella protezione e quel sostegno sociale di cui godono nella nostra società le famiglie tradizionali. A ciò si aggiunge la pretesa di andare oltre la coppia come unico modello di realizzazione dell'amore ...
Non ce ne facciamo un cruccio. A volte ci viene il sospetto che anche le persone che frequentiamo abbiano delle riserve. Poco male, è comprensibile: ciò che è diverso provoca naturale diffidenza. E' poi la vita, quella di tutti i giorni, a normalizzare i cambiamenti e le novità più insolite.
Abbiamo risolto il bisogno di visibilità sociale con questo blog e con l'iscrizione a qualche altro sitoweb in cui c'entriamo poco a dire il vero, ma che ci fa comunque "essere socialmente" ("Cogitor, ergo sum", scrivevamo nel primo post).
A distanza di un anno, l'unica verità che ci pare di aver capito è che siamo solo agli inizi e lo saremo sempre, perchè nell'amore non si può mai fare pausa, sosta, accontentarsi, vivere di rendita. Forse in questo godiamo la fortuna di essere tris, perchè in tre, si sa, è sempre meglio che in due quando c'è da spronarsi a continuare il cammino. E' comunque un cammino bellissimo verso una meta bellissima, che può essere perfetta della stessa perfezione dell'amore. Perchè la meta è ... l'amore, che poi è la vita stessa con tutte le sue relazioni, importanti o meno, che offrono pienezza di senso al nostro esistere.

lunedì, ottobre 02, 2006

Il diritto alla rabbia: onorevoli wanted


"Vi auguro il Diritto alla Rabbia,che non vuol dire vivere da arrabbiati, che non vuol dire vivere sempre con il muso. Ma il Diritto alla Rabbia vuol dire un sentimento del cuore, la rabbia è agire, è reagire, è indignazione, è la denuncia, è la protesta rispetto alle cose che non vanno, rispetto alle ingiustizie.Ma perchè Diritto alla Rabbia? Perchè la Rabbia è un atto d'amore! Ci si arrabbia per le cose che si amano,... come la pace, la giustizia, la legalità e la speranza." Luigi Ciotti(Gruppo Abele,Libera)
Bene, un motivo in più per arrabbiarsi: Storie, sentenze e scandali di 25 pregiudicati, 26 imputati, 19 indagati e 12 miracolati "eletti" dal Popolo Italiano in "Onorevoli wanted" di M.Travaglio e P.Gomez, Editori Riuniti (v.qui).Trovate anche la lista dei dis-onorevoli.
Ma forse è vero, quello che fa più rabbia non è tanto la facciatosta di certi nostri parlamentari, quanto il silenzio di tutti gli italiani onesti. Basta pensare a Como e alla nostra disperata situazione...

K. Gibran K.



Tra voi vi sono quelli che cercano uomini loquaci per timore di restare soli.
Il silenzio della solitudine mette a nudo il loro essere, ed essi vorrebbero fuggirlo.
E vi sono quelli che, senza consapevolezza o prudenza, parlano di verità che non comprendono.
E quelli invece che hanno dentro di sé la verità, ma non la esprimono in parole.
Nel loro petto lo spirito dimora in armonico silenzio.
K. Gibran

domenica, ottobre 01, 2006

Islam on line


Per chi avesse voglia e tempo, segnalo l'interessante sito islam-online in cui, oltre l'editoriale di Tariq Ramadan sul rapporto fede e ragione nell'Islam, che, simile a ciò che fu intuito dal grande studioso Mircea Eliade, afferma la piena autonomia della ragione, cui la fede offre solo il "supplemento di senso"e naturalmente l'ispirazione etica, si raccolgono le reazioni e le critiche al discorso ratisbonense di BenedettoXVI del mondo islamico. Ammirevole la correttezza del sito che offre la possibilità di leggere direttamente ed integralmente il discorso di Ratisbona come primo strumento di analisi.

Perdavvero.it



Perdavvero.it - il Portale Solidale http://www.perdavvero.it/ e' un nuovo sito che consente di fare acquisti online destinando una percentuale del prezzo di vendita ad un'associazione senza scopo di lucro. Ogni volta che si acquista un prodotto attraverso Perdavvero.it, l'azienda venditrice retrocede infatti al gestore del sito una percentuale sul prezzo di acquisto, a titolo di commissione per l'opera di intermediazione svolta, senza alcun costo aggiuntivo per il compratore. Perdavvero.it destina le somme cosi' percepite a sostegno di progetti di Emergency e della Caritas Ambrosiana. In particolare, i fondi destinati ad Emergency contribuiranno a sostenere il Centro chirurgico e pediatrico di Goderich in Sierra Leone.