sabato, agosto 11, 2007

Solidali contro le mafie


Siamo a Como, lontani geograficamente dalla Sicilia e da Palermo, tuttavia ci sentiamo vicinissimi, in questa ennesima tragedia, alle tante persone oneste lasciate sole, come molte altre prima, dal resto del Paese, nonostante le continue chiacchiere di impegno urlate al vento. Basta coi "kiss in" per ogni dove: ci aspettiamo dai nostri politici, parlamentari e non, scelte e decisioni concrete che consentano ad una delle più belle regioni del nostro Paese di vivere serenamente, come è diritto elementare di tutti gli Italiani. Di tutti gli uomini.

Impariamo dalla lettera di Rodolfo Guajana, pubblicata sul Giornale di Sicilia lo scorso Martedì 7 agosto, come si declina l'onestà con il coraggio della coerenza , l'autentico cristianesimo con le scelte quotidiane.


Caro direttore, mi chiamo Rodolfo Guajana, ho 52 anni e sono il Presidente del Consiglio d’amministrazione della Guajana ferramenta spa. Martedì 31 luglio scorso alle ore 4,30 circa ho visto i capannoni della mia azienda andare in fumo senza potere far nulla.
Io sono Cristiano e svolgo un servizio di volontariato da circa 4 anni all’ospedale Villa Sofia di Palermo portando la comunione agli ammalati, non discriminando gli onesti dai ladri, i poveri dai ricchi, ma assisto tutti con amore e fraternità.
Sono un ministro straordinario Camilliano di nomina vescovile (dopo tre anni di teologia di base) e ho creduto sempre inconciliabile il mio credo religioso con il pagamento di tangenti alla criminalità, come ritengo in conciliante non pagare il giusto stipendio ai dipendenti o non pagare tutte le tasse allo Stato (…date a Cesare quel che è di Cesare).
La tangente, però, è la cosa più grave di tutte in quanto finanzia il traffico di armi, di droga, l’usura, la prostituzione, l’illegalità in genere. Un cristiano non può finanziare la criminalità e prendersi la comunione domenicale, non può avere sulla coscienza tanti morti per droga o per guerre provocate da questi venditori di armi che spingono le nazioni a lasciare i tavoli pacifici del dialogo per iniziare conflitti devastanti affinché loro possano vendere armi ad entrambe i contendenti. Un cristiano non può, per salvare il proprio lavoro, condannare il prossimo a morte: Mors tua, vita mea! Un cristiano non può salvarsi l’anima se persiste a pagare la tangente finanziando le attività del demonio. Non c’è salvezza per chi si mette contro Dio e per i fiancheggiatori di coloro che danno la morte!
Vorrei che le Chiese Cristiane fossero più coraggiose e dichiarassero da tutti i pulpiti questi concetti… forse le cose cambierebbero! Non si può essere acquiescenti di fronte ad un fenomeno così vasto e imponente come questo.
Io un giorno ho fatto la mia scelta coerente e coraggiosa e questa forza e coerenza viene solo da Dio.
Mi auguro che questo messaggio indirizzato alle chiese Cristiane (Cattolici ed Evangelici) venga raccolto dai leaders religiosi e dagli uomini di buona volontà.
Rodolfo Guajana
Per approfondire:
Nella foto ciò che resta dei capannoni della Ditta Guajana.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottima cosa aver postato la lettera, che io non ero riuscito a trovare sul web, ma che un blogger gentilmente ha scovato e segnalato.
In questi mesi qualcosa si muove, qualcosa di negativo. In effetti tutto in Sicilia era sopito, sottotono. Solo illusione. Il potere mafioso, multiforme e cancrenoso, sta riemergendo alla luce del sole con tutte le sue brutture. Non si può rimanere indifferenti e lasciare il proprio impegno a stagnare.
A nome dei Siciliani grazie per l'attenzione.
Mel