martedì, luglio 01, 2008

La nostra strada


Sta crescendo l'interesse nei confronti della nostra realtà di troppia (GraphoMania). Un po' alla volta attraverso il nostro blog comincia a manifestarsi con pacatezza e discrezione l'idea che l'amore ha infinite strade, non solo quelle battute finora dalla nostra tradizione culturale. Tentare di infrangere le certezze di abitudini secolari, insinuando il dubbio che l'amore non può essere contenuto e ridotto semplicisticamente ai soliti modelli noti, è un progetto che potrebbe apparire ambizioso, se altri segnali sociali non indicassero che siamo in un momento di delicata transizione culturale. Non è solo la famiglia tradizionale ad essere al centro della crisi contemporanea, sono le relazioni umane di qualsiasi tipo a soffrire le difficoltà di una realtà ormai dominata dai prodotti dell'uomo stesso ,che hanno imposto ritmi e regole non più controllabili.Tecnologia e mercato vanno per la loro strada e noi umani dobbiamo arrancare per stare al passo e non essere tagliati fuori e soccombere.A farne le spese sono state naturalmente le relazioni sociali: inaridite e condizionate dall'utile, hanno progressivamente perduto la libertà del cuore, barricandosi negli unici modelli conosciuti e tramandati senza saperli però rinnovare adattandoli alle nuove esigenze. Anche l'amicizia, considerata valore universale,oggi sperimenta i limiti del cambiamento avvenuto nelle persone e sono sempre meno frequenti le esperienze di autentico e dinteressato affetto. Provate ad ascoltare i giovani in proposito: probabile resterete disorientati. E delusi. Tutto sta cambiando velocemente, più di quanto noi si riesca ad assimilare: serve a nulla difenderci in spazi che marchiamo come nostri nella speranza lì di poter ritrovare sempre noi stessi che invece cambiamo insieme a tutto il resto. Abbiamo bisogno di cercare nuove strade, consapevoli che occorre osare per restituire senso e dignità all'Amicizia e all'Amore, valori sempre fondamentali ed insostituibili per conservare l'umanità. Un valore è tale quando va sempre oltre l'esperienza che di esso si può fare: non può essere incatenato, contenuto ed esaurito nel limite umano. Ecco perchè a chi ci propone interessanti progetti, interviste, etc. rispondiamo che siamo ben contenti di indicare col nostro esserci una delle 1000 possibilità di realizzazione dell'amore, ma allo stesso tempo chiediamo di andare oltre la curiosità per il nostro vissuto personale che rischierebbe di ridurre, bruciandolo sul nascere, il dubbio che si va ormai insinuando da più fronti sulle tante certezze assolute della società. Restiamo disponibili, ma non cerchiamo il successo della troppia fine a se stesso.

2 commenti:

Snapshot83 ha detto...

ben detto, quoto in pieno!!!

Anonimo ha detto...

Sono contento di sentire queste affermazioni riguardo al cambiamento nel modo di vivere i "sentimenti positivi" da parte dei giovani, affermazioni fatte oltretutto da una persona evidentemente in quotidiano contatto con questa fascia di età.

Spesso infatti mi ritengo inadeguato, incapace di accettare serenamente l'attuale cinismo sociale, evidente in modo particolare nella popolazione giovane... finisco col convincermi di essere io nel torto per questo mio rimanere ostinatamente aggrappato a valori umani e morali che forse hanno fatto il loro tempo.

E riguardo al tema specifico di questo articolo credo che troverete difficoltà a far accettare la vostra realtà mantenendola nell'ottica di un messaggio di ampio respiro, che cioè vada ben oltre la presentazione di una situazione trasgressiva fine a se stessa.

Forse una completa comprensione della poliedricità del vostro amore e dell'amicizia sarà possibile ottenerla soprattutto da parte di persone di età media (30 - 40 anni), cioè da persone che non sono più irreggimentate in schemi di riferimento che si rifanno a mode, al pensare in branco o a concezioni utilitaristiche del sentimento, e che nello stesso tempo non hanno perso la capacità di ampliare il loro campo visivo e di saper accettare il buono che esiste anche in realtà indubbiamente inconsuete.

Non penso però che voi possiate scegliere il target di destinazione del vostro messaggio a meno che non gestiate in prima persona tutta quanta la faccenda... mi spiego meglio: uno stesso concetto ha per il lettore di "Panorama" (tanto per citare una testata) un diverso valore e una diversa possibilità di essere compreso in modo corretto rispetto a quello che avrebbe per un lettore di "Chi".

Qui, secondo me, sta il rischio non solo di "gettare perle ai porci", che sarebbe il minore dei mali, ma di ottenere l'effetto contrario a quello voluto, e di fare della vostra realtà affettiva una icona da rifiutare.

Ad ogni modo la vostra disponibilità è ammirevole.
Siate, comunque, cauti.

Cari saluti,
Dino