Come il cibo alla vita siete per me,
come alla terra acquazzoni di maggio,
e per vostro amore così mi tormento
come per l'oro suo pena l'avaro
che del possesso ora esulta,ma già
teme che i suoi tesori involi il tempo:
e ora bramo di starvi unico accanto
ora che il mondo ammiri il mio piacere,
sazio talor soltanto del vedervi,
poi subito affamato di uno sguardo;
e non v'è gioia ch'io tenga o insegua,
se da voi non l'attendo o non m'avanza.
Così divoro e languo ognor, vorace
tutto afferrando o morendo di fame.
(SONETTO LXXV,William Shakespeare)
3 commenti:
Domanda da ignorante, quale in effetti sono:
La seconda persona plurale usata da Shakespeare è un "voi di rispetto" o un rivolgersi a più di una persona?
A chi era dedicato il suo sonetto?
Mi sembra vagamente di ricordare un amico...
Nel vostro caso naturalmente non ci sono dubbi!
Cari saluti,
Dino
In realtà ho impudentemente approfittato della lingua inglese che mi consentiva di indirizzare il sonetto ai due novi, En & Dan.Le traduzioni nelle quali mi sono imbattuto usano giustamente la 2 persona singolare, il tu confidenziale, come si conviene rivolgendosi ad un "fair friend".L'identità del fortunato "amico" rimane avvolta nel mistero, ma sembrano essere due i candidati maggiormente accreditati: Henry Wriothesly e William Herbert. Ciao, Dino!
Che fortuna che qualcuno possa dedicare versi del genere. Nel passato e nel presente. Che invidia! (sana...però)
Mel
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