Situazione confusa, ma già pesantissima in termini di vite umane nella regione del nord Kivu, in Congo. I ribelli hanno sferrato l'attacco finale per la conquista di Goma: una conquista simbolica ma strategica nell'ennesima guerra africana dimenticata dal mondo. Assistiamo ancora una volta ad un conflitto che, muovendo da contrapposizioni etniche (hutu-tutsi), intende risolvere con la violenza la questione della supremazia in un territorio ricchissimo di materie prime che fanno gola a tutti, occidentali compresi. Si apre ora un nuovo scenario: nelle scorse settimane si erano moltiplicate le accuse del governo congolese nei confronti del Rwanda, colpevole non solo di appoggiare i ribelli ,ma di partecipare agli scontri con propri uomini. Il possibile coinvolgimento diretto dell’esercito rwandese dimostrerebbe come in gioco non ci sia solo la tranquillità di Goma, ma la stabilità dell’intera regione. E, naturalmente, il mondo occidentale, come già accaduto, resta a guardare, forse ancora per capire a quale vincitore offrire il proprio appoggio, mantenendo così il diritto allo sfruttamento delle immense ricchezze contese.
In Italia intanto la versione del Governo, per bocca del sottosegretario Nitto Palma, sulle violenze di Piazza Navona vengono sbugiardate dal moltiplicarsi di documentazione filmata, fotografica e testimonianze dirette. Ormai tutti sappiamo: il tentativo di screditare l'onda della protesta studentesca, che è assolutamente pacifica e convintamente antiviolenta, è franato in un clamoroso autogoal.
Non ci resta che unirci alla speranza di chi guarda all'elezione di Obama per un cambiamento che interesserà -vogliamo crederci- non solo l'America, ma il mondo. E' triste ammetterlo, ma noi Italiani da soli non riusciremo a cambiare la brutta realtà nella quale ci siamo volontariamente infilati.
Stamattina però c'è il sole. Come previsto è arrivato il freddo, ma fa parte della stagione. Nel pomeriggio di ieri siamo andati alla scoperta dei nuovi negozi, bazar, outlet che sono sorti come funghi attorno a noi. En ed io siamo stati costretti ad un blitz, prelevando Lupetto (che malvolentieri abbandona, se non necessario, il calore della casa) direttamente sul campo, al termine della partita (deludente anche stavolta) e costringendolo con l'inganno ad accompagnarci. C'era anche Lupetta, pure lei restia a lasciare la casa. E' stato un pomeriggio simpatico concluso poi al nostro ristorante cinese di fiducia. Un modo per sentire meno forte l'assenza di Dan che in questo momento è però già in viaggio verso casa.
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