venerdì, gennaio 02, 2009

Sesso sacro



"Quando riconosciamo che siamo uno spirito incarnato in un corpo umano e che è così per tutti,capiamo allora che il nostro corpo è sacro e che la sessualità è assai più di un semplice mezzo per raggiungere il piacere: è un atto sacro."



Tranquilli, non siamo noi quelli nella foto: non oseremmo mostrarci così sul blog. Però accompagna bene la frase della grande Sobonfu, perchè racconta la nostra situazione.

In Occidente i "saggi" sono ancora troppo occupati a disquisire sui soggetti che fanno sesso (se possono farlo o no)per riconoscere la grandezza e la sacralità dello stesso.

Anni fa una teologa italiana aveva osato un'accattivante tesi sull'argomento: " Il godimento sessuale donato all'uomo si radica in ciò che lo costituisce nel profondo, nel suo essere creatura relazionale, nel suo entrare totalmente in comunione con l'altro che è quanto di più vasto e profondo sia dato a creature limitate dalla fisicità. E il godimento di Dio, o meglio, il godimento che Dio è, sgorga dalla profondità divina della sua essenza trinitaria" (C.Jacobelli, Il Risus paschalis e il fondamento teologico del piacere sessuale, Queriniana). L'orgasmo nell'esperienza umana è quanto di più simile alla beatitudine (di cui è anticipazione) che sperimenteremo senza fine nell'eternità, questa era la sua conclusione. Naturalmente prendeva in considerazione solo il sesso canonico, tra maschio e femmina,ma era comunque già un'affermazione impegnativa, poco simpatica ai cattogerarchi che, come si sa, hanno rinunciato volontariamente all'esercizio della genitalità .

La sacralità del sesso impegna comunque a viverlo responsabilmente, in allegria e libertà ma con la consapevolezza e la serietà che conviene a tutto ciò che è importante. Cioè con amore, che sarebbe il massimo, o almeno col rispetto dovuto alla dignità dell'altro/a e naturalmente di se stessi.

1 commento:

MELCHISEDEC ha detto...

Accattivante la tesi, ma vai a smontare certe incrostazioni, sia nei cattogerarchi che nei ginnasti del letto.
Bisogna auto-deducarsi per sperimentare ciò, ma da soli non si può, occorre l'incontro con un Altro e non con un "altro" qualsiasi.