E poi, quando il "vecchio" consapevolmente, pur con mille paure e presentimenti, si decide al gran salto nel vuoto, può accadere che, entrati nell'ordinarietà della vita, sia il giovane che, passata l'euforia della conquista, cominci a manifestare i primi segnali di insoddisfazione e irrequietudine. Raggiunto finalmente l' obiettivo tanto più ambito, quanto più difficile da conquistare, il ragazzo col trascorrere del tempo comincia ad avvertire il peso di un legame fortemente voluto forse con eccessiva leggerezza.E' il momento tanto temuto e presagito dal senior: dalla prigione dorata in cui si è volontariamente e testardamente relegato, il giovane prende coscienza dei tanti “giocattoli” precipitosamente abbandonati. Il triciclo ed il pallone (foto) sono solo la rappresentazione del lutto che si fa strada nella sua mente: un po' alla volta, ma con sempre maggior frequenza, appaiono i fantasmi del mondo perduto e con esso la libertà o almeno l'idea, vera o sbagliata che sia, di essa. Poco importa la forma esteriore che assume la nuova nostalgia: sarà l'impellente bisogno di frequentare il vecchio giro di amici etero, nascondendo però la nuova consapevolezza di sè al prezzo di interpretare un ruolo non più proprio, oppure anche un rinvigorito attaccamento alla famiglia originaria che, anziché diminuire col crescere dell'età, come sembrerebbe naturale , aumenta in virtù degli alibi necessari . Sono solo figure, tra le tante possibili, che non sfuggono all'occhio attento e consapevole del daddy che si è lanciato nel vuoto, ma non da completo sprovveduto. Ecco, è da questo preciso momento che l'infatuazione tra i due protagonisti può diventare storia a tutti gli effetti o risolversi invece in un bluff adolescenziale ( o senile, perchè no?). Dipende dalle risorse e dall'intelligenza dei protagonisti, ma forse soprattutto da quel germe d'amore che ha fatto battere i loro cuori all'unisono fino a quel momento. E' solo l'amore che sa e può produrre quelle magiche fantasie capaci di spiazzare le più (apparentemente)razionali previsioni umane. Nulla è però scontato, finchè la mentalità di coppia, il pensare comune, diventa patrimonio di entrambi. E' impossibile quantificare il tempo necessario a giungere a questa svolta decisiva: ogni persona, sappiamo tutti, è diversa dall'altra. La stessa combinazione di persone interagisce in maniera differente. Svariate sono anche le strade che possono condurre all'obiettivo comune che rimane comunque qualcosa di concreto e raggiungibile. In questo la coppia giovane/maturo non differisce da qualsiasi altra coppia.
Probabilmente questa riflessione è un contributo piuttosto scarso al tema della gerontofilia, F. mi perdonerà. Mi basta aver sollevato ancora una volta l'argomento troppo spesso taciuto ed evitato. Non credo, per rispondere a Fras, che 13 anni di differenza siano sufficienti per qualificare una storia gerontofila. C'è, se mai (dipende dall'età anagrafica dei protagonisti), il rischio opposto, quello della pedofilia o, per essere più precisi, della pederastia. Ma questo è un altro argomento...
Probabilmente questa riflessione è un contributo piuttosto scarso al tema della gerontofilia, F. mi perdonerà. Mi basta aver sollevato ancora una volta l'argomento troppo spesso taciuto ed evitato. Non credo, per rispondere a Fras, che 13 anni di differenza siano sufficienti per qualificare una storia gerontofila. C'è, se mai (dipende dall'età anagrafica dei protagonisti), il rischio opposto, quello della pedofilia o, per essere più precisi, della pederastia. Ma questo è un altro argomento...
4 commenti:
Adoro le tue analisi...peccato di non averti/vi mai incontrato...o meglio quando vivevo a Milano a una presentazione alla Babele mi sa che eri in prima fila...Massimo (cool@inwind.it)
ciao, mi domondavo: "e se così non fosse?" nel senso che le persone si prendono e si lasciano per il gusto di farlo e l'amore è solo uno degli accessori di questa sceneggiata. sceneggiata senza la quale la quotidianità sarebbe insopportabilmente noiosa, più di quanto sia.
Sergio
Potrebbe anche essere come scrivi tu, Sergio. Però.Prendersi e lasciarsi in un gioco senza fine basta a soddisfare quel bisogno totalizzante presente in noi fin dalla nascita? Forse sì, forse no o per un po' sì e poi non più.Noi umani abbiamo sempre bisogno di andare oltre, in un coinvolgimento totale di anima e corpo.Da qui la spinta a crescere a tutti i livelli della stessa civiltà.Lo stesso sesso è sicuramente allettante con un nuovo partner tutto da scoprire, ma l'appagamento completo dei sensi (di tutti i sensi) si ottiene , credo,solo dopo un'approfondita conoscenza reciproca che va ben oltre il fisiologico bisogno del momento.Naturalmente la mia è solo un'opinione: ognuno matura in sè le proprie scelte anche in base ai propri bisogni.
ciao. era solo un modo contorto per dire che la vita stessa mi sembra una sceneggiata e che si può vivere anche senza amore.
buona vacanza
Sergio
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