Non capisco molto, ma da quel poco che ho intuito mi si rimprovera di idealizzare sempre e comunque qualsiasi situazione della vita, politica, sociale, lavorativa, affettiva e persino relazionale, per poi indicarla, prima di tutto a me stesso e poi agli eventuali lettori,quale obiettivo cui guardare in vista di una crescita, di un miglioramento. Sarà, la mia, deformazione professionale: fatico a restare inchiodato alla realtà che considero limitata, negativa e repressa. Necessariamente avverto il bisogno di proiettarmi oltre, di spingermi col pensiero prima di tutto fin dove è possibile sperare in un cambiamento. In meglio.Che poi il sogno stenti a realizzarsi, perchè troppo pretenzioso e storicamente irrealizzabile, è nel conto, ma non lo si abbandona per questo. Semplicemente si esercita l'arte/virtù della pazienza, che esige attesa e preparazione, alimentando la speranza che non può venir meno, se non a costo di rinunciare alla vita, rassegnandosi un po' alla volta a volare rasoterra, un po' come le quaglie.Che è poi la tendenza attuale, quella che i
palazzi del potere vorrebbero per realizzare tranquillamente i loro progetti senza doversi scontrare continuamente con le attese dei cittadini.Vivere il presente come viene, cercando di goderne il massimo possibile è l'atteggiamento tipico delle nuove generazioni che non sanno- non sono state abituate- guardare al futuro sognando.E' l'unica giustificazione che concedo a Dan, quella di essere figlio del suo tempo e come tale ancorato visceralmente al presente, con qualche volo al futuro in termini assolutamente astratti, subito ridimensionati dalle irrinunciabili, impellenti esigenze che il presente richiama prepotentemente.Per questo considero definitivamente conclusa l'avventura del blog: anzichè essere incoraggiato a sognare dai miei compagni, mi sono puntualmente ritrovato frustrato e tarpato nelle mie voglie di poter volare alto, almeno col pensiero.Mi scopro, alla fine, riflesso nella realtà per quello che sono, coi piedi direttamente a terra, anzi, affondati nell'acqua, per cui sprofondano sempre più giù.Un'immagine tremolante e capovolta vorrebbe rappresentare quello che sono. Così agli occhi del giovane Dan.
12 commenti:
Mi è
sempre piaciuto molto il tuo atteggiamento nei confronti della realtà. Probabilmente ci assomigliamo molto.
sono diverse settimane che di sera passo per il vostro blog, soffermandomi come su di un'invitante panchina in mezzo a un parco. non so chi siate, o quanto di VITA reale ci sia nei vostri SCRITTI (pirandello). leggo però in essi un raro fervore di idee, che è tale mina vagante per l'accidia mentale dilagante, da interessarmi e commuovermi. ma esistete veramente?
ps. come fate tutte quelle bellissime fotografie?
La scrittura di per sé è idealizzante, anche quella più realistica.Si può idealizzare il negativo, insistendo proprio sui particolari "brutti".
Personalmente non trovo nulla di ciò che altri ti rimproverano.
Probabilmente, ma questa è un'ipotesi azzardata, quindi da prendere con le pinze, tu muovi un "rimprovero" al virtuale, il blog, mentre probabilmente lo scarto che vivi è nel reale, nel tuo-vostro vissuto. Sai perché dico questo? A me è capitato(e capita) di provare stanchezza, fastidio e simili sensazioni per il blog e i lettori. Dopo giorni mi sono reso conto che proiettavo nella scrittura(e nella lettura di chi segue il blog)il mio personale "disagio", la mia stanchezza, i miei desideri frustrati...etc.
E capita puntualmente, sebbene ogni volta decida di essere più saggio.
Aggiungo un altro tassello.
Ad essere sincero non ho mai seguito il tuo blog perché interessato a curiosare sull'esperienza dei tres. E' vostra, è unica, né può fungere da modello. Ecco perché spesso taccio e non commento. Soltanto una testimonianza.
Ho sempre apprezzato, invece, il tuo parlare del "vicino" come del lontano, lo sguardo sul mondo, sulla nostra società attuale(italiana), l'attenzione all'essenziale del nostro essere umani, sia nella versione intima che pubblica.
