venerdì, ottobre 05, 2007

Per sempre


Per sempre è un'espressione che raramente ricorre nel nostro linguaggio, perchè evoca con la sua illimitata temporalità un vincolo estremo, infinito appunto, alla libertà. E' naturalmente associato alla morte che segna la fine dell'impegno, essendo essa stessa fine di tutto. Preferiamo perciò anche nel linguaggio comune espressioni che indichino una scadenza precisa, un tempo determinato, che paiono essere più alla nostra portata, concedendoci, se necessario, margini di riscatto e ancora guizzi di vera o presunta libertà.

Credo che solo il matrimonio osi ancora una formula in cui si esplicita pubblicamente di fronte a testimoni la volontà di assumersi in prima persona l'obbligo (e quindi la responsabilità) di un legame duraturo, per sempre appunto. La possibilità del divorzio nell'ordinamento civile può ovviamente supportare psicologicamente, ma, rappresentando comunque la constatazione anche sociale di un fallimento, non attenua il timore oneroso della scelta originaria. Non si può quindi che ammirare le coppie che coraggiosamente scelgono ancora di sposarsi (per sempre), in una realtà in cui tutto è precario e soggetto ad usura, relazioni comprese. Se non c'è superficialità, significa che è autentico il legame che unisce e su quella solida base è possibile costruire insieme la vita, sapendo che occorrerà lavorare molto e senza soluzione di continuità, godendo gioie ma anche fatiche, sempre insieme. Deve essere bello potersi assumere ufficialmente l'impegno del matrimonio, comunicare a tutti la volontà di amare "quella" persona precisa per tutta la vita, finchè morte non ci separi. Ha un che di liberatorio, decisamente contrario alle false paure del "per sempre". Penso alla bellissima sorella di moDan che sta per compiere questo grande passo e mi intenerisco all'idea che con lei tutto il suo vissuto fin qui, bello e brutto, gioioso e doloroso, si unirà per sempre alla persona che ama. E' una specie di miracolo, perchè rende possibile un sogno. Occorre coraggio per non lasciarsi schiacciare dalle paure. Osare per non rimpiangere di non aver vissuto fino in fondo l'amore. Un po' come i giovani aquilotti (ma anche i più comuni passerotti) che al momento giusto comprendono che la vera vita comincia con un lancio nel vuoto...

Mi chiedo come mai tra i perennemente incazzati militanti glbt si urli continuamente a proposito di diritto al matrimonio o unione civile (per poi accettare passivamente i PACS, i DICO, i CUS e giù giù fin dove vorranno i nostri politici) e mai si avverta invece la necessità di discutere di ciò è e significa una relazione nella complessa realtà omo. L'esercizio di un nuovo diritto presuppone, preferibilmente, anche una nuova consapevolezza che eviti l'errore di imitare l'alterità (nel senso di essere altro, diverso) della coppia etero.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il ricorrere ad espressioni edulcorate, rispetto a "Per sempre", è un escamotage per non assumersi la responsabilità di amare, anche in modo non passionale, chi ci ha accompagnato per buona parte della nostra vita.
Il non dire "per sempre" è pararsi il c... In fondo sicuri non si è, nè di se stessi, nè dell'Altro.
:-)
Posso sbagliarmi.
Mel
Sereno w-end!

El novio ha detto...

Hai perfettamente ragione, Mel! L'amore quotidiano non conosce sempre momenti esaltanti: è proprio allora che è chiamata in causa la responsabilità (e la maturità)degli amanti. Chi vive invece l'amore puramente ludico, adolescenziale, di fronte alle difficoltà inevitabili si ferma e ... scappa per cercare altrove un nuovo inizio.L'assunzione di responsabilità (anche in amore) è caratteristica dell' adulto.