domenica, aprile 22, 2007

Overdose


Rieccoci in una bellissima domenica di fine aprile, dopo un silenzio che abbiamo ritenuto necessario per prendere le distanze dalle tante chiacchiere della vita. Principalmente quelle della politica, nazionale ed internazionale, che finiscono non solo per annoiare, ma persino nauseare, costringendoci a decodificare e demistificare continuamente per capire i reali accadimenti nascosti dietro fumose parole insensate. Così meglio dire che le guerre noi, popoli civili e progrediti, le facciamo esclusivamente per motivi umanitari, quasi “ci toccano” in forza del nostro viscerale amore per la libertà anche altrui. Non ci possono, loro i governanti, rivelare brutalmente che invece sono necessarie per tentare di salvare un sistema economico che sta toccando il fondo. Mistificare è quindi la parola d’ordine, sia per la destra che per questa sinistra di potere: nessuna differenza. Succede poi, in un modo o nell’altro, che la verità venga a galla ed allora via a compiere una nuova operazione di immagine che copra truccando. Tanto noi, cittadini, crediamo a tutto quello che ci conviene.
C'è il rischio di riproporre anche nella vita personale e nelle relazioni quotidiane uguale filosofia che mira alla salvaguardia di se stessi e della società.
Vivere è così da sempre (lo rivela la stessa etimologia di persona), ma in questo post moderno è ancora più evidente il bisogno di nascondere il vuoto, conseguenza anche del crollo delle ideologie.
Capita che ogni tanto si vada in overdose di chiacchiere ed allora diventa vitale “tirarsi fuori” almeno per un po’. Per recuperare i rapporti personali che rischiano di essere inghiottiti dall’abitudine generale alle operazioni di superficiale maquillage. Abbiamo fame di altro: le chiacchiere devono cedere il posto al dialogo che è sempre costruttivo, anche se faticoso, coinvolgendo la persona fin nella sua nudità indifesa.
Per noi, novios, la temporanea uscita dal mondo consente, come forse a tutti, di ritrovare noi stessi, le nostre singole identità e quella di troppia, sempre in via di evoluzione e crescita.Sono momenti intensi in cui "gioia e dolore hanno lo stesso sapore". Rinfrancati, possiamo poi tornare ad immergerci nella realtà della polis che non ci soddisfa pienamente e che frequentemente critichiamo, non riconoscendoci pienamente in essa, ma che condividiamo con tutti gli altri uomini. Questa è la vita che può e deve essere bella per quanto dipende da noi, perché unica, la sola che abbiamo a disposizione.

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