Ripensaci!
:-)
Non ho ben capito da dove parte il tuo malessere. Non ho ben capito cosa ti viene rimproverato. La tua scrittura è chiara, limpipa e idealizzante, ma nel senso più prezioso del termine. Io credo che il vizio al presente dei giovani, che nulla vedono oltre il loro naso, sia il male del momento. Ne ho parlato anche io nel mio blog. Non so bene come giustificare certe fughe e certe stanchezze. Anche io ho pensato più di una volta di chiudere il mio blog. Perchè non capito, seguito, amato come desideravo...perchè non ricambiato nel mio sforzo di rendere VIVO un piccolo spazio. Io ti leggo per il piacere di scoprire una visione del mondo. Mi paice anche il taglio umano e privato...come quello sociale e civile. Ripensaci. Io ti seguirò sempre. :-)
Anch'io non capisco. Probabilmente perchè non vi conosco personalmente (colpa mia, lo so, avrei dovuto già da tempo accogliere il tuo invito), ma perchè dovresti interrompere la tua avventura con il blog? Solo perchè gli altri novii non ne condividono lo stile o i contenuti? Che abbiate una visione diversa del blog lo si era già capito quando c'era stata la precedente "crisi" a seguito della quale hai modificato l'impostazione del blog, ma mi chiedo, e ti invito a chiederti: perchè e per chi tu tieni il blog? Per te, per esprimere te stesso, per condividere ciò che ti passa per la testa con i tuoi "avventori", o per comunicare determinate cose ai tuoi novii? Perchè nel primo caso non vedo per quale ragione interrompere qualcosa che da piacere a te e che ti consente di esprimerti per quello che sei, e rispetto alla quale, così come i novii non sono costretti a parteciparvi, tu non dovresti sentirti costretto a rinunciarvi. Nel secondo caso, il discorso cambia, e forse la riflessione dovrebbe avere carattere più generale, che non è certamente compito del blog affrontare.
Spero sinceramente che tu ci ripensi, perchè tutti abbiamo bisogno di un nostro angolo privato e personale in cui rifugiarci, staccati da tutto e da tutti, di un nostro orticello in cui coltivare ciò che ci fa stare bene, qualcosa che sia solo nostro e che facciamo solo per noi, pur all'interno di una vita di relazione altamente gratificante.
I momenti di "stanchezza" capitano e capiteranno, è normale, ma di solito passano portando con se piccoli ma significativi cambiamenti, basta solo non prenderli troppo "di petto".
A presto...spero!
Un bacio e un abbraccio da un comasco che vi ha seguito negli ultimi mesi in silenzio con tanta curiosità e piacere.
Love & Peace
che dire Ser, sono purtroppo anche io del parere di Dan,vedo i tuoi scritti sempre insistenti sulla politica e, secondo me, forza un pochino l'immagine dei tuoi blog. Per il resto ho delle mie idee circa l'esternare le proprie situazioni su questi siti. Non sia questo mio parere motivo di offesa, è solo una mia personale idea su questi blog. Con affetto Luc
Bhe....wait a minute! Non sai che non bisogna prendere decisioni quando si è arrabbiato o fare promesse quando si è felici?
Io appartengo probabilmente ai "giovani ancorati al presente", e per quel che mi è arrivato leggendo i vari post si capisce che sei uno molto interessato da politica e attualità, hai idee molto definiti, qualche volta la tua visione è un po' "alternativa"...ma in fondo non c'è niente di male, voglio dire, si può esser d'accordo o meno, ma siamo ancora qui a leggere, quindi direi che il limite non l'hai ancora passato.
Temo che stia dipingendo l'immagine che Dan ha di te in maniera troppo negativa, posso capire che certe critiche (certo poi dipende anche dal modo in cui sono fatte) possano toccare a fondo, ma da uno come te ci si aspetta (come se ci conoscessimo ;-)) una maggiore apertura al confronto. Spero tu cambi idea...
