lunedì, settembre 22, 2008

Guardiamoci allo specchio


Ci siamo, è l'equinozio di autunno. L'estate è definitivamente andata. Ieri abbiamo ritirato tavolo, sedie ed ombrellone dalla terrazza e riparato in casa le piante che non sopporterebbero il rigido clima cui andiamo incontro. La vita segue il suo corso, tranquilla e rassicurante se non fosse che...

Ieri ( o oggi) era il complenno di Roberto Saviano: 29 anni! " Oggi qui in questa stanza dove sono, ospite di chi mi protegge, è il mio compleanno. Penso a tutti i compleanni passati così, da quando ho la scorta, un po' nervoso, un po' triste e soprattutto solo. Penso che non potrò mai più passarne uno normale nella mia terra, che non potrò mai più metterci piede. Rimpiango come un malato senza speranze tutti i compleanni trascurati, snobbati perché è solo una data qualsiasi, e un altro anno ce ne sarà uno uguale ".

Ha scritto "Lettera alla mia terra" dopo la strage di Castel Volturno: un duro documento di denuncia, ma anche di amore e passione per la sua terra che non sa e non vuole reagire, schiacciata tra l'arroganza dei forti e la codardia dei deboli. Ci riguarda tutti, la responsabilità non è solo di chi vive al sud dove la criminalità organizzata ha il controllo del territorio. Il guaio è che anche noi qui al nord ci accontentiamo di una vita tranquilla e il più delle volte non sappiamo e non vogliamo sapere quanto accade nel resto del Paese. Quanti di noi sapevano della mattanza in atto da mesi ad opera di sei codardi, strafatti killers casalesi?

"Voi volete una vita semplice, normale, fatta di piccole cose, mentre intorno a voi c'è una guerra vera, mentre chi non subisce e denuncia e parla, perde ogni cosa. Come abbiamo fatto a divenire così ciechi? Così asserviti e rassegnati, così piegati?". "Non posso credere che riescano a resistere soltanto pochi individui eccezionali. Che la denuncia sia ormai solo il compito dei pochi singoli, preti, maestri, medici, i pochi politici onesti e gruppi che interpretano il ruolo della società civile.".

Per quanti tentativi facciamo per "tirarci fuori", tacitando le nostre coscienze per la tranquilla indifferenza con cui seguiamo le mattanze ed i loschi traffici che avvengono nel nostro Paese, rimane in noi un vago senso di disagio che ci impedisce di sentirci a posto, nel giusto. E' forse il dubbio di essere anche noi dei codardi che si insinua tra le nostre certezze benpensanti. Il riscatto però comincia necessariamente dall'accettazione della realtà e ci vuole coraggio per riconoscere come siamo veramente.
Buon compleanno, Roberto!

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