C'era nella saggezza di un tempo il costante riferimento al limite, ad un confine (cum -finis) che, senza scomodare il concetto polisemantico della psicologia clinica, delimitava un territorio, uno spazio circoscritto entro il quale agire e muoversi liberamente e a proprio agio. Era la visione realistica di se stessi e delle proprie possibilità ad imporre dei limiti, oltre i quali non avventurarsi per non osare il fallimento. Lo sviluppo velocissimo della scienza e più ancora della tecnica sembra aver imposto anche all'uomo, per chissà quale associazione o sudditanza, l'esigenza di spingersi oltre i propri naturali confini, ben oltre gli stessi limiti del buon senso. Contribuisce forse il delirio di onnipotenza che si è diffuso straordinariamente forse a coprire quel vuoto che inerzia ed immobilità potrebbero manifestare quale inadeguatezza e persino impotenza di fronte alle stesse creature che ormai vivono di vita autonoma ed indipendente, proiettate come sono al continuo inarrestabile superamento di se stesse.Non riesco a spiegare in altro modo il diffondersi ,a tutti i livelli, della rottura degli argini che fanno sconfinare le persone oltre i limiti stessi della decenza, che solo poco tempo fa avrebbe frenato per vergogna i più.
Avviene in tutti i campi, quello pubblico, come quello del privato quotidiano. Un aristocratico la cui storia familiare ha pesato negativamente sulla nostra storia passata (e anche recente) può presentarsi , come se nulla fosse stato,sul palcoscenico più popolare d'Italia per esibire sfrontatamente sentimenti patriottici sconosciuti all'intera dinastia, così come il comune cittadino, senza alcun timore e ritegno, si permette di pontificare su argomenti la cui conoscenza è limitata alle informazioni diffuse dalle trasmissioni nazional-popolari che affollano i palinsesti televisivi.Non di rado capita di assistere a spettacoli penosi in cui si prova imbarazzo anche solo nel ruolo di testimoni passivi.Ancora peggio quando , come inevitabile, l'abitudine finisce per dare forma ad una mentalità, un modo di essere, che invade totalmente l'esistenza degli individui che smarriscono del tutto ogni senso della misura, del limite appunto entro il quale restare confinati per non incorrere in fatali figuracce e ,quel che è peggio, precludere o concludere relazioni umane anche di una certa importanza e consistenza. Meglio ripassare la saggezza antica anche se bandita ufficialmente , perchè l'umiltà resta ancora strumento straordinanio di crescita e conoscenza. Resta questa virtù sconosciuta a presidiare il limite oltre il quale è bene non spingersi, fermandosi appena prima.
3 commenti:
Umiltà è in netta contrapposizione con tutto ciò che è arte e spettacolo. Un abbraccio alla mia troppia preferita e buona giornata
Non so, io credo che osare sia sempre il mezzo migliore per migliorarsi e far progredire una società. Gli esempi del post sono di autentiche faccia di tolla (per non dire altro), non li vedo come tentativi falliti di andare oltre i propri limiti..
Cari, sarei interessato ad una vostra opinione in merito al mio ultimo post. Un abbraccio e anticipatamente ringrazio
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