giovedì, settembre 17, 2009

Kabul


Ancora morti di guerra. Con i 6 di oggi sono 21 gli italiani uccisi in Afghanistan dall'inizio della missione nel 2004. E' giusto piangere per quei giovani e per le loro famiglie. Per quanto abituati a cifre spropositate di morti civili nelle tante (troppe) guerre che insanguinano il pianeta, queste ultime sei vittime erano militari italiani, gente come noi. Avevano tra i 26 e i 37 anni, tutti del "nostro" Sud: la Lega Nord rifletta su questo semplice dato.
Alle tante parole che inonderanno questi giorni di dolore, alle polemiche sulle nostre "missioni di pace", ai proclami patriottici cui inevitabilmente assisteremo, mi piacerebbe si sostituisse un tempo di silenzio "vero" per metabolizzare il dolore e (utinam!) recuperare quel senso dell'esistere che sembra non riguardarci più, occupati come siamo ad inseguire chissà cosa. Silenzio e politica sono però incompatibili e c'è il rischio che anche queste morti finiscano col diventare strumento di spregevoli fini.

3 commenti:

MELCHISEDEC ha detto...

Mi dissocio da ogni manifestazione di patriottismo lacrimoso e ipocrita per i soldati italiani morti in guerra.
Umanamente mi addolora, come può accadere per ogni essere umano che perde la vita nel fiore degli anni.
Per i terroristi afghani è guerra e nessuna missione umanitaria, reale o finta, potrebbe fermarli, anzi non si è soppesata adeguatamente una variabile determinante:nella percezione dei manigoldi assetati di sangue uccidere un soldato in missione umanitaria risulta più onorevole che trucidare un soldato apertamente e dichiaratamente nemico.
Costruire un ospedale o una scuola determinerebbe un affrancamento del popolo afghano e questo, mi pare lapalissiano, è proprio ciò che i taliban non vogliono.
Ma i nostri soldati, impegnati in modo massiccio in Afghanistan, erano (e sono) consapevoli di tutto ciò?
Quale favola, a parte il denaro, è stata ammannita a loro?
E a noi?

Anonimo ha detto...

Caro Ser , anch'io umanamente ho pensato a loro ai loro cari..Purtroppo è il problema della viata del non lavoro che porta a tutto ciò , sono in parte d'accordo con Melchi, io in puglia ho parlato con un ragazzo che era in missione nel mi sembra nel 91, e queto era stato fatto palesamente per gudagare, più soldi. Allora mettere a repentaglio la propia vita perchè LI è guerra.. per i soldi è assurdo. o per lo meno da incoscienti.. ono consapevoli eccome.. Lui me lo disse chiaramente e c'è chi tenta a discapito poi di queste cose.. Tristissime ma loro sono in Guerra.
Baci
Barbara

Anonimo ha detto...

passo per lasciare i miei saluti... Baci. dinos