Probabilmente i media si lanceranno come avvoltoi sulla storia di Domenico Riso, la vittima italiana della sciagura aerea di Madrid. La sua storia finita tragicamente può diventare però motivo di riflessione per quest'Italia ancora troppo intollerante ed omofoba, perchè racconta la normalità di una famiglia non tradizionale.
"Domenico aveva osato sognare una vita accanto al suo amico più amato, Pierrick. Diceva che «solo chi sa sognare può volare»(...). Non che la cosa sia sfuggita alle malelingue di Isola delle Femmine, borgo marinaro alle porte di Palermo che «l'uomo dei cieli» (come lo chiamavano gli amici) aveva lasciato nel 1997 per la capitale francese. Due uomini che vivono assieme, si sa, sono fonte di chiacchiere e in paese non sono certo le chiacchiere che mancano. Se poi c'è di mezzo un bambino piccolo, amatissimo da tutti e due e che per Domenico era come un figlio, si può arrivare fino ai pettegolezzi più velenosi. Ma lui, Domenico, ha sempre tirato dritto per la sua strada. Come fece quella volta che decise di mettersi l'orecchino. Pazienza se qualcuno non gradiva. Se qualche parola di troppo lo irritava respingeva la rabbia cantando, lirica soprattutto, una delle sue tante passioni. Non era tipo che non osasse, Domenico. Lui volava. E «solo chi sa sognare può volare»." (Corriere).
Non dovrebbe essere necessaria una fine tragica per guadagnare rispetto e riconoscimento sociale: l'onesta e responsabile vita di tutti i giorni, con il suo carico di gioie e dolori ,dovrebbe bastare -per tutti- ad occupare con serena dignità il proprio posto nella società. Senza nascondersi e riparare altrove per poter essere se stessi.
Ormai Domenico non può più chiedere tranquillità e serenità per se stesso e la sua famiglia. Non chiede nemmeno commiserazione per la tragica fine .Domenico, Pierrick ed Ethan vanno ora semplicemente ricordati come una famiglia normale.
Glielo dobbiamo. Tutti.
3 commenti:
Non sapevo dell'articolo sul Corriere. Bello il pezzo, nonostante quell' "aveva osato", che tradisce il pregiudizio di chi scrive. La chiusa, però, assolve.
Senza avere letto, ho intuito che si trattasse di una famiglia e immagino pure il vespaio che si sarà addensato tra le barche di Isola delle Femmine. Ho anche notato qualche ben celato imbarazzo tra gli intervistati, che insistevano più sulle vacanze di Domenico a Las palmas che sulla persona.
Una vicenda, la morte tragica, che intristice e rende giustizia, sebbene lo stewart avesse già tirato dritto per la sua strada infischiandosene delle malelingue.
Notevole, a questo proprosito, l'intervento di Scalfarotto sul suo blog (http://www.ivanscalfarotto.it/2008/08/il_tempo_per_parlare.html#more).
Che dire... infinita tristezza. Ciao Amici buon fine settimana.
Chissà se in quest'Italietta beghina e intrisa di cattolicesimo e di conservatorismo potremo mai riconsiderare/ampliare il concetto di famiglia?
Piacere di conoscervi Troppia. Io sono arrivata a voi da Stranistranieri, sto con una persona separata con 3 figli piccoli. Al mare quando chiamavano lui 'babbo' e me Chiara ci guardavano tutti.
Chiara
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