Grazie anche ai commenti al post di ieri, mi sto convincendo che il divario generazionale tra Dan e me si manifesta nell'interpretazione dei molteplici segnali che i nostri caratteracci troppo simili utilizzano, preferendoli alla comunicazione verbale. Evidentemente entrambi, per vie diverse, siamo arrivati a diffidare delle parole che sono spesso ambigue, abusate e svuotate. La parola da simbolo convenzionale finisce inevitabilmente col subire contaminazioni soggettive anche nell'ascolto, che è filtrato dalla personalissima mediazione esperienziale. Probabilmente sta proprio qui il gap che si risolve solo nella definizione (appunto) di un linguaggio comune. Essendo noi in 3 la ricerca si fa più complessa, ma anche più stimolante e provocatoria. Mentre con En 22 o 23 anni di vita in comune hanno creato una sorta di trasmissione a più canali, assolutamente affrancata da preoccupazioni convenzionali, così da consentire la massima libertà di espressione che comprende anche la sconveniente contraddizione , con Dan 5 anni non sono ancora bastati a superare il timore di suscitare fraintendimenti e deduzioni sbagliate. D'altra parte lo stesso Dan si trova a fronteggiare una disparità di comunicazione che può essere all' origine di confusione e disorientamento, quando non supportata.
Vi chiederete perchè racconto queste complesse dinamiche oltretutto in modo così sconnesso, a ruota libera. Probabilmente per dare un po' di tono al Blog, eh eh. Oppure perchè in questo periodo mi è venuta la fissa della comunicazione come problema del nostro tempo. Perchè mi fa paura il vuoto che percepisco fuori, nella società berlusconiana, che esige un'attenta allerta perchè non penetri anche nelle nostre "famiglie", anche loro esposte al fascino del nulla.
9 commenti:
Ah Ser... quanti commenti avrei da fare riguardo alla comunicazione, e soprattutto al vuoto che spesso vi finisce dentro. Spero impariate a superare questo GAP, o quantomeno ad imparare un linguaggio vostro, nuovo, soprattutto a non prendere fischi per fiaschi, sennò con il tempo finite per suonare in bande diverse. Dai che siete in gamba, e non siete tipi che demordono, o si scoraggiano alla prima incomprensione, voi!
La comunicazione è la grande prova per tutti. Non è facile capire e capirsi. Non solo con i compagni/e ma anche con gli amici. Ne so qualcosa. Bisognerebbe fermarsi un attimo e capire cosa vogliamo e non temere le risposte che ci potremmo dare. Voi mi sembrate una forza...anche con i piccoli incidenti...credeteci. Sul nulla che preme che dire? Difendiamoci con il sorriso. :-)
la comunicazione è un problema di molte coppie...e immagino che sia amplificato in una troppia, e in questo caso con uno dei partner cosi giovane. Però sono convinto che è meglio anche scannarsi a parole, piuttosto che tacere e rimanere chiusi ognuno nei propri pensieri.
Ahi ahi...io sono il tipico esempio di chi vive il dolore e i problemi in maniera introversa e per fortuna che il mio compagno mi prende a schiaffi per farmi uscire qualche parola, ma sto cercando d'imparare. Non che non comunichiamo, anzi...ma...ho bisogno a volte di essere sicuro che lui e gli amici più cari riescano a capire e ad arrivarci da soli...lo so, è fantascienza, ma credo molto nel fil rouge che unisce persone che si amano davvero. Comunque meglio dire le cose come stanno, che non dirle affatto. eh sì, la comunicazione è davvero un problema che sento da un pò di anni, non fosse per questo, che mi sono buttato e a capofitto nell'esigenza di un blog.
Il fatto stesso che tu ti preoccupi dei problemi di comunicazione della tua famiglia almeno è segno che gap generazionale a parte la possibilità di capirci c’è e che basta solo un po’ di buona volontà da parte di voi tutti… ciao e buona giornata
Non c'è divario che non possa essere colmato con una intenzionalità volenterosa (e ovviamente amorosa). Vedo che tu stai dedicando molte energie al superamento di questa fase fatta di certe piccole incomprensioni e spero che Dan, nonostante la giovane età, ci si stia dedicando allo stesso modo. Un abbraccio.
Come ti capisco... Besos
la comunicazione familiare è cosa ben diversa da quella esterna, da quella dei media, anche perchè ci stanno abituando al gioco dei contrari, la crisi è finita vuol dire che siamo nella merda, l'italia è un paese libero vuol dire che c'è un sacco di gente non rappresentata, e così via. credo che di fondo ci sia un discorso di fiducia reciproca. anche e soprattutto nella contraddizione.
Credo che nelle relazioni, soprattutte quelle lunghissime le parole servano a poco, Gli atteggiamenti sono più importanti, la mediazione e i giusti silenzi ma soprattutto la piromania . Baci cari
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