venerdì, gennaio 18, 2008

Un po' di noi e come noi



Capita che debba interrompere quello che sto facendo perchè la nostra lupetta mi vuole "comunicare" qualcosa: arriva, si siede vicino a me e mi fissa. Tutto in lei "parla",gli occhi, il corpo, la postura. Allenato, di solito capisco. Vuole scendere, uscire sul terrazzo oppure, attirata la mia attenzione, parte decisa per fermarsi a puntare qualcosa che il mio occhio non vede immediatamente. Uno dei suoi giochi preferiti, di quando è proprio contenta, è lanciare in aria uno dei tanti ossetti che conserva nell'"ossario": prima o poi naturalmente finisce sotto un mobile, dietro ad un vaso, dove non può arrivare da sola. Allora tocca a noi recuperarlo. E che sia quello giusto, proprio quello che lei ha in mente in quel momento! Un sostituto recuperato per accontentarla non è la stessa cosa, se lei è fissata testardamente su "quel" preciso ossetto. Un altro dei suoi divertimenti preferiti, specie se c'è qualche nuovo ospite con cui non siamo in confidenza e su cui vuol fare colpo, è ... cavalcare Toby, il suo alterego di pezza, poco più grande di lei. Ovviamente con nostro imbarazzo, perchè questo avviene puntualmente nelle visite più formali, tipo il parroco in visita benedicente. Insomma, la nostra canina ha una sua personalità, coi suoi pregi e anche i suoi difetti che sono poi gli stessi di moEn(sostengo sempre io) . Finiscono per assomigliarci i nostri animali. Condividono parte della nostra vita nel bene e nel male, testimoni muti ma partecipi di tutto ciò che ci capita, gratuitamente fedeli e devoti fino all'estremo, come la cronaca ognitanto riporta. Impossibile, frequentandoli, non acquisire una particolare sensibilità che ci rende perfino migliori come umani. Chi non ha dimestichezza con loro fatica a comprendere e tende a banalizzare, "cosificando" chi per noi è invece davvero un/a compagno/a di vita. Quando ci lasciano, perchè la loro vita è più breve della nostra, è sempre terribile. Si soffre e si sperimenta la tristezza dell'abbandono: con loro se ne va una parte di noi stessi, della nostra vita, quasi come una persona cara. Anche e soprattutto in questo caso è inutile tentare di spiegare a chi non è cresciuto con un cane, un gatto o altro. Nei giorni scorsi moDan ha sperimentato questo brutto momento. La vita è fatta anche di queste realtà apparentemente secondarie che però, rielaborate, ci fanno crescere più di tante altre esperienze. Inutile dire che moEn ed io abbiamo condiviso la sua tristezza . Empaticamente. Anche questa è vita di troppia.

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