Ecco il destino degli uomini per bene in Italia: essere ricordati con una targa dopo. Dopo la morte, naturalmente. Quando non ci sono più col loro impegno, le loro parole o anche solo la loro vita alternativa a provocare le nostre coscienze. Sono morti non possono più fare danni. Come Paolo Seganti di cui abbiamo scritto. Come Giorgio Ambrosoli, fatto uccidere da Michele Sindona l'11 luglio 1979,perché affermava lo Stato delle regole e della legalità . Nessuna autorità in rappresentanza del governo gli rese omaggio al funerale tre giorni dopo.Targhe seminate per l'Italia, nelle città e nei paesini, quasi a tacitare il senso di colpa per non averli ascoltati da vivi, per non averli rispettati da vivi.
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