mercoledì, giugno 06, 2007

RICORDI


Quanti ricordi leghiamo ad oggetti, a qualcosa di inanimato. E' dura separarsene perchè fanno parte di spezzoni di vita che ognuno di noi ha dentro e sente forte.
Oggi mi sono separato dalla mia prima bicicletta, la mia prima compagna d'infazia. Con lei ho imparato ad andare sulle due ruote, ad assaporare il profumo dell'aria che mi accarezzava quel volto da bambino estasiato da tutto ciò che gli occhi riuscivano a catturare. Una volta presa confidenza con le strade e con il mezzo io e i miei amici esploravamo tutto quello che potevamo, qualunque cosa e andavamo finchè le gambe ci portavano. Sempre alla ricerca dell'avventura, sconsiderati e incuranti dei pericoli che ogni tanto ci davano degli alt. Cadute rovinose ginocchia consumate dall'asfalto e qualche volta anche ossa rotte come la mia povera mascella che tanto mi ha fatto piangere. Adesso hanno completamente un altro sapore le mie lacrime. Oggi quelle goccioline salate solcano il mio viso, quasi intente a raffreddare quel caldo che sento dentro. Tanti ricordi sono legati alla mia ormai ex bici. Spero vivamente che con la sua grande esperienza accompagni in qualche nuova avventura il bimbo del mio collega. Farà tante scoperte insieme a lei, non sempre saranno piacevoli ma incrementeranno il bagaglio di ricordi che sempre si porterà dietro per tutta la vita.
Ora penso a lei, penso al giorno che mi venne regalata e con quanta gioia negli occhi la portavo a casa. A quest'ora il viso di un altro bimbo sarà illuminato e quella luce è tanto forte da illuminare il mio cielo oggi un pò triste.

Dan


4 commenti:

Anonimo ha detto...

...e allora una bella poesia, per te Dan! Del mio adorato Pascoli.
La bicicletta come metafora del viaggio della vita umana.
Cos'è quel "dlin dlin"? Una meraviglia che risuona nel cuore.
Mel


Mi parve d'udir nella siepe
la sveglia d'un querulo implume.
Un attimo . . .Intesi lo strepere
cupo del fiume.
Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito . . . Vidi un filare
di neri cipressi.
Mi parve di fendere il pianto
d'un lungo corteo di dolore.
Un palpito . . . M'erano accanto
le nozze e l'amore.
dlin . . . dlin . . .

II
Ancora echeggiavano i gridi
dell'innominabile folla;
che udivo stridire gli acrìdi
su l'umida zolla.
Mi disse parole sue brevi
qualcuno che arava nel piano:
tu, quando risposi, tenevi
la falce alla mano.
Io dissi un'alata parola,
fuggevole vergine, a te;
la intese una vecchia che sola
parlava con sè.
dlin . . . dlin . . .

III
Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io ?
Che importa? Ch'io venga o tu vada,
non è che un addio!
Ma bello è quest'impeto d'ala,
ma grata è l'ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo . . . Già cala
la notte: io ritorno.
La piccola lampada brilla
per mezzo all'oscura città.
Più lenta la piccola squilla
dà un palpito, e va. . .
dlin... dlin...

Anonimo ha detto...

ti lascio il mio nuovo URl
:-) Mel

http://www.nanisullespalledeigiganti.splinder.com

Anonimo ha detto...

ti lascio il mio nuovo URl
:-) Mel
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Poco fa ho sbagliato.
:-)

Anonimo ha detto...

da sonante.splinder

ci sono cose che ci riportano con la mente al passato e c'è sempre nostalgia in questi ricordi
sono tasselli della nostra vita e separarsene , a volte, è doloroso
buon week a tutti e tre con affetto