Le telecamere del TG3 di Primo Piano, stasera alle 23.15, entrano in Fiat non per documentare i dati della produzione in Italia o il dibattito sindacati-governo, ma per raccontare per la prima volta la vita e le opinioni degli operai. “Siamo appena usciti da un periodo di crisi e da una lunga vertenza dove chiedevamo solo di accorgersi di noi, di capire che noi operai esistevamo ancora. Nessuno se n’ è accorto, se non alla fine…” Dice Sergio Forelli,40 anni,operaio Fiat, Carrozzerie Mirafiori,15 anni di catena di montaggio alle spalle,delegato sindacale.“Mi spiega perché per farci sentire, per dire la nostra in poche immagini di telegiornale o un articoletto sulla Stampa abbiamo dovuto occupare le stazioni,bloccare il traffico,insomma fare azioni che magari neanche volevamo fare perché alla fine creavamo del disagio ad altri lavoratori ? Mi dice perché mentre si parla di ripresa della Fiat, che ci fa piacere perché è il nostro lavoro, è il mio lavoro, nessuno dice che ci sono ancora molti lavoratori agli Enti Centrali in Cassa Integrazione a 600 Euro al mese? Che dobbiamo fare per far parlare di questi problemi?” .Rompendo un silenzio che durava da anni gli operai, scomparsi da tempo come categoria e pensiero, ricompaiono sulla scena politica, sindacale e giornalistica affrontando i temi del lavoro, delle condizioni di vita e della prevenzione degli incidenti che avvengono oggi soprattutto nelle piccole fabbriche o nelle officine da poche decine di dipendenti, dove la tutela sindacale è bassa, dove le condizioni di lavoro sono peggiori e dove oggi le grandi aziende delegano gran parte dei lavori più umili e pericolosi. Dove sono oggi impiegati molti immigrati e dove gli incidenti ,anche mortali, avvengono nel silenzio dei mass media o in poche righe di brevi di cronaca. (S.DellaVolpe, Articolo 21))
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