giovedì, agosto 31, 2006

Scrivetelo a Roby



Ieri serata con Roby delle Bandane ( my life(Roberto). Con lui c'erano Aldo (Il blog di ulisse ) e l'anima dei movimenti alternativi lariani, lo zioMario (Gaycomo ). Dopo un insolito ma affascinante resoconto del recente viaggio indiano, Roby si è scoperto un po' Mariadefilippi, annunciando di voler tenere una rubrica di counseling sul primo sito che gli offre spazio. In men che non si dica noi pubblico abbiamo sciorinato centinaia di problematiche verosimili, giusto per saggiare la professionalità e la tecnica del novello consulente. A parte qualche suicidio virtuale, rientrante comunque nella casistica professionale, Roby se l'è cavata al grido di: "Pompiereeeeeeeeeeee, brucioooooooooo!", forse una frase scaramantica in uso presso i professionisti del settore (sindrome del burn-out?). Giocando e ridendo abbiamo comunque messo il dito in una delle piaghe di questa nostra società ricca ed industrializzata, la solitudine di tanti. Non esistono spazi e luoghi di confronto, non c'è nemmeno il tempo per questo: il lavoro, la famiglia, il disperato bisogno di divertimento consumano velocemente le giornate. La stessa famiglia tradizionale, difesa a denti stretti da forze politiche e religiose, non esiste più se non come gruppo di sopravvivenza economica ed affettiva, in contrapposizione col resto della società che si percepisce come cattiva e da cui occorre guardarsi. Un po' come fanno i suricati con le loro sentinelle a vigilare sulla conservazione dei membri del clan. Raramente la famiglia è ancora luogo di dialogo, di apertura al mondo. In compenso abbondano oggi i professionisti dell'ascolto, psicologi, analisti, etc, segno del reale bisogno crescente di parlare ed essere ascoltati. Alla fine ci si accontenta pure del web: non si instaura un rapporto diretto e personale, ma c'è sempre qualcuno disposto ad ascoltare. Sempre meglio dei programmi televisivi che approfittano della debolezza di molti per vendere spot e, insieme a loro, svendere la dignità umana.
E allora, Roby, c'è posto anche per te! Mentre cerchiamo o, alla peggio, realizziamo un sito per ospitare la tua rubrica, completa la tua formazione professionale così da ridurre il più possibile eventuali danni da troppa foga solidaristica.
Dedicare il proprio tempo per l'ascolto degli altri, anche se via net, è pur sempre una forma apprezzabile di volontariato. E sicuramente farai meno guai della Mariadefilippi!
PS Se nel frattempo volete già consultare Roby delle Bandane... scrivetegli all'indirizzo sopra riportato.

2 commenti:

Medusaboy ha detto...

Sempre più persone (sia etero che gay) soffrono di solitudine, che pare nessuno riesce a colmare. Spesso ci si sente soli anche stando vicino alle persone più care, forse perchè proprio a loro si fà più fatica a raccontare la propria solitudine, i propri problemi. Il sempre più grande sviluppo di internet e di siti, aiuta molto a potersi confidare, a lasciarsi andare, a raccontare i propri problemi. Benvengano siti, blog,chat, forum e quanto altro la tecnologia internettiana può offrire, perchè sicuramente è uno dei pochi mezzi per sentirsi meno solo. In passato ho passato ( e scusate il gioco di parole) dei momenti della mia vita non facili, di grandissima e profonda solitudine. Internet mi ha aiutato a sfogarmi, a lasciarmi andare,a parlare dei miei problemi e della mia solitudine, con persone che neanche conoscevo, forse perchè non aver davanti una persona fisica in carne e ossa, aiuta a lasciarsi andare, a liberarsi, forse perchè pensiamo che mai conosceremo realmente chi c'è dall'altra parte, quindi è più semplice parlare chiaramente e sinceramente... (forse).
In ogni caso, molto apprezzabile l'idea di Roberto e di chi come lui vuole fare davvero qualcosa di serio concreto e importante.. certo "pompiere... Bruciooooo!!!!!!!!!" magari è una frase che non si userà mai, se non per strappare un sorriso...
La cosa che più mi fa pensare, è che chi dovrebbe fare qualcosa in questo senso, chi dovrebbe impegnarsi nell'aiutare devvero, nell'informare ecc. ecc. cosa fà???? per quanto riguarda la situazione omosessuale, in Italia c'è una grande associazione che chiede un tesseramento, quasi ti obbliga ad avere la loro tessera, anche solo per entrare in uno dei locali a loro associati ( che oviamente pagano per esserlo).. insomma.. un'associazione basata sul businness, sul denaro ( che poi non si sa realmente che fine faccia). Associazione che, interpellata da me stesso via mail per alcune informazioni, ha avuto il "coraggio" di rispondere dopo un'anno(sempre via mail)dicendomi che non potevano essermi d'aiuto e di rivolgermi alla sede locale più vicina (quella di Milano). Eppure la mia era una semplice e chiara domanda.. un'informazione per sapere come costituire un gruppo a loro affiliato (l'idea era di aprire un'associazione locale, visto che nella nostra zona non c'è assolutamente nulla) giusto per avere più visibilità e magari poter essere d'aiuto realmente a qualcuno... in ogni caso.. chi se ne frega.. si va avanti lo stesso, con i vari Roberto, Aldo, i 3 Novios, le associazione della vicina svizzera, più attivi di sicuro, e decisamente più collaborativie interessati a costruire qualcosa di concreto....
venghino signori venghino.. c'è posto per tutti nella grande rete, che sembra essere rimasta l'unica vera risorsa per chi ha bisogno di aiuto....

El novio ha detto...

Sono contento che il post, scherzoso ma non troppo, toccando un problema reale di molti, susciti il desiderio di muoversi e non restare semplicemente a guardare. Di muoversi insieme, xkè da soli, l'abbiamo sperimentato un po' tutti, si può fare ben poco. Hai ragione zio a proposito dell'Associazione (Ricreativa) che imperversa tra i gay, ma non certo PER i gay.L'impressione è che esista solo a scopo di lucro. Una delle tante. La sensibilità acquisita soffrendo sulla propria pelle la disperata solitudine, non può diventare poi strumento di forza per sfruttare altri che si trovano ancora nel guado della vita.Il confronto e la disponibilità all'ascolto possono offrire una ciambella di salvataggio in certi momenti. Come scrive Roberto, scoprire che il problema è comune è già un inizio di soluzione.