domenica, marzo 16, 2008

Fino alla morte



Comincia la settimana di passione nella liturgia della Chiesa cattolica, ma la passione del mondo continua, non conosce soste di resurrezione. Inutile cercare di aggiornare il lungo elenco di sofferenze, a partire dalla repressione cinese in Tibet, passando poi per il Medioriente e le solite allarmanti (di tanto in tanto) povertà del Sud del mondo. La Chiesa va avanti per la sua strada celebrando riti che hanno il sapore del distacco dal mondo vero. Quel mondo che ieri era a Bari con Libera, per ricordare, come ogni anno all' inizio della primavera, i quasi 700 assassinati dalle mafie, scandendone i nomi uno per uno, perchè tutti vanno onorati come si conviene. Il Presidente della Regione, N.Vendola, ha pronunciato le uniche parole che avremmo voluto sentire, chiedendo scusa per lo spettacolo vergognoso ed indegno offerto dai politici. Ma già stamattina a Como il carrozzone ciellin-formigoniano ha sbandierato le sue "opere buone" , offrendo "La cometa" quale pulpito al plastificato candidato del PdL, alla ricerca dei voti dopo le ultime plateali gaffes che molti avranno finto di non sentire. Aveva ragione il grande Bonhoeffer:"Un Dio che c'è, non c'è".

Ha smesso di piovere ed è apparso un pallido sole, la stessa pioggia e lo stesso sole "per i giusti e per gli ingiusti", come è da sempre (purtroppo, verrebbe da dire ). Quello che però mi rasserena veramente è la scoperta che c'è stata una troppia illustre nel recentissimo passato italiano: Gianni Vattimo, uno dei pochi filosofi originali del nostro Paese (che ammetto di aver superficialmente snobbato, perchè troppo metafisicamente condizionato), ha vissuto a lungo con due compagni: Gianpiero e Sergio. Ora è solo perchè entrambi sono morti,benchè più giovani di lui, Gianpiero nel 1993 e Sergio nel 2003.Con Gianpiero ha convissuto 24 anni, con Sergio 26,perciò l'esperienza di troppia è durata 15/16 anni, se faccio bene i conti. Fino alla morte, prima dell'uno e poi dell'altro compagno. Un'esperienza, dal poco che ho letto, un po' diversa dalla nostra, ma neanche tanto. Molti, a Torino come in Italia, considerata la popolarità del filosofo, erano a conoscenza di questa realtà che, volenti o no, accettavano come un dato di fatto. Coraggioso Vattimo, nel pensiero come nella vita! Quel "fino alla morte" mi batte in testa: così dovrebbe essere l'amore. Per sempre.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ero a conoscenza delle vicende sentimentali di Vattimo.
La vita, pulsando, va Oltre, oltre i riti ripetitivi, spesso segnificanti di nessun significato. Solo rispetto per chi ad essi attribuisce valore autentico. Imporre a tutti no! Ma son duri a capire.
Mel

riri ha detto...

Ciao,anch'io non sapevo di Vattimo,immagino che deve essere bello condividere un pezzo della vita con chi si ama,dopo,quando non c'è più,subentra il vuoto,ma poi il tempo fa riaffiorare i ricordi belli della convivenza,del vissuto,quelli nessuno ce li può portare via.
Un triplice abbraccio.

Anonimo ha detto...

Anche se "per sempre" non esiste...