lunedì, ottobre 06, 2008

Abat Jour


Continuano a ripeterci che non c'è un'emergenza razzismo, eppure come appare chiaramente dall'indagine europea curata da Demos, la Polis e Pragma (in collaborazione con Intesa Sanpaolo), l'Italia è il Paese dove l'allarme suscitato dagli stranieri è più forte, relativamente alla sicurezza e all'ordine pubblico. Un interessante articolo di Ilvo Diamanti sostiene che più che di razzismo si tratterebbe di xenofobia, "paura dello straniero", la cui causa principale sarebbe la distanza fra rappresentazione e realtà.

"La realtà è che ci siamo trasformati in un paese di immigrazione, dopo che per oltre un secolo è avvenuto il contrario. Abbiamo accolto e integrato milioni di stranieri - perché ne abbiamo bisogno, dal punto di vista economico, dell'assistenza, ma anche della demografia. Ma si stenta ad ammetterlo, ad accettarlo.(...)La paura, poi, è alimentata dall'uso politico dell'immigrazione. Dal fatto che la paura degli immigrati e dei rom "paga". In termini elettorali e di consenso.(...) Per contrastare il razzismo, si dovrebbe, quindi, combattere la paura. Invece, viene lasciata crescere in modo incontrollato.".

Gli episodi di violenza si moltiplicano (Una lacrima sul viso) ed è ragionevole credere che quelli denunciati siano la minima parte. Accanto alla violenza xenofoba cresce di pari passo quella omofobica, più volte denunciata, insieme agli ormai incontrollabili casi di bullismo e sopraffazione fisica e psicologica dei più deboli. Un quadro generale che evidenzia un malessere sociale in continua crescita. E' un malessere che però fa bene a chi governa, perchè catalizza preoccupazioni, rabbie e paure dei governati che non hanno più tempo e voglia per concentrare l'attenzione sulle "altre" operazioni che intanto il potere politico ed economico conclude, indisturbato, nei palazzi romani e milanesi. Il nostro ruolo di cittadini è sempre più ridotto a puro accessorio, ovviamente necessario, ma del tutto privo di potere di scelta.
Non può cominciare all'insegna dell'ottimismo la settimana, ma nemmeno della rassegnazione. Occhi e orecchie aperte è il minimo che possiamo e dobbiamo fare per non ridurci davvero a soprammobili che, oltretutto, se non di pregio sono destinati prima o poi alla discarica. E cominciamo "a tirare fuori" tutta la solidarietà di cui siamo capaci.Perchè è da noi che può partire il cambiamento.

2 commenti:

Donna Cannone ha detto...

e paura del diverso. e stupidità. solita miscela esplosiva.
che fàmo?

aelred ha detto...

speriamo di essere capaci di fare la differenza...
sono scoraggiato, e spaventato