sabato, dicembre 19, 2009

Amore condiviso


Usti, che freddo! Si va dai -8° ai -2°, il termometro più su non sale. La neve, caduta come previsto nella notte, è subito ghiacciata. Si esce, almeno io, solo per necessità e purtroppo queste, col Natale alle porte, sono sempre tante, uff. Intanto mi concentro sul senso della festa che viene, giusto per motivarmi ad uscire. Non subito però, nei prossimi giorni. Quello che si dice in giro in questi giorni circa il dolore che salva e redime mi sa di blasfemia. Non solo per chi lo va dicendo (anche),ma perchè semmai è l'Amore che salva e cambia. Non la sofferenza che è male e, da che mondo è mondo, dal male non può venire il bene ma solo altro male. Certo l'amore spesso è provato dal dolore che è purtroppo componente della realtà umana: il travaglio, quello del parto non Marco il giornalista, è necessario per sfornare la gioia del pargolo, ma non è quello a generarlo, bensì l'amore del papà e della mamma 9 mesi prima. Anche secondo il Cristianesimo non è la crocifissione del Cristo a salvare l'uomo, bensì la sua resurrezione, che è trionfo della vita sulla morte.L'amore è il motore dell'intera economia della salvezza, non la passione e la morte del Figlio di Dio, che sono la conseguenza dell'aver abbracciato interamente la natura umana. La sofferenza del Dio trinitario è accettata consapevolmente solo ed esclusivamente per amore. Lo stesso Gesù ne avrebbe fatto volentieri a meno come testimoniano i vangeli. La sofferenza va evitata, eliminata quando si può. Se proprio non se ne può fare a meno può acquistare un senso solo se vissuta per amore. Anche in questo caso però chi ama non la esibisce davanti all'amato, al contrario tenta in tutti i modi di nascondere gelosamente il "prezzo" del suo amore. Quando non è la natura, è l'imbecillità dell'uomo a generare dolore. Lo vediamo tutti i giorni: guerre, fame, ingiustizie,discriminazioni, violenze etc etc. Non c'è limite. Mi piace credere che se davvero il Dio cristiano ama gli uomini il Natale è soprattutto per i derelitti del mondo, non per quelli che hanno già tutto e bastano a se stessi.E' per quelli che cercano già ,nel modo in cui sono capaci e che è loro proprio, di vivere l'amore che, se vero, è per sua natura condiviso e solidale. Anche se non è ufficialmente riconosciuto ed è perfino osteggiato.
Con questa convinzione spero mi sarà meno difficile uscire nel gelo là fuori. Nel mondo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buona domenica Ser, lo spero anch'io che il Natale sia come pensi Tu, speriamo, fa un frddo e Io devo uscire per forza.. lavoro, ma vedo lungo la strada quei poveri Uomini ,per esempio vicino a me, c'è una bancarella di un peruviano, muore di freddo.. stamttina berro' qualcosa di caldo con lui.. pensa che ho freddo io in negozio, immaginati lui.. un bacio , Barbara

MELCHISEDEC ha detto...

Il dolore può cambiare in meglio e salvare e far trovare un senso a ciò che non l'ha, ma inneggiare al dolore e alla sofferenza come uniche vie di salvezza è folle.
Il dolore come l'amore sono parti della vita, in sé non assolute, entrambe concorrono a dare una direzione alla nostra vita. Tra i due sempre meglio l'amore, ma assolutizzarlo è una forma di illusione e tutte le illusioni generano dolore.

Come vi invidio per la neve e il gelo!
:-)