Sogno
"(...) Voi siete solo. E non avete a chi domandare aiuto, pirchì nessun altro viddrano è stato capace di fare quello che state fanno voi. E allura a conti fatti, che ci state dando a questi che vi vengono appresso?".
Zosimo lo taliò, sorrise. "Non lu capirete mai quello che gli sto dando". "Mi sforzerò". "Non potiti, pirchì nun aviti patitu la fami, la miseria nìvura. Ma vi lo dico l'istisso: ci staiu arrigalannu un sognu".
Il marchisi s'inchinò fino a terra.
Fantasia
(Montaperto)taliò la comerdia posata sul tavolino. Era proprio bella, fabbricata a regola, equilibrata in ogni parte sò, pareva viva, pareva quasi che fremesse a starsene accussì ferma, pareva che non aspittava che il minimo suspiro di vento per pigliari il volo. "Noi semo pronti"disse il Capitano."E voi?"."Macari io sono pronto"fece Zosimo. Il capitano parse dubbitoso. "E di sta comerdia che ve ne fate? Ve la volete portare appresso fino alla forca?". "Se mi raprite il finestrone, la faccio volare (...). "Mi levate una curiosità?" spiò Montaperto."Pirchì date tanta importanzia a una comerdia ch'è joco di picciliddri? Scusatemi se ve lo dico, ma non mi pare cosa d'omo granni".(...)
"Ci jiucai un jorno ch'ero picciliddro e mi parse una meraviglia, un miracolo, mi parse di stare volanno con la comerdia istissa, mi sentii léggiu léggiu, allato ai passeri, lle palumme, ai carcarazzi, alle allodole, aceddro tra gli aceddri: E feci giuramento sullenne, allura, che nell'ora de la morti, avrei fatto vulare un'autra comerdia per lassare sta terra leggiu leggiu, scordannomi lu pisu di lu corpu. V'abbasta comu spiegazioni?". Il Capitano fece 'nziga di sì calando la testa.(...)
Me l'arricordo precisu comu fu quann'era picciliddro. (...) E la comerdia, mentri vulava, principiò s tracangiarsi, non era cchiù carta velina e colla di farina e listelli di canna, no, tutto 'nzemmula addiventò viva, si trasformò in palumma, una vera palumma, ma impastoiata, tenuta prigioniera dallo spaco che iu serrava 'ntra li dita e tirava tirava tirava pi aviri la sò libirtà comu sta facenno quest'autra comerdia e iu ora ci la dugnu la sò libirtà ma lo so che se lasso stu spaco nun sulamenti mi perdo la comerdia ma mi perdo macari la fantasia, mi perdo la capacitati di cangiare li cosi a piacimento mio e vidilli, tutti sti cosi, non comu sunnu ma comu li ho fatti addivintari iu, va beni, ma che te ne fotte della fantasia ora comu ora che ti trovi a un passu di la morti, non è megliu perdiri la fantasia chiuttosto che negari la libertà a una comerdia? (A.Camilleri, Il re di Girgenti,2001).
Oggi festeggiamo un compleanno in famiglia. Queste due bellissime pagine di Camilleri vogliono essere di augurio a coltivare sempre sogno e fantasia. Continuare a sognare, anche quando la realtà è deludente e brutale, ci costringe ad andare oltre ciò che non va, senza abbattersi e scoraggiarsi, perchè con l'impegno personale e la fantasia, strumento straordinario della intelligenza umana, possiamo cambiare il mondo. Noi continuiamo crederci.
Sognare da soli è bello e fa bene, ma cambia al massimo la propria realtà, sognare insieme ad altri invece è , come già è stato detto, l'inizio di un cambiamento più grande, capace di migliorare la vita di tutti.
1 commento:
Auguri alla famiglia e e chi festeggia allora! :-)
Un abbraccio
Mel
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