lunedì, luglio 06, 2009

Agricolo dentro


Sono tornato dalla metropoli prostrato dal calore umido di questi giorni d'inizio luglio giusto in tempo per vestire i panni dell'uomo di fatica. Al volo ho preparato il pranzo per Lupetto (che subito si è dileguato con la scusa del Grest) , rigovernato la cucina e aiutato Roby, il pittore che stamattina ha dato inizio ai grandi lavori, a spostare una pesantissima cassapanca e l'ancor più pesante letto lupino,rifugio ,nella sua parte inferiore, di tutto ciò che nella casa deve sparire alla vista. Finalmente ho un attimo di tregua, ma resto pronto ad intervenire in caso di bisogno. Così sarà fino a venerdì sera quando, si spera, la casa tornerà alla normalità.Non è una prospettiva piacevole: c'è solo da augurarsi che la settimana passi presto.Devo ammettere che pur amando il caldo, quest'anno fatico a sopportarlo ed aspetto quasi con impazienza la sera, che ormai quasi quotidianamente ci riserva un bell'uragano (non ci sono le mezze misure). Sto esagerando, colpa del caldo che fiacca, ma acuisce i fastidi fisici ed ancor più quelli psicologici. In realtà negli ultimi giorni sto vivendo uno stato di esaltazione agricola. Agli inizi di maggio mi lamentavo perchè i semi di palma ,dopo 3 settimane di messa a dimora (il tempo previsto secondo le mie ricerche), non davano segni di vita. Ebbene, giovedì scorso è nata la prima palmetta e sabato la seconda! Proprio vero che non bisogna disperare e continuare a coltivare , come già sostenevo allora, l'arte della pazienza. Ora scruto continuamente il terreno per scorgere eventuali nuove nascite, ma due le considero già un grande successo. E poi, francamente, coi problemi di spazio che abbiamo sono già tante. Vanno ad aggiungersi al cipresso padre (3mt), all'eucalipto (idem), al bambù (2mt), ai 3 cipressini figli (1 mt ciascuno), oltre naturalmente il gelsomino e fiori vari.Non credo il piccolo terrazzo possa ospitare di più. Ognitanto i novi lamentano la diminuzione della superficie calpestabile, ma sposto immediatamente il discorso sul vantaggio dell'ossigeno prodotto in abbondanza dalla flora troppiana: un polmoncino verde indispensabile tra tanto inquinamento. Mi rimproverano anche (sempre loro) che, non avendo distinto i semi ,non è possibile definire l'origine delle due neonate: saranno salentine o calabresi? Ma, dico io, che importanza ha la provenienza di un vivente? Per me sono calabro-pugliesi entrambe, perchè entrambe le terre sono bellissime. Come tutta l'Italia del resto. Tra un po' penseremo ai nomi, intanto aspetto che la primogenita apra le foglioline, dovrebbero essere due, proprio come gli occhietti, eh eh. E' ormai questione di ore.

Più avanzo nell'età, più mi accorgo di aver tradito la mia vera vocazione che era "tra la natura ed i suoi affanni". Ma va bene così perchè, nonostante il tempo e le energie spese a coltivare ben altri frutti, dentro ho custodito l'agricolo primordiale che di tanto in tanto chiede soddisfazione.
P.S. Nell'elenco delle piante una dimenticanza imperdonabile: l'ulivo. Lo allevo nano (non bonsai) per ovvie ragioni, ma pare non risentirne: 73 cm ,vaso compreso, è generoso ad anni alterni. Quest'anno 27 olivette si preparano alla maturazione.La raccolta, che vedrà impegnata tutta la famiglia, si prevede a fine novembre. Produrremo olio troppiano?

2 commenti:

Nickplatino ha detto...

Ciao. Anche io nel mio piccolo terrazzo coltivo tante piante, soprattutto rampicanti perchè mi piaccciono quando in estate si riempiono di fiori... e poi ho un ficus benjamin alto 2 metri... se ne metto altre non potrò più uscire dalla finestra ehehehe... ma sono così belle. Un abbraccio. Np

Anonimo ha detto...

tutte queste piante in un solo terrazzo? un terrazzo che immagino bello grande...altrimenti mi chiedo come fai! le olive sono un pò pochine per l'olio...ma vuoi mettere la soddisfazione? eheheh...ciao agricolo nell'anima! Aliaszero.