Ho letto il discorso di Veltroni. Ammetto che ero piuttosto prevenuto nell’ascoltarlo in diretta e ho fatto bene quindi a leggerlo con calma, perchè, libero dai condizionamenti mediatici che da giorni preparavano il Veltroni Day, sono riuscito a coglierne l’originalità e la “concretezza” politica, per quanto possibile in un discorso programmatico. Si può dissentire su tutto o su alcune parti di esso, ma certo bollarlo di “banalità” già sentite, assolutamente no. Il linguaggio mi pare più libero, meno ingessato nei soliti schemi del politichese cui siamo abituati, affascinatore addirittura in alcuni passaggi. E poi ci sono le idee, finalmente. Le grandi (come devono essere, perchè bisogna puntare sempre al massimo)linee guida della politica veltroniana.Unità, giustizia economica, pari opportunità, ambiente,futuro, laicità, scuola,sicurezza sono solo alcune. Rompe con la vetusta tradizione di sinistra (""Bisogna smettere di ragionare solo per blocchi sociali, perché così escludiamo intere parti di una società che cambia"), sfonda la stessa concezione della politica immobilista che ci ha portato a questa Italietta berluscon-prodiana. Poco o nulla del veltronismo che temevo, se non quel modo di porsi e di essere che è il suo ,ma insieme a risposte concrete e tecniche ai problemi attuali, molti dei quali la politica di destra come di sinistra snobba per ottusità o incapacità. Un discorso che fa sobbalzare la sinistra, ma che costringe da oggi anche la destra a ripensarsi e a rivedere la propria realtà, schiacciata su una visione personalistica ormai in declino.E’ vero, quello che manca alla politica italiana è la visione del futuro, cui si evita sistematicamente di guardare e addirittura pensare. Veltroni ha presentato un altro modo di fare politica, un'arte che, come tutte le altre, può e dovrebbe affascinare. Da qui forse l’impressione del “già sentito”, mentre in realtà si tratta di “quel che avremmo voluto sentire” da tempo e nessun politico ha mai osato dire. So di rischiare un eccessivo entusiasmo, ma su questo modo di intendere la convivenza sociale e la gestione della cosa pubblica mi sono lasciato conquistare, perchè ho sempre pensato così. Come ho sempre creduto al valore delle idee, sparite del tutto dopo il crollo delle grandi ideologie. Il buonismo, di cui è fondatore Veltroni, potrebbe essere la strategia vincente dal momento che, ricorda Ceccarelli su La Repubblica, la Rochefoucauld già sosteneva che "Gli sciocchi non hanno la stoffa per essere buoni" e Machiavelli : "Però che a un popolo licenzioso e tumultuoso gli può da un uomo buono esser parlato, e facilmente può esser ridotto nella via buona". Chissà quanto del discorso programmatico diventerà realtà, di sicuro non basta l'originalità della teoria. Ma è già qualcosa. I frutti si cominceranno a riconoscere se si vedranno spuntare nuove candidature alla guida del PD, con altre idee da mettere sul tappeto del confronto dialettico. Altra abitudine ormai totalmente assente dalla politica italiana.
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2 commenti:
ciao ragazzi
per aiutare l'italia a cambiare suggerisco di andare a firmare per il referendum, oggi, giovedi 28, c'era un bell'articolo sull'argomento scritto da Severgnini sul Italians nel Corriere on line.
ciao
koel
Scettico, scettico, ma voglio sperare. Grazie per la tua interpretazione garbata.
Mel
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