Al-Uli (che è il nostro amico Ulisse e non un talebano) ha recentemente proposto sul suo blog un po' di storia del movimento omosessuale italiano iniziato col FUORI (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) negli anni '70. Ripropone l'intervista integrale che il suo fondatore Angelo Pezzana ha rilasciato nel giugno 2007 al Corriere della sera. Val la pena leggerla, anche perchè si scopre quanto l'arcimancuso ci abbia sprofondato in basso, nonostante i cambiamenti positivi avvenuti nella società.
"La prima manifestazione di orgoglio omosessuale mai avvenuta in Italia registrò alcuni compassati ragazzi in giacca e cravatta, capelli corti, un'aria assai borghese: per la prima volta i non eterosessuali erano in piazza a viso aperto, con tanto di cartelli a disposizione di cronisti e di fotografi. Era cominciata un'epopea di diritti civili..Sui giornali comparve la parola terribile: "omosessuale" . Per i lettori di quotidiani fu un trauma trovare nei titoli l'espressione nuda e cruda."
Erano tempi in cui l'omosessualità era considerata una malattia da curare, per cui era necessario negare la propria identità per sopravvivere, conducendo una doppia esistenza: "Il sesso diventava una cosa sporca, vista l'emarginazione sociale collettiva, da vivere facendo la fila in certi gabinetti pubblici defilati o nelle platee di alcuni cinemini. E come poteva, così, non essere "sporca"? ".
E a proposito di gay pride:«Negli Stati Uniti i Gay Pride vedono poliziotti, pompieri, bancari, impiegati vestiti con i loro abiti di lavoro quotidiani proprio per rivendicare il loro diritto alla "normalità". Invece qui in Italia si continua a ricorrere alla mascherata, a un'atmosfera da gran circo da buttare in pasto al pubblico che così giudica il mondo omosessuale come un branco di stupidi». La condizione omosessuale oggi «Si è quasi allineata a quella eterosessuale. Ma non sui diritti legali. La destra continua a considerarci degli sporcaccioni, il centro cattolico ci giudica una massa di peccatori, la sinistra ha assorbito l'ipocrisia di quarant'anni fa e inventa disegni di legge offensivi come i Dico che indicano in maniera l'appartenenza degli omosessuali alla serie B».
Un po' quello che abbiamo sempre pensato e scritto anche noi .
Il sogno di Pezzana oggi, a distanza di anni da quella prima manifestazione gaya?«Sogno l'infelicità: il diritto al matrimonio, al divorzio, alla disperazione per gli alimenti e la pensione. Solo così otterremo il rispetto del verduraio, del direttore di banca, del giornalaio. Solo con la stessa infelicità degli etero».
1 commento:
Cito anche Busi: "I gay lottano per il diritto ad avere la suocera!" :)
Posta un commento