mercoledì, agosto 08, 2007

E' tempo di scelte


E' ormai caccia al gay. Sindaci, imprenditori,giornalisti: tutti pensano e vogliono i gay. Chi per riservare loro una via cittadina o anche di paese, chi per una spiaggia, chi per un villaggio esclusivo, chi per una semplice trasmissione che faccia audience (Costanzo insegna). Sogna in grande l'imprenditore varesotto,Nicola Mastrolonardo, che ha già pronto il gay village all'italiana nei pressi di Camerota. Sembra proprio che l'Arcigay abbia fatto scuola ed ora tutti i personaggi e movimenti in cerca di pubblicità e di guadagno facile vogliano imitarla. Segno di un cambiamento culturale o solo uso strumentale della diversità? Il pullulare di riserve speciali, tanto care all'Associazione di Mancuso, giovano veramente alla causa glbt? Indubbiamente il fatto che sempre più frequentemente si parli di gaysmo (e lesbismo) a tutti i livelli, concorre a pubblicizzare una realtà che non può più restare nascosta, presente ormai visibilmente in ogni settore della vita sociale. Il favorire luoghi e contesti in cui l'omosessuale può manifestarsi senza veli, senza preoccupazioni del giudizio altrui, è decisamente accattivante e solletica il desiderio di rivalsa covato troppo a lungo nel segreto. Non è un caso che nei luoghi attualmente "riservati" finisca col prevalere quello spirito pruriginoso che non vuole il confronto col resto della società, rivendicando piena libertà morale ai propri desideri ed istinti che si consumano pubblicamente secondo una ritualità consolidata. Torno a chiedermi se ciò concorra realmente alla nostra causa o se al contrario, esibendo quelle che possono considerarsi debolezze, offra invece spunto e motivazioni ulteriori per rallentare il processo di conquista dei diritti che riteniamo non più rinviabili.

Il processo di completa accettazione sociale, di "normalizzazione", non si può risolvere con la creazione di aree protette, separate dal resto del mondo, perchè prevede al contrario piena integrazione nel tessuto sociale, anche se ciò comporta l'adeguamento al comune sentire: nel concreto, al rispetto di un comportamento dignitoso prima di tutto per se stessi e poi per gli altri, così come previsto dal vivere in comune. Nessuna discriminazione, ma anche nessuno sconto di pena nel caso di eccessi non ragionevolmente tollerati.

Se si è convinti di questo, occorre da subito stoppare quanti ci lusingano con proposte solo apparentemente favorevoli, ma alla lunga controproducenti e politicamente perdenti. Non c'è altra scelta se non vogliamo decretare la fine anticipata della corsa ai diritti.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo!
just

Anonimo ha detto...

Hai centrato il cuore del problema. In Italia abbiamo la più grande organizzazione glbt che invece di "liberare" l'omosessualità, l'ha condotta in un remunerativo circuito di discoteche e locali a tema.
Poi ci si stupisce come mai dopo vent'anni l'unica cosa che abbiamo ottenuto è l'imbarazzo da parte di una classe politica di asini di fronte a una legge idiota come quella dei DiCo...

Bel blog, ritornerò!

Anonimo ha detto...

andiamo piano e non mischiamo le cose: ag sbaglia a mischiare attività (e tessere) politiche con attività ricreative ma è anche vero che la piena accettazione delle persone glbt passa anche attraverso la piena accettazione della diversità delle persone glbt, e quindi anche piena accettazione delle diverse esigenze tipo cercare un resort gay (solo gay, e magari solo maschile) per le vacanze :)

FireMan

Anonimo ha detto...

Tra, fabio, nessuno vieta che ci sia anche quello che chiedi,come esiste la possibilità di aggregazione per i patiti del calcio,etc., ma è necessario che prima venga riconosciuta la nostra esistenza di cittadini come tutti: diversi come tutti, ma uguali nei diritti e non solo nei doveri.

Anonimo ha detto...

prima, dopo: ser come fai a dire cosa viene prima e cosa dopo?
cosa dovremmo fare, non andare piu in giro per disco et similia fino al riconoscimento dei dirittie poi riprendere? non dovremmo piu rimorchiarci per strada perche ci piaciamo? i diritti devono venire a fronte della nostra totalità e non perche facciamo i bravi e ci amalgamiamo...

Anonimo ha detto...

Mannnooo, col prima intendevo "prioritariamente", nulla vieta che la vita gaya proceda come sempre. Magari evitando quegli eccessi che sono già peraltro perseguibili penalmente. Però è vero: sono contrario alle "zone franche": a questo privilegio preferisco i diritti elementari che sono ancora negati, primo tra tutti il diritto successorio. Chi vuole comunque eccedere lo può fare clandestinamente, a proprio rischio e pericolo. Come gli etero del resto.