Ser non sei una immagine capovolta e tremolante. Sei quel che sei con pregi e difetti. Ripensaci. Siamo qui ad aspettarti. Baci . VarX
Agli occhi miei sei bellissimo. VarX
"Vivere il presente come viene, cercando di goderne il massimo possibile è l'atteggiamento tipico delle nuove generazioni che non sanno- non sono state abituate- guardare al futuro sognando. E' l'unica giustificazione che concedo a Dan..."
Quando una realtà ci coinvolge concretamente, nel quotidiano, la "permissività di giudizio" che abbiamo vuoi per carattere, vuoi per (de)formazione professionale, va sempre a farsi friggere. E così, tutto quello che, quando riguarda gli altri, riteniamo logico ed accettabile frutto del tempo attuale, quando riguarda noi diventa di colpo oggetto di un giudizio che non sottostà più soltanto alla razionalità della teoria, ma soggiace all'irrazionalità del sentimento, dell'amore.
All'epoca (ormai remota) della mia giovinezza spesso si sognava "per sopravvivere", dato che la realtà a volte offriva oggettivamente poco. Anzi, per essere preciso, direi che (per quanto mi riguarda) più che di "sogno" dovrei parlare di "attesa" di un benessere materiale, morale, sociale o quant'altro, che prima o poi la vita avrebbe dovuto restituirci in cambio di quanto noi avevamo dato e continuavamo a dare ad essa. Ora non è più così: i giovani, intendo grosso modo quelli sotto i 35, mi sembra abbiano un poco perso questo concetto che per essere in credito devi aver dato qualcosa... ora si ritiene di essere in credito "per diritto di nascita" e ci si comporta di conseguenza... Guardare al futuro sognando? Qualche volta sì, ma solo a patto di non dover rimetterci nulla e di non dover aspettare troppo... Si può forse razionalmente dar loro torto? Data la mia realtà cristiana naturalmente non condivido questo atteggiamento, ma non voglio certo imporre a nessuno la mia visione dell'esistenza.
E questi concetti di vita così opposti, contrastanti, sono rappresentativi del processo evolutivo della società stessa. Non ci si deve meravigliare di questo, forse è necessario che tutto ciò avvenga. A volte può essere positivo abbandonare un ruolo didattico-educativo (al quale forse siamo inconsapevolmente e indissolubilmente legati) per diventare gli spettatori delle altrui recite, rimanendo pur sempre vigili ed autonomi nel nostro pensare e nel nostro agire... questa è la vita... ci si deve lasciar scivolare in essa, senza opporre eccessive resistenze frutto dell'ideologia (che dev'essere un punto di partenza, non un punto di arrivo).
Ora abbandonerò quindi questo mio ruolo educativo (ogni tanto mi piace fare la predica a qualcuno... nella mia vita ne ho ricevute talmente tante, che quando posso rifarmi non perdo l'occasione...ah...ah...ah...!!!) per accennare al blog: come ha detto Barone, per chi scrivi? e perchè lo fai? Chieditelo e risponditi sinceramente!
A me i tuoi interventi piacciono tanto (questo comunque non è un incitamento a continuare; fai quello che preferisci), soprattutto quelli nei quali, con poche pennellate, descrivi efficacemente piccoli frammenti delle tue sensazioni legate alla vita quotidiana, impressioni che tutti abbiamo provato o potremmo provare. Seguo con meno interesse (o meglio, con l' imbarazzo dello spettatore involontario) le vicende strettamente connesse al vostro legame di troppia o gli argomenti di politica (che, esposti in un blog, dove le possibilità di replica o di dibattito sono di fatto limitate, finiscono col risultare un poco sterili e retorici).
Concordo con Luc nell'invitarti ad una maggior prudente riservatezza.
Che ne dici, Ser carissimo? Smettila di piagnucolare e piuttosto posta le foto di Ernesto, che tutti stiamo ancora aspettando...Dagli interventi risulta chiaro che hai la fortuna di essere amato non solo dai tuoi novi, ma anche dai tanti lettori silenziosi che continuano a seguirti (nonostante tu sia un rompiballe! ah...ah...ah...ah!)
Con tanto, tanto affetto a tutti e tre
Dinodoc
Qualcuno disse che nella vita bisogna puntare alle stelle... che se sbagli la mira ti ritroverai comunque in cielo!!
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