Raccontare la mia storia è abbastanza è abbastanza complicato perchè la mia vita è stata ed è tuttora molto intensa.Piena, direi di momenti felici e dolorosi. Il mio maggior problema è sempre stata la salute, fin dalla nascita, con una malformazione cardiaca congenita. Da questo punto di vista la vita mi ha riservato non poche sorprese, ma grazie a Dio, alla mia forza e alla mia famiglia ho sempre superato tutto. Ripeto, grazie a Dio e alla fede che mi ha donato sono riuscito a trovare la forza per superare le difficoltà della salute e della vita e ad accettare anche il mio essere omosessuale, al punto da diventare membro dell'ordine secolare carmelitano (laici nella Chiesa per il mondo).
La mia vita omosessuale è iniziata a 20 anni con un amore intenso che è durato ben 9 anni, un amico conosciuto per caso a casa di una comune amica. Una relazione particolare, profonda, che dopo quei 9 anni consecutivi ha visto vicende alterne ed oggi è una bella e profonda amicizia.
All'età di 26 anni decisi di dire tutto in famiglia, i miei genitori conoscevano già da anni Val. La reazione iniziale fu quella di un padre che per due giorni non ha proferito parola ed una madre che, nonostante avesse da tempo capito, appena mi vedeva scoppiava in lacrime. Ci volle del tempo perchè il clima in famiglia tornasse sereno, ma alla fine quello che è prevalso è stato il mio essere persona, il far comprendere che io ero e restavo quel Dav che i miei cari conoscevano e che aveva svelato loro una parte di sè che non era la sua totalità. Oggi con mia madre, a distanza di 12 anni da allora, mi posso lasciar andare a condivisioni di apprezzamento verso uomini che ritengo interessanti, mio padre ha accettato il tutto, anche se con lui raramente posso parlare di questo aspetto di me. Non voglio dilungarmi oltre, la mia speranza per il futuro che consegno anche alla preghiera e alla meditazione, è quella di trovare un nuovo compagno con il quale magari condividere anche la fede, ma più profondamente un cammino d'amore.
Dav
3 commenti:
L'aspetto che ci ha sempre colpito molto di Dav è la tranquilla serenità della sua fede e l'assoluta trasparenza nel volerla vivere all'interno di un ordine millenario come è quello del Carmelo. Ai suoi superiori non ha mai nascosto nulla di sè e loro, evidentemente ispirati nonostante i discorsi omofobici della gerarchia, hanno accettato tutto di lui, perchè il vero Dio non fa distinzione tra i suoi figli, li accetta e ama tutti così come sono, omosessualità compresa.Solo da noi umani vengono le divisioni e le discriminazioni. E gli alti gerarchi sono umani. Esattamente come noi.In bocca al lupo, Dav, per il difficile cammino cui sei stato chiamato. Ti auguriamo tu possa percorrerlo presto insieme ad un compagno, perchè così sarà più appassionante e meno duro!
Un triplice abbraccio!
Io invidio Dav, non per la fede, quella o uno ce l'ha o non ce l'ha, ma per essere riuscito a trovare un 'modus vivendi' in questa chiesa. Io mi sono sentito respinto e da cattolico praticante, molto praticante, ho scelto invece di darci un taglio netto.
Il mio essere cattolico cozzava con quello che ero, i precetti e gli insegnamenti cattolici, e badate bene ho detto cattolici non cristiani, erano in antitesi con tutto ciò che ero io, anzi che sono. Io mi sono sentito rifiutato e restando sarei dovuto scendere a troppi compromessi soprattutto con me stesso così ho preferito uscire da quella chiesa che a parole è di tutti ma nei fatti solo di pochi.
Ho vissuto il tutto con un enorme conflitto dentro me stesso, un conflitto che era diventato anche dolore fisico ed ho capito che non potevo più continuare così.
Ogni tanto quando passo davanti ad una chiesa mi viene voglia di entrarci ma a che fare che? Per pregare non ho bisogno di un altare.
Una testimonianza serena e pacata, dalla quale si coglie, a mo' di percezione, uno dei volti dell'amore di quel Dio di cui tanto si parla.
Fa bene leggere questi fasci di luce. Mel
Posta un commento