martedì, febbraio 13, 2007

Abu Omar, la deportazione da Milano


A che servono le varie giornate della memoria e del ricordo degli orrori del passato, quando poi è lo "Stato" stesso che ripropone oggi identici orrori costruendo poi castelli di menzogne per mascherarli? Leggere il memoriale di Abu Omar, l'imam rapito a Milano 1l 17 febbraio 2003,è come fare un salto nel passato. Ma non tanto lontano nel tempo perchè Abu Grahib e Guantanamo sono realtà ancora troppo vive nella mente, la seconda tuttora impunemente attiva. Nessuna giustificazione a quello che è stato: la guerra al terrorismo islamico non può offrire deroghe all'umanità, sistematicamente violata da chi si considera superiore a qualsiasi norma etica. Ora Osama Mustafa Hassan, l'ex imam di Viale Jenner, ridotto a relitto umano dopo torture inaudite, dall'Egitto, terrorizzato, svela i particolari del suo sequestro, il ruolo della Cia e degli Italiani, sempre negato ufficialmente. E' stato scarcerato dopo quasi quattro anni di durissima prigionia al Cairo, ma non è ancora un uomo libero: secondo le testimonianze di chi ha parlato con i suoi familiari, è in una situazione paragonabile agli arresti domiciliari, nel senso che «non può uscire di casa né parlare con estranei, tantomeno con i giornalisti».La Procura di Milano, dopo l'inchiesta sul sequestro, ha aperto tre mesi fa una nuova indagine su un fresco tentativo di depistaggio: due milioni di dollari offerti ad Abu Omar, nel settembre scorso, per fargli firmare una falsa dichiarazione di non essere mai stato sequestrato. Abu Omar però ha rifiutato. Anzi, è riuscito a far uscire dal carcere il memoriale scritto di suo pugno in cui testimonia per la prima volta il sequestro, la prigionia e le torture. Il documento è stato consegnato ai pm milanesi dai dirigenti di viale Jenner insieme alla denuncia della tangente offerta all'ostaggio. Inutile sperare nella Giustizia visto che tutte le cause in cui sono coinvolti gli Americani dimostrano l' intoccabilità e l'impunità da parte di sistemi giudiziari stranieri. Si continuerà con le solite grida dei D'Alema di turno, senza nemmeno intervenire limitando la presenza USA in Italia (Vicenza).

Pagheranno almeno gli Italiani coinvolti e il Presidente del Consiglio di allora che, in nome dell'amicizia col diabolico Bush, ha dato l'avvallo all'intera operazione?

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