giovedì, maggio 08, 2008

"Accidenti" alla lobby


Siamo persone prima di tutto. E cittadini. Come diceva un grande del passato, siamo animali politici perchè viviamo di relazioni, nella polis: abbiamo bisogno gli uni degli altri. Solo secondariamente ed accidentalmente siamo Italiani, viviamo a Como, siamo maschi ed omosessuali. Potevamo nascere in Congo, far parte di una delle 300 tribù di quel Paese, vivere a Luobomo, essere donne ed eterosessuali. Solo accidenti. Quello che ci accomuna tutti, in Italia come in Congo, in Palestina come in Canada è l'essere umani. Tutto ciò che riguarda l'uomo perciò ci deve riguardare da vicino, dobbiamo "sentirlo" come nostro interesse e preoccupazione. "I care" c'era scritto sulla parete dell'aula di Barbiana. Il fatto che in Italia la condizione degli omosessuali non abbia ancora raggiunto l'accettazione ed il riconoscimento giuridico di altri Paesi più avanti del nostro rappresenta sicuramente un impegno ed un obiettivo da perseguire attraverso la denuncia, la lotta civile, la promozione di una cultura che consideri la diversità ricchezza della società e non motivo di separazione e discriminazione. Ma non giustifica la chiusura in noi stessi, nella nostra limitata realtà di afflitti perchè non capiti e non stimati quanto meriteremmo. Siamo uomini e qualsiasi diritto umano venga calpestato e disatteso deve attirare la nostra attenzione, stimolando l'impegno concreto, nel limite delle possibilità, per la giustizia. Non c'è un prima e un dopo, prima noi e i nostri diritti offesi, poi quelli degli altri. Al massimo c'è un problema di priorità che esige l'intervento urgente dove la vita stessa è calpestata e messa a repentaglio. Mi si drizzano i capelli in testa quando sento ventilare l’ipotesi di una lobby gay anche in Italia.Non riconosco alcuna lobby di potere che sostituisca quelle infami che riducono il mondo qual è .Diritti sacrosanti non possono essere ottenuti col baratto che equivarrebbe a disconoscerne il valore in sè. Non ci sono lobbies buone, perchè tutte fondano la propria forza ed autorità sul potere economico col quale influenzano quello politico. E la ricchezza di pochi si ottiene solo scegliendo la discriminazione di molti.Val la pena per poche, sia pure importanti conquiste, che il tempo e l’evoluzione culturale ineluttabilmente ci porterà, passare dall’altra parte? Alla condizione di carnefice ho sempre preferito quella di vittima, perché la coscienza viene prima di tutto: essere a posto con se stessi e gli altri, non avere pesi o colpe da sopportare, è l’unico modo che conosco per vivere bene.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non posso che trovarmi totalmente in accordo,
Dav

Anonimo ha detto...

Scusate, ho lasciato mio commento nel post precedente per errore. G.