
Non basta dire Cristo è nato, ma, per ricavare un vantaggio da questa nascita, noi dobbiamo trovarlo. È nato è la parte che fa lui: lo troverete è la nostra. Se non lo troviamo è come se non fosse nato. Per noi, per tutti. Nasce per noi quando noi lo si conosce”.
E per il vero, i racconti evangelici dell'infanzia sono più preoccupati di farci sapere non come e dove Gesù è nato, ma come e da chi viene “trovato”. E questo spiega ancora una volta perché i vangeli non sono soltanto “storia”, ma anche una testimonianza di fede, o se vogliamo, sono “la storia di chi, come, e perché ha creduto” che nel bambino di Betlemme, così come nel condannato morto in croce, risplendeva la gloria di Dio.
Tra le figure che popolano il Natale ne emergono tre che rappresentano diverse situazioni e diversi modi di rispondere alla “notizia”: sono i pastori di Betlemme, i Magi venuti dall’oriente, e i vecchi Simeone e Anna. Sono, se si vuole, tre figure di poveri: i pastori per statuto sociale, i Magi per la loro non appartenenza al popolo di Israele, i vecchi per ragione anagrafica come persone che non hanno più niente da dire né da dare.Letti in sequenza mostrano tre atteggiamenti che sono alla base di ogni cammino di fede: lo stupore/sconcerto di fronte all'imprevedibile, la fatica della ricerca, la pazienza dell'attesa.
Conducimi tu, luce gentile conducimi nel buio che mi stringe;la notte è scura la casa è lontana,conducimi tu, luce gentile.
Tu guida i miei passi, luce gentile non chiedo di vedere assai lontano mi basta un passo solo il primo passo conducimi avanti luce gentile.
Non sempre fu così, te ne pregai perché tu mi guidassi e conducessi da me la mia strada io volli vedere adesso tu mi guidi luce gentile.
Io volli certezze dimentica quei giorni,purché l’amore tuo non m’abbandoni finché la notte passi, tu mi guiderai,sicuramente a te luce gentile.
Conducimi tu, luce gentile conducimi nel buio che mi stringe;la notte è scura la casa è lontana,conducimi tu, luce gentile.
(Card. John Henry Newman, Sicilia 1832)