venerdì, luglio 27, 2007

Concorso di colpa


Mentre noi qui si discute di cazzate perchè poi di questo si tratta, arci sì/arci no, dalle zone di guerra continuano ad arrivare notizie di morti. Civili per lo più. Provate a cliccare sulla ricerca "morti in Iraq", oppure "morti in Afghanistan" o anche "morti nei territori palestinesi", o ovunque si abbia notizia di conflitti: troverete una sfilza di pagine che raccolgono lo stillicidio che ormai non fa più notizia. Solo numeri per noi, non persone. Ci si abitua proprio a tutto.

Continua anche, sottile e subdola, la crescente omofobia in Italia, alimentata irresponsabilmente da chi dovrebbe avere a cuore il bene della persona. Gli episodi si succedono a ritmo incalzante qua e là nel Paese. Un ragazzo di Gela ha trovato il coraggio di denunciare la propria classe ed alcuni insegnanti dell'Istituto industriale "Emanuele Morselli", dove frequenta il 3 anno(La Repubblica), per le discriminazioni subite perchè omosessuale. Fa impressione quando sotto accusa è la Scuola, luogo che dovrebbe promuovere la cultura e perciò la crescita in tutti i sensi della persona. Ma sparare sulla Scuola oggi è facile, un po' come sparare sulla Crocerossa. Non è un'isola felice: è espressione della società nella quale opera, delle sue scelte politiche, dei suoi investimenti mancati. A seconda dell'occasione si rimprovera all'Istituzione Scuola l'impotenza o la prepotenza educativa che arriverebbe a "minare" l'autorità genitoriale (v. il caso dell'insegnante palermitana che ha punito il bullo di turno costringendolo a scrivere 100 volte "Sono deficiente"). In realtà la Scuola vive il dramma della perdita sociale del ruolo, dovendo confrontarsi, spesso svantaggiata e perdente, con le 99 scuole non ufficiali che i ragazzi frequentano con maggiore entusiasmo nel corso della giornata, terminate le ore canoniche di lezione. Ci sono poi tra gli insegnanti, che sono uomini/donne di questa società, anche tanti ignoranti, spesso persino demotivati, come il caso di Gela evidenzia. Non è strano: magari persone preparatissime nel proprio campo, ma totalmente estranee alla Cultura. E' il frutto di tanti errori politici, ma anche della spinta agli specialismi della società che rincorre il tecnicismo, ormai sovrano e disumano. A farne le spese, come sempre i più deboli, gli adolescenti che vivono un'età bellissima per la giovinezza, con la prepotente voglia di scoprire il mondo, ma durissima per i conflitti del cambiamento, i lutti della separazione dal mondo certo dell'infanzia per l'ignoto della rinascita adulta. La Scuola potrebbe (ed ha ancora, in molti casi che non finiscono sui giornali) avere un ruolo determinante per la crescita equilibrata, offrendo come stimolo appassionato il ricco patrimonio culturale che le appartiene. Purtroppo dobbiamo fare i conti con una realtà cieca che solo a parole guarda al futuro, concentrata come è sul profitto e il potere dell'oggi. Tutti attenti (a parole) ai diritti dei non nati, dei lavoratori, dei malati, dei perseguitati in nome del credo, etc, nessuno però realmente vicino a questi giovani abbandonati a se stessi, ai loro drammi che finiscono con l'ingigantire, non trovando possibilità di sfogo, perchè la strisciante omofobia che si accompagna al mito dell'uomo perfetto consente solo solitudine e dolore a chi si trova su una strada alternativa. Concorso di colpa mi pare sia la responsabilità di quanti, pur potendo per il ruolo prestigioso e potente, lasciano che le cose vadano così...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quanti danni riusciamo a fare noi adulti. Nemmeno ce ne accorgiamo.Per fortuna non tutti gli insegnanti sono come quello del fattaccio ma è appunto una questione di fortuna finire nella classe giusta coi professori giusti.

Ulisse ha detto...

Affiacare i nostri piccoli problemi alla guerra in Iraq o in Afghanistan mi sembra un po' azzardato, ognuno di noi deve vivere nel luogo in cui si trova affrontando i problemi che quel luogo gli presenta, del resto è sempre stato così, c'è chi fa fatica ad arrivare a fine mese e chi invece non sa quale yacht comprare, ognuno ha i suoi problemi.
Secondo me non è vero che l'omofobia è aumentata, a mio parere sono aumentate le denuncie.
Sempre meno persone sono disposte a subire le angherie in silenzio, finalmente si comincia a reagire e a non vergognarsi perchè si è gay o disabili o marziani e questo è un bene.
Molti dicono che una volta si stava meglio perchè non succedeva tutto quello che accade ora, non sono d'accordo, l'unica differenza secondo me è che una volta le cose accadevano e non se ne sapeva niente adesso invece basta che cada una foglia in Canada e lo sanno pure in Sudafrica. E' aumentata l'informazione e con essa la consapevolezza di ciò che accade, tutto qui.