sabato, febbraio 14, 2009

Malavita in progress


Pare che sia un'esagerazione mediatica il ruolo attribuito a Ketty, al secolo Ugo Gabriele, trans di Secondigliano, arrestata nei giorni scorsi in un'operazione di polizia contro la camorra. E' stato scritto e detto che fosse un boss degli "scissionisti" di Scampia, che gestisse il narcotraffico tra Spagna ed Italia, invece pare si guadagnasse da vivere con la prostituzione e lo spaccio di stupefacenti grazie al fratello, lui sì in forze al clan camorristico. Infatti nei reati ipotizzati a suo carico, non viene menzionata l'associazione per delinquere ma solo il traffico di stupefacenti.Se davvero è così, i veri boss e tutta la manovalanza criminale avranno avuto un moto d'orrore allo sbandieramento mediatico di un femminiello ai vertici del potere malavitoso, una bestemmia secondo i tradizionali codici morali di tutte le famiglie criminali. Ha ragione l'amico L.R.Carrino, autore di Acqua storta: tra i camorristi ci sono gay, ma sono costretti a nascondersi, soprattutto se all'interno dell'organizzazione ricoprono incarichi d'onore.

Qualcosa però sta cambiando anche nelle società più conservatrici e primitive come quelle criminali: Giusi Vitale, la prima donna boss ad entrare nella cupola testimonia una lenta ma progressiva evoluzione sociale della mafia siciliana. E' immaginabile che gradualmente, senza fretta, anche omosessuali e trans conquisteranno un proprio spazio, sia pure in negativo, nelle stesse organizzazioni. Il progresso non può essere stoppato all'infinito, è nel corso della storia. C'è solo da augurarsi che lo Stato democratico batta sul tempo l'antistato criminale nella corsa al riconoscimento dei diritti, se proprio non è in grado di sconfiggerlo definitivamente.

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