Arriva la proposta di costruire celle negli stadi per i tifosi più violenti, dal prossimo weekend ronde dell'esercito perlustreranno via Como a Milano contro lo spaccio, multe e carcere per prostitute e clienti (nonostante qualcuno faccia notare che anche la ministra Carfagna in qualche modo il corpo lo abbia usato) col nuovo disegno di legge su «misure contro la prostituzione» messo a punto proprio dalla ministra per le Pari opportunità. Il Governo fa sul serio e mette in atto misure a protezione dei cittadini. Di quasi tutti i cittadini, perchè anche l'ennesima aggressione a due gay ,avvenuta stavolta presso il Colosseo a Roma, al di là delle solite doverose dichiarazioni di condanna pare non abbia determinato interventi legislativi in merito. Il che non solo è triste, sottolineando la disparità di trattamento e considerazione riservata ad alcuni cittadini in un Paese che si onora del titolo di "democratico"(giustamente e faticosamente conquistato a prezzo di sacrifici altissimi), ma rimarca, nel caso fosse necessario, che l'uguaglianza dei cittadini è pura questione ideologica. Questione etica più precisamente, nel senso però di "precettistica morale" della Chiesa.
"L' ideologizzazione morale del cristianesimo, dove la norma e il precetto parlano più del Credo e del Vangelo, ha inglobato gli atei devoti e la nuova destra paganizzante italiana a cui la Chiesa ha fornito un deposito di tradizione profonda altrimenti inesistente e addirittura un fondamento di pensiero forte che la prassi vagamente idolatra del berlusconismo non era in grado di elaborare."(E.Mauro,La Chiesa e i precetti dei teocon, in La Repubblica 05.09.08). Ma il discorso coinvolge tutta la politica italiana perchè "L'etica è stata in questi anni un territorio di scorribanda, dove senza nemmeno mai pronunciare il nome di Dio la precettistica della Chiesa è stata usata come pretesto di lotta politica, via via estremizzandola oltre il limite".
Finchè non avverrà un recupero di risorse morali autonome, la nostra società democratica non riuscirà ad affermare il proprio diritto alla laicità dello Stato e perciò nemmeno il diritto all'uguaglianza dei suoi cittadini.
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