Da molto, da prima delle vacanze, scriviamo noiosamente solo di noi, evitando di esprimere commenti su quanto accade nel mondo. Non perchè abbiamo deciso di ritirarci in noi stessi, snobbando la realtà che continuiamo ad osservare con lo stesso doveroso scrupolo di sempre, ma perchè siamo stanchi di ripeterci, non trovando alcuna novità che valga la pena segnalare. La guerra Russia- Georgia, prevedibile da anni, torna a porre la questione dei gasdotti che non può lasciare indifferenti USA e Ue.
In Italia, la recente proposta di Bossi di reintrodurre l'ICI ha fatto infuriare AN e gridare allo stato confusionale l'opposizione, ma non si tratta di una svista o di una boutade padana, bensì di una logica proposta nella direzione federalista, magari semplificando al massimo i termini dal momento che il lider maximo non è un tecnico, ma solo un politico un po' grezzo.
La polemica Famiglia cristiana/ Governo che ha costretto la S.Sede ad intervenire chiarendo la propria estraneità e quella della CEI nei duri giudizi del settimanale paolino, risponde al tipico modello comportamentale ecclesiastico: nel caso un domani si capovolgesse la situazione politica, come spesso accade nel nostro Paese, l' "apostolato d'avanguardia" di Sciortino metterà a tacere eventuali critiche di appoggio incondizionato alla destra da parte della gerarchia. Nulla di nuovo quindi.
Forse un barlume di novità viene dalla recente dichiarazione di Schifani secondo il quale ogni tanto occorrerebbe dire un qualche no alla mafia:“La politica deve avere la forza non dico di fare pulizia, ma di stare attenta al proprio interno. La mafia si combatte con il coraggio delle scelte, la mafia non è di sinistra o di destra, ma ama il potere e occorre avere la consapevolezza e la responsabilità di chi è stato eletto di dire ogni tanto qualche no”( Avvenire, 7.8.2008). Interessante per un verso ed allarmante per l'altro, dal momento che R.Schifani è il presidente del Senato .
Continua il dibattito sulla modernità della Chiesa con E.Severino che, negando le presunte innovazioni del cattolicesimo , segnala il vero problema con cui la cultura cristiana dovrebbe confrontarsi:"Nei territori del mondo, e nei sensi e nelle coscienze dei giovani, sta crescendo l' eco della morte di Dio. Questa è la vera avversaria del mondo cattolico e in genere religioso - soprattutto quando essa si mostra nella sua inevitabilità". E' l'occasione per riaffermare l'autonomia della filosofia che " è nata come critica di ogni religione, mito, fede e di ogni arbitrio dell' intelletto e della volontà". Un po' quello che già sosteneva L.Wittgenstein secondo cui la filosofia può solo distruggere idoli senza crearne di nuovi, anche e specialmente in assenza di essi.Ma questo è un altro discorso che porterebbe troppo lontano.
2 commenti:
Come sempre a 360 gradi il vostro sguardo sul mondo.
Mi soffermo sull'ultimo punto. Concepibile la morte di Dio nella coscienza dei giovani, ma tollerabile la morte del senso dell'appartenenza al Mondo, alla Terra? C'è in atto una frattura Io-Mondo preoccupante, o meglio più che frattura un sottomettere il mondo all'io che è senza regole.Preoccupante. La filosofia potrebbe "aiutare", a rischio anch'essa di creare altri idoli.
Condivido pienamente il tuo pensiero,Mel, come la conclusione del tuo interessante post di oggi di cui consiglio la lettura(http://sullespalledeigiganti.splinder.com/post/18111537/%22L%27universo+allargato%22).
La morte del senso ci chiama tutti in causa e ci impone l'elaborazione di una cultura che "restituisca ai giovani, e a noi innanzitutto,( che ci fregiamo del titolo di insegnanti di letteratura), la possibilità di dare un senso alla nostra vita.Abbiamo alle spalle un ricco patrimonio che non può essere sciupato e, di nostro, la passione che sa contagiare e offrire stimoli e ragioni per riempire i tanti vuoti del nostro tempo.
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