Sono momenti duri e difficili per tutti. Per alcuni naturalmente più di altri.L'impressione è che siamo prigionieri di una nostra creatura che ha ormai preso il sopravvento e che può esibire grottescamente le nostre nudità, indifesi come siamo,quasi fossero un trofeo. Il sistema economico, il Presidente ad personam, tutti e due insieme? Indubbiamente, insieme però a noi umani di questa parte del mondo e di questo Paese: tutti ugualmente corresponsabili a seconda del ruolo giocato. Ma è la vita, uguale per tutti, ad esaltare le differenze, a far esplodere le ingiustizie che sono invece il prodotto delle scelte umane o almeno di coloro che possono scegliere per tutti. "Questa è la tragedia dell'uomo: egli è immerso nel negativo, autore del male e soggetto al dolore, marchiato dall'onnicolpevolezza e destinato alla sofferenza universale."( L. Pareyson, Ontologia della libertà). E' il «pensiero tragico» nel quale si afferma la tragicità dell'esistenza dell'uomo, la sua ambiguità e problematicità , l'ineliminabilità del male e della sofferenza mai razionalmente spiegabili, l'angoscia della libertà. Quell'angoscia con la quale l'uomo “si sente in presenza del nulla, dell'impossibilità possibile della sua esistenza” ,aveva già scritto Heidegger (Essere e tempo). Pareyson coinvolge nella tragedia umana Dio, "perché la caduta umana, segnando il fallimento della creazione, colpisce l'opera sua e lo costringe a intervenire per rettificarla, ciò che Dio non può fare se non soffrendo a sua volta, perché solo col dolore si può vincere il male (...) per risanare la situazione Dio deve pagare il suo scotto di dolore, colmando egli stesso con un supplemento di sofferenza l'insufficienza riparatrice dell'uomo."(o.cit).
Non siamo più abituati a gestire l'angoscia esistenziale perchè le diverse forme di nichilismo oggi imperanti hanno diffuso il rassicurante stemperamento di ogni carattere inquietante, offrendo l'illusione di una serenità priva di problemi. Il Bene (Dio) e il male sono stati ufficialmente messi al bando o almeno relativizzati, ma restano due realtà compresenti ed ineliminabili. La sensazione di solitudine di fronte al male, quando appare prepotentemente nella vita, rischia di precipitare nella disperazione, perchè l'uomo ora è e si scopre più solo, senza più un Padre che insegna a vincere il male passando per l'inevitabile sofferenza.
Nessun commento:
Posta un commento